Appuntamento sabato 12 agosto alle ore 21 con Andrea Roncato a Castelsantangelo sul Nera, ospite speciale della serata teatrale in programma presso la sala polivalente “Amici del Trentino” del capoluogo. Andrà in scena la rappresentazione teatrale “La battaglia del Pian Perduto”, firmata dal regista maceratese Pietro Romagnoli, in cui l’attore interpreterà capitano Arbillo: «E’ uno spettacolo molto molto divertente, vi aspetto, mi raccomando che ci divertiamo», le parole dell’attore in un video messaggio che gira sui social.

La rappresentazione teatrale rientra tra gli eventi del secondo “Forum della Montagna”, il progetto sostenuto dalla Regione Marche, relativo alle celebrazioni per i cinquecento anni dalla Battaglia del Pian Perduto, epica battaglia militare del 20 luglio 1522, che dopo un aspro scontro tra i soldati di Norcia, in forte superiorità numerica e quelli di Visso, nettamente inferiori nel numero, vide la vittoria dei vissani, che ottennero il cosiddetto Pian Perduto, strappato ai nemici. L’evento è stato di ispirazione per un poemetto in 116 ottave, composto dal poeta pastore Berrettaccia di Castelsantangelo, con tono ironico e goliardico, che narra le peripezie dei vissani per giungere alla vittoria. Durante la serata, ad ingresso gratuito, gli attori racconteranno la battaglia tra musica, storia, miti e leggende. 
«Siamo davanti ad un programma complesso che non prevede solo demolizioni e smontaggi controllati ma che passa anche attraverso il recupero di beni di valore e delle strutture storico/architettoniche di pregio. Un’opera strategicae necessaria per avviare la ricostruzione dei borghi più devastati dal sisma, in cui abbiamo predisposto al meglio ogni passaggio, compresa la relativa cernita dei materiali e la parte relativa al trattamento delle macerie».

Così l’assessore regionale alla ricostruzione Guido Castelli sul piano redatto dall’Ufficio Speciale Ricostruzione, atto a predisporre le operazioni di ripartenza post terremoto nei luoghi del cratere marchigiano dove il danno è stato maggiore. E dove quindi, di conseguenza, intervenire si è rivelato molto complicato.

Parliamo di cinque comuni del Maceratese, vale a dire Ussita (dove si agirà su 12 edifici e sul cimitero monumentale di Castelmurato), Visso (77 edifici), Pieve Torina (12) e, nel Piceno, di Arquata (24). L’operazione più massiccia si avrà però a Castelsantangelo sul Nera, sempre in provincia di Macerata, con ben 179 edifici tra capoluogo e frazioni.

«Ribadisco: si tratta di un’operazione fondamentale per dare il là al processo di riconfigurazione di questi borghi -continua Castelli-.Nel comune di Castelsantangelo, in particolare, abbiamo il numero più alto di interventi nella zona del cratere marchigiano».

«Questi interventi pianificati dall’Usr, che riveste il ruolo di soggetto attuatore, sono divisi in due tranche -continua Castelli-. Una riguarda proprio il capoluogo, ed ha un costo di circa 2.700.000 euro per 40 edifici, mentre l’altro riguarda le sei frazioni di Macchie, Nocelleto, Nocria, Gualdo, Rapegna e Vallinfante ed ha un costo di circa 6.500.000 euro per 139 edifici. I lavori, in base a una timeline che prevede per la prossima settimana le procedure di gara per l’affidamento, dovrebbero partire entro il mese di settembre».

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Nello specifico, a Castelsantangelo, il progetto coinvolge 20 immobili nella parte alta del borgo e 20 nella parte bassa, le cui operazioni prenderanno il via in maniera parallela. I lavori prevedono la demolizione totale o parziale, lo smontaggio controllato (al fine di recuperare beni di valore e strutture architettoniche e storiche di pregio) e alcune messe e in sicurezza, nonché la realizzazione di una strada provvisoria di accesso al cantiere.

A livello numerico, è stato stimato un volume complessivo di oltre 8.600 metri cubi di macerie che verranno lavorate e successivamente pesate, trasportate e recuperate/smaltite, per un peso complessivo che si aggira intorno alle 14.200 tonnellate.

Macerie e materiali di risulta saranno sottoposti alla relativa cernita al fine di effettuare la corretta codifica dei codici Cer e procedere così al trasporto presso gli impianti autorizzati di smaltimento e/o recupero.

