Notizie di spettacolo nelle Marche

Taglio del nastro per la nuova sede dell’Area Segreterie Studenti e Area Servizi agli studenti e mobilità internazionale dell’università di Camerino. In via Gentile III da Varano n. 26 i nuovi confortevoli locali che occupano una superficie di 534 mq, in una postazione  vicinissima agli edifici sede dei principali corsi di laurea dell’ateneo. All’inaugurazione hanno preso parte i dipendenti impiegati nella struttura, insieme ad un folto gruppo di studenti Unicam. Presenti il rettore Pettinari, il DG Tedesco , il vicesindaco Lucarellli, le autorità militari e il vicario dell’arcidiocesi Mons. Tranzocchi che ha benedetto i locali. “ Una struttura per gli studenti e centrale per l’ateneo - ha evidenziato Pettinari nel suo saluto ai presenti- E’ la prima che inauguriamo a favore di chi si interfaccia quotidianamente con lo studente già iscritto e con la matricola Unicam ”. Sede degli uffici, una serie di edifici tinteggiati di giallo facilmente accessibili, con ampi spazi esterni e possibilità di parcheggio . “Quello che auspico- ha sottolineato il rettore- è che migliorando le condizioni lavorative dei dipendenti, possano ottimizzarsi le performance già altissime di questo comparto.”

“ Partire dalle Segreterie studenti è segnale importante - ha detto Lucarelli- ; l’accoglienza che ci ha contraddistinti negli anni, deve continuare ad essere tale anche per il domani. Ogni taglio del nastro è una conquista , una tappa per il futuro”.

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Denunciati 20 “falsi residenti” a Pieve Torina. Avrebbero percepito indebitamente circa 100mila euro di contributo per l’autonomia sistemazione. L’inchiesta, condotta dai Carabinieri della Compagnia di Camerino, va avanti da diversi mesi ormai è le prime 20 denunce potrebbero rappresentare solo l’inizio di una lunga serie. Ovviamente i controlli non riguarderanno solo il comune di Pieve Torina. 

L’accusa per loro è di falso ideologico, poiché tutti avevano presentato falsa documentazione dichiarando di risiedere nel comune gravemente colpito dal sisma, e percezione indebita di denaro pubblico. Per l’esattezza, la cifra si aggirerebbe poco oltre i 100mila euro. 
g.g.

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“Non è il momento di dividersi. Certo che ci sono differenze rispetto ai danni subiti, ma dobbiamo lavorare insieme”. Anche i sindaci Pd del cratere maceratese intervengono sul dibattito creatosi dopo la proposta degli amministratori della montagna di suddividere il cratere in fasce di danno. Un’idea che ha già fatto molto discutere il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi e su cui si sta creando una vera e propria querelle. Ora anche Roberto Paoloni, primo cittadino di Belforte e responsabile degli amministratori locali del Pd maceratese, ha diffuso una nota proprio sull’argomento: “La nostra posizione sui temi legati al cratere è certamente quella di riconoscere in maniera molto chiara e netta che all’interno di esso vi siano delle differenze rispetto ai danni subiti e, soprattutto, rispetto alle condizioni di vita e di socialità in quei territori che hanno quasi completamente perso la maggioranza degli edifici pubblici e privati e numerose attività produttive e commerciali. Infatti - sottolineano - anche il secondo piano delle opere pubbliche prevede giustamente maggiori finanziamenti per i comuni più in difficoltà, e si è voluto con questo principio rispettare le esigenze specifiche di quei territori dove siamo consapevoli che oggi le comunità, seppur assistite, si trovano ad affrontare problematiche complesse”. Nel riconoscere tutto questo però, i primi cittadini affermano con forza quello che ritengono un concetto cardine per la ricostruzione, ovvero che “un cittadino terremotato è uguale in qualsiasi comune facente parte del cratere e anche fuori, se ha subito dei danni. Comprendiamo le paure dei sindaci maggiormente feriti ma riteniamo che non sia il momento di dividersi poiché questa scelta non ci renderebbe certamente più forti”.

