Notizie di politica nelle Marche
Mettono in contatto le persone per lavoro. Lo fanno da quando i telefoni non esistevano ed il modo migliore per comunicare era una bella lettera, ma lo hanno voluto fare anche oggi che il mostro del Coronavirs divide i pazienti ricoverati negli ospedali con i familiari a casa.
Sono i portalettere, ed in particolare quelli di Camerino, che nei giorni scorsi, attraverso una colletta, hanno donato al Covid Hospital di Camerino un tablet per permettere le videochiamate tra i pazienti e i loro familiari.
La prima videochiamata è stata fatta ieri e l'emozione è stata grande per tutti: per la direttrice dell'ospedale di Camerino Nadia Mosca, per il direttore Alessandro Maccioni che ha accolto il suo racconto e per il coordinatore dei portalettere della città ducale, Antonio Montani.
"Ieri sera abbiamo fatto felice la figlia di un paziente ricoverato in Medicina che voleva vedere il padre - racconta con la voce rotta dalla commozione la dottoressa Storta al direttore - . È stata una cosa angosciosa parlare con lei - ammette - così abbiamo fatto fare una videochiamata che li ha riuniti. Una bellissima emozione per il ricoverato e per la figlia".
Un messaggio che arriva al cuore di chi lo ascolta e, ancora di più, a coloro che hanno reso possibile questo incontro virtuale: "Io ringrazio tutti i portalettere - dice il coordinatore Anotnio Montani - e siamo fieri di aver fatto questo. Mi auguro che tutti insieme riusciremo a superare questo triste momento".
Consapevole dell'importanza di quanto accaduto, il direttore di Area Vasta 3, Alessandro Maccioni, annuncia l'arrivo di altri tablet donati da Med Group: "Quello di ieri è un fatto molto commovente - dice - , come mi ha riferito Nadia Mosca. È stata effettuata la prima videochiamata di un paziente con i familiari. Proseguiremo con questa modalità per tutte le persone che non vedono i loro cari. Credo che sia una cosa bellissima. Grazie a Med Goup potremo donare altri due tablet all'ospedale di Camerino, due all'ospedale di Civitanova e due a quello di Macerata".

Giulia Sancricca



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Gli Ambiti sociali territoriali, rischiano di dover interrompere i servizi di assistenza sociale domiciliare per la mancanza di adeguati dispositivi di protezione per gli operatori.
A lanciare l’allarme è il coordinatore degli ATS 16-17-18  Valerio Valeriani. Nella tempesta dell'emergenza coronavirus, se non si riesce a risolvere in qualche maniera questa carenza delle mascherine protettive, i soggetti deboli affidati ai servizi sociali ed alle cooperative, potrebbero rischiare di non poter essere raggiunti.

“ Il problema è abbastanza importante – spiega Valerio Valeriani- Da qualche giorno abbiamo dovuto ridurre tantissimo e in qualche caso sospendere i servizi a causa della mancanza delle protezioni adeguate per gli operatori che non possono raggiungere le case senza le condizioni anche minime di sicurezza.  Siamo in trattative con la Regione ma il problema è che le mascherine non ci sono anche per una fornitura di numeri bassissimi. A titolo di esempio posso dire che per coprire tutti i servizi dell’Ambito di Camerino dovremmo riuscire ad avere in questi giorni un numero di 60-65 mascherine in tutto. E la richiesta di questi dispositivi- aggiunge Valeriani- è abbastanza importante perché ci sono da coprire anche i fabbisogni delle case di riposo che vivono un problema ancora più grande e accentuato, dal momento che si tratta di servizi aperti e il caso di Cingoli ci insegna che strutture come quelle rischiano di essere delle polveriere, non solo per le persone che sono all'interno ma anche perché l’ipotetico contagio degli operatori diffonde il virus anche all'esterno delle case di riposo.
Usando sempre il condizionale dovrebbe adesso venirci in aiuto una donazione di 5000 mascherine da parte di Fondazione Marche che verrebbero distribuite direttamente alla casa di riposo tramite i distretti sanitari e questa cosa credo per 1-2 giorni riuscirà quantomeno a tamponare un qualche sollievo. Temo però che anche in questo caso si tratti di mascherine chirurgiche e dunque non di dispositivi a protezione più elevata, tuttavia è già qualcosa”.

