L'entroterra continua a perdere servizi ed il futuro dei centri colpiti dal sisma e dallo spopolamento appare sempre più incerto.
In una zona dove alle difficoltà imposte dalla natura si aggiungono anche quelle dei servizi che sono costretti a guardare ai numeri piuttosto che al sociale, i sindaci continuano la loto battaglia e questa volta lo fanno per difendere la filiale di Fiastra di Banca Intesa San Paolo.

Ad ottobre, infatti, chiuderanno le filiali di Fiastra e di Valfornace, lasciando di fatto una grossa porzione della montagna maceratese priva di un servizio importante.


Un problema che non riguarda, però, solo il paese sul lago, ma un bacino più ampio abituato a fare riferimento a quella zona come la popolazione del vicino comune di Bolognola.

Dopo l'annuncio del direttore di zona che ha ribadito la decisione di chiudere i battenti per una precisa scelta azienda, come accadrà per tutte le filiali che operano in immobili non di proprietà, sono subito intervenuti i sindaci di Fiastra, Valfornace e Bolognola.
I primi due, Sauro Scaficchia e Massimo Citracca, avevano già avvisato il direttore che "in pochi mesi le filiali avrebbero avuto a loro disposizione degli spazi consoni, ricavati dagli edifici pubblici che in questi mesi si stanno ricostruendo a ritmo serrato". Ma evidentemente a nulla è valso questo impegno.


Cristina Gentili, sindaca di Bolognola, il comune più alto delle Marche, si dice "preoccupata per gli effetti che questa decisione avrà sul territorio, per il servizio che fornisce alle aziende che vi operano e a tutte le famiglie. Per raggiungere la prima filiale disponibile, gli abitanti di Bolognola saranno costretti a percorrere più di 70 km in auto tra andata e ritorno".

Il paradosso è che verrà mantenuta la filiale di Muccia, come sede distaccata di Pieve Torina, quando i due comuni distano pochi chilometri uno dall'altro - ha sottolineato Scaficchia - . Abbiamo l'Ufficio postale a mezzo servizio, ogni anno dobbiamo lottare per mantenere le scuole e i presidi medici, ora sparisce un altro servizio essenziale in un momento cruciale per la ricostruzione: noi ci siamo esposti personalmente con i cittadini affinché aprissero i conti dedicati alla ricostruzione nelle filiali dei nostri piccoli comuni, ma ora ci ritroviamo la banca a trenta chilometri di distanza”.

Sulla stessa lunghezza d'onda Massimo Citracca, sindaco di Valfornace: “Il nostro territorio, da tutti considerato come un gioiello in termini di bellezza paesaggistica e naturalistica, non può essere costantemente frustrato da scelte che vengono prese altrove, seguendo logiche squisitamente speculative: è ora che le continue operazioni di acquisizioni bancarie vengano bilanciate dal mantenimento dei servizi sul territorio. Per questo auspichiamo un ravvedimento da parte della Dirigenza di Banca Intesa, ma anche attenzione da parte delle istituzioni Regionali, affinché intervengano ufficialmente al fine di scongiurare i tagli degli sportelli dell’entroterra”.

GS

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