Stesso discorso nelle frazioni di Macchie (6 edifici), Nocelleto (13),Nocria (17), Gualdo (19),

Rapegna (35) e Vallinfante (49), per un totale appunto di 139 edifici. In tal caso la stima del volume complessivo di macerie che verranno lavorate è di circa 27.882 metri cubi per un peso complessivo valutato di circa 46.006 tonnellate.

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Capitolo macerie. C’è una differenza fondamentale rispetto alla fase immediatamente successiva all’emergenza, quando le macerie venivano trattate come rifiuto urbano, trasportate in appositi piazzali allo scopo realizzati, in cui si provvedeva alla cernita ed allo smaltimento dei singoli materiali. Gli elementi di pregio vincolati dalla Sovrintendenza sono stati imbancati e accatastati in aree prese in affitto, per le quali tuttora si continua a pagare il canone.

Nel piano dell’Usr, invece, tutte le demolizioni verranno affidate ad una serie di ditte specializzate che agiranno sul posto per la cernita dei materiali (ferro, legno etcetc), che verranno selezionati e trattati dunque come “rifiuti da demolizione”.

Importante la parte relativa al materiale vincolato dalla Sovrintendenza che verrà collocato nell’area di sedime di ogni immobile demolito. Questi elementi degni di recupero (archi, statuine ed altro) rimarranno in loco e dovranno obbligatoriamente essere riutilizzati nella fase di ricostruzione. Si eviterà così di creare nuove aree di deposito come quelle esistenti, nuovi canoni a carico dello stato e soprattutto si avrà certezza di riutilizzarli. Il materiale lapideo di risulta verrà trasportato nell’impianto della ditta esecutrice che si occuperà del riciclo sulla base della vigente normativa in materia.

Durante le operazioni verrà allestita anche una zona destinata i proprietari degli immobili, che così avranno modo di assistere e partecipare ad ogni passaggio.

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Si avvicinano i fine settimana clou a Castelluccio di Norcia: come ogni anno la natura è pronta a stupire i visitatori dell’entroterra e, per preservare lo spettacolo dalle insidie del traffico incontrollato tipico dell’inizio dell’estate, i tre Comuni di Castelsantangelo sul Nera, Arquata del Tronto e Norcia, insieme al Parco nazionale dei Monti Sibillini hanno siglato un accordo per contingentare gli accessi e le soste selvagge in auto e camper nei sabati e nelle domeniche.

Un vero e proprio “green deal”, nato dall’esigenza di coniugare le opportunità economiche e turistiche per l’area e gli aspetti ambientali dell’ecosistema. Il piano ha visto i tre Comuni e l'ente Parco al lavoro sin dallo scorso marzo. L’accordo stabilisce le modalità di accesso dalle tre “porte” verso le Piane di Castelluccio per i tre fine settimana del 25 e 26 giugno, 2 e 3, 9 e 10 luglio. Durante questi weekend centrali della fioritura sarà vietato da Norcia il passaggio di autovetture e camper, mentre sarà consentito libero accesso ai mezzi a due ruote, ai bus turistici e alle autovetture di residenti, dimoranti, esercenti, soggetti non deambulanti o di coloro comunque in possesso di idonea autorizzazione.

Per quanto riguarda Castelsantangelo sul Nera e Arquata del Tronto, durante i tre fine settimana di chiusura sarà consentito il solo transito con autovetture (no ai camper) a tutti coloro abbiano la necessità di andare da Castelsantangelo sul Nera verso Arquata del Tronto o viceversa. Questo con l’assoluto divieto di sosta e fermata. In particolare, da Castelsantangelo sul Nera si potrà procedere in direzione Arquata del Tronto attraverso la strada provinciale, mentre da Arquata del Tronto in direzione Castelsantangelo sul Nera il transito verrà deviato dalla provinciale sulla strada “Delle Cavalle” (le deviazioni saranno comunque segnalate sul posto). Pertanto, per coloro che durante i tre fine settimana di chiusura vorranno raggiungere Castelluccio con autovetture e camper l’unico modo previsto per tutte e tre le porte di ingresso alle Piane sarà quella di lasciare il proprio mezzo in uno dei parcheggi resi disponibili, per poi raggiungere Castelluccio grazie alle navette, a piedi o in bici.