L’ emergenza sanitaria del coronavirus, ha costretto la sospensione delle attività dei centri diurni per disabili e del Centro Alzheimer di Camerino, la chiusura degli sportelli sociali , la limitazione delle visite nelle residenze protette, nonché la sospensione di ogni attività dei servizi di sollievo di salute mentale e dei centri di aggregazione per minori. Sospesi anche il taxi sociale, lo sportello per famiglie,mentre i servizi educativi domiciliari si svolgono su contatto telefonico, così come l’assistenza domiciliare per anziani e disabili.

“Di fatto si è dovuto ridurre tantissimo e quasi interrompere il funzionamento ordinario mantenendo le situazioni di urgenza che non troverebbero altra soluzione. Gli interventi che si fanno a domicilio- spiega Valeriani- vengono mantenuti solo per le situazioni più critiche ma monitoriamo via telefono e costantemente tutti gli utenti; laddove vi siano situazioni di particolare disagio che non possano essere risolte diversamente, attiviamo una task force dove concentriamo i dispositivi che abbiamo per porre in essere un intervento di pronto intervento sociale, dall’ assistenza domiciliare all’intervento per disabili, anziani o persone con problemi di salute mentale.
Vorrei ricordare anche che per Camerino, San Severino e Tolentino è stato aperto uno sportello di ascolto psicologico che vede al lavoro due psicologiche che rispondono dal lunedì al venerdì, dalle 14 alle 16, al numero 3929581009.  E credo che proprio il servizio di ascolto psicologico possa diventare via via sempre più importante perché il perdurare della situazione di emergenza e di crisi aumenta l'ansia e la preoccupazione un po' di tutti; cosa importante è che questo servizio è in collegamento col Gores regionale e dunque prevede l’adozione di un vademecum unitario che permette un’attività coordinata rispetto alla tipologia di servizio da mettere in atto e anche in riferimento ad un’ eventuale registrazione di bisogni aggiuntivi di intervento. Di fatto- osserva Valeriani- si è dunque riattivata la centrale d'ascolto che era stata approntata durante l'emergenza del sisma che avviene in maniera coordinata e organizzata.
Altra piccola cosa - conclude lo psicologo- riguarda l'area dei bambini e soprattutto degli asili nido e scuole dell’infanzia; in un momento in cui i servizi scolastici sono tutti chiusi, abbiamo un coordinamento pedagogico 0-6 anni che ha continuato a riunirsi on-line per definire alcune linee. Con la sospensione delle lezioni nelle aule di fatto operatori scolastixci ed  insegnanti stanno in qualche modo lavorando a distanza e in via telematica e abbiamo dunque approntato un vademecum con consigli e modalità di protezione per  chi utilizza questo collegamento e per le famiglie con modalità. Anche questo tipo di scuola a distanza e non più all'interno di un'aula, necessita di accortezze. Abbiamo pertanto distribuito tra tutti gli operatori quest'altro vademecum, frutto di un buon lavoro fatto dal nostro coordinamento pedagogico”.
C.C.
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Sono tante le risposte che stanno arrivando per il bando indetto dall'arcivescovo Francesco Massara, riservato a bambini e ragazzi delle Diocesi di Camerino San Severino Marche e Fabriano Matelica che sono stati invitati a vincere questo brutto periodo con l'arte, appunto con CoronArt.
Tra questi ne spicca uno, fuori concorso, che l'arcivescovo ha ritenuto però importante divulgare, perchè il messaggio che contiene e che è stato lanciato da Elena e Francesca, di 6 e 11 anni, di Fabriano, è un messaggio che deve arrivare al cuore di tutti, soprattutto in questo momento difficile.
Lo pubblichiamo in calce, cogliendo l'invito di Elena e Francesca a "lasciare che questo male risvegli le nostre coscienze, lasciando un semino di consapevolezza nei nostri cuori. Un seme che sta a noi far sbocciare".
Intanto il concorso prosegue e l'invito è quello di creare elaborati che, sottoposti alla valutazione finale di una giuria di esperti, potranno aggiudicarsi i 5 premi in palio da condividere in famigliaC'è tempo fino al 3 aprile per partecipare al concorso, inviando il vostro materiale alla e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Condizione essenziale per la partecipazione è che gli elaborati sotto forma di disegni, poesie, brani musicali e video, traggano spunto dalle tre domande indicate dal vescovo. Se ne potrà scegliere una, due, oppure tutte e tre insieme:    
1Cosa vorresti dire o vorresti fare per chi sta lavorando per la salute e per il bene dell'italia? ( medici, infermieri, scienziati, forze di polizia).  
2- Quale sarà la cosa che farai appena finisce questo momento dell'#iorestoacasa?  
3- Cosa possiamo fare io, te e tutte le persone del mondo affinchè tutto questo non avvenga più?.

