Dall'arancione al rosso per poi tornare di nuovo in arancione. Un continuo cambio di colore per le Marche dovuto all'andamento dei contagi. Così, con l'allentamento sia pure minimo delle restrizioni, negozi e centri commerciali hanno potuto riaprire e tornare a respirare, anche se la situazione non è ancora "idilliaca", come testimonia Gianluca Tittarelli, direttore del centro commerciale "Val di Chienti" di Piediripa.

"Vero che con il ritorno in zona arancione abbiamo riaperto - dichiara - ma vorrei ricordare anche che le strutture come la nostra sono chiuse nei giorni festivi e prefestivi. Purtroppo sono ormai 5 mesi che restiamo chiusi con i negozi nelle giornate in cui gli incassi sarebbero maggiori. Questo sarebbe anche stato accettabile qualora avesse portato a dei miglioramenti nei dati della diffusione del virus. Sembra, però, che l'auspicato miglioramento non ci sia stato per cui ritengo che qualcosa non abbia funzionato. A mio avviso sarebbe stato più opportuno permettere l'apertura dei punti vendita stabilendo al contempo in maniera ferrea le misure di sicurezza da adottare, cosa che da parte nostra avevamo messo in atto. Purtroppo, però, non è servito anulla visto che nei fine settimana dobbiamo continuare a restare chiusi".

f.u.
Centri commerciali chiusi nel weekend. È questa una delle restrizioni previste anche nelle regioni definite di colore 'giallo' dall'ultimo Dpcm e che quindi coinvolge la regione Marche.
Una norma che non ha fatto piacere al settore che si era già adeguato alle normative imposte dopo il lockdown.
Lo spiega Gianluca Tittarelli, direttore del centro commerciale Val di Chienti di Piediripa: "Abbiamo un grande rispetto per questa situazione - dice - in cui tutti siamo chiamati a fare il nostro dovere e ognuno di noi deve dimostrare un comportamento virtuoso per il rispetto delle norme e delle disposizioni che garantiscono la lotta a questa emergenza.

Certamente - precisa - non siamo d'accordo con la decisione di chiudere i centri commerciali nel weekend, anche se ovviamente rispetteremo la norma imposta. Riteniamo, con ragione, che nei centri commerciali ci siano tutte le situazioni che garantiscono una grande sicurezza.

All'ingresso viene misurata la temperatura da un operatore dedicato; viene richiesto di indossare la mascherina in maniera regolare; viene mantenuto il distanziamento attraverso percorsi già segnati da tempo a terra; viene fatto entrare solo un certo numero di persone grazie alla vigilanza che controlla; vengono fatte le sanificazioni chiaramente dimostrate; l'impianto di aria condizionata viene da mesi messo in condizione di pescare sempre aria nuova. Mi chiedo - domanda provocatoriamente Tittarelli - se in un mercato rionale ci sarebbero tutte queste accortezze.
Si parla di rischio assembramenti - conclude - ma vorrei far notare che in questa situazione di emergenza manca da tempo lo spirito di fare acquisti in serenità, quindi le presenze sono le stesse che si possono registrare in altre situazioni per le quali, invece, non sono stati presi provvedimenti".

GS


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