“C’è bisogno di maggiore senso di responsabilità da parte dei sindaci dei Comuni vicini al Cosmari”. È questo il commento del presidente del consorzio, Giuseppe Pezzanesi, all’indomani dell’assemblea che ha deliberato la proroga della discarica di Fosso Mabiglia a Cingoli fino a settembre del 2023. “Non possiamo fare altro che ringraziare il sindaco Michele Vittori per aver dato l’ok alla proroga” ha sottolineato Pezzanesi. Oltre a questo si è discusso e deciso per l’annullamento del bando di concorso per il nuovo direttore tecnico del consorzio.

Due punti “di fondamentale importanza – spiega Pezzanesi –, a cominciare dal bando. Ci siamo resi conto che i requisiti e i parametri fissati per individuare i candidati al ruolo di direttore tecnico non erano abbastanza definiti. I quattro professionisti risultati idonei non rappresentavano, per ragioni anagrafiche, titolo di studio o esperienze curriculari, profili adatti al ruolo. La decisione più consona è stata quella di appellarsi all’articolo 10 del bando, che ne prevedeva l’annullamento”.

Per il nuovo direttore tecnico bisognerà attendere almeno l’estate del 2022: Pezzanesi ha infatti annunciato una nuova assemblea, chiamata a pronunciarsi sulla proroga di Giuseppe Giampaoli per i prossimi sei mesi. Prima della fine dell’anno dovrebbe esserci l’incontro in cui verrà presentato anche il nuovo bando per individuare il sostituto. Intanto il problema della discarica è stato ammortizzato per i prossimi 21 mesi: Michele Vittori, primo cittadino di Cingoli, ha dato l’ok per una proroga del sito fino a settembre del 2023.

Perplessità restano sull’atteggiamento dei sindaci: “Nessuno ha fatto un passo avanti per la discarica, sembra che nessuno sia disposto a vederla sorgere sul proprio territorio comunale – prosegue Pezzanesi –. Per questo dobbiamo ringraziare il Comune di Cingoli. Il dovere del Cosmari è garantire un servizio di smaltimento a un costo competitivo per i cittadini. Se non dovessimo individuare un nuovo sito per lo stoccaggio, potremmo dover portare i rifiuti fuori provincia. Gli aggravi potrebbero spingersi fino al triplo dei costi attuali. C’è bisogno di maggior senso di responsabilità da parte dei sindaci dei Comuni vicini al Cosmari, con la consapevolezza che la discarica rispetterà vincoli ambientali e paesaggistici. Oltre a questo – conclude Pezzanesi – occorre migliorare ancora sotto il profilo del riciclo. Oggi ricicliamo il 70 percento dei nostri rifiuti, migliorare significherebbe ridurre il bisogno di una discarica”.

l.c.
I tempi per la discarica provinciale sono destinati ad allungarsi, forse “oltre i prossimi due anni”. Questo quanto emerge dalle parole del neo eletto Presidente del Cosmari, Giuseppe Pezzanesi. “L’attendismo non è buona cosa – ha denunciato proprio Pezzanesi, che a pochi giorni dal suo insediamento deve confrontarsi con un tema piuttosto spigoloso – . Oggi ci troviamo a dover gestire una situazione della massima importanza e che, per alcune scelte tardive, potrebbe ricadere sui cittadini della nostra provincia e in particolar modo sulle spalle del Comune di Cingoli”.

Dettagliatamente: il sindaco di Tolentino e numero uno del Cosmari ha lanciato un appello al primo cittadino di Cingoli, Michele Vittori, per invitarlo a considerare il prolungamento del ciclo vitale della discarica sita nel suo Comune. Una soluzione gravosa per Cingoli, ma che ha ancora i connotati della proposta e non quelli della decisione definitiva.

Pezzanesi ha spiegato: “Chiaramente i meccanismi premianti per chi si sobbarca un tale peso devono essere ponderati. Dobbiamo la massima riconoscenza a Cingoli e dobbiamo allo stesso modo ricordare che l’accogliere la discarica non è piacevole per nessuno. Oggi paghiamo un eccessivo attendismo, che non è prerogativa della buona amministrazione: dovremo capire che il tema ambientale non è una questione accessoria o trascurabile e va affrontato con la massima tempestività. Ora per questi motivi pagheremo dei prezzi, che rischiano di gravare sulle spalle dei cittadini, visto che la discarica non sarà pronta per i prossimi due anni. Anche se Vittori dovesse fare questo atto di disponibilità nei nostri confronti – sottolinea Pezzanesi –, il problema si rimanderebbe soltanto e comunque potremmo essere costretti a delocalizzare la discarica fuori provincia. Questo – conclude il Presidente del Cosmari – significherebbe un aumento dei costi per i cittadini. Il mio compito sarà quello di evitare questa eventualità con ogni mezzo”.