Una scelta del tutto inopportuna, secondo gli amministratori del Pd, quella di dividere adesso il cratere: “Non è il momento dei distinguo ma del lavorare insieme per il bene dei nostri territori. Non è il momento di escludere ma di affrontare con unità le prossime sfide relative alla ricostruzione”.

La necessità, dicono, è quella di confrontarsi quanto prima col nuovo Parlamento e soprattutto col nuovo Governo una volta che sarà formato, per risolvere tutte quelle problematiche che stanno rallentando e ingolfando il sistema di ricostruzione. Si dicono anche pronti a discutere con la Regione, l’attuale Governo e il commissario straordinario, e con tutti quei soggetti che possano contribuire a risolvere le varie questioni legate al terremoto “a partire dalle lungaggini che stanno impedendo, nonostante le risorse messe a disposizione, di vedere una reale ripartenza”.

Poi i sindaci Pd avanzano una richiesta al primo cittadino di Camerino Gianluca Pasqui, uno tra i promotori della suddivisione del cratere per fasce di danno: “Utilizzi il ruolo che l’Anci gli ha affidato, ovvero quello di responsabile sisma, e convochi con urgenza una riunione tra tutti i sindaci del cratere della nostra provincia in modo da discutere assieme quali siano realmente le difficoltà e le eventuali soluzioni per i comuni maggiormente colpiti. Siamo infatti disponibili a discutere se servano norme speciali per i territori con maggiori danni, ovviamente valutando con un metodo valido l’individuazione di quei paesi senza che qualcuno possa a secondo simpatie o amicizie escludere nessuno. La nostra - concludono - è una visione di unità per evitare guerre tra poveri che dividerebbe e frammenterebbe ulteriormente i territori”.

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Lettera aperta al sindaco di Camporotondo, professor Emanuele Tondi, a firma di Leo Marucci, consigliere comunale di maggioranza di Camerino:

"Caro sindaco,- scrive Marucci-.  io purtroppo la penso diversamente.

Credo che non sia questo il momento del buonismo a tutti i costi, anche in una famiglia ci sono momenti di screzio, non siamo alla Mulino Bianco.

Mentre un sindaco, congiuntamente alla sua (ex) Unione Montana, cerca di aiutare non solo il territorio che rappresenta, ma tutti gli altri comuni che sono nelle sue stesse condizioni, un altro sindaco mette in bocca di altri parole mai dette. Ecco già questo è un primo fattore discriminante grave.

Non riesco più ad essere buono: non possiamo più mettere tutto in un unico calderone, non passato un anno e mezzo e nelle condizioni in cui siamo.

Quando si parla di far tornare le persone nelle proprie case SIAMO TUTTI UGUALI, nessuno vuole fare distinzioni di nessun genere.

Quando si parla di AIUTARE TERRITORI TERREMOTATI non siamo tutti uguali!

Vantaggi fiscali, aiuti per la socialità e l'economia, lavori pubblici, etc, non possono seguire gli stessi criteri per tutta l'area del cratere. Sarebbe condannare a morte un territorio vastissimo. Se ho gli stessi vantaggi ad investire in un comune appenninico e a Tolentino, spiegatemi chi sceglierà il primo sito al secondo?

Qua non ci sono piazze per ritrovarsi, non si hanno negozi per i commercianti la vita è dura.

Si può e si deve lavorare UNITI,- conclude il consigliere comunale Marucci-  ma solo quando avremo la piena consapevolezza e conoscenza gli uni degli altri, senza secondi fini politico elettorali".

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"Easy Job", l'operazione del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Macerata a tutela della spesa pubblica: denunciati 53 dirigenti della Regione Marche per aver assunto, indebitamente, 776 lavoratori a tempo indeterminato. 

I militari, in stretto coordinamento con la Procura di Ancona, a seguito di una autonoma attività d’iniziativa orientata alla repressione delle frodi in danno dei bilanci locali, hanno concluso un’operazione di servizio segnalando all’autorità giudiziaria dorica 53 dirigenti regionali che, nel tempo, violando le disposizioni in tema di previsione del fabbisogno organico delle pubbliche amministrazioni, hanno permesso l’assunzione a tempo indeterminato di 776 lavoratori, contravvenendo anche alla norma che prevede l'assunzione tramite concorso pubblico, con ciò integrando la fattispecie delittuosa di abuso d’ufficio. 

