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Una vivace festa comunitaria, domenica 13 agosto, ha concluso a Gemona del Friuli l’esperienza di scambio di esperienze e conoscenze tra il gruppo scout locale, il gemellato gruppo Scout di Camerino e il Clan di Matelica  Guardare al futuro con speranza e coraggio la sintesi delle intense giornate di confronto, vissute tra diverse realtà regionali. A quarant’anni dal terremoto del 1976 e nel ricordo comune di tristi situazioni vissute, il Gruppo Scout di Gemona ha deciso di dar vita ad un grande progetto di solidarietà. Donare un servizio, (così come era stato fatto per il Friuli all’indomani del terremoto,

quando un consistente numero di scout diede il suo prezioso apporto nell’emergenza) la scintilla che ha innescato  “Incroci di vite e di terre”, progetto che nello spirito dell’accoglienza e della solidarietà, ha riunito diverse comunità. Arrivati il 6 agosto a Gemona, l’intero gruppo Scout di Camerino e il Clan di Matelica, hanno potuto sperimentare la fratellanza, condividendo pensieri ed esperienze. Un abbraccio solidale quello del Gruppo Scout di Gemona che un mese prima aveva ospitato anche il Gruppo Scout di Gubbio; incontri e giochi hanno permesso ai ragazzi di Camerino e Matelica di conoscere le realtà di paesi che dalla caparbietà e dal grande coraggio, sono riusciti a trarre motivo di rinascita, dopo una devastante calamità. Nello scenario dello splendido territorio friulano, parte attiva del confronto, anche numerosi genitori dettisi positivamente colpiti dalla capacità di reazione di un popolo forte e combattivo. Condivisione e dialogo possono davvero aprire a nuove vie, stimolando ad avere fiducia.

“Abbiamo sentito il calore dell’accoglienza che ci ha donato grande speranza, –sottolinea la camerinese Gisella Claudi-  E’ stato il modo per vedere che esiste un futuro, che la ricostruzione c’è e che ad essa possono partecipare gli abitanti, scegliendo come la desiderano.. Le occasioni di dialogo e i posti visitati, ci hanno fatto percepire la forte volontà fattiva del popolo friulano; l’hanno dimostrata nell’emergenza, subito dopo il sisma del  maggio 1976, quando in poco tempo sono riusciti a rientrare nelle loro abitazioni, e ancora, pochi mesi dopo, quando le scosse di settembre, hanno significato l’esodo anche per loro. I friulani si sono trovati  a vivere la stessa nostra paura di disgregazione delle comunità, l’angoscia di non poter più ritrovare il paese e la gente che avevano lasciato. Con le stesse nostre difficoltà, sono riusciti a rimboccarsi le maniche, partecipando attivamente alla ricostruzione. Quello che mi ha davvero colpito- aggiunge– è che le due parole vicine nel loro slogan erano  “ricostruzione e sviluppo”, per avere un Friuli migliore di quello che era prima”.  Oltre ad aver visitato Gemona, i genitori degli Scout  di Camerino e Matelica hanno potuto rendersi conto del diverso metodo di ricostruzione adottato per Venzone.

“ Gemona- spiega Gisella Claudi - ha puntato sulla velocità. Gli abitanti hanno chiesto di poter ricostruire subìto le loro case in un luogo diverso dal centro cittadino. Il risultato è stata la costruzione di tante villette a due piani e una città che si è estesa a valle, anche se la comunità, ne è uscita un po’ disgregata  Per la città medievale di Venzone, dichiarata Patrimonio dell’Umanità prima del terremoto del 1976 e interamente fotografata, gli abitanti con coraggio, hanno invece scelto una ricostruzione più lunga. Appoggiati dagli Stati europei ( e in particolare dalla Germania che aveva vissuto le grandi distruzioni della seconda Guerra mondiale), nell’idea che ogni singola pietra dovesse essere rimessa al suo posto, per cinque anni le hanno catalogate una per una. Un tempo più lungo per la ricostruzione ma quella di oggi è la stessa città di prima. Considerata la similitudine con certe zone danneggiate di Camerino, ne siamo rimasti colpiti, interrogandoci anche su quale tipo di ricostruzione attuare nella nostra città. Quello che ci è sembrato davvero molto significativo, è che la popolazione abbia potuto partecipare attivamente alle scelte da prendere e alla ricostruzione. Gente propositiva, gente reattiva che ha saputo fare; di certo, come ci hanno raccontato, non sono mancate le discussioni anche accese, ma questa modalità ha fatto sì che contassero responsabilità e impegno da parte di tutti, per un risultato finale il cui merito si estende dalle istituzioni fino all’ultimo degli abitanti”. È una terra ancora profondamente segnata quella nella quale hanno fatto ritorno giovani e adulti marchigiani, eppure il legame con la regione che generosamente li ha accolti è un qualcosa che rafforza.  Dai friulani anche un positivo stimolo ad organizzarsi, a partire dalle associazioni, in modo tale da costituire un “comitato” di gente propositiva e attiva nella ricostruzione. “ Sulla scia di questa costruttiva esperienza- conclude Gisella Claudi- a Camerino ci stiamo adoperando, proprio al fine di attivare un dialogo produttivo con la popolazione. Un segnale necessario, per ricostruire e riaggregare la comunità”.

