La fibra "aiuta" Bolognola sia nei termini della comodità per i cittadini, sia per l'attrattività verso chi pensa a trasferirsi in montagna, secondo la sindaca Cristina Gentili: "Ovviamente sotto il periodo Covid è una grandissima fortuna: sia per lo smart working dei cittadini, sia per quello degli impiegati comunali, alcuni dei quali lavorano da remoto fuori dal territorio comunale. Credo che sia anche un grande strumento di sviluppo: chi ha già a casa Bolognola, chi vuole affittarne una, chi vuole pensare di cambiare stile di vita una volta finita l'emergenza Coronavirus, con la fibra avrà la possibilità di essere comunque connesso. Avere la fibra ottica quassù significa anche, magari, solleticare qualcuno a volersi trasferire".
l.c.
Lavorare da casa incide positivamente sulla salute rispetto alla normale vita da ufficio: la pensa così l'86% degli abitanti delle Marche, secondo i quali il cosiddetto smartworking – laddove applicabile - riduce lo stress (38%), dà il vantaggio di lavorare in un ambiente confortevole e su misura (26%) e permette di convertire il tempo risparmiato dal viaggio in una migliore gestione anche del proprio benessere (22%). È il dato che emerge dall’ultima ricerca dell’Osservatorio di Reale Mutua sul welfare1, che ha indagato la percezione dei marchigiani sul rapporto tra salute e ambiente di lavoro.
L'attività lavorativa, infatti, può condizionare in vario grado la salute dei lavoratori. In ufficio, il principale fattore di rischio, a detta di quasi un abitante delle Marche su due (41%), è lo stress, con tutti i suoi possibili effetti sul benessere fisico e mentale. Seguono la postura (22%) e la sedentarietà (21%), mentre il 10% si dice preoccupato dalle possibili conseguenze sulla vista. In un ambiente quale la fabbrica, o comunque per chi svolge un'attività più fisica, invece, il fattore che incide maggiormente sulla salute è il contatto, o esposizione, a sostanze chimiche potenzialmente nocive (28%), seguito dall'eventualità di cadute e infortuni (28%) e per una quota analoga dai pericoli connessi al sollevamento di pesi e alla movimentazione di carichi. Ma che cosa porta ad “ammalarsi” di lavoro? Per oltre un marchigiano su due (55%), la prima causa è la sottovalutazione dei rischi, seguita dalle pressioni e scadenze lavorative che possono indurre a comportamenti impropri e pericolosi (38%) e dall'inadeguatezza dell'ambiente di lavoro (34%). Per un ulteriore 17%, invece, la ragione risiede nella scarsa informazione in materia di sicurezza e salute fornita dal datore. L'azienda stessa, tuttavia, può fare la sua parte e prendersi cura della salute e del benessere dei dipendenti. I marchigiani hanno le hanno le idee chiare: in ufficio, i principali desiderata sono postazioni ergonomiche (47%), la possibilità di usufruire di abbonamenti a palestre e centri fitness (31%), una polizza sanitaria (26%) e incontri con uno psicologo del lavoro (22%). In fabbrica, invece, il datore, secondo gli intervistati, deve fornire strumenti e dispositivi di lavoro idonei ai dipendenti (69%), garantire il rispetto delle normative (62%) e mettere a disposizione check up mirati per il controllo e la prevenzione di possibili patologie (34%). “Questa nuova ricerca del nostro Osservatorio sul welfare, giunto alla terza edizione, - commenta Michele Quaglia, Direttore Commerciale e Brand di Gruppo - ha delineato un quadro preciso delle percezioni e delle preoccupazioni degli italiani sui fattori e i modi in cui l'attività lavorativa può condizionare la salute individuale. Una risposta efficace a questi temi e a questi bisogni arriva dal welfare, in cui Reale Mutua ha una grande esperienza. Da sempre mettiamo a disposizione sia dei singoli sia delle imprese per i loro dipendenti numerose soluzioni per la tutela della salute e del benessere, come prestazioni mediche, visite e check up clinici, anche a scopo preventivo, e un'ampia gamma di benefit per la cura del wellness e la soddisfazione dei lavoratori.”
1 Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nextplora su un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d’età, sesso ed area geografica.