Nel dettaglio, le attività investigative svolte hanno permesso di acclarare che i dirigenti denunciati, con le loro condotte illecite, hanno causato una spesa per l’ente regionale stimata in circa 121milioni e 792mila euro.

La complessa attività operativa, che si è sviluppata per oltre 18 mesi su tutto il territorio regionale, attraverso lunghi e articolati esami testimoniali e documentali, riscontrati con una minuziosa analisi normativa, ha infatti permesso di far emergere sistematiche e diffuse violazioni.

In particolare, i dirigenti denunciati hanno, prima di tutto, eluso la normativa di settore, omettendo di predisporre i previsti “Piani triennali del fabbisogno del personale”, documento fondamentale per consentire alla Regione di preventivare le necessità di personale da assumere. 

Tale omissione, determinando la mancata verifica preventiva delle effettive esigenze di assunzioni, ha consentito la stabilizzazione dei 776 dipendenti fino a quel momento impiegati a tempo determinato. 

In molti casi, inoltre, non sono state attivate le necessarie procedure di concorso pubblico, mentre in altri si è proceduto alla predisposizione di “bandi fotografia”, cioè veri e propri provvedimenti illeciti, formati esclusivamente per assumere dipendenti predeterminati. In tali bandi, infatti, i requisiti previsti sono stati “fotografati” su quelli effettivamente posseduti dai lavoratori interessati, arrivando persino a pubblicare il relativo bando di concorso il giorno successivo a quello in cui il dipendente da stabilizzare aveva maturato i requisiti indicati. Con l'indagine è stato anche accertato che 11 lavoratori hanno perino falsamente attestato in atti il possesso di requisiti in realtà non posseduti, e sono stati denunciati per falso ideologico e, in un caso, per truffa aggravata.

La proiezione trasversale delle indagini svolte, ha portato, infine, a segnalare l’intero contesto delineato alla Procura Regionale della Corte dei Conti, presso la Sezione Giurisdizionale per la Regione Marche di Ancona, per le valutazioni di competenza, ai fini dell’accertamento delle eventuali condotte causative di danno erariale in capo ai responsabili. 
g.g.

 

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I carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Macerata e Camerino hanno denunciato due giovani nigeriani, ospiti della comunità di accoglienza di Camerino, e una ragazza, ospite del centro Gus di Macerata per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I tre, fermati per un controllo nel territorio di Belforte del Chienti, manifestava segni evidenti di nervosismo, tanto che i militari, insospettiti, ne disponevano il trasferimento presso l'ospedale di San Severino dove, nel corso degli esami diagnostici, si scopriva che avevano ingerito 3 ovuli contenti eroina. Nel corso della successiva perquisizione domiciliare venivano anche sequestrati un telefono cellulare e 300 euro in contanti considerati provento dell'attività di spaccio.
g.g.

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" Sono commosso e ringrazio la città di Camerino e la pro Loco per chi ha dato peso a quello che noi di C.R.I., abbiamo potuto realizzare nell'arco di quasi due anni". Così Gianfranco Broglia, presidente del comitato di C.R.I di Camerino, nelle cui mani è stato consegnato il premio " Il Camerte 2017". Il conferimento, è avvenuto  all'interno della serata di moda e spettacolo " Varietà nel ducato", davanti ad una affollatissima platea, nell'auditorium Benedetto XIII.

Fin dalle primissime ore dell'emergenza post sisma, i volontari e tutto il personale del Comitato locale di C.R.I,  in maniera encomiabile, si sono rilevati preziosissimi nel portare avanti una serie di azioni di assoluto rilievo nei confronti della comunità: dal soccorso immediato, al sostegno, dall'assistenza alla solidarietà, dalla consegna di medicinali e vestiario. Un premio che dunque è idealmente quello che ogni cittadino avrebbe voluto consegnare di persona a tutti gli infaticabili operatori del Comitato Croce Rossa di Camerino. 

 

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" E' un premio che va condiviso in primis con il sindaco di Camerino - ha aggiunto l'emozionatissimo presidente Broglia- in quanto ha saputo accogliere tutte le nostre richieste ed è stato grazie a lui che è stato possibile portare avanti tante azioni e sarà possibile realizzare, spero quanto prima,  il meraviglioso progetto con Casa Amica". 

