Notizie di spettacolo nelle Marche

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Di nuovo risveglio di paura per le zone terremotate del centro Italia. Il primo rilevamento dell’Ingv dava una magnitudo di 5.2 a 2 km da Muccia. Il dato si è poi assestato a 4.7.

Tanta la paura, e ricomincia anche la conta dei danni. Ma quel che è più grave è che all’interno delle Sae, soluzioni abitative d’emergenza, in alcuni casi sono crollati i pensili, cosa che avrebbe potuto ferire chiunque si fosse trovato nei paraggi. 

A Camerino il Sindaco Pasqui all'Ansa

"Danni? Qui tutto il centro della città è ancora zona rossa, ora stiamo facendo verifiche fuori, poi faremo accertamenti anche lì dentro". Intanto però il sindaco di Camerino Gianluca Pasqui, dopo la scossa 4.7 delle 5:11 di oggi, ha bloccato tutti gli accessi alla zona rossa, "tranne quelli delle ditte specializzate che stanno lavorando". Divieto in particolare per i cittadini che ancora oggi - spiega all'ANSA - "vanno a recuperare oggetti personali dalle case inagibili". Pasqui non vuole esser allarmista, ma - sottolinea, ricordando le scosse dei giorni scorsi - "mi sembra che questo fenomeno sismico stia andando a crescere, non a diminuire". 

 

 Le foto della casetta di Muccia con i danni e sotto il muretto di contenimento a Pieve Torina che ha ceduto alle vibrazioni.

 

casetta crollo pievetorina

Sae1

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Lunedì, 09 Aprile 2018 18:55

Le città degli eccidi in rete

Le città degli eccidi in rete. Un progetto promosso dall’Unione Montana dei Monti Azzurri, dai cinque comuni (Cessapalombo, Belforte, Caldarola, Camporotondo e Serrapetrona) e da Tolentino che metta in rete tutti i comuni d’Italia in cui sono avvenuti degli eccidi. Lo scopo, quello di ottenere dei finanziamenti per promuovere la formazione e la promozione costante e permanente nelle scuole in merito ai momenti storici in cui avvennero gli eccidi.

L’Unione Montana - spiega il presidente Giampiero Feliciotti - ha sempre partecipato alla celebrazione degli anniversari e alla marcia della memoria per gli eccidi di Montalto. Ora però si ravvede la necessità di mettere in rete le circa 13 città italiane che hanno avuto gli eccidi per un progetto volto ad ottenere risorse per la formazione nelle scuole che abbia come tema proprio il periodo degli eccidi”. È in questo senso che andava l’incontro dello scorso sabato sera organizzato dall’Unione Montana a cui sono stati invitati il comune di Boves, che i nazisti incendiarono durante la Seconda Guerra Mondiale e dove uccisero centinaia di giovani, e il comune di Castel di Godego (nel trevisano), dove avvenne l’ultimo eccidio italiano in ordine cronologico: “Stiamo cercando di metterci in rete - è tornato a spiegare Feliciotti - sancendo un patto di fratellanza proprio a Cessapalombo sabato sera, unitamente ai cinque comuni e a quello di Tolentino. È stato mostrato una video-intervista a cura della regista Laura De Santis, che verrà distribuito nelle scuole. Sono 50 minuti in cui un anziano di oltre 90 anni racconta i particolari, i luoghi e i fatti dell’eccidio. I giovani - ha aggiunto - devono conoscere la storia da testimonianze dirette piuttosto che dai libri. Al progetto europeo collaboreranno anche Unicam e Unimc”.

 

Il presidente dell'Unione Montana dei Monti Azzurri con i sindaci  di Boves (CN) e Castel di Godego (TV)

sindaci

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Lunedì, 09 Aprile 2018 17:25

Pieve Torina- Proseguono le demolizioni

Proseguono anche questa settimana le opere di demolizione nel territorio del Comune di Pieve Torina. Sono diversi gli interventi in corso d’opera, principalmente a ridosso del centro storico e lungo la principale via Roma. I lavori sono programmati nel tentativo di eliminare completamente, non appena sarà possibile, la zona rossa ancora interdetta alle persone e ai mezzi, in modo tale da agevolare tutti gli interventi futuri e la viabilità.

