5 anni dal sisma, Falcucci: Chi tornerà in questi luoghi?

Martedì, 24 Agosto 2021 13:23 | Letto 1803 volte   Clicca per ascolare il testo 5 anni dal sisma, Falcucci: Chi tornerà in questi luoghi? Cinque anni dal sisma dell’agosto 2016. Alle 3.36 del mattino una scossa di terremoto di magnitudo 6.0 devasta Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto provocando 299 vittime. E linizio di quella che lIngv definirà la sequenza sismica Amatrice-Norcia-Visso. Ingenti i danni a Castelsantangelo sul Nera, unico comune della Provincia di Macerata ad essere inserito allepoca nel cratere sismico. Il ricordo del sindaco Mauro Falcucci: “Il pensiero va a quelle persone che magari non ci sono più e sono purtroppo scomparse dopo. il terremoto.  Il primo pensiero va alla Casa di Riposo che fu il primo immobile ad essere dichiarato inagibile già alle 5 e 30 del mattino di quel famoso 24 agosto. Ricordiamo quella data con commozione ma anche con tanta paura- dichiara Falcucci-. Se noi non avessimo infatti effettuato quegli interventi di miglioramento sismico derivanti dal terremoto del 1997, avremmo non soltanto annoverato dei morti ma avremmo probabilmente avuto dei danni estremamente gravi, non dico alla pari di Arquata, ma sicuramente similari. Castelsantangelo è molto vicina ad Arquata del Tronto e per via del sisma stesso, in quel momento il Monte Vettore era quasi in amplificazione. Il ricordo va dunque a quella mattina- prosegue il sindaco Falcucci-; riuscimmo a portare via la pelle ed eravamo tantissimi. A Castelsantangelo c’erano circa 4000 persone in quanto il paese conta circa 1250 abitazioni e, per la quasi totalità si tratta di seconde case. Tanti quelli tornati per la stagione estiva anche perché va ricordato che in quegli anni il momento era delicato anche sotto il profilo economico e, molti si riversavano appunto nelle seconde case accompagnati da amici e parenti. E quella mattina fu un fuggi fuggi; scapparono tutti e la Valnerina sembrava il raccordo anulare. Detto questo, ci attrezzammo e quello che dispiacque subito è che fummo dimenticati dal decreto fiscale. A dire il vero dobbiamo ancora capire se la colpa fu della Regione o del Ministero- ricorda Falcucci-, fatto sta che noi fummo esclusi dal primo decreto fiscale che dava delle agevolazioni immediate. All’epoca fui chiamato ad iniziare i contatti con la cabina di regia ad Arquata del Tronto e con il Commissario d’allora, l’attuale Capo Dipartimento della Protezione Civile Curcio”. Tenacia e tanti sacrifici hanno caratterizzato sin da quel momento la comunità e lo stesso operato del primo cittadino di Castelsantangelo, la cui forte determinazione in 5 anni non è mai venuta meno. “Vogliamo e pretendiamo attenzione per una garanzia di rinascita per questi territori e la pretendiamo sotto il profilo fiscale- rimarca Falcucci-. Ho visto il Rapporto del Commissario Straordinario Legnini che ha dato una significativa svolta a tutto il processo di ricostruzione, tuttavia, ad una lettura attenta dei dati, si vede sì che le pratiche sono partite ma questo è avvenuto soprattutto a margine del cratere, mentre quelle dentro il cratere stanno soffrendo perché è quella una ricostruzione difficile. Per quel che ci riguarda – evidenzia Falcucci- noi siamo contentissimi di essere riusciti a portare a termine il nostro compito- Lo scorso 12 agosto abbiamo completato l’approvazione dei Piani Attuativi e abbiamo avute le ordinanze speciali per fare i sottoservizi di tutte le frazioni. Adesso dobbiamo soltanto accelerare; a brevissimo faremo una assemblea pubblica in cui cercheremo di stimolare i proprietari di immobili nella costituzione degli aggregati che nel nostro comune sono oltre 300 e, sollecitare i professionisti a progettare e ricostruire perché vogliamo vedere quanto prima e in tempi rapidissimi i cantieri che partono. Ormai le condizioni pianificatorie ci sono tutte e, non da meno, possiamo contare su uno strumento attuativo sistemato sotto il profilo idrogeologico. Aspetto non da poco che siamo riusciti a portare a casa e che farà parte della variante del Piano di assetto idro-geologico del bacino dell’Appennino Centrale. Nell’ottenimento di questo risultato siamo stati fortunati ad avere illustri nomi delle pianificazioni e delle competenze italiane, quali il prof. Braga considerato il numero uno della sismica, il prof. Prestininzi e, da ultimo, l’architetto Boeri che ci ha dato delle indicazioni di come ricostruire “autentico, ma non identico”. Quindi- prosegue il sindaco gettando lo sguardo al futuro- le carte in regola ci sono tutte. Dobbiamo soltanto partire ma, nello stesso tempo, è indispensabile che, dalla montagna alla parte della provincia di Macerata più colpita tutti insieme si chiedano quelle attenzioni che sono necessarie per una ricostruzione. Non nego infatti di essere fortemente preoccupato sul rischio che possa venir meno quanto da tutti auspicato per queste realtà, attraverso le nuove generazioni. Temo infatti che il rischio sia soprattutto per le seconde generazioni. L’attaccamento a queste realtà non può prescindere dal praticare il territorio e credo che i segnali li dobbiamo dare a quella seconda generazione che, vuoi per motivi oggettivi o di lavoro,  si è dovuta allontanare. È per questo che dobbiamo accelerare i tempi e dare certezza di ricostruzione. Le risorse ci sono, dobbiamo soltanto attivarci tutti insieme e, chiedere quei benefici fiscali misurati sui danni, perché altrimenti da noi non ritorna più nessuno”.c.c.