Come noto la modernissima e tecnologica struttura residenziale per anziani, frutto della donazione della C.R.I nazionale sorgerà nel quartiere di Vallicelle. 

" Io sostanzialmente ci ho messo solo il tempo, la dedizione e il tentativo di soddisfare delle richieste- sottolinea Broglia-; il resto è frutto di una sinergia degli organi burocratici che ci sono stati vicini, a partire dal Comitato Centrale, passando per l'Unità Sisma, per il Consiglio nazionale della C.R.I , arrivando al Presidente della Regione Marche. Insomma- conclude Broglia- tutta una macchina che ha funzionato; corroborata da una unità di intenti, ha portato  a dei risultati significativi. Così come sono onorato di aver ricevuto questo premio a nome del Comitato locale della C.R.I,  sono molto fiducioso del progetto che realizzeremo ; debbo solo che ringraziare chi mi ha dato ascolto, chi ha accettato le nostre richieste e, tutti quelli che hanno collaborato e dimostrato di credere in Croce Rossa Camerino". 

 

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Taglio del nastro con la presenza di tante autorità civili e militari per le 9 casette dell'area del parco fluviale di Castelraimondo. Con il sindaco Renzo Marinelli e tutta l'amministrazione comunale, c'erano la Commissaria per la ricostruzione Paola De Micheli, il Capo della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli, l'assessore regionale Angelo Sciapichetti, l'arcivescovo Francesco Brugnaro, il presidente della Provincia Antonio Pettinari, Stefano Stefoni responsabile unico del procedimento delle opere di urbanizzazione. Di grande qualità, sotto ogni punto di vista, l'area di realizzazione delle Soluzioni Abitative Emergenziali che, come ha ricordato Borrelli, una volta che sarà completata la ricostruzione delle abitazioni delle famiglie ospitate, resterà nel patrimonio della comunità locale e,utilizzabile come strumento di sviluppo socio economico del territorio.

 " Castelraimondo- ha sottolineato il sindacoè una cittadina viva che ha voglia di andare avanti e questa realizzazione, lo sta a dimostrare. Si è voluta fare una cosa di qualità e bella perché chi vive una situazione di disagio deve poter star bene. Adesso il nostro cruccio è quello di sistemare le 18 famiglie che sono in attesa di occupare gli appartamenti acquisiti dall’Erap, perché prima di tutto vengono le esigenze dei cittadini. Forse quello che manca a questo territorio è di stare insieme- ha aggiunto Marinelli- Dobbiamo guardare avanti perché la rinascita di questo territorio può partire solo da grandi progetti, che debbono essere portati avanti tutti insieme. Questo territorio rinasce, se rinasce unito e senza linee".

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Nel ringraziare tutti i sindaci che, con grande dedizione e passione si stanno prodigando per la ricostruzione la Commissaria De Micheli ha osservato che " se si andasse più d’accordo, certamente sarebbe tutto più semplice, ma non sarà questo che ci fermerà. Si tratta di una ricostruzione con coda- ha proseguito - perché stiamo parlando di un terremoto grande, molto diversificato, che abbraccia 4 regioni e situazioni che tra di loro sono molto diverse, come diverse sono le  esigenze e, possono esserlo anche le opinioni. E’ un terremoto che ha dovuto superare anche le campagne elettorali, dove magari ci si è lasciati andare anche a qualche eccesso; nonostante questo, noi abbiamo cercato di proteggere il più possibile le scelte che abbiamo condiviso quasi sempre all’unanimità con i sindaci e con i sub-commissari presidenti delle regioni e, abbiamo tentato di accelerare il più possibile l’attuazione dei tre obiettivi della Ricostruzione. Il primo obiettivo è sicuramente quello della ricostruzione privata e lì,   in particolar modo io che mi sono occupata di ricostruzione a L’Aquila e in Emilia Romagna, ho avuto l'ennesima conferma dopo l'uscita dell’ ordinanza 46,  del fatto che la ricostruzione è un guanto che noi mettiamo sulla mano delle istituzioni, ma è un guanto che progressivamentenoi riadattiamo alla mano istituzionale con l’emergere di esigenze e e della necessità di riadeguare le norme. Sulla ricostruzione privata- ha sottolineato-  è emerso chiaramente che abbiamo la necessità di intervenire perché, senza colpa di nessuno, c’è un numero di abusi tale che è stato necessario prevedere specificamente una norma che quando è iniziata  tutta questa vicenda, non era prevedibile. La stiamo scrivendo e, non appena sarà insediato il nuovo governo, la proporremo agli organi istituzionali in modo tale da avere, entro i mesi estivi, uno strumento che servirà a poter dare un ulteriore colpo alla ricostruzione. Auspico che questo serva agli Uffici Speciali per essere inondati da domande di ricostruzione. Sulla ricostruzione privata- ha rimarcato-  noi dobbiamo anche essere più consapevoli che ce la faremo. Se c’è una cosa che ho notato nei sentimenti della gente girando per i paesi del cratere è stata la paura e la preoccupazione ed è per questo che  vi esorto ad vere fiducia sul fatto che  la  ricostruzione privata  si può fare, si può fare bene e, anche abbastanza velocemente