«Per poter usufruire di questo sistema di parcheggi di prossimità e servizio navette – fanno sapere gli enti – è indispensabile prenotare il posto autovettura/camper presso uno di tali parcheggi e, in base alla numerosità dei passeggeri, i relativi posti navetta. La prenotazione dovrà essere effettuata tramite il portale Parchi Aperti (www.parchiaperti.it). Al momento della prenotazione, il servizio di bigliettazione elettronica consentirà di effettuare il pagamento, sia del parcheggio che della navetta».

Nei giorni feriali sarà invece consentito il libero accesso a tutti i mezzi e da tutte e tre le porte di ingresso, fermo rimanendo comunque il divieto di sosta sui prati.
Servono procedimenti e norme dedicate, e questo Mauro Falcucci non smette di dirlo dal 2016 e non lo fa di certo ora. Domani, in occasione della visita nel territorio maceratese della presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati parteciperà anche il commissario straordinario Giovanni Legnini e il primo cittadino di Castelsantangelo sul Nera, Mauro Falcucci, lo incontrerà. Sul piatto diverse questioni urgenti: “Faremo il punto della situazione e cercheremo di sbloccare alcune impasse di carattere procedurale che ci stanno bloccando e che dobbiamo rimuovere. Questa semplificazione deve essere anche operativa e non rimanere solo sulla carta delle ordinanze. Il problema è che quando ci confrontiamo con gli organismi i tempi diventano di nuovo biblici. Abbiamo il problema della ricostruzione delle seconde generazioni - aggiunge -, per la nostra realtà questo è un tema essenziale. Ci sono persone che, anche per ragioni economiche, non intendono ricostruire, perché sono in difficoltà, e magari le seconde o terze generazioni non avranno le risorse per ricostruire la casa dei nonni laddove vi siano degli accolli. Come vogliamo risolvere? Perché non si possono lasciare buchi”. Problematiche, queste, di cui Falcucci parla da tanto, troppo tempo forse, e che fin ora non hanno trovato soluzione pur nella semplificazione che è stata apportata dal commissario Legnini. “Stiamo trattando gli interventi unitari - torna a dire - affinché ci sia sinergia tra pubblico e privato per ricostruire le frazioni che, come nel nostro caso, sono completamente distrutte. Nostro malgrado abbiamo una realtà differente dalle altre, siamo come Arquata, Accumuli, Amatrice e quindi il ragionamento per noi va fatto in maniera diversificata rispetto agli altri Comuni della provincia. Con tutto il rispetto per gli altri, noi non esistiamo più e laddove c’è questa situazione bisogna avere delle attenzioni diverse. Questo aspetto, più fisico, non può essere poi disgiunto da un rilancio di carattere economico di queste aree colpite. Ecco, con Legnini andremo a trattare di questo. Abbiamo la necessità e l’urgenza di mettere a punto e migliorare le procedure perché altrimenti si rischia che noi abbiamo portato a termine i nostri compiti ma poi dobbiamo star fermi. Ci sono degli ostacoli che vanno rimossi. Lo ripeterò all’infinito, serve la cura adeguata per ciascun malato. Le ‘terapie’ devono essere diversificate. Sappiamo - conclude - che il commissario è cosciente di questo, aspettiamo una risposta e siamo certi che arriverà”.

Gaia Gennaretti
"Un simbolo, non solo per la nostra diocesi e regione ma anche per l'Umbria e per tutto il terrritorio della montagna".
Così l'arcivescovo Francesco Massara che, insieme ai sindaci e alle altre autorità, ha inaugurato ieri la riconsegna della chiesina della Madonna della Cona  sulla piana più alta delle Marche. 
Posta al confine tra Castelsantangelo sul Nera e Castelluccio di Norcia, la chiesina costruita nel XVI secolo era stata fortemente danneggiata dal sisma del 2016.
Ora è rinata grazie ad una vera e propria gara di solidarietà che, attraverso una raccolta fondi, ha coinvolto il Cai di Macerata, Camerino e San Severino Marche, l'associazione Sferisterio e il Comune di Macerata. Al gesto solidale si è unito anche il Cosmari che ha elargito gran parte dei 150mila euro necessari alla ricostruzione. 
"La riapertura della chiesa - aggiunge Mons. Francesco Massara - è un simbolo di speranza e di rinascita. I rintocchi di quella campana che per 5 anni era rimasta muta, hanno fatto risuonare la gioia e la speranza di poter vedere a breve la ricostruzione realizzata". 