In particolare, le demolizioni in atto in questi giorni riguardano edifici privati gravemente danneggiati e che in parte – con le violente scosse dell’ottobre 2016 – hanno subito anche dei crolli e che costituirebbero un pericolo per la pubblica incolumità.

“Passo dopo passo ci riappropriamo della nostra cittadina – ha dichiarato il sindaco, Alessandro Gentilucci – abbiamo già portato a termine numerosi interventi di demolizione ma l’altissima percentuale di inagibilità, che ricordo essere superiore al 90%, e la violenza con la quale il terremoto ha colpito le nostre strutture, hanno reso necessario un importante piano di demolizioni che prosegue da mesi su tutto il territorio del nostro comune”.

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Il terremoto ha mutato la conformazione della città di Camerino e le esigenze della popolazione, che sta ancora affrontando la fase emergenziale. Emergenza che finirà solo quando gran parte della popolazione rientrerà nelle abitazioni d’origine. Per questo si rende necessario, in questo momento, un potenziamento dei servizi di trasporto pubblico, che deve essere ripensato sul nuovo assetto cittadino e la nuova geografia urbana, anche alla luce delle aree Sae che sono in realizzazione”.

Con queste parole il sindaco Gianluca Pasqui, ha inviato una lettera al Presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, al Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, al Commissario Straordinario alla Ricostruzione, Paola De Micheli, al Dirigente del Servizio Protezione Civile, David Piccinini e al Al Dirigente del Servizio Trasporti della Regione Marche, Letizia Casonato.
“Se nella primissima fase dell’emergenza – questo un estratto della lettera inviata dal sindaco – era stato necessario collegare la costa e, in particolare le strutture alberghiere ai nostri comuni, ora dobbiamo fare in modo che le nostre popolazioni non rimangano isolate in aree SAE non sempre di facile raggiungibilità, che le scuole, l’università, i servizi essenziali siano raggiungibili anche con i mezzi pubblici da parte di ogni cittadino che non potrà rientrare nella propria casa. Ad esempio, ad oggi nel Comune di Camerino è in fase di completamento la realizzazione di 11 aree SAE dislocate su tutto il territorio comunale; dette aree, per una parte consistente, non sono previste come punti di fermata dell’attuale rete di trasporto pubblico locale; peraltro, il servizio di trasporto urbano era ampiamente sottodimensionato in rapporto alla popolazione ed ai servizi presenti. È necessario potenziare immediatamente gli attuali servizi ampliando la rete dei collegamenti adeguandola, come qualità e quantità, alle mutate esigenze delle popolazioni colpite dal sisma. I cittadini chiedono i servizi e sono preoccupati perché ad oggi non è prevista una copertura adeguata da parte dei servizi ordinari. Inoltre, le scuole e le università devono essere raggiunte dagli studenti che sono stati costretti a trasferirsi in località vicine o singolarmente o con le loro famiglie (Castelraimondo, Matelica, Esanatoglia, Macerata). Questi studenti avranno disagi logistici per molto tempo (anche le soluzioni abitative previste per l’Università di Camerino non saranno pronte in breve tempo), quindi è necessario un potenziamento di tutti i servizi extraurbani dell’area colpita dal sisma, non dimenticando, anche, i disagi degli studenti che da Visso, Castelsant’Angelo sul Nera, Ussita, Pieve Torina devono giornalmente raggiungere Camerino. Da ultimo, si precisa che la spesa complessiva degli interventi di potenziamento dei servizi di trasporto nel medio termine tenderà, comunque, a diminuire in quanto i collegamenti con la costa verranno ridotti, pertanto, il potenziamento dei servizi da fare sarà sicuramente meno impattante di quelli con la costa che restano più costosi e più lunghi, ma questo potenziamento va immediatamente fatto”.

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I carabinieri della stazione di Appignano, coadiuvati dai colleghi di Corridonia e Cingoli, hanno arrestato due cittadini Albanesi, un 28enne residente a Macerata censurato, ed il cognato, 21enne incensurato, per atti persecutori e lesioni aggravate.