Secondo punto chiave della ricostruzione è poi  la ricostruzione pubblica : su questo a breve verrà registrata un’ordinanza da parte della Corte dei Conti e, insieme a quella riferita alla chiese, investiamo già 2 miliardi e mezzi sulle opere pubbliche. In 19 mesi dall’evento sismico, non era mai accaduto che tanti soldi venissero investiti in questo settore e dunque, saremo tutti da stimolo reciproco, i cittadini con le istituzioni e le istituzioni tra di loro, per dire approfittiamo di questo.

Terzo ma non ultimo punto, perché deve andare in parallelo con gli altri, quello relativo alle scelte economiche che dovremo fare per mantenere il lavoro e le  imprese in questo territorio e, in alcuni casi, farlo diventare anche un territorio più affascinante per nuovi insediamenti produttivi . Abbiamo l’idea di una rimodulazione della ZFU per il prossimo biennio in modo da dare ancora più sostegno alle piccole e medie attività che sono il vero motore soprattutto nella zona più montana del terremoto. Altre misure le  condivideremo nel mese di maggio anche nei comitati istituzionali insieme ai sub commissari e con i sindaci. E soprattutto, - ha concluso la Commissaria- non crediate mai che, anche quando si spegneranno le luci e i riflettori, lo Stato non ci sarà. Non credetelo mai perché avrete sempre qualcuno all’interno dello Stato che farà di tutto, non solo per tenere accesi i riflettori ma soprattutto per darvi le risposte che abbiamo deciso come italiani di garantire per il futuro a questi territori".

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" Il fatto di lavorare in sinergia tra Protezione civile e Commissario per la ricostruzione- ha detto Borrelli-  denota anche l’efficienza di questo sistema e credo che nel nostro ordinamento dovremmo pensare anche ad istituzionalizzare la materia della ricostruzione con una legge organica che possa essere applicata immediatamente ogni volta che si verifichi l’emergenza, in modo tale da non partire da capo ogni volta. Grazie alla Regione Marche, all’assessore Sciapichetti e ai colleghi della regione che si sono sobbarcati l’onere di seguire dal punto di vista amministrativo e tecnico la realizzazione delle SAE e grazie a tutti coloro che da oggi entrano nelle ‘casette’ anche per la pazienza che hanno avuto. Ci sono stati dei tempi prolungati per lavori problematici,  ma  attendere un po’di più, alla fine è valsa la pena perché il villaggio che vedete è una struttura che rimarrà anche successivamente”

