Si cercava di sdrammatizzare, nelle zone terremotate, dopo il decreto Covid-19 che chiedeva di restare a casa.
Nelle zone colpite dal sisma del 2016, infatti, negli alti e bassi della resilienza, si fa fatica ad accostare il monito "Restate a casa" con un'immagine di serenità. E allora sui social giravano diverse vignette ironiche su questo accostamento, quasi ad esorcizzare la paura che tornasse una scossa mentre tutti sono necessariamente a casa.
Vignette che non sono servite, però, a non farlo accadere. Questa mattina, infatti, alle 5.49, l'entoterra Maceratese è ripiombato nella paura con la scossa di magnitudo 3.3 con epicentro Montecavallo.
Una paura che oggi si aggiunge a quella dell'emergenza sanitaria, proprio quando anche parchi e giardini restano chiusi, giustamente, per evitare uscite non necessarie, ma anche quando le scosse riportano la paura dei terremotati a ricordi più tristi.
Giselle Ferretti, psicologa e psicoterapeuta che più volte è intervenuta sul tema del sisma dice: "Dobbiamo considerare la paura come alleata, anche se non è una emozione piacevole. Ci serve per mettere in moto le risorse che abbiamo dentro di noi per poterci mettere al sicuro. Certamente, la situazione che ci troviamo a vivere è paradossale perchè per il Coronavirus dobbiamo restare in casa e per il sima dobbiamo uscire. Una situazione da cui è difficile uscire. Suggerisco, per non cadere nel panico, di vivere il momento. La possibilità delle scosse purtroppo ci è nota da diversi anni. Concentriamoci sul qui ed ora, affrontiamo le difficioltà momento per momento e, come tutte le cose, passerà ache questa".
È anche vero che accanto al problema delle due paure, ora ci si trova a vievere quello dell'isolamento. Prima, durante una scosa o subito dopo, un abbraccio o il conforto di qualcuno vicino poteva essere un palliativo. Oa si è costretti all'isolamento: "Questo è il più grande problema dell'emergenza sanitaria - dice Giselle Ferretti - Sappiamo che la prima cosa che porta a fare la paura è quella di cercare conforto e sicurezza negli altri, addirittura di sconosciuti, come le amicizie che nascono proprio prima di dare un esame universiario. L'isolamento fisico è un problema. benchè noi oggi siamo dei privilegiati: ci possiamo connettere in tanti altro modi. Non è la stessa cosa, ma non è nemmeno niente. Più saremo bravi a resistere e a mantenere questo comportamento e più velocemente questo problema si affievolirà e scomparirà".

Giulia Sancricca

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