Disegno, poesia, brano musicale o  video, dovranno concludersi con l'intima preghiera che in questa situazione di emergenza dell'#iorestoacasa, ogni bambino intende rivolgere a Gesù .  

L'invito è a mettersi subito all'opera. Il giorno di Pasqua, sarà lo stesso Arcivescovo Francesco Massara a rendere pubblici i primi 5 classificati del concorso
Chi avesse bisogno d'informazioni può scrivere un messaggio WhatsApp al numero 339 7325392

GS

VIDEO DISPONIBILE SOTTO
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"Affacciati alla finestra". Non è solo un verso della canzone di Jovanotti, ma a Caldarola è diventato un contest lanciato dalla Pro Loco dove, i giovani che si sono impegnati nel rianimare il paese colpito dal sisma, hanno deciso di non restare con le mani in mano nemmeno in questo periodo di emergenza sanitaria. 
Il fatto di restare nelle proprie case, infatti, non li ha fermati e, prendendo spunto da una iniziativa già lanciata da Marche Tourism, hanno deciso di far sentire vicini i loro concittadini con un insieme di fotografie scattate dalle finestre delle abitazioni.
La Pro Loco chiede infatti ai caldarolesi di scattare la foto della veduta dalla propria finestra e di inviarla alla loro pagina Facebook. Un modo per viaggiare con la fantasia e ar girare bellezza ed energia positiva.
"Abbiamo lanciato questo contest - dice il presidente Daniele Piani - perchè pensiamo che in un momento come questo sia importante prendersi cura del proprio paese e della propria comunità. Abbiamo voluto lanciare un messaggio divertente e originale che possa far trascorrere un momento spensierato a tutti. Abbiamo sempre scattato foto a Caldarola con bellissimi panorami, questo magari potrebbe essere un modo per guardarla con altri occhi e cogliere particolari che ci sono sfuggiti fino ad ora. L'invito è quello di scattare foto da quello che vediamo dalla nostra finestra o balcone. Foto che noi metteremo insieme realizzando un video".

Giulia Sancricca


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Pare che ieri alle 18 il calendario dei flash mob che sta animando i balconi di tutta Italia prevedesse di cantare la canzone di Lando Fiorini, "Ma che ce frega". E basta. Evidentemente c'è chi ha pensato di arricchire questo momento con fuochi d'artificio ma l'idea è finita con una denuncia per tutti. E' accaduto ieri pomeriggio a Pieve Torina dove un gruppo di persone, in totale sei di età compresa tra i 12 e i 50 anni, si è trovato per strada ad accendere alcuni materiali pirotecnici. Il gruppo si era radunato nei pressi di una area Sae e aveva posizionato il materiale su un muretto cantando musica riprodotta dalla macchina che era stata lasciata con portiere e portabagagli aperti. Sui social poi sono stati addirittura condivisi dei video acquisiti dai Carabinieri. Un'uscita ingiustificata (un flash mob, che peraltro dovrebbe svolgersi dal balcone) non si può certo ritenere una inderogabile necessità, e un assembramento di persone che hanno fatto scattare la denuncia da parte dei militari.
g.g.
 