l.c.
E' arrivato alla cronaca nazionale il caso di Cingoli e del focolaio di Coronavirus all'interno della casa di riposo che ha già fatto registrare le prime due vittime
"Una delle 40 ospiti della casa di riposo, pensionata, è stata portata a Torrette per una visita - racconta il vicesindaco Filippo Saltamartini - è tornata col virus ed ha infettato altri pazienti. questo è avvenuto all'inizio della scorsa settimana. Abbiamo chiesto all'Asur di fare i tamponi a tutti gli ospiti ma non li ha effettuati e quindi, quando abbiamo scoperto che 5 casi erano positivi era già troppo tardi perché anche tutti gli altri ospiti erano stati contagiati". Una situazione peggiorata anche dall'assenza di un ospedale pienamente operativo visto che da giugno è ancora oggi, marzo 2020, a 'servizio dimezzato'. La scusante, all'epoca, era la necessità di mandare il personale in ferie. L'estate è finita ma la situazione non è mai stata ripristinata, nonostante le tante richieste del sindaco Michele Vittori e le manifestazioni. "La questione è degenerata - torna a dire Saltamartini - e le persone della casa di riposo fino a oggi sono state senza l'assistenza sanitaria necessaria. Non ci sono medici, solo visite di alcuni medici di famiglia, ma soprattutto, hanno continuato a lasciare il personale che lavora nella struttura senza i dispositivi di sicurezza personale. L'Asur in tutto ciò risponde sostanzialmente di avere altri problemi e quindi abbiamo dovuto fare ricorso alla stampa nazionale perché abbiamo bisogno di un intervento efficace. Siamo in una situazione veramente disperata". Sono stati chiesti medici militari e l'invio di presìdi necessari al personale della casa di riposo al fine di evitare che il virus possa propagarsi anche fuori. E per fortuna che si è parlato del caso di Cingoli perché questa mattina "ci hanno comunicato che sono stati inviati degli infermieri e gli ospiti della casa di riposo sono stati visitati da un medico di famiglia ma continuiamo a ripetere che se fossero intervenuti prima e avessero portato i primi cinque malati in ospedale, non saremmo arrivati a questo punto e poi sono assolutamente necessari i dispositivi di protezione altrimenti rischiamo che l'epidemia colpisca anche fuori e questo non è assolutamente consentito". Saltamartini non dimentica la lotta fatta per l'ospedale, sulla quale molti hanno creduto ma altrettanti non lo hanno fatto: "Forse oggi questi cittadini potranno capire quanto sia importante avere un ospedale funzionante nel proprio territorio. Credo che ci servirà per comprendere quanto valga la pena difendere la sanità che è il presupposto per poter vivere in questo caso".
Si dice preoccupato il sindaco Vittori che parla di una "situazione drammatica, un vero e proprio incubo. La casa di riposo è gestita da un'azienda pubblica che si avvale della collaborazione di una cooperativa. I casi positivi accertati sono 33. Quello che mi preoccupa di più è il personale che si sta occupando in questi giorni dei malati senza le protezioni adeguate. Temo che possano infettarsi tutti e che ci sia un diffondersi della malattia su tutto il territorio". Vittori chiede a gran voce ciò che realmente spetterebbe di diritto a ogni operatore che si appresta alla cura di un malato di Coronavirus e, a tal proposito, ha presentato anche una diffida: "La casa di riposo ora va considerata come un ospedale, c'è bisogno di un intervento concreto dell'Asur perché la situazione così non è accettabile. Se l'azienda sanitaria regionale non è in grado di gestire la situazione con del personale, che ci mandino dei medici militari e i dispositivi di sicurezza. Chiedo risposte quindi anche al capo della protezione civile". L'emergenza Coronavirus va a sommarsi a quella del sisma. Cingoli aveva, ed ha tuttora, molte questioni irrisolte o in itinere e quindi le preoccupazioni per Vittori ora si sono sommate e sono aumentate: "Sono preoccupato soprattutto perché questa crisi coinvolge delle persone che sono come dei miei nonni se vogliamo. Sono le persone più fragili e dobbiamo proteggerle e dar loro le cure che meritano. Sono anche pieno di energia per affrontare questa crisi, fa parte del ruolo che ricopro, che mi viene dalla vicinanza che ricevo da parte dei miei concittadini".

g.g.

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