Notizie di spettacolo nelle Marche
La pandemia ha inciso fortemente sul mondo del lavoro e sulle modalità di svolgimento. Donne, autonomi e giovani. Sono queste le categorie che stanno pagando di più la crisi economica. Nelle Marche nel 2020 si sono persi 14mila posti di lavoro.

A Daniela Barbaresi, Segretaria Generale Cgil Marche, abbiamo chiesto verso quali settori produttivi poter puntare nell’immediato futuro. “Abbiamo bisogno di creare le condizioni per ripensare il nuovo modello di sviluppo che accompagni verso la transizione ecologica innanzi tutto e l’innovazione sul fronte della digitalizzazione. Questi i due principali perni. Dobbiamo lavorare perché il sistema delle imprese sia messo nelle condizioni di affrontare queste due grandi transizioni.

Poi l’altro aspetto fondamentale che va di pari passo è creare le condizioni di maggiore sostenibilità non solo economica, non solo ecologica ma anche sociale, quindi potenziare il sistema del welfare che negli anni è stato fortemente penalizzato. La sanità in questi anni ha visto tagli molto importanti che hanno fortemente messo in crisi il sistema sanitario e oggi la pandemia ci ha fatto riscoprire il valore del sistema sanitario pubblico, garanzia per tutti.Quando parlo di welfare intendo servizi per tutte le fasce della popolazione a partire da quelle più fragili e più deboli, pensiamo agli anziani ai non autosufficienti.Pensiamo anche ai primi anni di vita.

Occorre costruire una rete di servizi per l’infanzia, asili nido, educativi in generale che garantiscano innanzitutto i diritti all’educazione e alla socialità fin dai primi anni di vita, che mettano in condizione le famiglie di lavorare con la garanzia che in qualche modo c’è chi sostiene l’educazione dei figli e la cura dei bambini.” Questi servizi debbono essere rimodulati anche perché le forme del lavoro sono diverse, specie nell’ultimo anno.

Lo smart working ha cambiato sostanzialmente la modalità dell’impegno dei lavoratori. “Chiediamo innanzitutto che si possano definire regole certe per lo smart working che è stato una grande opportunità soprattutto nella parte del lockdown ma porta con sé anche dei rischi. Non dobbiamo correre il rischio che questa modalità di lavoro possa tradursi in isolamento dei lavoratori e delle lavoratrici senza contare il rischio di caricarli del doppio peso del lavoro, compreso quello di cura, soprattutto per le lavoratrici.

Dovrebbe essere lavoro agile, in realtà quello che abbiamo conosciuto in questi mesi è stato semplicemente un lavoro fatto da casa in condizioni spesso molto difficili. Alcuni lavoratori e lavoratrici in contemporanea al lavoro avevano i figli in didattica a distanza, magari in abitazioni non sempre dotate delle necessarie tecnologie della rete e soprattutto non sempre tutti hanno gli spazi adeguati per poter coniugare queste due esigenze. Quindi va ripensato.

È fondamentale che ci siano innanzitutto i contratti nazionali di lavoro che ne definiscano diritti e tutele a partire dal diritto alla disconnessione, per garantire alle persone la possibilità di svolgere il normale orario di lavoro e non oltre, contemporaneamente però servono anche interventi normativi più complessivi.” 

Barbara Olmai
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C’è volontà di ripresa per uscire dalla pandemia e per riprendere le attività economiche che hanno penalizzato l’interno maceratese, come il comprensorio di Sarnano, già penalizzato nel 2016 dal sisma e che vive anche di turismo invernale ed estivo come suggestiva località di montagna. Tutti gli sforzi dello staff organizzatore, e naturalmente anche dell’Amministrazione Comunale, sono volti ad assicurare l’importante appuntamento motoristico nazionale della Sarnano-Sassotetto/Trofeo Scarfiotti per una visibilità ed anche come buon viatico per il futuro.

“Come Amministrazione Comunale teniamo molto al Trofeo Scarfiotti perché è uno dei segni distintivi della nostra comunità e può rappresentare un’importante ripartenza - le parole del sindaco Luca Piergentili -  Stiamo monitorando e valutando i dati dal punto di vista sanitario e stiamo predisponendo assieme allo staff organizzatore l’evento che si dovrà naturalmente svolgere in sicurezza. Le nostre strutture ricettive sanno lavorare con tutte le limitazioni necessarie, l’ospitalità sarà come sempre assicurata per i piloti e gli addetti ai lavori. Si stanno susseguendo frequentemente gli incontri con l’Automobile Club Macerata e l’Associazione Sportiva per programmare nel migliore dei modi questo importante appuntamento per le cronoscalate nazionali.”

