Un altro bottino di fondi Pnrr per Tolentino che, con la collaborazione dell’Università di Macerata, intercetta 461.160,00 euro per l’accessibilità e la digitalizzazione del Museo Civico Archeologico “Aristide Gentiloni Silverj”. La città fa il pieno dei contributi con un finanziamento del Ministero della Cultura per la riqualificazione del museo cittadino situato al primo piano del Castello della Rancia di Tolentino. Un ottimo risultato che conferma il valore delle progettualità di Comune e Ateneo pensate in chiave di inclusione, sostenibilità, incoming turistico e coinvolgimento della cittadinanza. Un nuovo investimento dopo l’intervento del 2021 che, con il coordinamento scientifico di Unimc e della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche, ha rinnovato l’allestimento con i metodi dell’archeologia sperimentale, riorganizzando l’apparato didattico in forma più rispondente alla sua mission e ripensando l’accessibilità in chiave inclusiva.

«Una bella soddisfazione per la nostra Amministrazione comunale – hanno dichiarato nel corso dell’incontro il Sindaco Mauro Sclavie il Vicesindaco Alessia Pupo - che vede premiata la progettualità e il grande lavoro di squadra iniziato mesi fa in sinergia tra ufficio cultura, Università di Macerata e spin off PlayMarche. Una importante collaborazione che auspichiamo di implementare nell’interesse del territorio. Sono fondi importanti che permetteranno lo sviluppo dei servizi e dell’offerta culturale del museo civico, con la creazione di percorsi specifici volti all’inclusione, accessibilità ed innovazione grazie anche all’ausilio di nuove tecnologie digitali. Un importante tassello quindi per incrementare la qualità delle nostre proposte e garantire ad un maggior numero di cittadini e turisti di fruire del nostro patrimonio culturale.»

Il Museo conserva materiali dal Paleolitico all’età romana, ed è organizzato in 3 sezioni. Esposte una collezione preistorica legata a rinvenimenti provenienti dal territorio limitrofo, corredi delle numerose tombe scavate dal Conte Silveri dal 1879 al 1882 nelle necropoli picene del VIII e IV sec. a.C, materiali romani dal municipio di Tolentinum, fra i quali spicca la celebre statua di Giulia, figlia dell’Imperatore Tito.
L’Università di Macerata celebra Dante Alighieri in diretta social. In occasione del 700esimo anniversario dalla morte del poeta, sarà Roberto Benigni il protagonista dell'evento organizzato dall'Università di Macerata. Benigni presenterà in anteprima nazionale il terzo capitolo del suo progetto editoriale, nato nel 2015 in occasione del 750 anniversario dalla nascita del poeta, dedicato alle letture dantesche.

L’intervento di Benigni all’Università di Macerata sarà preceduto dai saluti del rettore Francesco Adornato e della direttrice del Dipartimento di Scienze della formazione, beni culturali e turismo Lorella Giannandrea nonchè dalle riflessioni di Franco Musarra, professore emerito di letteratura Italiana all’Università Cattolica di Lovanio, originario di Apiro e di Donato Pirovano, docente di filologia e critica dantesca all’Università di Torino. A moderare sarà invece la professoressa Sara Lorenzetti.

Il rettore Adornato ha commentato: "Siamo felici di avere ospite all’Università di Macerata la persona che ha tanto contribuito ad avvicinare il grande pubblico a un gigante della letteratura e del pensiero, presentando in anteprima nazionale il terzo capitolo del progetto di studio sulle sue letture. L’Umanesimo che innova non è per noi uno slogan, ma un intimo convincimento: la necessità di approfondire, costruire, porgere conoscenze in modo non parcellizzato, né meramente tecnocratico, ma sulla base di un umanesimo in grado di affrontare la frammentazione individuale e collettiva che stiamo vivendo".

L’evento sarà trasmesso in live streaming alle 15 e 30 di venerdì 30 aprile sulla pagina Facebook "UniMc | Università di Macerata" e il convegno sarà valido come formazione in servizio per gli insegnanti.