Tutto è inizia quando l’ormai ex convivente del 28enne Albanese inizia una relazione sentimentale con un italiano. allo straniero la cosa non va giù ed inizia una serie di atti minacciosi e persecutori sia verso l’ex compagna che verso il nuovo amore della donna.

Sono scattate così le denunce nei suoi confronti che no non sono bastate a placare il reancore del geloso “Otello”.

L’epilogo nella serata di ieri quando l’Albanese, con la complicità del connazionale, aggredisce brutalmente, utilizzando anche un attrezzo in ferro ( nella foto ), il nuovo amore della sua ex convivente, un italiano 43enne della zona.

L’uomo è finito all'ospedale per policontusioni e ne avrà per 30 giorni.

I carabinieri di Appignano, intervenuti dopo l’aggressione, ricevute le prime notizie, hanno iniziato le ricerche e in breve tempo riescono ad identificare il complice e dopo poco il 29enne viene rintracciato nei pressi della sua abitazione mentre il complice poco distante.

Nell’auto del 28enne viene recuperata la spranga in ferro, un attrezzo di 70 cm e del peso di oltre 2 chilogrammi, solitamente utilizzato dai camionisti per lo smontaggio dei bulloni per il cambio pneumatici. l’arnese è stato sequestrato.

I due sono stati arrestati. il 28enne con l’accusa di “stalking” e lesioni mentre il complice di lesioni in concorso

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I carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Macerata, hanno denunciato un cittadino Pakistano, 40enne, residente nel maceratese, per falsità e contravvenzionato per guida senza patente.

I militari, nel corso di controlli alla circolazione stradale, hanno proceduto alla verifica dei documenti di guida e circolazine di una vettura comdotta dallo straniero.

L’uomo ha esibito una patente rilasciata dal paese d’origine sulla cui genuinità i militari hanno avuto subito qualche perplessità. Infatti, da successive verifiche, è emerso che il documento era difforme da quello stabilito dall’autorità di quello stato.

Il documento è stato sequestrato e l’uomo denunciato per falso e contravvenzionato in via amministrativa per guida senza patente.

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La notte scorsa lungo la SP 78, militari della compagnia Carabinieri Tolentino hanno svolto un servizio di controllo degli esercizi pubblici e della circolazione stradale tra i comuni di Urbisaglia, Loro Piceno, Sarnano e Penna San Giovanni. Terminato il servizio alle  prime luci dell'alba,il controllo dei militari ha riguardato circa 120 persone, oltre 80 autovetture, 4 locali pubblici e anche un casolare abbandonato,considerato possibile rifugio di senzatetto ma, trovato vuoto. L'operazione si è conclusa con il risultato di 10 contravvenzioni elevate,  per un importo di oltre 1000 euro e 20 punti sottratti alle patenti dei conducenti . Elevate  due sanzioni amministrative ad un locale pubblico per un importo di circa 2000 euro. 

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Riaperto a Cessapalombo il Giardino delle Farfalle. Era stato chiuso a causa del terremoto ma la tenacia dei titolari e dell’amministrazione comunale ne ha permesso la riapertura. Un fiore all’occhiello, non solo per il Comune, secondo il sindaco Giammario Ottavi: “Il Giardino delle Farfalle era diventato un punto di riferimento. Riusciva a fare 5 o 6mila ingressi l’anno. Cioè altrettante persone che visitavano il nostro territorio favorendo l’economia di Cessapalombo. Purtroppo col terremoto - racconta - la struttura era andata distrutta e tutto si era fermato. È stato un momento di pausa in cui non si sapeva cosa fare. Io e i gestori però abbiamo creduto che potesse rinascere e così da tutta Italia si è attivata una rete di solidarietà”. Con la Regione è stato aperto un discorso di delocalizzazione della struttura e poi, con l’aiuto di fondi regionali da un lato, e di libere donazioni dall’altro, il parco è stato riaperto: “Potevamo concludere i lavori anche qualche mese prima - dice Ottavi - ma purtroppo la burocrazia e le condizioni meteorologiche ci hanno fatto un po’ ritardare. È comunque un ottimo risultato per noi e per i paesi vicini. Il flusso turistico interesserà anche altri Comuni”.