C’è grande attesa per questa apertura del Campionato Italiano Velocità Montagna (30° Trofeo Scarfiotti) abbinata, come accade dall’edizione 2015, al Campionato Italiano Velocità Salita Autostoriche (13° Trofeo Storico Scarfiotti) che nelle Marche è atteso per la seconda prova stagionale. La novità principale sarà l’allungamento del percorso di oltre un chilometro, che porterà la Sarnano-Sassotetto a scattare dalla vecchia linea di partenza utilizzata dal 1969 in poi per raggiungere il traguardo a Sassotetto dopo ben 9977 metri.

f.u.

lucio peruggini lamborghini huracan

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Dalle adozioni a distanza, al centro di ascolto, alla distribuzione dei pacchi alimentari e del vestiario fino ai lavori socialmente utili. Il Sermit, Servizio Missionario Tolentino, opera da anni in città, prendendosi cura dei bisogni delle persone più fragili.

“Nasce come servizio missionario, consolidamento di un'attività di adozione a distanza avviata da Antonietta Bartolozzi che negli anni 80-90 aveva intessuto una serie di relazioni in particolare con il terzo mondo.” Così Luciano Ruffini, presidente del Sermit ed ex sindaco della città, descrive da volontario i servizi erogati da questa realtà, come la consegna dei pacchi alimentari che avviene ogni due settimane, sia agli italiani, meno del 40%, che agli stranieri. Prima del sisma il Sermit aveva numeri più importanti di richieste, poi le cose sono cambiate.

“Un numero significativo di persone secondo me ha abbandonato la città, altri sono andati all'estero, molti altri si sono spostati anche nei container o nelle soluzioni che sono state realizzate dopo il sisma. Di fatto c'è stato un calo della frequentazione del nostro centro di ascolto.” Il Sermit è collegato al Tavolo delle Povertà di Tolentino, una rete che si occupa di venire incontro alle esigenze di chi è più in difficoltà. Durante questo ultimo anno di pandemia l’attività del Sermit ha subito alcuni cambiamenti. “Nella prima parte dell'anno scorso abbiamo ridimensionato fortemente le nostre attività e quindi per un certo periodo abbiamo agito solo su chiamata. Abbiamo delle imprese che si mettono a disposizione anche per i buoni pasto o buoni spesa per prendere altri prodotti freschi che noi non abbiamo.”

In sede si possono trovare oggetti anche per i nuovi nati. “Abbiamo culle, carrozzine, materiali per il corredino dei neonati. In passato questa attività era molto più intensa, c'era una richiesta molto più pressante, oggi si è fortemente ridimensionata.” Durante l’anno diverse sono le attività tese alla solidarietà. In questo periodo è attiva l’iniziativa “La coperta di Linus solidale”: acquistando una coperta di lana fatta a mano, frutto della generosità di alcune signore, i proventi serviranno per le adozioni a distanza e per prestare aiuti verso la linea balcanica. In vista della Pasqua si sta avviando l’iniziativa “Ovetto della pace pro Sermit”. Si tratta di uova ricamate da una signora ucraina che fa assistenza da anni ad una persona anziana. I fondi raccolti serviranno, oltre che per sostenere il progetto dei pacchi alimentari riservati alle famiglie in difficoltà, anche per progetti internazionali mirati a costruzioni di scuole, pozzi, ospedali.

Insomma sono numerose le proposte per mettersi al fianco di chi ha bisogno. L’associazione può contare su 38 volontari, quelli più operativi sono circa 15. Chiediamo al presidente Ruffini, ex sindaco di Tolentino, che tipo di impegno sia a livello personale essere un volontario attivo. “L’impegno che richiede fare il sindaco è maggiore perché occorre rispondere su tante tematiche ma l'impegno emotivo non è che sia diverso. C'è anche da dire che dopo aver fatto un po' la politica si ha voglia di avere dei rapporti più semplici però più veri, più a contatto con le persone. Per me è stata una sorta di disintossicazione dalla politica”. Il Sermit si trova in viale Bruno Buozzi 121 a Tolentino, vicino alla chiesa della Madonna Addolorata. E’aperto il lunedì e il martedì.