C.C.
Tutto pronto per la cerimonia di riconsegna della restaurata chiesa "Madonna della Cona". Domenica 7 novembre, alle ore 11.00, l’Arcivescovo di Camerino Mons.Francesco Massara e il Sindaco di Castelsantangelo sul Nera Mauro Falcucci, insieme alle altre autorità, presenzieranno all'inaugurazione e benedizione della chiesetta.

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Posta a 1500 metri di altitudine su un territorio di confine tra Castelluccio di Norcia e Castelsantangelo sul Nera, l’antica chiesa deve il suo nome all’immagine mariana conservata al suo interno; tradizione vuole che la sua costruzione sia riferita alla vittoria di Visso nella battaglia contro Norcia nel 1522, detta del “Pian Perduto”. A seguire alle ore 11.45 alla Sala polivalente a frazione Gualdo saluti delle Autorità presenti, illustrazione dei lavori e proiezione dei video. La cerimonia è organizzata in collaborazione con la Pro Loco.
Il progetto di recupero dai danni del sisma, è stato a cura dell'architetto Luca Maria Cristini, dell’ingegnere Romualdo Mattioni e del geologo Fabio Facciaroni che hanno prestato gratuitamente la loro professionalità. Il risultato finale ottenuto è il restauro con parziale ricostruzione e risanamento conservativo della struttura.Nelle porzioni recuperabili, si è intervenuto in maniera compatibile con l’originaria tecnologia edile, invece nelle parti andate distrutte con il terremoto, si è deciso di utilizzare tecniche costruttive e materiali rispettosi del pre-esistente, analoghi agli originari.
Unica eccezione nella realizzazione della nuova struttura a botte, anch’essa del tutto crollata, l'impiego di elementi laterizi al posto del materiale lapideo originario, non più utilizzabile, che in origine costituiva la struttura. Rinvenuto e recuperato l’antico selciato dell’edificio e restaurato il portone e la scritta originali.

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Tutte le scelte progettuali derivano da rigorosi criteri dettati dalle regole del restauro filologico, compreso il palo che sorregge la campana, opera originale costruita dal Cav. Gentili, nella seconda metà del secolo scorso, che è stato restaurato e rinforzato. 
Il costo finale del recupero ammonta a circa 150 mila euro finanziati, oltre che dal Cosmari, con fondi CAI, con fondi raccolti con Macerata Opera Festival e singole donazioni di privati e altri soggetti pubblici.
I lavori erano stati affidati, lo scorso novembre 2020, all’Impresa Lapucci Gino srl di Pievetorina.
Il progetto di restauro della Madonna della Còna, è una iniziativa promossa dalle sezioni CAI di Macerata, alla quale si sono affiancate le sezioni di San Severino Marche e Camerino. Sostegno all'iniziativa è venuto dal Cosmari srl, oltre che da enti, aziende e tanti volontari. La raccolta fondi è stata avviata grazie alla sensibilità del Macerata Opera Festival che l’ha promossa quale progetto charity nell’edizione 2018 #verdesperanza.
Più enti, aziende e tanti volontari si sono unite per il recupero di un monumento simbolo dei Monti Sibillini che unisce un territorio a cavallo tra due regioni, Marche e Umbria, da sempre punto di incontro per viandanti, pellegrini e amanti della montagna e punto di riferimento per le Comunità di Castelsantangelo sul Nera e di Castelluccio.
Il prossimo 4 luglio 2022, insieme alla Festa della Madonna della Cona verrà celebrato anche il 500° anniversario della Battaglia del Pian Perduto.
C.C.

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Cinque anni dal sisma dell’agosto 2016. Alle 3.36 del mattino una scossa di terremoto di magnitudo 6.0 devasta Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto provocando 299 vittime. E' l'inizio di quella che l'Ingv definirà la sequenza sismica Amatrice-Norcia-Visso.
Ingenti i danni a Castelsantangelo sul Nera, unico comune della Provincia di Macerata ad essere inserito all'epoca nel cratere sismico.


