Il gruppo consiliare Prima Treia chiede il ritiro dell’ordinanza n. 41 firmata dal sindaco Franco Capponi che ha disposto sul territorio comunale lo spegnimento dell’illuminazione pubblica, anche nei centri abitati, per gran parte delle ore della notte (dalle 2 alle 6). Un provvedimento che palesa molteplici criticità, con particolare riferimento alla sicurezza dei cittadini, seppur partendo dal condivisibile presupposto del contenimento energetico: «L’Amministrazione ha calcolato un risparmio di 10mila euro al mese, da novembre a marzo, una cifra che non potrà sopperire all’aumento comunicato di 400mila euro sulla bolletta comunale - spiegano i consiglieri d’opposizione Vittorio Sampaolo, Andrea Mozzoni e Gianluca Gagliardini -, così come irrisolti rimangono diversi interrogativi sullo stesso atto». L’ordinanza per Prima Treia “non vale la candela” o, in questo caso, la torcia usata dai treiesi per tornare a casa o uscirne la mattina per andare a lavoro.

I tre consiglieri hanno perciò depositato lo scorso 26 novembre una mozione per il ritiro dell’atto e la richiesta della convocazione della Commissione Bilancio: «Studiando il documento e le sue ripercussioni abbiamo informato il Sindaco e la Giunta anche in consiglio comunale della nostra contrarietà, così come della nostra disponibilità ad assumere insieme anche scelte impopolari, a patto che si agisca con coerenza: non è possibile continuare a spendere denaro pubblico o pianificare l’acquisto di altri immobili, mantenendo però la città al buio in nome del risparmio. Non ci sottraiamo al confronto per cercare di risolvere il problema, ragionando però su scelte davvero strategiche e incisive sul caro bollette, facendolo nelle sedi istituzionali».

Il punto di partenza rimane il ritiro dell’ordinanza: «Altri Comuni sono già tornati indietro, non è una eresia. Crediamo sia lecito interrogarsi sull’opportunità dell’atto e sul rispetto del codice della strada. C’è il rischio di mostrare il fianco a contenziosi e, non secondario, a malintenzionati». Non solo: «È per noi comprensibile la paura di chi si ritrova a spostarsi da solo al buio. Ci chiediamo anche chi poi pagherà se dovessero malauguratamente verificarsi danni a persone o a cose?». Su questo, Prima Treia pone un altro elemento da chiarire: «Ci risulta che la società che si è occupata della riprogrammazione degli impianti abbia chiesto e ottenuto di essere esonerata da ogni responsabilità durante le ore previste di mancata illuminazione». E ancora: «In un territorio sismico come quello Maceratese, come può questa ordinanza essere conforme al piano di protezione civile, quando negli insediamenti urbani “si conserva l’operatività della maggior parte delle funzioni strategiche”, prevedendo, ad esempio, aree di ammassamento di persone che si ritroverebbero però al buio totale in una situazione di emergenza?».


Ventilazione meccanica nelle scuole contro il Covid: il comune di Treia rimane a guardare.

A sottolineare la questione il gruppo di minoranza consiliare “Prima Treia” con una nota a firma congiunta dei consiglieri Vittorio Sampaolo, Andrea Mozzoni e Gianluca Gagliardini, che segnalano la mancata partecipazione dell’amministrazione Capponi al bando della regione Marche che ha destinato 3 milioni di euro per l’installazione degli impianti di ventilazione meccanica negli istituti scolastici.

«La Giunta ha definito l’impegno della Regione come “fumo negli occhi” - spiega il gruppo Prima Treia, riportando l’espressione usata dal Sindaco a seguito dell’interrogazione presentata sul tema - Non solo, la Giunta si è arrampicata sugli specchi paragonando l’iniziativa allo spreco economico causato dall’acquisto dei banchi a rotelle». 

Paradossale poi l’ulteriore giustificazione fornita: «A detta dell’Amministrazione comunale - continua Prima Treia -, anche in piena stagione invernale sono sufficienti le “grandi finestre” (citiamo ancora) degli edifici per garantire il costante ricircolo d’aria necessario per impedire il protrarsi del contagio».

Insomma, «soldi buttati via» secondo il sindaco Capponi: «Si è giustificato ancora il tutto con la futura realizzazione delle nuove strutture scolastiche, ma il Covid è un’emergenza attuale e ancora ben presente - ribadisce il gruppo di opposizione - Intanto, le risorse stanziate dalla Regione Marche sono salite in totale a 12 milioni di euro, prima Regione in Italia a lanciare l’iniziativa; meriti evidenziati anche da importanti esperti del settore».

“Il modello Marche”, tuttavia, poco ha interessato la Giunta treiese, nonostante il “tecnical officier” dell'Oms, Luca Fontana, abbia indicato la ventilazione meccanica controllata nelle aule scolastiche come efficace strumento di contrasto alla diffusione del contagio da Coronavirus.

«Non banchi a rotelle ma interventi strutturali per supportare l’importanza della didattica in presenza - conclude Prima Treia -, per questo il nostro ringraziamento va al presidente Acquaroli e alla Giunta regionale per aver proseguito con determinazione nella strada intrapresa per la salute degli studenti marchigiani».
Su proposta del consigliere di minoranza Andrea Mozzoni, con l’appoggio del capogruppo di “Prima Treia” Vittorio Sampaolo e del consigliere Gianluca Gagliardini il consiglio comunale di Treia ha approvato all’unanimità la mozione per la promozione del progetto “Un euro a famiglia” proposto dal Forum delle Associazioni Familiari. L’assise ha votato il documento che impegna l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Franco Capponi, a inserire il link all’iniziativa del Forum delle Associazioni Familiari nel sito istituzionale del comune di Treia, diffondendone le modalità di partecipazione (sia come donatore, che come utenza) presso l’Assessorato ai Servizi sociali della stessa città, così come nei social network e a mezzo stampa.

#1euroafamiglia si presenta come una campagna di raccolta di micro-donazioni per aiutare le famiglie in difficoltà economica temporanea, anche a causa della pandemia. Attraverso un impegno minimo di 1 euro, si possono aiutare migliaia di persone che in questo periodo stanno avendo problemi a pagare la rata del mutuo o le bollette e stanno dando fondo ai risparmi accumulati. Il progetto non si ferma all’aiuto economico ma, attraverso una rete di consulenti familiari e associazioni specializzate, offre a chi ne ha bisogno servizi di supporto perqualsiasi necessità familiare.

Vivo apprezzamento per la decisione del consiglio comunale di Treia è stato espresso da Paolo Perticaroli, presidente del Forum delle Associazioni Familiari delle Marche, membro del Direttivo nazionale e della Fondazione Forum che si occupa di questo progetto, che ha sottolineato come il progetto “oltre ad alleviare le difficoltà temporanee delle famiglie è utilizzato per accompagnare le famiglie stesse, attraverso le reti del territorio, a uscire in maniera stabile dai problemi che le affliggono. Non si tratta di semplici aiuti spot, nessun nucleo familiare è poi abbandonato a se stesso”.

f.u.

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