Pezzanesi dice “no” alla scissione dei Comuni del cratere e spiega il perché.

Giovedì, 19 Aprile 2018 22:35 | Letto 1723 volte   Clicca per ascolare il testo Pezzanesi dice “no” alla scissione dei Comuni del cratere e spiega il perché. Pezzanesi dice “no” alla scissione dei Comuni del cratere e spiega il perché della sua opinione. La terra contina a tremare e continua a tener banco, dunque, la questione che riguarda lo scontro tra i Comuni colpiti dal terremoto. Determinato e convinto l’atteggiamento del sindaco di Tolentino sul tema della richiesta di scissione di alcuni Comuni del cratere che, secondo lui, andrebbe inevitabilmente a ledere la coesione tra le Comunità colpite. <<La realtà del sisma è ben chiara a tutti noi – afferma il primo cittadino - sappiamo perfettamente quali siano le drammatiche condizioni in cui versano i Comuni epicentro del sisma e di sopralluoghi e di occasioni per costatarne la gravità ne abbiamo avuti già tutti molti e non vi è quindi bisogno di escursioni supplementari, ma questo non può dar adito agli scissionisti di credere che realtà molto più grandi, in termini di popolazione e patrimonio immobiliare, come Tolentino o San Severino Marche, ad esempio, che hanno avuto interi quartieri semi distrutti e il cui dato per persone e immobili colpiti da solo supera la popolazione degli interi Comuni sostenitori della scissione, abbiano riportato danni meno importanti, anche se ovviamente in alcuni casi meno appariscenti a livello apocalittico. A Tolentino e San Severino Marche, ovviamente, vanno aggiunti, realtà similari quali Caldarola, Serrapetrona, Castelraimondo, Fiuminata, Sarnano, San Ginesio, Cessapalombo, Camporotondo, Colmurano, Mogliano, Loro Piceno, Ripe San Ginesio, Sant’Angelo in Pontano, Gualdo, Monte San Martino, Penna San Giovanni, Treia, Macerata, Corridonia, Pollenza, Matelica, ecc., luoghi dove la furia del terremoto, in alcuni casi, ha sconvolto duramente i connotati del patrimonio locale pubblico e privato. Non è accettabile – continua Pezzanesi - che qualche sindaco abbia inopportunamente ignorato tutto questo e invitato altri colleghi a sostenere la scissione, quantunque vantaggiosa o doverosa , a loro dire, per i loro territori>>. Giuseppe Pezzanesi va dritto al punto e si riferisce al sindaco di Camerino, Gianluca Pasqui: <<Sindaco nominato notte tempo dal presidente nazionale dell’Anci - accusa - su segnalazione non precisa di qualcuno, responsabile del coordinamento e portavoce dei sindaci del cratere delle quattro regioni colpite dal sisma che a seguito della nomina, a più di un anno a questa parte, si è rivelato talmente attivo sul problema del sisma da non convocare mai alcuna riunione dei sindaci stessi né tantomeno scrivere loro due righe su qualsiasi urgente tematica. Colui che pretende di dare lezioni al sindaco di Tolentino, probabilmente per indole, non si è distinto per il gioco di squadra che avrebbe dovuto fare, dato il prestigioso incarico, ma per l’organizzazione della tentata fuga verso un cratere più gratificante rispetto a tutti gli altri danneggiati del sisma, con al seguito gli undici Comuni firmatari del documento ed inventa, per l’occasione, un nuovo metodo di convocazione dei tavoli di discussione, delegando per lo stesso invito il “Signor Sisma” in quanto a quella riunione casuale c’erano solo i sindaci che avevano sentito la scossa, mancando di rispetto agli altri sindaci del cratere>>.

Pezzanesi dice “no” alla scissione dei Comuni del cratere e spiega il perché della sua opinione.

La terra contina a tremare e continua a tener banco, dunque, la questione che riguarda lo scontro tra i Comuni colpiti dal terremoto.

Determinato e convinto l’atteggiamento del sindaco di Tolentino sul tema della richiesta di scissione di alcuni Comuni del cratere che, secondo lui, andrebbe inevitabilmente a ledere la coesione tra le Comunità colpite.

<<La realtà del sisma è ben chiara a tutti noi – afferma il primo cittadino - sappiamo perfettamente quali siano le drammatiche condizioni in cui versano i Comuni epicentro del sisma e di sopralluoghi e di occasioni per costatarne la gravità ne abbiamo avuti già tutti molti e non vi è quindi bisogno di escursioni supplementari, ma questo non può dar adito agli scissionisti di credere che realtà molto più grandi, in termini di popolazione e patrimonio immobiliare, come Tolentino o San Severino Marche, ad esempio, che hanno avuto interi quartieri semi distrutti e il cui dato per persone e immobili colpiti da solo supera la popolazione degli interi Comuni sostenitori della scissione, abbiano riportato danni meno importanti, anche se ovviamente in alcuni casi meno appariscenti a livello apocalittico.

A Tolentino e San Severino Marche, ovviamente, vanno aggiunti, realtà similari quali Caldarola, Serrapetrona, Castelraimondo, Fiuminata, Sarnano, San Ginesio, Cessapalombo, Camporotondo, Colmurano, Mogliano, Loro Piceno, Ripe San Ginesio, Sant’Angelo in Pontano, Gualdo, Monte San Martino, Penna San Giovanni, Treia, Macerata, Corridonia, Pollenza, Matelica, ecc., luoghi dove la furia del terremoto, in alcuni casi, ha sconvolto duramente i connotati del patrimonio locale pubblico e privato.

Non è accettabile – continua Pezzanesi - che qualche sindaco abbia inopportunamente ignorato tutto questo e invitato altri colleghi a sostenere la scissione, quantunque vantaggiosa o doverosa , a loro dire, per i loro territori>>.

Giuseppe Pezzanesi va dritto al punto e si riferisce al sindaco di Camerino, Gianluca Pasqui: <<Sindaco nominato notte tempo dal presidente nazionale dell’Anci - accusa - su segnalazione non precisa di qualcuno, responsabile del coordinamento e portavoce dei sindaci del cratere delle quattro regioni colpite dal sisma che a seguito della nomina, a più di un anno a questa parte, si è rivelato talmente attivo sul problema del sisma da non convocare mai alcuna riunione dei sindaci stessi né tantomeno scrivere loro due righe su qualsiasi urgente tematica. Colui che pretende di dare lezioni al sindaco di Tolentino, probabilmente per indole, non si è distinto per il gioco di squadra che avrebbe dovuto fare, dato il prestigioso incarico, ma per l’organizzazione della tentata fuga verso un cratere più gratificante rispetto a tutti gli altri danneggiati del sisma, con al seguito gli undici Comuni firmatari del documento ed inventa, per l’occasione, un nuovo metodo di convocazione dei tavoli di discussione, delegando per lo stesso invito il “Signor Sisma” in quanto a quella riunione casuale c’erano solo i sindaci che avevano sentito la scossa, mancando di rispetto agli altri sindaci del cratere>>.

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