Nuovo Campus scolastico a Tolentino. La Giunta Pezzanesi, con propria delibera, chiede la revisione e l’adeguamento del piano di dettaglio dell’opera, rinviando di fatto il progetto alla provincia per la suddetta revisione prima di procedere all’approvazione definitiva.

Una delibera che suscita la reazione dei consiglieri del Partito democratico che “insorgono” per bocca della capogruppo Anna Quercetti.

“Potrebbe essere una commedia dell'assurdo se non fosse in discussione il futuro dei nostri giovani e con loro il futuro di tutta la nostra comunità – esordisce Anna Quercetti - In una Tolentino che, a dispetto del contributo di 20 milioni di euro già a disposizione, aspetta che sia posta la prima pietra del Campus (mentre negli altri comuni si susseguono inaugurazioni e tagli di nastri) la Giunta rispedisce al mittente il Piano di dettaglio del Campus chiedendo la modifica sulla base a delle riscontrate criticità che, di fatto, sono solo delle differenze rispetto al progetto preliminare a firma dell'Arch. Severini”.

Stando, dunque, al parere del consiglieri dem si tratterebbe soltanto di una questione di natura estetico – architettonica e non sostanziale, a fronte di un’attesa lunga ormai 5 anni per studenti, famiglie e insegnanti.

“Ciò che lascia veramente basiti è che l'Amministrazione cerca di giustificare la delibera su un gradimento manifestato dai cittadini al momento della presentazione – prosegue la capogruppo - Ma in verità l'unica promessa che doveva fare il Sindaco e la sua Giunta era quella di dare ad insegnanti, famiglie e studenti un'opera in tempi certi e celeri. Invece oggi si impone, volontariamente e colposamente, un altro motivo di stop e di ritardo. Ciò non è ammissibile ed accettabile. La verità, purtroppo, sarà che il mandato Pezzanesi finirà senza che il campus abbia visto la luce”.

f.u.

La presentazione dei lavori al Campus scolastico di Camerino ha riacceso a Tolentino il tema del villaggio dedicato alle scuole che dovrà sorgere in contrada Pace ma su cui resta, a distanza di quasi cinque anni dal sisma, un silenzio che preoccupa i cittadini.

Gli studenti che hanno cominciato il percorso di scuola superiore nel 2016 hanno visto i loro cinque anni segnati dal sisma prima e dal Covid poi, vissuti negli uffici della Quadrilatero adibiti a classi, nell'attesa di una scuola nuova.

Una scuola che non è arrivata nemmeno per la loro maturità, ma che si teme non possa essere pronta nemmeno per quelle a venire. Ed intanto l'istituto Filelfo stringe i denti ed accusa il colpo del calo degli iscritti.

È la rabbia per il tempo che passa: per il centro storico, per i giovani, per le scuole, per gli insegnanti, che spinge ai cittadini a chiedere risposte a questo silenzio.

"Ad oggi - commenta Barbara Salcocci, coordinatrice dell'associazione Città in Comune - la cittadinanza non conosce ancora la situazione del progetto del Campus. Ma questo non è l'unico punto poco chiaro: non solo vorremmo sapere quali sono i problemi che tengono ancora fermo l'avvio del cantiere, ma ci chiediamo cosa ne sarà delle strutture che prima ospitavano i licei. Come è possibile - si chiede - che l'amministrazione, in questi anni, non abbia informato la cittadinanza sull'indice di vulnerabilità sismica di quelle strutture e sulla gravità della situazione in cui versano. Poteva essere convocato un consiglio comunale aperto sulle scuole, aprendo un confronto con i cittadini per trovare la soluzione più facilmente percorribile".

I genitori degli studenti sono infatti i primi a rendersi conto di come la decisione di delocalizzare le scuole fuori dal centro storico possa essere una ulteriore mazzata nei confronti della zona della città che più ha risentito del sisma: "Da madre - commenta Barbara Salcocci - vedo che i giovani sono sempre più portati a trascorrere del tempo in periferia, nella zona del Retail Park, dove sorgerà il Campus. Una necessità che deriva dalla mancanza di rilancio per i luoghi di incontro nel centro: le scuole sono il fulcro della vita. Sono proprio i giovani che l'amministrazione avrebbe dovuto coinvolgere per comprendere i loro bisogni e capire quali luoghi creare in centro per permettere momenti di aggregazione. Ai giovani tolentinati che trascorrono i promeriggi fuori dal centro si aggiungono poi quelli dei paesi vicini che prima sceglievano Tolentino come città per i loro studi e ora preferiscono spostarsi. E se si spostano per studiare alle superiori - continua - chissà se poi decideranno di tornare nella loro città almeno per il tempo libero".

L'allarme dell'associazione Città in Comune nasce anche sul ricordo del ruolo che le scuole in centro hanno sempre avuto per ogni studente, di Tolentino e non, che ha studiato al Filelfo.

Per loro, il centro storico, prima del sisma, è sempre stato scrigno di momenti trascorsi tra la bellezza; su ogni piazza ed in ogni via sorgevano i punti di riferimento in cui i giovani trascorrevano il tempo libero.

"Questo - conclude Barbara Salcocci - è quello che dovrebbero continuare a vivere i ragazzi di oggi e di domani, per poter apprezzare davvero la bellezza della loro città".

Giulia Sancricca

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Il cartello con il rendering del nuovo Campus scolastico

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