Pubblicato in Cronaca
Si cercava di sdrammatizzare, nelle zone terremotate, dopo il decreto Covid-19 che chiedeva di restare a casa.
Nelle zone colpite dal sisma del 2016, infatti, negli alti e bassi della resilienza, si fa fatica ad accostare il monito "Restate a casa" con un'immagine di serenità. E allora sui social giravano diverse vignette ironiche su questo accostamento, quasi ad esorcizzare la paura che tornasse una scossa mentre tutti sono necessariamente a casa.
Vignette che non sono servite, però, a non farlo accadere. Questa mattina, infatti, alle 5.49, l'entoterra Maceratese è ripiombato nella paura con la scossa di magnitudo 3.3 con epicentro Montecavallo.
Una paura che oggi si aggiunge a quella dell'emergenza sanitaria, proprio quando anche parchi e giardini restano chiusi, giustamente, per evitare uscite non necessarie, ma anche quando le scosse riportano la paura dei terremotati a ricordi più tristi.
Giselle Ferretti, psicologa e psicoterapeuta che più volte è intervenuta sul tema del sisma dice: "Dobbiamo considerare la paura come alleata, anche se non è una emozione piacevole. Ci serve per mettere in moto le risorse che abbiamo dentro di noi per poterci mettere al sicuro. Certamente, la situazione che ci troviamo a vivere è paradossale perchè per il Coronavirus dobbiamo restare in casa e per il sima dobbiamo uscire. Una situazione da cui è difficile uscire. Suggerisco, per non cadere nel panico, di vivere il momento. La possibilità delle scosse purtroppo ci è nota da diversi anni. Concentriamoci sul qui ed ora, affrontiamo le difficioltà momento per momento e, come tutte le cose, passerà ache questa".
È anche vero che accanto al problema delle due paure, ora ci si trova a vievere quello dell'isolamento. Prima, durante una scosa o subito dopo, un abbraccio o il conforto di qualcuno vicino poteva essere un palliativo. Oa si è costretti all'isolamento: "Questo è il più grande problema dell'emergenza sanitaria - dice Giselle Ferretti - Sappiamo che la prima cosa che porta a fare la paura è quella di cercare conforto e sicurezza negli altri, addirittura di sconosciuti, come le amicizie che nascono proprio prima di dare un esame universiario. L'isolamento fisico è un problema. benchè noi oggi siamo dei privilegiati: ci possiamo connettere in tanti altro modi. Non è la stessa cosa, ma non è nemmeno niente. Più saremo bravi a resistere e a mantenere questo comportamento e più velocemente questo problema si affievolirà e scomparirà".

Giulia Sancricca
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In circa 180 mila oggi si sono collegati su Instagram per seguire il concerto di Andrea Bocelli ospite dei due influencer Ferragni e Fedez per lanciare un messaggio virtuale sulle note della musica, in un momento difficilissimo per tutta l'Italia.  Nei trenta minuti della diretta, seguita con emozione anche da Camerino, ci si è potuti immergere nella scaletta di brani preparati per l'occasione e interpretati dalla stupenda voce dal grande tenore e cantante italiano. Un minuto di silenzio per le città più colpite dalla tragedia è stato osservato prima dell'inno nazionale. Fedez  ha fatto da presentatore, mentre al piano e alla voce si sono alternati Andrea e Matteo Bocelli. "Fare del bene è una ragione di vita" ha sottolineato il Maestro per ricordare lo scopo della sua Fondazione filantropica ABF  e del veicolo virtuale,  servito a portare attenzione sulla Campagna di raccolta fondi dedicata al Covid Hospital di Camerino, dove in queste ore, il personale sanitario tutto è impegnato in uno sforzo enorme nel prestare cure ai pazienti affetti da Coronavirus.