Barbara Olmai

Altri approfondimenti su “L’Appennino Camerte” in uscita domani.
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Oggi, 17 marzo, è San Patrizio: una data celebrata, oltre che in Irlanda, di cui è Santo Patrono, anche in altre importanti città del mondo in ragione delle nutrite comunità irlandesi sparse per il globo. Anche la città di Treia festeggia il protettore con le sue iniziative verdi, come i “Giardini di Marzo”. Giornate legate al verde, il colore tipico del paese che diede a Patrizio i natali. Era discendente di una famiglia romana ma nacque, visse ed esercitò il suo ufficio in Irlanda, nella quale diffuse il cattolicesimo. Diverse le leggende legate alla sua figura: quella della cacciata dei serpenti dall’Isola di Smeraldo e quella della Pace di Cristo, che si dice sia destinata a scendere sugli uomini nel giorno “in cui la palma si unirà al trifoglio”, ovvero quando la Domenica delle Palme cadrà il 17 marzo. Proprio il trifoglio è associato all’Irlanda e al Santo: si racconta che con questa pianta erbacea a volte considerata infestante, Patrizio spiegasse la Trinità durante la sua opera di evangelizzazione.

Una leggenda è legata anche alla devozione e al culto di cui San Patrizio gode tra i treiesi: quando i cittadini di Treia si ritrovarono a “eleggere” un santo patrono sotto cui riunire le frazioni, ognuna con il suo protettore, di certo non si aspettavano che sarebbe stato il Santo a “scegliersi”. Andò proprio così. Leggenda vuole che intorno al 500, non avendo un patrono da festeggiare, i treiesi decisero di affidarsi alla sorte: in un’urna inserirono bigliettini su cui annotarono diversi nomi di santi legati all’Italia, in modo da estrarne uno e celebrarlo. Fu proprio San Patrizio a essere “sorteggiato”, ma il nome in realtà non piacque molto ai cittadini: come poteva il Patrono d’Irlanda legarsi a una cittadina marchigiana? Il biglietto con il nome del vescovo irlandese tornò così nell’urna e si fece un secondo tentativo. Naturalmente saprete già il nome. Di nuovo San Patrizio. Si racconta addirittura di una terza estrazione da parte dei presenti, con ancora lo stesso risultato. I treiesi si legarono così al Santo Patrono d’Irlanda che avrebbe poi lasciato un’eredità culturale e sociale alla città.

A Treia le tipiche attività legate alla celebrazione e al culto del Santo hanno subito una battuta d’arresto a causa del Coronavirus, ma non sono mancate le iniziative: il meeting online con il Vescovo della Diocesi di Macerata Marconi e con gli storici treiesi, in cui è stata raccontata la storia del Santo, e nella serata di oggi, alle 18, sempre Monsignor Marconi officerà la funzione dedicata al Patrono nella chiesa di San Filippo.

Lorenzo Cervigni
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Luisa De Vivo, giovane ricercatrice italiana che ha lavorato per molti anni all’estero, si è aggiudicata il prestigioso Career Development Award. Si tratta di un finanziamento di 1 milione di dollari (200.000 dollari all’anno per 5 anni) con cui la Fondazione Giovanni Armenise Harvard premia i più promettenti giovani scienziati per contribuire alla creazione di nuove aree di ricerca di base in Italia in campo biomedico.

Grazie alla borsa, Luisa De Vivo dirigerà il proprio laboratorio per lo studio degli effetti della restrizione cronica del sonno e dell’abuso di sostanze durante l’adolescenza e lo farà all’Università di Camerino, in particolare presso la Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute.


L’obiettivo del lavoro della ricercatrice è capire per quale motivo il sonno è così importante per un funzionamento ottimale del cervello e per la nostra salute mentale.

Nel dettaglio, il progetto finanziato dalla Fondazione Giovanni Armenise Harvard consentirà di valutare gli effetti a lungo tempo della deprivazione cronica del sonno che può avvenire durante l’adolescenza, con particolare attenzione ai rischi di sviluppare dipendenze dalle sostanze d’abuso e delle comorbidità psichiatriche. Lo studio assume quindi una duplice rilevanza, sia dal punto di vista scientifico che dal punto di vista sociale.