Il ricordo del sindaco Mauro Falcucci: “Il pensiero va a quelle persone che magari non ci sono più e sono purtroppo scomparse dopo. il terremoto.  Il primo pensiero va alla Casa di Riposo che fu il primo immobile ad essere dichiarato inagibile già alle 5 e 30 del mattino di quel famoso 24 agosto. Ricordiamo quella data con commozione ma anche con tanta paura- dichiara Falcucci-. Se noi non avessimo infatti effettuato quegli interventi di miglioramento sismico derivanti dal terremoto del 1997, avremmo non soltanto annoverato dei morti ma avremmo probabilmente avuto dei danni estremamente gravi, non dico alla pari di Arquata, ma sicuramente similari. Castelsantangelo è molto vicina ad Arquata del Tronto e per via del sisma stesso, in quel momento il Monte Vettore era quasi in amplificazione.
Il ricordo va dunque a quella mattina- prosegue il sindaco Falcucci-; riuscimmo a portare via la pelle ed eravamo tantissimi. A Castelsantangelo c’erano circa 4000 persone in quanto il paese conta circa 1250 abitazioni e, per la quasi totalità si tratta di seconde case. Tanti quelli tornati per la stagione estiva anche perché va ricordato che in quegli anni il momento era delicato anche sotto il profilo economico e, molti si riversavano appunto nelle seconde case accompagnati da amici e parenti. E quella mattina fu un fuggi fuggi; scapparono tutti e la Valnerina sembrava il raccordo anulare. Detto questo, ci attrezzammo e quello che dispiacque subito è che fummo dimenticati dal decreto fiscale. A dire il vero dobbiamo ancora capire se la colpa fu d
ella Regione o del Ministero- ricorda Falcucci-, fatto sta che noi fummo esclusi dal primo decreto fiscale che dava delle agevolazioni immediate. All’epoca fui chiamato ad iniziare i contatti con la cabina di regia ad Arquata del Tronto e con il Commissario d’allora, l’attuale Capo Dipartimento della Protezione Civile Curcio”.
Tenacia e tanti sacrifici hanno caratterizzato sin da quel momento la comunità e lo stesso operato del primo cittadino di Castelsantangelo, la cui forte determinazione in 5 anni non è mai venuta meno.
Vogliamo e pretendiamo attenzione per una garanzia di rinascita per questi territori e la pretendiamo sotto il profilo fiscale- rimarca Falcucci-. Ho visto il Rapporto del Commissario Straordinario Legnini che ha dato una significativa svolta a tutto il processo di ricostruzione, tuttavia, ad una lettura attenta dei dati, si vede sì che le pratiche sono partite ma questo è avvenuto soprattutto a margine del cratere, mentre quelle dentro il cratere stanno soffrendo perché è quella una ricostruzione difficile.
Per quel che ci riguarda – evidenzia Falcucci- noi siamo contentissimi di essere riusciti a portare a termine il nostro compito- Lo scorso 12 agosto abbiamo completato l’approvazione dei Piani Attuativi e abbiamo avute le ordinanze speciali per fare i sottoservizi di tutte le frazioni. Adesso dobbiamo soltanto accelerare; a brevissimo faremo una assemblea pubblica in cui cercheremo di stimolare i proprietari di immobili nella costituzione degli aggregati che nel nostro comune sono oltre 300 e, sollecitare i professionisti a progettare e ricostruire perché vogliamo vedere quanto prima e in tempi rapidissimi i cantieri che partono. Ormai le condizioni pianificatorie ci sono tutte e, non da meno, possiamo contare su uno strumento attuativo sistemato sotto il profilo idrogeologico. Aspetto non da poco che siamo riusciti a portare a casa e che farà parte della variante del Piano di assetto idro-geologico del bacino dell’Appennino Centrale. Nell’ottenimento di questo risultato siamo stati fortunati ad avere illustri nomi delle pianificazioni e delle competenze italiane, quali il prof. Braga considerato il numero uno della sismica, il prof. Prestininzi e, da ultimo, l’architetto Boeri che ci ha dato delle indicazioni di come ricostruire “autentico, ma non identico”.
Quindi- prosegue il sindaco gettando lo sguardo al futuro- le carte in regola ci sono tutte. Dobbiamo soltanto partire ma, nello stesso tempo, è indispensabile che, dalla montagna alla parte della provincia di Macerata più colpita tutti insieme si chiedano quelle attenzioni che sono necessarie per una ricostruzione. Non nego infatti di essere fortemente preoccupato sul rischio che possa venir meno quanto da tutti auspicato per queste realtà, attraverso le nuove generazioni. Temo infatti che il rischio sia soprattutto per le seconde generazioni. L’attaccamento a queste realtà non può prescindere dal praticare il territorio e credo che i segnali li dobbiamo dare a quella seconda generazione che, vuoi per motivi oggettivi o di lavoro,  si è dovuta allontanare. È per questo che dobbiamo accelerare i tempi e dare certezza di ricostruzione. Le risorse ci sono, dobbiamo soltanto attivarci tutti insieme e, chiedere quei benefici fiscali misurati sui danni, perché altrimenti da noi non ritorna più nessuno”.
c.c.
“Autentico e non identico”. Sarà così il Castelsantangelo sul Nera del futuro. Un Comune tra i più colpiti dal sisma del 2016 che ora, a cinque anni dal sisma, si prepara a dare la decisa accelerazione che porterà alla sua ricostruzione. Nella seduta del consiglio comunale di metà settimana è stato infatti approvato il Piano Urbanistico Attuativo: è il primo Comune ad averlo fatto.