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“ Quello di oggi, insieme alle 18 abitazioni che l’Erap ha acquistato per gli abitanti di Castelraimondo rimasti senza casa, è un altro segnale di speranza per la comunità”. Così l’assessore regionale Sciapichetti nel suo intervento di saluto - "Aggiungiamo un altro tassello al grande puzzle della Ricostruzione che ci vede impegnati da tanto tempo e voglio ringraziare gli uomini e donne della protezione civile che hanno fatto il possibile e l'impossibile, le forze dell’ordine, tutte le autorità presenti e i rappresentanti delle ditte che hanno lavorato per questo risultato. Grazie a Paola De Micheli che ci ha presi per mano e ci ha seguiti sin dal primo giorno di nomina; quasi tutti giorni è nelle Marche per ascoltare ed affrontare qualsiasi problema. La ricostruzione- ha continuato Sciapichetti- deve vederci tutti impegnati perché sarà un percorso lungo difficile che deve vedere tutte le istituzioni unite. La filiera istituzionale dal comune, dal Parlamento al Governo, deve essere una filiera unita, per cercare di dare risposte concrete ad una bellissima area che già prima del terremoto soffriva di problemi enormi riferiti allo spopolamento e alle difficoltà per la mancanza di lavoro. Dobbiamo fare in modo insieme che la tragedia che tutti stiamo affrontando, possa diventare l’occasione di sviluppo di una terra. E questo è possibile, se siamo capaci di utilizzare al meglio le risorse umane; penso all’università, ai centri di ricerca, alle associazioni di categoria che stanno già lavorando per mettere in piedi una serie di progetti che possono rilanciare il territorio. E’ possibile se riusciamo a recuperare, ad intercettare e trasformare in progetti concreti tutte quelle risorse che a livello nazionale ed europeo sono state messe in campo”.

Prima della benedizione della consegna delle casette, focalizzato su tre punti, il contributo dell’arcivescovo Francesco Brugnaro, il quale In primo luogo ha inteso sottolineare l’importanza di applicare la teoria dell'insieme, eliminare poi il termine fatalità e, come terzo punto, pensare alla gradualità e al compimento di quello che bisogna fare, per superare anche la fatalità. “ A mio avviso – ha detto Brugnaro- occorre fare in modo che le persone, i sindaci e gli operatori di ogni livello, trovino un piano comune sul quale, non tanto non andare a fare o dire la propria posizione, ma arrivare ad una metodologia di operazione, che permetta di superare le condizioni soggettive. Soprattutto quella della Fatalità e quindi, lavorare in sicurezza, insegnare alla gente di volere, non tanto tutto subito, quanto realizzazioni sicure e, far partecipare la popolazione a questo desiderio di sicurezza. La fatalità è l'imprevedibilità delle cose, ma il terremoto è la situazione nella quale noi ci troviamo e, chi costruisce le case, deve ricordare che questa è una zona da terremoto. Ecco che cosa vuol dire non trascurare le condizioni. E poi occorre lavorare insieme, superare i campanilismi attraverso la fatica, che deve essere condivisa da tutti “

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“Ogni comunità ha bisogno di interventi mirati sulla base delle proprie necessità. Lungi da noi voler fare distinzioni tra terremotati di serie A, B o C”. Difendono la loro posizione i sindaci che hanno chiesto a gran voce una suddivisione del cratere per fasce di danno. Stamattina, dopo un giro nella zona rossa di Camerino, i parlamentari marchigiani hanno avuto la possibilità di ascoltare i sindaci dell’ex unione montana di Camerino per comprendere a fondo la richiesta che ha fatto infervorare il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi. 

Erano presenti i senatori Donatella Agostinelli e Mauro Coltorti, gli onorevoli Patrizia Terzoni, Paolo Giuliodori e Rachele Silvestri per il Movimento 5 Stelle, il senatore Giuliano Pazzaglini e l’onorevole Tullio Patassini per la Lega, l’onorevole Mauro Morgoni per il Pd, e gli onorevoli Francesco Acquaroli e Simone Baldelli rispettivamente per Fratelli d’Italia e Forza Italia. 

Alla prima parte della mattinata, che prevedeva la visita in zona rossa di Camerino, hanno preso parte solo i rappresentanti del Movimento 5 Stelle e Patassini.