l.c.
Un anno di pandemia, un anno in cui tutto è cambiato, anche per l'Università di Macerata, costretta come tutti gli altri atenei a proseguire con le lezioni e le lauree a distanza.
E se da un lato il rettore Francesco Adornato stila un bilancio di ciò che è stato, nel momento in cui si prosegue con le vaccinazioni dei docenti e del personale amministrativo si guarda anche al futuro e a ciò che l'Università tornarà ad essere: "È stato un anno faticoso - dice - , sorprendente, che ha stremato i rapporti sociali, li ha ridotti e ha creato molte complicazioni alle singole persone perchè la comunità ne è stata colpita nel profilo distintivio.
Tutto questo ha richiesto all'Università una implementazione della forza, un impegno più forte, perchè abbiamo dovuto rimediare in tempi rapidi, rispondere alla problematica dell'insegnamento a distanza con la tecnologia che però non sostituice la presenza.
Abbiamo garantito la didattica - spiega - ma è rimasto sempre chiaro a me e agli studenti che il tratto distintivo dell'esperienza universitaria sia quello delle lezioni in presenza. Non si possono costringere studenti e docenti ad andare contro la natura umana che è quella dei profili sociali.
Siamo rimasti in contatto con gli studenti attraverso la radio dell'ateneo - dice -  con iniziative e webinar; abbiamo sopperito con la tecnologia, che considero essere un elemento complementare dell'esperienza universitaria in presenza, un elemento che certamente cambierà il percorso di studi, ma non sostituirà mai la presenza delle persone, non toglierà l'umanità che vive nelle esperienze fisiche".

La sensibilità al centro dell'impegno del rettore che comprende come esprienze tanto attese quali la laurea debbano tornare ad essere come prima della pandemia, quando si potrà: "Era un momento di grande aggregazione emotiva - racconta - , non erano solo la pergamena o la proclamazione, ma un passaggio che coinvolgeva la famiglia, era un rito e come tutti i riti ha un suo significato di conferma della realtà umana nel suo sentire più profondo, che è quello dello stare insieme.
L'esperienza fatta attualmente a livello globale inciderà sulla strumentalizzazione utilizzata - spiega - e credo che le università si attrezzeranno per fornire un duplice sistema di formazione didattica. Nell'ultimo anno, quando abbiamo potuto riaprire in presenza, lo abbiamo fatto, perchè vogliamo sostenere la fiducia dei nostri studenti che si attendono di tornare alla normalità".

Si guarda al futuro, quindi, nell'attesa di poter tornare a ciò che era, anche grazie alla campagna vaccinale: "Avevamo iniziato la scorsa settimana quando la somministrazione di AstraZeneca è stata interrotta, poi è ripresa lunedì scorso. Abbiamo preso il tempo per riorganizzarci e abbiamo continuato con la somministtazione sia ai docenti che al personale amministrativo, perchè tutto ciò che si può porgere in presenza agli studenti ed agli interlocutori è un dono che facciamo all'umanità. È stato vaccinato anche il personale che non è dipendente, ma presta i servizi come portierato e pulizie: ci è sembrato coerente, doveroso e giusto. Fra qualche giorno - aggiunge - inizierà la vaccinazione dei soggetti fragili". 

La campagna vaccinale rappresenta così il primo passo verso un possibile ritorno alla normalità a cui Adornato crede fortemente: "Se c'è un messaggio che ho cercato di dare in questi anni è che noi guardiamo con ostinata fiducia al futuro. Credo che, anche se per questa sessione non potremo fare le lauree in presenza, tuttavia ripeteremo appena possibile la stessa emozionante cerimonia dello scorso settembre quando, in una pausa consentita dalle norme sanitarie, abbiamo consegnato in tre pomeriggi le pergamene di laurea ai ragazzi. Il messaggio significativo di un legame profondo che connette gli studenti all'università, alla città, al territorio intero. Una manifestazione di sensibilità da parte dell'Ateneo che ha voluto mostrare al virus che noi saremo più forti. Per ora siamo confinati nei nostri rapporti, ma torneremo con più energie e più entusiasmo di prima. 
Universitas, nel suo significato, comprende tutto l'insieme, una comunità di uomini e donne con l'obiettivo di aggregare tutte le figure: fare in modo che l'ascensore sociale, garantito dalla costituzione, venga realizzato. Questa è l'esperienza che noi stiamo ricavando dal virus: torneremo come Università più forti di prima e più solidali di prima, avremo appreso una lezione da una esperienza drammatica". 

GS
“L’ordinanza e i decreti? Sono fondamentali per la gestione dell’emergenza pandemica, e l’Ateneo li accetta con grande rispetto e senso di responsabilità”. Sono state queste le parole del Rettore dell’Università di Macerata Francesco Adornato, in vista del nuovo dpcm e all’indomani dell’ordinanza firmata dal Presidente della Regione Marche Acquaroli. Opinione sposata anche dal Rettore Unicam Claudio Pettinari, alle prese anche lui con la riorganizzazione della didattica nell’ateneo camerte.