Continuano le attività di controllo per rintracciare e verificare i prodotti potenzialmente inquinati dal Fipronil. Contemporaneamente  stanno arrivando i risultati delle analisi sugli ulteriori campionamenti effettuati dai Servizi Veterinari dell’ASUR Marche in collaborazione con il Comando Regionale del NAS. Una positività è stata rilevata su campionamento uova in un impianto di produzione di pasta fresca di Civitanova Marche. L’istituto zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche che ha rilevato la contaminazione ha comunicato che la quantità di Fipronil presente nelle uova campionate è pari a 0,033 mg/kg.

Anche in questo caso il valore è ben al di sotto del limite di tossicità acuta (0,72 mg/kg).

Le attività svolte hanno messo in evidenza che le uova provengono da un centro di imballaggio con annesso allevamento di Castelfidardo. Questo centro di imballaggio, avendo ricevuto uova dalla azienda di Ostra Vetere (primo allevamento marchigiano coinvolto nell’allerta), ha già provveduto volontariamente, sia al blocco della commercializzazione delle uova in deposito, che al ritiro di quelle commercializzate.  L’Autorità competente locale ha provveduto comunque ad emanare un provvedimento di blocco della commercializzazione. 

 

Allarme a Macerata nell'Isola Ecologica di Fontescodella per il ritrovamento da parte degli addetti del Cosmari di una bomba a mano all'interno di un cassonetto. Immediatamente sono stati allertati i carabinieri che hanno disposto la chiusura dell'impianto in attesa dell'arrivo degli artificieri che hanno provveduto a mettere in sicurezza l'ordigno. Fortunatamente alla bomba a mano era stato tolto l'innesco da parte di colui che se ne era liberato per cui l'ordigno non era in grado di esplodere. Così i carabinieri, che stanno conducendo le indagini per l'individuazione del responsabile, hanno dato il via libera alla riapertura dell'Isola Ecologica.  

 

isola ecologica

Il cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, è arrivato puntuale alle 9 di giovedì 31 agosto all’eremo del Beato Rizzerio a Muccia, a 730 metri di altezza, nella casa che accoglie gli sfollati del sisma, costruita sulla tomba di uno dei più stretti compagni di san Francesco. Il presidente della Cei si è intrattenuto fraternamente con gli ospiti e con le autorità, all’esterno della casa, prima dell’incontro ufficiale. «Essere vicini a chi soffre, rendersi conto di persona e concretamente – ha detto il cardinale Bassetti all’arrivo ai microfoni di Radio C1 in Blu che segue in diretta la giornata - quando si parla con chi è stato sotto le macerie, quando ti parla chi ha perso tutto è diverso da sentire dai mezzi di informazione. È importante che noi pastori della Chiesa abbiamo questi contatti diretti con cui soffre, le conseguenze del terremoto colpiscono gli affetti, i ricordi più cari della vita, rischiano di cancellare le tradizioni delle comunità. Il sisma causa tanti problemi e rendersi conto di persona è fondamentale». Il cardinale ha invitato a mantenersi saldi nella speranza: «Se vediamo solo con gli occhi del provvisorio, intristiamo tutti e non troviamo la forza di ricostruire. La speranza è l’oggi che ci aiuta a costruire».

 

(don Gianni Fabbrizi vicario della  vicaria di Pieve Torina e parroco di Muccia, il cardinale Bassetti e il vescovo Francesco Giovanni Brugnaro all’eremo del Beato Rizzerio a Muccia)

 

bassetti brugnaro

Accompagnato dall’arcivescovo di Camerino-San Severino Francesco Giovanni Brugnaro, il cardinale in mattinata andrà per una breve visita a Pievetorina, dove sono state assegnate le casette, e poi si fermerà a Visso, dove la ricostruzione  è ancora molto lontana e la quasi totalità della popolazione è sfollata nelle città di mare. 

A Muccia dove case e attività sono state fortemente danneggiate dal sisma per oltre il 90%, il sindaco Mario Baroni invita a riprendere velocemente la vita di tutti i giorni per non far disamorare le persone al loro paese anche se “i tempi sono ancora incerti, abbiamo riaperto scuole elementari e materne poco dopo le prime scosse, da parte degli amministratori c’è il massimo impegno per far riprendere più velocemente possibile”. Sfollato all’eremo, il sindaco Baroni ha accolto e ringraziato il cardinale per la visita ed ha salutato il prefetto di Macerata Roberta Preziotti che ha preso parte a questa “manifestazione di vicinanza della Chiesa” e che ha condiviso questa necessità di «sentirsi uniti ai fedeli vedendo direttamente ciò di cui questo territorio ha bisogno e che non deve essere dimenticato».

