Un incontro non senza polemiche, soprattutto dopo l’intervento del commissario Farabollini, quello che si è svolto oggi pomeriggio a Caldarola, organizzato dalla Cisl per presentare i risultati della campagna di ascolto dei cittadini terremotati. 

Tremila quelli a cui è stato sottoposto un questionario da cui sono emersi dati non certo positivi ma un sentimento di sfiducia e incertezza.

A parlarne Sauro Rossi, segretario generale Cisl, Rocco Gravina di Cisl Tolentino, Marco Ferracuti segretario regionale del sindacato, Cesare Spuri, direttore dell’ufficio speciale ricostruzione e Valerio Valeriani, coordinatore ambiti sociali 16,17 e 18.

Insieme a loro, hanno espresso il loro punto di vista alcuni sindaci: Giuseppe Pezzanesi di Tolentino, Luca Maria Giuseppetti di Caldarola, Gianluca Pasqui di Camerino, Rosa Piermattei di San Severino, Mauro Falcucci di Castelsantangelo sul Nera, Roberto Paoloni di Belforte e Silvia Pinzi di Serrapetrona.

Presenti fra gli altri anche il commissario straordinario Piero Farabollini e l’assessore regionale Angelo Sciapichetti.

“Dobbiamo partire dall’ascolto del territorio - ha affermato Rossi - per valutare gli interventi, dare sostegno alle necessità dei cittadini ma soprattutto per condividere con loro un’idea di futuro. Altrimenti non è possibile ricostruire le comunità. Questa campagna di ascolto ci ha permesso di raccogliere tanti elementi che utilizzeremo nel confronto con le amministrazioni, Regione e Commissario per dare una prospettiva concreta al rilancio di questi territori”.

Nessuna novità rispetto a quanto è già noto da tempo. Nel questionario le persone hanno espresso il bisogno di partecipazione e coinvolgimento, ma anche di socialità. “I tempi della ricostruzione - ha spiegato Gravina - sono senz’altro la preoccupazione e l’incertezza più grande. Servono centri di aggregazione e servizi assistenziali e socio-sanitari”.

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La sfiducia è il sentimento che accomuna i cittadini del cratere e su questo punto si è soffermato Ferracuti: “La fiducia non si evoca ma si costruisce con atti concreti, quotidiani, che vanno nella direzione delle persone. Servono spazi di partecipazione dove i cittadini possano esprimere la loro opinione e fare richieste. La discussione sul rilancio deve prevedere dei tavoli territoriali di partecipazione dove almeno le parti sociali possano individuare insieme progetti di sviluppo. Gli abitanti devono essere protagonisti del futuro di queste terre”.

A Cesare Spuri il compito di fare il punto sull’andamento della ricostruzione privata fra tempi lunghi e iter burocratici al limite della sostenibilità: “I tempi non sono quelli dell’immediatezza perché in tutte le procedure della ricostruzione la trasparenza e la sicurezza sono parole d’ordine che vengono coniugate con tante attenzioni. Cosa si può fare? Si deve trovare quell’equilibrio tra le esigenze di legalità e l’umana necessità di ritornare a casa. Spero che questa operazioni a breve arrivi a un capolinea e si trovi una strada da prendere. Nelle Marche - aggiunge - a dispetto del 45 per cento di personale in meno che abbiamo rispetto a quello che ci doveva essere assegnato, abbiamo circa 4mila pratiche depositate all’Usr. Ne sono state decretate circa 2mila, le altre sono in lavorazione di cui un 60 per cento è fermo nei Comuni per il via libera (sanatorie, condoni, piani particolareggiati, e altro). La macchina lavora, una struttura che in un anno e mezzo eroga 300milioni di euro di contributi non si può dire che non lavori. Poi bisogna raffrontarlo con tutto ciò che c’è da fare senza mai dimenticare però - sottolinea - che la filiera non è solo riferita alla parte pubblica, ma inizia prima: da chi deve cercare i tecnici e dai tecnici che devono fare i progetti e io ho la sensazione che sia chi deve iniziare e sia chi deve realizzare siano già in grave affanno perché a noi arrivano circa 50 progetti a settimana che sono più o meno quelli che decretiamo. Non siamo affogati dai progetti, arrivano in numero abbastanza limitato il che significa che un po’ tutto il percorso è sotto sforzo”.

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Il Commissario Farabollini ha ammesso che quanto è stato fatto fin ora può non essere stato percepito ma ha parlato di segnali positivi nel coinvolgimento dei territori, nella questione delle anticipazioni ai professioni e non solo: “Per la ricostruzione leggera c’è la volontà dei comuni di essere i reali artefici. Noi ci stiamo attivando per poter dare forze, competenze, e organizzazione per procedere in questa direzione. Analogamente si ragionerà per i danni pesanti. Ovviamente sono azioni che richiedono coordinamento e compartecipazione di tutti. Noi metteremo a disposizione competenze, risorse e forze. Questo permetterà una velocizzazione. Si sta lavorando per l’anticipazione delle prestazioni professionali del 50 per cento e stiamo ragionando sulle modalità con cui erogarle. Inoltre stiamo lavorando per trovare il giusto coinvolgimento di tutte le parti per quanto riguarda il durc di congruità”.

Gaia Gennaretti

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