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Con una nota stampa, la stessa Fondazione  ABF  ha inteso evidenziare il significato di quel momento che, anche se distanti, è riuscito ad unire tutti sotto l'unico segno della solidarietà, grazie anche alla potenza della musica e delle parole.
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Dal “balcone” virtuale di Instagram il fondatore dedica "Perfect Symphony" al progetto di raccolta fondi dell’Andrea Bocelli Foundation per sostenere l’emergenza Covid-19. Dopo l’annuncio lanciato dai canali del Maestro Bocelli e della Fondazione, che porta il suo nome, dell’apertura della raccolta fondi dedicata all’emergenza Covid-19, anche Chiara Ferragni e Fedez si sono attivati e uniti alla causa per raccogliere i fondi a favore dell'ospedale di Camerino, nel Centro-Italia colpito dal terremoto del 2016 e che da alcuni giorni è stato trasformato in un Covid Hospital.
Fare il bene: è l’unico mestiere che ci rende degni d’essere qui, pigionanti del mondo... Ognuno secondo il proprio talento, secondo quello che è e che ha, può fare sempre e comunque la differenza. Oggi più che mai, ascoltiamo la nostra coscienza, rimbocchiamoci le maniche e facciamo quello per cui siamo stati creati... Fare il bene del prossimo si può declinare in migliaia di modi ma resta, per tutti, il prioritario mestiere. Siamo fratelli, ma siamo anche colleghi.” ha dichiarato Andrea Bocelli invitando tutti a unire le forze, a stringersi intorno al Paese affinchè presto si possa tornare ad abbracciarsi realmente. A questo invito hanno risposto immediatamente Chiara Ferragni e Fedez, la coppia benefica più importante di Instagram, che ha messo a disposizione i propri canali social per supportare la raccolta. Una diretta che ha visto incollati allo schermo oltre 170 mila utenti live (in crescita di ora in ora nei repost) e che sta contribuendo a raccogliere fondi sulla piattaforma GoFundMe.com (ABF - Con te aiutiamo il Covid Hospital di Camerino). L’obiettivo della raccolta è di raggiungere 100.000 € per acquistare respiratori polmonari e materiale di protezione individuale per l’ospedale di Camerino. Presente al live anche Matteo Bocelli, volontario della ABF, che ormai da tempo è noto per aver intrapreso la carriera di cantante.
Un mix di musica, pop, rap e social che, in un momento in cui il contesto ci vede tutti un po' più isolati, ha avuto la forza di riunire tante persone, di età e provenienza diversa, sotto l’unico comune denominatore della solidarietà. Per contribuire basta andare su https://www.gofundme.com/f/wk67wc-abfxcamerino La Andrea Bocelli Foundation a Camerino ABF è vicina a Camerino poiché il 17 gennaio scorso, grazie a una raccolta fondi aperta nel 2019, ha avviato ha avviato i lavori di costruzione della nuova Accademia di Musica di Camerino, suggestivo borgo marchigiano tra i più colpiti dal terremoto del 2016. Questo è il terzo intervento di ricostruzione in cui ABF ha deciso di operare. L’inaugurazione dell’Accademia è prevista per questa estate a beneficio di 160 studenti, che dopo il terremoto sono stati costretti a fare lezioni in un container.

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Il caso di positività al Coronavirus del dottor Sauro Bruè, medico di Sarnano, ha fatto discutere per via del suo incarico nella casa di riposo della città. Ma a tranquillizzare è il primo cittadino, Luca Piergentili, che dice: "Attualmente abbiamo tre pazienti della casa di riposo in isolamento - spiega - . Uno è colui che è stato visitato dal dottor Bruè, altri due hanno presentato febbre e tosse ma fortunatamente oggi stanno migliorando, quindi ci auguriamo che non siano stati contagiati".
La struttura ha comuque preso tutte le precauzioni del caso: "In collaborazione con l'Asur e con il presidente Luca Ceriscioli - conclude Piergentili - abbiamo effettuato il tampone su tutti gli ospiti e su tutti gli operatori. Attendiamo l'esito e confidiamo di avere una situazione chiara già domani".

GS
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"Voglio prendere aria buona". Questa la risposta di un uomo di 46 anni, disoccupato di Mogliano, che è stato fermato ed identificato oggi, verso l’ora di pranzo, dagli agenti della Polizia locale di San Ginesio.
L’uomo passeggiava tranquillamente per le vie del paese senza indossare nessun dispositivo di protezione, quasi fosse ignaro della grave emergenza del periodo.

Una volta fermato, gli agenti hanno provveduto a richiedere all’uomo se fosse in possesso dell’autocertificazione o se comunque il suo “peregrinare” fosse eventualmente legato a questioni strettamente necessarie ma l’uomo ne ha data una sua: “Sono venuto a San Ginesio per prendere aria buona”.

Da quanto è emerso, l’uomo ha dichiarato di essere arrivato questa mattina con il suo camper in sosta nell’area riservata.

Il 46enne è stato denunciato per l’inosservanza delle disposizioni contenute dei Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri relative alle misure di sicurezza per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid 19.

GS
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