“Perdere anche poche ore di sonno può avere effetti negativi sulle abilità cognitive e sul comportamento. Un sonno disturbato è stato associato a diverse malattie, compresi disordini neuropsichiatrici e neurodegenerativi. Ma perché il sonno è così importante per la nostra salute? In che modo la perdita di sonno porta ad alterazioni del comportamento? Partendo da queste domande ho cercato di capire cosa accade alle cellule del cervello quando non dormiamo a sufficienza. Quando ho iniziato le mie ricerche negli Stati Uniti, proseguite poi a Bristol, in Gran Bretagna, ho utilizzato parametri morfologici per definire la perdita di sonno a livello di singola cellula e sono riuscita a misurare come le sinapsi vengano rimodellate in maniera diversa in stati fisiologici differenti. – ha affermato Luisa De Vivo – Nel Laboratorio Armenise del Sonno e Salute Mentale, all’Università di Camerino, ho intenzione di creare una mappa dei meccanismi biologici che regolano il sonno e che legano il sonno all’alterazione dello sviluppo cerebrale e ai disturbi neuropsichiatrici.

In questo modo potremo integrare misure comportamentali, funzionali, morfologiche e molecolari per determinare le conseguenze a lungo termine dell’insufficienza cronica di sonno durante lo sviluppo, ma anche identificare nuove strategie volte a migliorare la salute mentale. Con la speranza che il lavoro porti all’individuazione di nuove strategie per prevenire o contrastare le conseguenze negative della perdita di sonno.”

Creata nel 1996 dal Conte Giovanni Auletta Armenise, la Fondazione Giovanni Armenise Harvard nasce con lo scopo di supportare la ricerca di base in campo biomedico. Aiuta giovani scienziati che lavorano all’estero a fondare il proprio laboratorio in Italia, e supporta vari programmi di ricerca alla Harvard Medical School di Boston. Ad oggi ha investito oltre 70 milioni di dollari ad Harvard e 31 milioni di dollari per la scienza italiana, creando molti programmi di ricerca e favorendo la collaborazione tra i due continenti.

Il finanziamento Career Development Award (CDA) ammonta a 200.000 dollari all’anno (per un periodo compreso tra i 3 e i 5 anni) e fino adesso ha supportato 28 giovani scienziati per fondare laboratori di ricerca in Italia.

c.c.
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È Bruna Chierici la nuova segretaria del sindaco di Camerino. Subentra a Donatella Pazzelli che, a seguito della turnazione dei dipendenti comunali  che ha comportato una nuova organizzazione, lascia quell'ufficio dopo 17 anni per occuparsi d'ora in poi dei servizi sociali.
" La dottoressa Pazzelli ha svolto il suo incarico con particolare professionalità- sottolinea il sindaco Sandro Sborgia- Interviene oggi in quel ruolo la signora Bruna Chierici, professionista e dipendente altrettanto diligente e competente. Si tratta solo di un normale avvicendamento e da parte mia faccio i migliori auguri ad entrambe, sia alla dottoressa Donatella Pazzelli per la nuova posizione e il nuovo impegno al quale è stata chiamata, sia alla signora Bruna Chierici per l'intenso  lavoro, anche  particolarmente delicato, che la aspetta. 
Sono comunque sicuro che Bruna Chierici riuscirà ad assolverlo in maniera impeccabile; essendo una dipendente particolarmente efficiente, non ho dubbi che sarà in grado di stare dietro ai miei impegni, dimostrandosi all'altezza del ruolo così come lo è stata anche la dottoressa Pazzelli". 