“Un provvedimento che dobbiamo accettare – sostiene il Rettore Pettinari –, anche se abbiamo letto negli occhi dei nostri studenti il dispiacere per non poter vivere una situazione normale. Le lezioni a distanza sono già attive e procedono bene, sono disagi che abbiamo già vissuto a marzo e a cui eravamo preparati. Abbiamo sicuramente investito molto per trovare nuove aule, organizzare il lavoro e le lezioni, anche a livello finanziario. Capisco anche il disagio degli studenti fuori sede: è chiaro che non saranno disposti a grandi spese per trovare un alloggio e poi seguire le lezioni a distanza, questo potrebbe essere un danno ulteriore per la comunità, danno che per altro già esiste. La speranza è che non essendoci limite alla Provvidenza, questo ‘mini-lockdown’ possa sortire ottimi effetti e permetterci di tornare a lavorare serenamente già da dicembre”.

Una speranza condivisa anche dal Rettore Unimc Francesco Adornato: “Il quattro dicembre scadrà l’ordinanza, l’augurio è quello di vedere una situazione più distesa e poter tornare in presenza: il nostro disagio è anche quello dei nostri studenti: l’Università è un’esperienza formativa, culturale, civile, ideale, la cui ricchezza si sublima nella presenza. L’ordinanza e i decreti sono provvedimenti spiacevoli, ma fondamentali per la gestione dell’emergenza pandemica, e l’Ateneo li accetta con grande rispetto e senso di responsabilità. Certo – conclude il Rettore –, Unimc aveva investito molto, anche a livello finanziario, per poter permettere lo svolgimento della didattica in presenza, ma i tempi che corrono impongono questo. Comprendo e accetto le decisioni del Governo e della Regione”.
L’Università di Macerata inaugura domani il suo 730° anno accademico. In un periodo difficile per la città e per tutto il Paese, l’ateneo trova comunque la sua luce, rinfrancato dalle numerosissime iscrizioni, sintomo per il Rettore di grande fiducia e voglia di fare dei giovani, e dalle celebrazioni di domani, a cui presenzierà anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

“Sette secoli e oltre sono tanti – così il Rettore Francesco Adornato  ai microfoni di Radio C1 inBlu –, ma  sembra che non li portiamo addosso. Tutte le università, e quindi anche la nostra, sono giovani per definizione e ogni anno i giovani che si iscrivono al nostro ateneo, nonostante i 730 anni che conta l’istituzione, portano freschezza e dinamismo”.

“Domani noi saremo orgogliosi e onorati della presenza del Presidente della Repubblica – prosegue Adornato –, una figura che ci infonde grande fiducia, come lo ha fatto ad altre comunità e lo fa a tutto il Paese. Spero che, per la secolare storia dell’ateneo, possa essere una giornata molto importante e che ricorderemo anche in futuro”.

Domani le celebrazioni, rimandate dal 9 marzo scorso, che inizieranno in Piazza della Libertà alle 10 e 40, con l’arrivo del Presidente Mattarella previsto per le 11. Dalle 11 e 30 al teatro Lauro Rossi gli interventi degli ospiti.

Red.
Sono tornati i coriandoli rossi a Macerata, sono tornate le grida di giubilo e gli applausi.
Sono tornati gli studenti dell’Università nella città che li ha visti crescere e formarsi, per perderli di vista nel momento per loro più importante: quello della laurea, discussa nei salotti di casa, festeggiata da terrazze e giardini nei mesi amari del lockdown.

Sono iniziati ieri i Graduation Day con cui l’Ateneo ha voluto celebrare dal vivo i suoi oltre 1.300 laureati a distanza.
“Avevamo preso un impegno e abbiamo mantenuto la promessa - ha detto il rettore Francesco Adornato - . La vostra presenza ribadisce l’energia della vita, di come possa essere più forte di qualsiasi tentativo di frenare il cammino della gioventù. Abbiamo insistito tanto per realizzare questa iniziativa, per riproporre il valore della vitalità e perché l’Università ha una funzione sociale, è presente e comunica messaggi di un futuro prossimo, fatto di vicinanza, di fratellanza, di centralità dello studente. I nostri numeri anche per quest’anno ci danno indicazioni molto positive. Siete venuti da vicino e da lontano e insieme riproponiamo con forza il ritorno dei coriandoli”.  
Ieri, in piazza della Libertà si sono ritrovati circa 200 neo-dottori dei Dipartimenti di Scienze politiche, della comunicazione e delle relazioni internazionali e di Studi umanistici. Altrettanti e più ne sono attesi domani con i Dipartimenti di Economia e diritto, di Giurisprudenza e di Scienze della formazione, beni culturali e turismo. Domani sarà la volta di circa 450 laureati con lode di tutto l’anno.

Una cerimonia culminata in un flashmob liberatorio guidato dal gruppo danza del Cus e in una pioggia di coriandoli. Un momento significativo per l’Università di Macerata che, con questi eventi, si prepara ad accogliere di nuovo i suoi studenti nelle aule il prossimo 22 settembre.

GS

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