“Un approvazione arrivata all’unanimità da parte del consiglio, a testimonianza di come il percorso sia stato fortemente condiviso da tutti gli attori politici del nostro Comune – sottolinea il sindaco Mauro Falcucci – . Un tassello importante ed essenziale nel mosaico della ricostruzione per il nostro territorio. E’ stata una giornata molto importante, una seduta storica del Consiglio Comunale: viene scritta la pagina della rinascita”.

Attraverso il Piano Urbanistico Attuativo, il Comune di Castelsantangelo sul Nera si è dotato di uno strumento normativo che potrà governare la ricostruzione nei connotati di una variante al Piano Regolatore: uno strumento che guarda non solo la ricostruzione fisica, ma anche la rigenerazione sociale ed economica del paese. Nei fatti, ora a Castelsantangelo potranno partire le progettazioni e le cantierizzazioni senza ulteriori indugi burocratici a livello comunale. Inoltre, grazie all’Ordinanza 114 del Commissario Straordinario alla Ricostruzione, Giovanni Legnini, i sottoservizi nelle frazioni sono stati finanziati. “Con questo atto – spiega ancora Falcucci – , il nostro compito è concluso”.

Un primo cittadino particolarmente orgoglioso, che ha sottolineato come “le scelte fatte in materia di ricostruzione siano state particolarmente coraggiose. Ci siamo trovati a dover pensare e progettare la rinascita di un paese che non esiste più. Siamo stati tra i primi a ottenere le perimetrazioni nel dicembre del 2017. L’unico rammarico è stato quello di una lunghissima attesa per i finanziamenti. I ritardi prima e la pandemia poi hanno fatto slittare di molto la ripartenza – conclude Falcucci – , ma ora possiamo orgogliosamente procedere verso il nuovo Castelsantangelo sul Nera, con gli attestati di stima e il plauso del Commissario Legnini e dei vertici regionali. Il giusto premio per un lavoro di gruppo eccezionale”.

Intanto, con la firma delle ultime Ordinanze commissariali, sono stati finanziati oltre 40 milioni di euro per la mitigazione del dissesto idrogeologico nell’alto maceratese: tra i Comuni che ne beneficeranno, anche lo stesso Castelsantangelo sul Nera. “La mitigazione dei rischi di dissesto idrogeologico è un passaggio fondamentale per garantire che la ricostruzione sia fondata su basi solide e durature” hanno fatto sapere dalla struttura commissariale.

l.c.
Sono solo tredici le iscrizioni per la sezione Moda del’Ipsia Frau di Tolentino, non abbastanza per formare una classe, almeno secondo l’Ufficio scolastico regionale. Così una studentessa disabile dell’alto maceratese, all’alba del suo percorso di studi superiori, sarebbe costretta a 180 km al giorno per frequentare la scuola dei suoi sogni. L’istituto più vicino sarebbe infatti quello di Civitanova.