c.c.
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Caldarola e la frazione di Valcimarra piangono Egildo Seri. L'uomo risultato positivo al Covid si è spento lunedì all'ospedale di Macerata. Aveva 83 anni ed era padre di tre figli. Un uomo stimato e benvoluto da tutti così come lo è sempre stata la sua famiglia, molto attiva nella vita parrocchiale. . Una famiglia affezionata all'ascolto dei programmi di RadioC1in Blu la cui redazione partecipa il dolore, rivolgendosi con particolare affetto al figlio Giulio, strenuo collaboratore del programma sportivo Tribuna Stadio.
" Purtroppo non è la prima perdita che Caldarola ha dovuto subire a causa del Covid- afferma il sindaco Luca Maria Giuseppetti-. Nella maggior parte dei casi sono state le persone più anziane e fragili a lasciarci ed è con grande dolore che abbiamo appreso della perdita di Egildo, una carissima persona così come lo è tutta la sua famiglia molto conosciuta e apprezzata a Caldarola e nel borgo di Valcimarra. In particolare esprimo il mio sentito cordoglio ai suoi figli, da anni molto attivi nella società sportiva di Caldarola. Spero che trovino la forza di superare questo triste momento. Il padre li ha purtroppo lasciati stando solo in ospedale, loro stessi sono positivi al covid e non potranno salutarlo per l'ultima volta con la presenza al funerale.
È dunque un doppio profondo dolore  Invio il mio sentito abbraccio a tutta la famiglia Seri che conosco da una vita".

funerali si svolgeranno questo pomeriggio alle ore 15.00 nella chiesa del Beato Francesco a Caldarola.

c.c.
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Hanno occupato abusivamente una villa con piscina nella zona residenziale di Civitanova. Responsabili del fatto due cittadini  di origine tunisina, in Italia senza fissa dimora i quali,  trovati all'interno dell'abitazione sono stati denunciati ed espulsi .  

La proprietaria civitanovese dell'immobile, da qualche giorno si era accorta di strani movimenti di persone all’interno della sua villa, inabitata da quatto -cinque anni.

Per questo motivo, ha deciso di richiedere l’intervento della Polizia. Gli uomini del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Civitanova Marche sono entrati all’interno della villa dove hanno subito notato segni di bivacco relativi alla presenza di persone.

Locale per locale, tutta la proprietà è stata accuratamente controllata, fino a quando i poliziotti sono giunti davanti alla porta di una stanza chiusa a chiave dall’interno. Forzata  la porta con il consenso della proprietaria, al suo interno sono stati rintracciati i due uomini di origine tunisina rispettivamente di 19 e 23 anni, entrambi clandestini in Italia senza fissa dimora.

Privi di documenti di identificazione, i due sono stati poi accompagnati al Commissariato di Pubblica Sicurezza di Civitanova Marche e denunciati all’Autorità Giudiziaria con l'accusa di occupazione abusiva di abitazione  Successivamente gli stessi giovani, irregolari sul territorio nazionale, sono stati sottoposti ad espulsione dal territorio italiano e subito dopo accompagnati al centro per espulsioni di Gorizia per il rimpatrio  verso il loro paese di origine.

c.c.
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Un'importante studio sull'Adenite Equina, malattia che colpisce i cavalli, che vede fra i ricercatori la prof.ssa Silvia Preziuso di Unicam.
 
L'ateneo camerte ancora una volta può contare sulla professionalità di un suo ricercatore che si inserisce nel team di ricercatori di 18 paesi nel mondo. La ricerca da sempre da i suoi frutti e la confermare dell’eccellenza dei ricercatori di Unicam viene riconosciuta anche a livello internazionale.

Un’indagine sul DNA ha evidenziato i viaggi incontrollati del patogeno “giramondo” che causa la grave malattia nei cavalli

Nel più grande studio mai realizzato su un patogeno equino, pubblicato in questi giorni sulla prestigiosa rivista “Microbial Genomics”, ricercatori di atenei ed enti di ricerca di 18 diversi Paesi hanno utilizzato le più recenti tecniche di sequenziamento del DNA per tracciare il batterio Streptococcus equi, che causa la adenite equinain cavalli di tutto il mondo.

Nel team anche la prof.ssa Silvia Preziuso, docente della Scuola di Bioscienze e Medicina Veterinaria dell’Università di Camerino, unico Ateneo italiano che ha collaborato al progetto.

L’adenite equina, causata da Streptococcus equi, è infatti la malattia infettiva dei cavalli più frequentemente diagnosticata nel Regno Unito, in cui si stima si verifichino circa 600 focolai ogni anno. Streptococcus equi invade i linfonodi della testa e del collo, provocandone il rigonfiamento e la formazione di ascessi che in circa il 2% dei casi possono portare il cavallo fino alla morte.

Alcuni dei cavalli che superano la malattia rimangono persistentemente infetti e trasmettono l'infezione ad altri cavalli con i quali vengono a contatto.

