La visita del Papa e il ringraziamento del sindaco Sborgia "Non possiamo far passare altro tempo"

Lunedì, 17 Giugno 2019 23:23 | Letto 1446 volte   Clicca per ascolare il testo La visita del Papa e il ringraziamento del sindaco Sborgia "Non possiamo far passare altro tempo" Una giornata storica e tanto attesa quella di ieri a Camerino, per la visita di Papa Francesco all’Arcidiocesi di Camerino-San Severino, vissuta con grande emozione da tutta la comunità. Il sindaco Sandro Sborgia ripercorre la giornata, rivolgendo un personale ringraziamento prima di tutto all’arcivescovo Francesco Massara per aver reso possibile la visita del Santo Padre, ma non solo: “Volevo ringraziare tutti per quanto è stato fatto e per quanto si continua a fare: dai cittadini, ai volontari, agli uffici, le Forze dellOrdine, davvero tutti, nessuno escluso.  Sono state giornate di grande impegno, anche dal punto di vista organizzativo e hanno richiesto un grande lavoro straordinario per il quale non smetterò mai di ringraziare dal profondo del cuore tutti coloro che hanno dato il proprio contributo per questo appuntamento. È stato un grande onore – commenta il primo cittadino - poter rappresentare la nostra amata città così tanto martoriata e ferita. Si è trattato di una giornata molto intensa e bellissima. La visita del Santo Padre è stato un momento magnifico. Ho detto che ci siamo scambiati uno sguardo d’intesa nel senso che le parole a volte non rendono bene ciò che si ha nel cuore e quando ci siamo incontrati non ci sono state tante spiegazioni perché la nostra situazione è talmente evidente che non credo nemmeno si possano trovare le forme esatte per descrivere in breve quello che è lo stato delle cose. Allora ci siamo guardati e scambiati uno sguardo molto significativo. Penso che il Papa abbia percepito tutto. Molte cose si dicono più con uno sguardo. Questa giornata ha riportato non solo la città di Camerino, ma tutta la zona colpita dal sisma del 2016, all’attenzione di quanti hanno responsabilità di governo, perché i territori sono ancora feriti. Le ferite sono evidenti a tutti e le persone sono tre anni che vivono questa condizione quindi è necessario mettere in moto la macchina della ricostruzione, che questi territori ritornino a vivere ed è necessario ridare la speranza alle persone che vi abitano perché è passato troppo tempo e non possiamo più permetterci di farne passare altro. Il nostro nemico peggiore è il tempo perché con il suo passare si fa spazio la rassegnazione, le persone trovano altri luoghi. Coloro che sono stati costretti ad abbandonare le proprie abitazioni più passa il tempo, più perderanno la speranza di poter ritornare nelle proprie case e cercheranno possibilità diverse in altri luoghi. Tutto questo- conclude il sindaco-  non possiamo permettercelo e non lo vogliamo, perché ognuno di noi ama queste terre e vorrebbe tornare nella propria casa. Camerino ha bisogno che i servizi continuino ad esistere, che mantengano gli stessi livelli adeguati. Così come l’Università, che per Camerino è più che fondamentale: Camerino è l’Università e l’Università è Camerino, c’è un legame imprescindibile tra loro. Dobbiamo fare in fretta, però, affinchè non sia messo a rischio tutto ciò”.
Una giornata storica e tanto attesa quella di ieri a Camerino, per la visita di Papa Francesco all’Arcidiocesi di Camerino-San Severino, vissuta con grande emozione da tutta la comunità. Il sindaco Sandro Sborgia ripercorre la giornata, rivolgendo un personale ringraziamento prima di tutto all’arcivescovo Francesco Massara per aver reso possibile la visita del Santo Padre, ma non solo: “Volevo ringraziare tutti per quanto è stato fatto e per quanto si continua a fare: dai cittadini, ai volontari, agli uffici, le Forze dell'Ordine, davvero tutti, nessuno escluso.  Sono state giornate di grande impegno, anche dal punto di vista organizzativo e hanno richiesto un grande lavoro straordinario per il quale non smetterò mai di ringraziare dal profondo del cuore tutti coloro che hanno dato il proprio contributo per questo appuntamento. È stato un grande onore – commenta il primo cittadino - poter rappresentare la nostra amata città così tanto martoriata e ferita. Si è trattato di una giornata molto intensa e bellissima. La visita del Santo Padre è stato un momento magnifico. Ho detto che ci siamo scambiati uno sguardo d’intesa nel senso che le parole a volte non rendono bene ciò che si ha nel cuore e quando ci siamo incontrati non ci sono state tante spiegazioni perché la nostra situazione è talmente evidente che non credo nemmeno si possano trovare le forme esatte per descrivere in breve quello che è lo stato delle cose. Allora ci siamo guardati e scambiati uno sguardo molto significativo. Penso che il Papa abbia percepito tutto. Molte cose si dicono più con uno sguardo. Questa giornata ha riportato non solo la città di Camerino, ma tutta la zona colpita dal sisma del 2016, all’attenzione di quanti hanno responsabilità di governo, perché i territori sono ancora feriti. Le ferite sono evidenti a tutti e le persone sono tre anni che vivono questa condizione quindi è necessario mettere in moto la macchina della ricostruzione, che questi territori ritornino a vivere ed è necessario ridare la speranza alle persone che vi abitano perché è passato troppo tempo e non possiamo più permetterci di farne passare altro. Il nostro nemico peggiore è il tempo perché con il suo passare si fa spazio la rassegnazione, le persone trovano altri luoghi. Coloro che sono stati costretti ad abbandonare le proprie abitazioni più passa il tempo, più perderanno la speranza di poter ritornare nelle proprie case e cercheranno possibilità diverse in altri luoghi. Tutto questo- conclude il sindaco-  non possiamo permettercelo e non lo vogliamo, perché ognuno di noi ama queste terre e vorrebbe tornare nella propria casa. Camerino ha bisogno che i servizi continuino ad esistere, che mantengano gli stessi livelli adeguati. Così come l’Università, che per Camerino è più che fondamentale: Camerino è l’Università e l’Università è Camerino, c’è un legame imprescindibile tra loro. Dobbiamo fare in fretta, però, affinchè non sia messo a rischio tutto ciò”.

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