Cinque anni dal sisma dell’agosto 2016. Alle 3.36 del mattino una scossa di terremoto di magnitudo 6.0 devasta Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto provocando 299 vittime. E' l'inizio di quella che l'Ingv definirà la sequenza sismica Amatrice-Norcia-Visso.
Ingenti i danni a Castelsantangelo sul Nera, unico comune della Provincia di Macerata ad essere inserito all'epoca nel cratere sismico.


Il ricordo del sindaco Mauro Falcucci: “Il pensiero va a quelle persone che magari non ci sono più e sono purtroppo scomparse dopo. il terremoto.  Il primo pensiero va alla Casa di Riposo che fu il primo immobile ad essere dichiarato inagibile già alle 5 e 30 del mattino di quel famoso 24 agosto. Ricordiamo quella data con commozione ma anche con tanta paura- dichiara Falcucci-. Se noi non avessimo infatti effettuato quegli interventi di miglioramento sismico derivanti dal terremoto del 1997, avremmo non soltanto annoverato dei morti ma avremmo probabilmente avuto dei danni estremamente gravi, non dico alla pari di Arquata, ma sicuramente similari. Castelsantangelo è molto vicina ad Arquata del Tronto e per via del sisma stesso, in quel momento il Monte Vettore era quasi in amplificazione.
Il ricordo va dunque a quella mattina- prosegue il sindaco Falcucci-; riuscimmo a portare via la pelle ed eravamo tantissimi. A Castelsantangelo c’erano circa 4000 persone in quanto il paese conta circa 1250 abitazioni e, per la quasi totalità si tratta di seconde case. Tanti quelli tornati per la stagione estiva anche perché va ricordato che in quegli anni il momento era delicato anche sotto il profilo economico e, molti si riversavano appunto nelle seconde case accompagnati da amici e parenti. E quella mattina fu un fuggi fuggi; scapparono tutti e la Valnerina sembrava il raccordo anulare. Detto questo, ci attrezzammo e quello che dispiacque subito è che fummo dimenticati dal decreto fiscale. A dire il vero dobbiamo ancora capire se la colpa fu d
ella Regione o del Ministero- ricorda Falcucci-, fatto sta che noi fummo esclusi dal primo decreto fiscale che dava delle agevolazioni immediate. All’epoca fui chiamato ad iniziare i contatti con la cabina di regia ad Arquata del Tronto e con il Commissario d’allora, l’attuale Capo Dipartimento della Protezione Civile Curcio”.
Tenacia e tanti sacrifici hanno caratterizzato sin da quel momento la comunità e lo stesso operato del primo cittadino di Castelsantangelo, la cui forte determinazione in 5 anni non è mai venuta meno.
Vogliamo e pretendiamo attenzione per una garanzia di rinascita per questi territori e la pretendiamo sotto il profilo fiscale- rimarca Falcucci-. Ho visto il Rapporto del Commissario Straordinario Legnini che ha dato una significativa svolta a tutto il processo di ricostruzione, tuttavia, ad una lettura attenta dei dati, si vede sì che le pratiche sono partite ma questo è avvenuto soprattutto a margine del cratere, mentre quelle dentro il cratere stanno soffrendo perché è quella una ricostruzione difficile.
Per quel che ci riguarda – evidenzia Falcucci- noi siamo contentissimi di essere riusciti a portare a termine il nostro compito- Lo scorso 12 agosto abbiamo completato l’approvazione dei Piani Attuativi e abbiamo avute le ordinanze speciali per fare i sottoservizi di tutte le frazioni. Adesso dobbiamo soltanto accelerare; a brevissimo faremo una assemblea pubblica in cui cercheremo di stimolare i proprietari di immobili nella costituzione degli aggregati che nel nostro comune sono oltre 300 e, sollecitare i professionisti a progettare e ricostruire perché vogliamo vedere quanto prima e in tempi rapidissimi i cantieri che partono. Ormai le condizioni pianificatorie ci sono tutte e, non da meno, possiamo contare su uno strumento attuativo sistemato sotto il profilo idrogeologico. Aspetto non da poco che siamo riusciti a portare a casa e che farà parte della variante del Piano di assetto idro-geologico del bacino dell’Appennino Centrale. Nell’ottenimento di questo risultato siamo stati fortunati ad avere illustri nomi delle pianificazioni e delle competenze italiane, quali il prof. Braga considerato il numero uno della sismica, il prof. Prestininzi e, da ultimo, l’architetto Boeri che ci ha dato delle indicazioni di come ricostruire “autentico, ma non identico”.
Quindi- prosegue il sindaco gettando lo sguardo al futuro- le carte in regola ci sono tutte. Dobbiamo soltanto partire ma, nello stesso tempo, è indispensabile che, dalla montagna alla parte della provincia di Macerata più colpita tutti insieme si chiedano quelle attenzioni che sono necessarie per una ricostruzione. Non nego infatti di essere fortemente preoccupato sul rischio che possa venir meno quanto da tutti auspicato per queste realtà, attraverso le nuove generazioni. Temo infatti che il rischio sia soprattutto per le seconde generazioni. L’attaccamento a queste realtà non può prescindere dal praticare il territorio e credo che i segnali li dobbiamo dare a quella seconda generazione che, vuoi per motivi oggettivi o di lavoro,  si è dovuta allontanare. È per questo che dobbiamo accelerare i tempi e dare certezza di ricostruzione. Le risorse ci sono, dobbiamo soltanto attivarci tutti insieme e, chiedere quei benefici fiscali misurati sui danni, perché altrimenti da noi non ritorna più nessuno”.
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