 

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A loro sono state illustrate alcune problematiche, quali ad esempio il fatto che per il centro storico siano previsti 6 milioni di euro di puntellamenti, e al momento ne siano stati realizzati solo per un milione di euro. Oppure la questione che riguarda l’ex tribunale: “Quell’edificio è l’esempio lampante di ciò che può fare il sindaco. Di fronte ad una struttura di quel genere, non può demolire per pubblica sicurezza perché i tecnici GTS dicono che questa, a parte le tamponature lesionate, sia una struttura buona. Poi con la perimetrazione ci sono dei ragionamenti migliorativi. Io questo edificio lo vorrei demolire perché osceno, non si contestualizza con le strutture storiche ed importanti del centro”. Pasqui ha poi parlato brevemente anche della scelta politica di realizzare le aree Sae vicino alle frazioni: “Stiamo aspettando che vengano realizzate 12 aree il più possibili vicino alla città ma anche nelle frazioni, dove le comunità potranno continuare a vivere. Certo - ha sottolineato - sarebbe stato molto più comodo trasferire tutti in una zona più comoda, ma avremmo creato una riserva indiana. Io ho fatto la scelta politica di tenere le persone il più possibile vicino ai loro luoghi di appartenenza”.

 

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Il clou della mattinata, a partire dalle 11:30: i sindaci dell’ex unione montana di Camerino si sono riuniti in una tavola rotonda insieme ai parlamentari per spiegare i motivi che li hanno condotti a richiedere a gran voce la suddivisione del cratere in fasce di danni: “Ogni comunità - ha detto Pasqui introducendo gli altri colleghi - ha bisogno di essere guardata per le necessità che ha. Nessuno ha mai detto di eliminare qualcuno dal cratere o lungi da noi voler creare terremotati di serie A, B o C. Ma non è possibile non considerare quello che noi abbiamo subito”.

Da tutti i primi cittadini la richiesta di dare priorità alle comunità drammaticamente distrutte dal terremoto, di pensare ad interventi ad hoc, mirati per permettere una ripresa. 

Il sindaco di Muccia Mario Baroni ha, dal canto suo, sottolineato l’ingiustizia di chi “si è organizzato a proprie spese dopo il terremoto, realizzando soluzioni abitative temporanee e che oggi stanno ricevendo denunce penali. Il Salva Peppina purtroppo non ha portato grosse soluzioni, serve un provvedimento di provvisorietà”. Sulla stessa lunghezza d’onda, il vicesindaco di Fiastra, Sauro Scaficchia il quale non riesce a spiegarsi perché non si dia la possibilità di applicare l’ordinanza 9 (pensata per le attività produttive) a chi abbia realizzato le cosiddette casette abusive. “Fiastra ad esempio è un territorio prettamente turistico, per fortuna non ci sono stati danni alla viabilità e questa è stata l’unica porta rimasta aperta. Gli esercizi commerciali sono nei container e il decreto Salva Peppina ci ha lasciato comunque con grossi problemi da affrontare. Ci chiediamo come mai non si applichi, anche per le casette ritenute abusive, l’ordinanza 9 per le attività produttive. Fiastra - ha poi detto in chiusura - ha 1.088 ordinanze di inagibilità, sono stati presentati 82 progetti ma solo 8 finanziati. Si procede troppo lentamente”.

 

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Anche Mauro Falcucci, sindaco di Castelsantangelo sul Nera, ha ribadito la volontà di non eliminare qualcuno dal cratere, illustrando alcune delle problematiche più sentite: “Ma è chiaro che non si vuole eliminate nessuno, anche perché ci sono già stati dei finanziamenti quindi credo che la lettura del sindaco di Tolentino sia sterile. Il problema è che qui non sappiamo come e dove spendere i finanziamenti, perché non sappiamo nemmeno se potremo ricostruire dove eravamo. Semplifichiamo le procedure - ha sottolineato - altrimenti qui si impantana tutto. Servono norme specifiche e agevolazioni che incentivino la ripopolazione della montagna. Servono interventi mirati, se vogliamo, il buon senso del padre di famiglia. C’è bisogno di accelerare le pratiche sul dissesto idrogeologico, la ricostruzione delle B e un aiuto per l’occupazione”.

In piena sintonia anche il sindaco di Serravalle di Chienti, Gabriele Santamarianova che ha aggiunto anche la problematica delle seconde case: “Nel ’97 non vennero finanziate e quindi oggi esiste innanzitutto una disparità di trattamento (in questa ricostruzione saranno finanziate anche le seconde case, ndr). Inoltre, alcune non sono ancora state ricostruite e dunque hanno subito ulteriori danni col terremoto del 2016”.