Una difficoltà, l’ennesima per chi vive nell’entroterra, quella che la giovanissima è costretta ora ad affrontare per trovare il modo di studiare quello che vorrebbe. Non ci stanno però gli amministratori locali. I sindaci di Tolentino e Castelsantangelo sul Nera (la giovane dovrebbe essere residente proprio a Castelsantangelo, ndr), Giuseppe Pezzanesi e Mauro Falcucci, si sono immediatamente attivati. Particolarmente dure proprio le parole di Pezzanesi nei confronti dell’Ufficio scolastico regionale: “È aberrante – afferma il primo cittadino di Tolentino, Comune che ospita l’istituto scelto dalla ragazza – . Non ci sono altre parole per descrivere l’atteggiamento e soprattutto il modo di affrontare il problema da parte di Filisetti (direttore dell’USR, ndr). Le norme parlano chiaro: sulla base del decreto Sostegni e delle deroghe previste per chi vive nel cratere sismico, non ci sarebbero ostacoli alla formazione di un primo superiore al netto delle iscrizioni. Questo testimonia ancora una volta l’inadeguatezza del Direttore dell’USR e la sua assoluta mancanza di rispetto per i territori fortemente colpiti dal sisma – sottolinea Pezzanesi – . Garantire il diritto allo studio è una priorità. Insieme a Falcucci (sindaco di Castelsantangelo sul Nera, ndr) e al Presidente della Regione andremo in fondo a questa storia”.

Immediato anche il commento dello stesso Governatore, Francesco Acquaroli, che in mattinata ha affidato queste parole alla sua pagina Facebook: “Insieme all'assessore Giorgia Latini, abbiamo scritto al Ministro della Pubblica Istruzione, Patrizio Bianchi, per sottolineare una vicenda che racconta una problematica che vivono le Regioni con aree interne e montane – scrive Acquaroli sui social – . Comunità che annualmente vedono vacillare le scelte in materia scolastica e di diritto all'istruzione a causa di meri criteri matematici e numerici che non tengono conto delle particolarità dei nostri territori. […] Questa vicenda racconta una criticità che costantemente viviamo sui nostri territori, soprattutto quelli montani e colpiti dal sisma, dove ogni anno si lotta per garantire ai cittadini il minimo diritto allo studio e l'apertura delle classi. Abbiamo chiesto al ministro di verificare la possibilità di agire in deroga alla normativa, in attesa che si possa giungere a breve a un intervento legislativo che sia più aderente alle reali esigenze locali dei territori. È incredibile che nel 2021 non sia garantito a tutti il diritto allo studio e in particolare alle fasce di popolazione più fragili”.

l.c.
Quella che doveva essere la prima domenica di grande afflusso nelle piane di Castelluccio, caratterizzate in questo periodo dell’anno dallo spettacolo della fioritura, si è rivelata invece un buco nell’acqua: poche le auto, pochissimi i visitatori. “Una decisione senza senso”. Ha parlato così il vicesindaco di Arquata del Tronto, Michele Franchi, che in una nota ha espresso il rammarico per la decisione di contingentare gli accessi.

Nella nota si legge come la scelta di “militarizzare - questa la parola scelta da Franchi - gli accessi i primi due week end di luglio rischia di avere pessime conseguenze sull’economia di un territorio già gravemente provato dal sisma di cinque anni fa. Un flop vero e proprio - continua Franchi - , dovuto a come sono state gestite le cose e in particolare alla strategia del Comune di Norcia, che ha deciso di chiudere di fatto gli accessi da Castelsantangelo e da Arquata”.

Il primo territorio a pagare lo scotto di queste scelte è stato proprio quello di Castelluccio: “Oggi doveva essere uno dei giorni clou della fioritura di Castelluccio, ma l'affluenza alla piana è stata fortemente deludente. Rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso gli autoveicoli che sono transitati nel nostro territorio sono stati nettamente inferiori. Chiederò formalmente alle autorità - chiude il vice sindaco Franchi - di riaprire il traffico senza eccezioni”.

A fare eco alla nota diramata da Michele Franchi il primo cittadino di Castelsantangelo sul Nera, Mauro Falcucci, che ha sottolineato un’altra criticità oltre a quelle economiche e turistiche: “Non ha senso chiudere gli accessi alle auto per motivi ambientali quando poi le moto sono libere di accedere al sito: in alcuni casi sono addirittura più inquinanti. Hanno cercato di coprire la scelta di chiudere gli accessi, a cui faremo ricorso perché è inaccettabile - prosegue Falcucci - , con il servizio navetta da Visso. Un servizio che si è dimostrato fallimentare: lo testimoniano i risultati. È impensabile coprire una tratta così lunga con una navetta, i turisti lo hanno capito e hanno scelto altri luoghi. Queste - chiude Falcucci - sono decisioni che fanno male alle nostre montagne e allontanano le persone”.

l.c.
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