Non è stato possibile rifare il museo virtuale ma sono state introdotte altre novità che migliorano, secondo il sindaco, la qualità del Giardino delle Farfalle. “La situazione è forse migliorata, perché le novità riguardano il nostro territorio anche dal punto di vista della nostra fauna, del nostro paesaggio”.

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Proposta di legge regionale 145. Al via il dibattito. Si è svolto ieri sera al Palazzo Servanzi Confidati l’incontro organizzato dal comitato per la difesa dell’ospedale di San Severino per parlare della proposta di legge 145 della giunta regionale. L’obiettivo della manovra sarebbe avviare una sperimentazione di gestione congiunta tra pubblico e privato in ambito sanitario. Più nello specifico, consentirebbe al privato di gestire alcune strutture ospedalieri o servizi specifici del pubblico.

All’assemblea hanno preso parte i tre neoletti alla Camera e al Senato del territorio: Giuliano Pazzaglini, Tullio Patassini e Francesco Acquaroli. Presenti anche i consiglieri regionali Elena Leonardi e Luigi Zura-Puntaroni nonché i consiglieri comunali di minoranza Pietro Cruciani, Massimo Panicari, Gabriela Lampa e Mauro Bompadre.

Non erano presenti tuttavia né il sindaco Rosa Piermattei né qualcuno che facesse le sue veci e rappresentasse l’amministrazione. Quest’assenza ha peraltro destato parecchio dissenso ed è stata definita uno “sgarbo istituzionale”, proprio nei confronti dei tre onorevoli e dell’importanza che rappresenta la loro presenza a Roma per il territorio. 

 

comitato ospedale

 

Il consigliere Leonardi, vice presidente della commissione sanità, ha spiegato in cosa consiste la proposta di legge riflettendo sulla poca chiarezza in merito agli obiettivi che si vorrebbero perseguire: “Le sperimentazioni gestionali sono già normate con un decreto ministeriale del 1992. Lo scorso anno la giunta regionale ha presentato la proposta di legge 145 che recentemente è arrivata in Commissione Sanità. Personalmente ho votato contro, perché non è chiara la sua finalità”.

C’è già stata una sperimentazione di questo tipo nelle Marche, racconta Leonardi, all’ospedale di Sassocorvaro, ma la definisce un fallimento: “Da tempo in commissione ne chiedevamo i dati ma ce li hanno forniti su un foglio volante all’ultima riunione in cui avremmo dovuto esprimere il nostro voto. Se è andata male, perché vogliono riproporla?”. Ad aggravare il quadro, secondo il consigliere, il fatto che la Regione non abbia elaborato un piano sociosanitario, che dovrebbe essere la base di qualsiasi programmazione: “Quello delle Marche è scaduto nel 2014 e Ceriscioli disse che era uno strumento vecchio e non più idoneo, ritenendo che fosse meglio adeguarsi direttamente alle imposizioni del Governo. Questo è sbagliatissimo perché i dati e i numeri su cui si basano le normative nazionali sono parametri che non tengono conto delle esigenze che variano da territorio a territorio”.

Secondo Pazzaglini, gestione pubblica non è sinonimo di efficienza ma prima di affrontare qualsiasi proposta di legge, andrebbe fatta una riflessione sul funzionamento della sanità e su come gestirla al meglio: “Cosa funziona? Cosa non funziona? Prima avrei individuato delle priorità, e poi i modus operandi per gestirle. Interromperei l’iter di questa proposta di legge e mi confronterei con le amministrazioni comunali per cercare di capire in cosa concentrarsi. Spero in un atto di responsabilità della giunta”.

Il consigliere regionale Zura-Puntaroni ha fatto sapere, da parte sua, di aver già chiesto alla Regione Lombardia (dove c’è già questa gestione congiunta tra pubblico e privato) di mettere a disposizione un esperto che “possa venire da noi a illuminarci sulla declinazione della sanità nella loro Regione”.