Il sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci, si è da parte sua soffermato sulla questione della zona franca: “I nostri territori possono essere paragonati a chi si rivolge al pronto soccorso. Ci sono i malati in codice verde, giallo o rosso. Ecco, noi siamo in codice rosso avanzato. C’è bisogno di dare priorità a chi è stato drammaticamente distrutto. Per quanto riguarda la zona franca - ha spiegato poi - se mettiamo nelle stesse condizioni comuni più verso la costa e noi, significa che si indirizzano gli investimenti in una parte della provincia che è già molto sviluppata”. 

A chiudere Giuliano Pazzaglini che, in qualità di sindaco di Visso, ha anche lui illustrato alcuni problemi fondamentali. Primo fra tutti, la busta paga pesante che non sarà l’unica spada di Damocle che colpirà i cittadini terremotati. A breve infatti alla restituzione dei tributi si sommerà anche quella delle bollette e poi dei mutui: “Praticamente si guadagnerà di meno e si pagherà di più. C’è poi il problema della convenzione tra Anac e Regioni, che rischia di diventare un tappo perché ci saranno tantissime opere pubbliche da fare e l’Anac non sarà in grado di gestirle tutte. I vincoli paesaggistici - ha poi detto - ci impongono di ricostruire come era prima, ma è una follia anche solo pensarlo”. Secondo Pazzaglini, non sarebbe vero che la ricostruzione verrà finanziata al 100%, poiché basandosi sul modello dell’Emilia Romagna, non tiene in considerazione alcune importanti caratteristiche di edificazione tipiche del territorio: “I nostri edifici non sono fatti alla stessa maniera, e per certe cose non è previsto finanziamento. Mancano i soldi, le normative e tutto ciò che serve per andare avanti. I tempi dettati dalle ordinanze sono ridicoli. Va cambiata l’impostazione di questa ricostruzione”.

 

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Verrà prorogato al 31 luglio 2018 il termine per la presentazione delle domande per accedere al contributo della ricostruzione leggera, altrimenti in scadenza al 31 aprile prossimo. Lo ha annunciato la Commissaria per la ricostruzione Paola De Micheli, intervenuta a Castelraimondo per la consegna delle 9 SAE dell'area del parco fluviale." L'ordinanza di proroga è stata già approvata- ha dichiarato De Micheli- e verrà registrata in settimana" 

La Commissaria ha anche fornito delle precisazioni sulla "busta paga pesante", per la quale  potrà essere rivisto sia il termine, sia la modalità di restituzione. " Io credo che sia assolutamente una scelta possibile e che sicuramente sosterremo con la struttura del commissario;  è del tutto evidente che ci vuole una legge per poterlo fare quindi, ci vuole un governo che si insedi è che ci consenta prima del termine della fine di maggio di poter fare sia lo spostamento dell'avvio delle rate che l'allungamento del numero di rate ci vuole una legge. Quindi noi sosterremo questa richiesta con il prossimo governo non appena si insedierà e dal Parlamento e, per quel che mi riguarda, ovviamente la voterò. Naturalmente la decisione su eventuali decreti, non la prendo io ma il Presidente della Repubblica.

Paola De Micheli non si è sottratta alla domanda relativa alla  suddivisione per fasce del cratere, in relazione agli effettivi danni. " Anche per questo- ha detto- ci vorrà una legge , in quanto credo che una suddivisione per fasce, implichi una richiesta di tipologia rimodulata di interventi.  Così come ho avuto modo di dire in tutte le occasioni che mi hanno visto stare nelle Marche- ha aggiunto-  io credo che sia giusto che arrivi una proposta dal territorio;  i sindaci si stanno confrontando sui criteri da proporre al Parlamento e credo che il Parlamento discuterà su una proposta già strutturata da parte dei sindaci.  E'  del tutto evidente che questa deve essere un'opportunità per questo territorio e non deve diventare un problema ma, immagino che la discussione che è stata avviata da qualche settimana qui nelle Marche, produrrà un risultato positivo. Io su questo ho già avuto modo di confrontarmi con i primi cittadini e anche con quelli che sono di parere contrario a tale distinzione". 

 

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