“Utilizzando test diagnostici standard, i ceppi di Streptococcus equi sembrano quasi tutti identici; esaminando tuttavia con attenzione il loro DNA, siamo stati in grado di tracciarne le diverse varianti diffuse in tutto il mondo", hanno affermato i ricercatori. “Mettendo insieme tutti i dati, abbiamo dimostrato che i casi registrati in Argentina, Regno Unito ed Emirati Arabi Uniti erano strettamente collegati e siamo riusciti così a provare che il commercio ed il movimento dei cavalli in tutto il mondo, ad esempio per gare ed eventi, sta incrementando la diffusione della malattia. Grazie all’ottimo lavoro di squadra ed alla collaborazione tra ricercatori di ventinove diversi enti di ricerca in diciotto paesi del mondo, potremo fornire nuove opportunità per interventi che prevengano future epidemie" ha affermato il coordinatore del progetto Andrew Waller (Intervacc AC).

“Poter partecipare allo studio genetico di un così grande numero di ceppi isolati in varie parti del mondo e collaborare con un team di ricercatori di alto livello afferenti a varie istituzioni ha permesso di ottenere dati scientifici estremamente interessanti – ha sottolineato la prof.ssa Preziuso – e di creare un valido network che si occuperà di sensibilizzare gli stakeholders verso questa problematica e di trovare le soluzioni migliori per contrastare la diffusione delle diverse “varianti” di questo importante patogeno dei cavalli. Riteniamo che l'impatto di questa malattia nel comparto equino in Italia sia sottostimato; questo studio riporta l'attenzione sulla necessità di monitorare la diffusione di Streptococcus equi nel nostro paese e di individuare gli strumenti diagnostici e di prevenzione più idonei per proteggere i cavalli ed arrestare il viaggio di questo “patogeno giramondo”.
M.S.
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Sono giorni davvero speciali per Valentina Giacinti e per sua sorella Ida. Da lunedì scorso dopo lunghe attese, sono partiti i lavori della delocalizzazione del bar Sister’S Cofee a Visso, chiuso dopo il sisma.

“Il bar è stata praticamente la prima attività commerciale chiusa con le scosse del 24 agosto.” Dice Valentina. “Ci sono state tante peripezie che hanno interessato la delocalizzazione ma anche tante persone che hanno aiutato le due sorelle concretamente. “Ho trovato il terreno grazie al proprietario di un'altra attività commerciale di Visso che ci ha aiutate.”

Valentina è una giovane mamma. “Sono originaria di una frazione del comune di Pieve Torina, Casavecchia. Ho due figli, Maurizio il più grande di 5 anni e mezzo e Riccardo il piccolo di due anni.” Il 2021 per l’attività è un anno speciale. “Se la situazione ce lo permetterà quest'anno il Sister’s Coffee festeggia 10 anni di attività diciamo di apertura, anche se la metà degli anni siamo stati chiusi. Le esigenze in questo periodo così particolare legato oltre che alla pandemia anche alla ricostruzione sono diverse. L’ attività dovrà necessariamente cambiare. Abbiamo tantissime idee e speriamo di metterle in pratica. Dobbiamo reinventarci un lavoro. E’ una situazione nuova anche per noi perché non ci siamo trovate mai a lavorare durante questa situazione del covid, quindi cercheremo di preparare dei pranzi visto anche le ditte che speriamo presto verranno a ricostruire e poi per la pandemia. L'importante è lavorare.”

Valentina vive in Sae con la sua famiglia. “Dopo le scosse di ottobre 2016 con il bambino di 11 mesi, siamo stati ospitati lungo la costa. Non ho pensato a scegliere per me ma per far stare bene lui. La decisione migliore era trasferirsi al mare dove siamo stati per 7 mesi. Poi appena a mia madre le hanno confermato l'agibilità della casa, ci siamo appoggiati da lei aspettando la consegna della nostra Sae. Poi ci siamo trasferiti.” Valentina appena ha potuto è tornata nelle sue montagne. “Io non riesco a chiamare casa un posto differente da questo per quanti bei posti ci siano, per quanto altre possibilità possano offrirti i paesi più grandi, casa mia è questa. Casa mia sono queste montagne. Non ho neanche mai pensato di andarmene via. Sono nata qui. Chi mi conosce sa quanto amo questi posti.”

Barbara Olmai
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