Anche per Acquaroli è necessario uno stop dell’iter e una riflessione sugli obiettivi che si vogliono raggiungere in futuro: “Negli ultimi 10 anni abbiamo assistito ad una politica regionale sanitaria volta allo smantellamento del sistema sanitario vigente e nessuno ad oggi riesce a comprendere dove si voglia realmente arrivare. Bisogna avere le idee chiare - ha aggiunto - perché il rischio è che si facciano dei danni per poi dover tornare indietro con un grande sperpero di denaro. A mio avviso il dibattito sulla 145 in questo momento è politicamente inopportuno e oltretutto bisognerebbe prima farsi una domanda: dove vogliamo arrivare da qui a 15 anni? Quale modello infrastrutturale possiamo garantire accanto a quello sanitario? Come vogliamo raggiungerlo? Credo che la Regione debba interrompere la discussione sulla 145 e su tutta la riforma sanitaria”.

 

Pazzaglini Acquaroliok

Pazzaglini Acquaroliok

 

Patassini, dal canto suo, si è soffermato sui danni che alcune politiche regionali hanno provocato in materia sanitaria e sul discorso dell’ospedale unico: “L’accentramento - ha detto - non sempre è sinonimo di qualità e risparmio. Teniamo le strutture che abbiamo e investiamo piuttosto sulle infrastrutture, anche tecnologiche. Per i servizi essenziali non c’è bisogno di allontanarsi dai territori e di accentrare. Qui c’erano delle eccellenze che sono state distrutte, come il punto nascite e credo che, quando i dati disegnano una Regione che sta invecchiando, che fa difficoltà a far crescere il tasso di natalità, decidere di chiudere i punti nascita sia una follia. Le scelte vanno fatte con la logica del territorio e l’amore per i cittadini. E senza l’attenzione dei consiglieri regionali questa proposta di legge sarebbe passata in sordina. Facciamo attenzione alle persone - ha concluso - gli algoritmi lasciamoli ad altri”.

A concludere è stato Marco Massei, vice presidente del comitato settempedano che ha esternato il timore per un disegno volto proprio a favorire l’intervento dei privati: “La mia paura è che l’ospedale unico sia un diversivo. Nel frattempo la Regione taglia i servizi e spoglia le piccole strutture. Un giorno si accorgeranno che non ci saranno i soldi per realizzare il presidio unico e il progetto naufragherà. In tutto questo la 145 non sarebbe casuale ma l’ultimo tassello di un disegno pensato a monte, per far intervenire il privato senza alcun limite. La proposta è ancor più grave dato che non c’è dietro una progettualità. Se fosse così - ha concluso - bisogna stoppare l’iter di questa proposta, mettersi a tavolino e capire qual’è il progetto, quali sono gli obiettivi”.

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Posa della prima pietra per la nuova scuola dell'infanzia di Pieve Torina. L'istituto  sarà realizzato dalla Fondazione Francesca Rava, che, dopo gli edifici donati ad Arquata del Tronto, Norcia, Cascia e ad Eggi di Spoleto, costruirà così l'ottava scuola sull'intero cratere sismico del Centro Italia.  Antisismica e definitiva, la  scuola dell'infanzia di Pieve Torina,  potrà accogliere, già dal mese di settembre,  fino a 60 bambini. Per l'edilizia verranno utilizzati solo materiali naturali: fibra di paglia, terra cruda e fibra di legno. Alla cerimonia, aperta dalla benedizione dell'arcivescovo Francesco Brugnaro, presente  anche la commissaria straordinaria alla ricostruzione Paola De Micheli, insieme al primo cittadino Alessandro Gentilucci,  all'assessore regionale Angelo Sciapichetti, alla presidente della fondazione Maria Vittoria Rava, accompagnata da un folto gruppo di sostenitori del progetto, arrivati da ogni parte d'Italia. La posa della prima pietra è avvenuta nel cantiere dove l'edificio verrà costruito.

benedizione PT

" Non posso essere che felice e soprattutto grata alla fondazione Rava per questo straordinario gesto di solidarietà- ha dichiarato la Commissaria De Micheli- Investire sui bambini è un segno di speranza in un territorio ferito dove purtroppo ogni tanto tornano a farsi sentire le scosse. Sappiamo che dobbiamo avere dedizione, velocità e determinazione- ha aggiunto - . Oggi è una bella festa per questa comunità perchè è un seme di speranza e di fiducia per chi ha sofferto e ha bisogno di sollevarsi. Noi ci siamo perchè vogliamo continuare a lavorare, a fare, a sostenere, non solo la generosità degli altri, ma anche la forza delle istituzioni che, vogliono e debbono risolvere i problemi".

" Una posa simbolica - ha commentato il sindaco Gentilucci- ma che rappresenta molto per noi. Siamo nella stessa area di sedime dove sorgeva la vecchia scuola materna in parte crollata e, in parte abbattuta, in quanto non più recuperabile a seguito degli eventi sismici. Sulla nostra destra c'è  il campanile che rappresenta le nostre radici  e l'identificazione  della nostra collettività. E guardiamo avanti, guardiamo al futuro attraverso quest' opera moderna. Il leit motiv- ha aggiunto - è lo stesso della scuola inaugurata lo scorso anno. Procediamo con le donazioni perchè rappresentano la velocità nella ricostruzione definitiva; ripartiamo sempre dai più piccoli, investiamo sul futuro e sulle nupove generazioni. Siamo ripartiti con l'asilo in una struttura provvisoria e c'erano solo nove ragazzini- ha dichiarato- ; oggi ne abbiamo già 20 e possiamo affermare che ben presto saranno 40, cioè il numero garantito prima delle scosse dell'ottobre 2016. Abbiamo chiesto un'inversione di tendenza per questi che sono territori catastroficamente colpiti, nel tentativo di ridare velocità a delle terre che, oggettivamente, si trovano oggi in disperate condizioni  ".

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"Un segnale di ripresa e di speranza per Pieve Torina e per tutto l'entroterra maceratese": così l'assessore regionale Sciapichetti: " Vogliamo ripartire  dalle scuole per ricostruire le comunità, per riportare le famiglie e ridare sviluppo ad un territorio duramente messo in ginocchio dal sisma del 2016"

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" La costruzione di questa nuova Scuola dell’infanzia è frutto di un grande lavoro di squadra tra Fondazione, il Comune di Pieve Torina con le Istituzioni e i nostri donatori, alcuni dei quali presenti qui oggi per vedere con i propri occhi l’importanza del loro aiuto in questa terra così duramente colpita», ha detto  Mariavittoria Rava, presidente della Fondazione Francesca Rava che aiuta i bambini in condizione di disagio in Italia e nel mondo. «Sarà una scuola non solo antisismica, ma anche bella, rispettosa dell’ambiente e progettata con il contributo creativo dei marchigiani. Un altro importante traguardo a favore dei bambini».

Il progetto tecnico architettonico e la direzione artistica sono a cura della Scuola di Architettura e Design dell’Università di Camerino.

Il progetto sarà realizzato con il sostegno dei partner strategici Alleanza delle Cooperative Italiane (Agci-Confcooperative-Legacoop), CGIL-CISL-UIL. Ha contribuito anche l’Accademia Nazionale dei Lincei che ha conferito nel 2017 alla Fondazione Francesca Rava il Premio “Antonio Feltrinelli” per una impresa  eccezionale di alto valore morale e umanitario conseguente al sisma e alla catastrofe naturale che ha colpito le zone e le popolazioni del centro Italia. A Pieve Torina, in rappresentanza   dell’Accademia dei Lincei, il Presidente emerito Lamberto Maffei, alla guida della  Fondazione “I Lincei per la Scuola”.

L’area di progetto, occuperà una superficie di circa 1550 mq; Moncler sosterrà la realizzazione dell’area giochi.

Il campetto sportivo, sarà realizzato grazie al contributo di Fondazione Milan.

gruppo Rava 1

grazie

 

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