 

 

(Il Prefetto di Macerata Roberta Preziotti accanto al vicario della diocesi mons. Nello Tranzocchi)

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A Pieve Torina il sindaco Alessandro Gentilucci ha offerto un dono simbolico al presidente della Cei e arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, che lo ha accettato come ricordo dell’accoglienza che ha ricevuto, pur nelle difficoltà, ed ha commentato ricordando la somiglianza tra le Marche e l’Umbria, regioni piccole dove ci si sente più solidali e vicini. “Una visita emozionante, ricca di contenuti e di umanità – ha detto il sindaco Gentilucci - a nome della comunità esprimo commossa gratitudine al cardinale Bassetti e all’arcivescovo Brugnaro per questo interessamento che va ben oltre una visita di cortesia, nell’ottica di un nuovo percorso ecclesiale che stiamo vivendo”.

Da Pieve Torina il trasferimento a Visso dove il cardinale è stato accolto dal sindaco Giuliano Pazzaglini, dal vicesindaco Gian Luigi Spiganti Maurizi, dal comandante della Stazione dei Carabinieri e dalla popolazione. «Qualcuno potrebbe scegliere di non tornare, per motivi diversi – ha detto preoccupato il sindaco - almeno due anni serviranno per stabilizzare la situazione anche se le scuole saranno riaperte il 15 settembre. Attendo risposte per la collettività di Visso e non solo, nei comuni distrutti servono subito notizie certe».

Il cardinale Bassetti si è fermato in visita all’azienda Svila srl (fondata nel 1974) a Visso che ha aumentato il numero di dipendenti e il fatturato nonostante le forti difficoltà: in venticinque giorni è stata riallestita la fabbrica e i lavoratori non si sono tirati indietro perché la continuità del lavoro ha permesso loro di affrontare gli altri disagi e così è stata garantita la produzione alimentare. Maurizio Crea, amministratore delegato, dopo la visita del Cardinale ha commentato con Mario Staffolani per Radio C1 InBlu: “i dipendenti sono al centro dell’azienda, il terremoto è stato affrontato con forza grazie all’unità di tutto il personale. La grande famiglia Silva non si è mai fermata ed anzi è stato velocizzato quello che era stato programmato».

(L'arrivo del cardinale Bassetti a Visso accolto dal sindaco Pazzaglini)

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Cuore della mattinata la visita in Piazza Cavour, cuore pulsante della città di Camerino, dove il presidente della CEI è stato ricevuto all'interno della zona rossa dal sindaco Gianluca Pasqui e dal rettore di Unicam Claudio Pettinari. Il primo cittadino ha espresso il benvenuto al cardinale Bassetti che ha dimostrato la vicinanza umana e la speranza di vedere presto la città riprendere. Il sindaco ha ricordato le difficoltà della gestione attuale e il fatto che non ci sono più momenti di incontro nei luoghi della città: «è da ricostruire lo strato sociale – così il Sindaco - le istituzioni e i cittadini stanno lavorando verso lo stesso obiettivo e sono i valori dei quali ciascuno è portatore che permettono di guardare avanti superando le divisioni.»

«Le parole del cardinale ci hanno dato forza – ha detto il rettore Claudio Pettinari - ci sarà ancora molto da fare, desideriamo partire dai giovani, dai bambini e lo faremo insieme al comune e all’arcidiocesi: l’Università di Camerino è pronta per passare dalla fase delle parole alla fase dei progetti e delle azioni».

«I sacerdoti che sono qui hanno visto tante storie e tanta fatica – le parole dell’arcivescovo Francesco Giovanni - in questa piazza dove ci sono l’università, la cattedrale, la casa del vescovo e il mercato, il centro e il cuore della diocesi. Grazie al Cardinale che ha desiderato conoscere la nostra situazione e che ci aiuta a renderla nota, non perché cerchiamo la pubblicità, ma perché noi, che ora siamo poveri, abbiamo bisogno di aiuti e spero che ogni realtà possa condividere».

«Desidero comunicarvi la speranza che viene anche dalla mia esperienza con tanti terremoti - ha concluso il cardinale Bassetti - a prete giovane sono stato anche volontario tra i terremotati dal Friuli e sia lì sia in altre occasioni simili la rinascita è sempre stata convinta. Ai vicari foranei, che mi hanno spiegato quello che stanno facendo, e ai sacerdoti di questa diocesi esprimo il mio grazie con tutto il cuore. Ripartire dalla scuola materna è un modo di aggregare le famiglie e la gente così avendo modo di rivedersi con continuità, sente qualcosa di suo. Stiamo ora nel sepolcro, questo momento è come un Golgota per tanti, ma sono sicuro che questo territorio risorgerà».

 

 

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Il Cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia – Città della Pieve e Presidente della C.E.I. (Conferenza Episcopale Italiana) è in visita nel territorio della Diocesi di Camerino – San Severino Marche.

Il Cardinale è stato accolto a Muccia, presso l'Eremo del Beato Rizerio, dall'Arcivescovo Francesco Giovanni Brugnaro che lo accompagnerà poi a visitare alcuni dei luoghi martoriati dal sisma dello scorso ottobre.

Il Presidente della C.E.I. proseguirà la sua visita a Pieve Torina, sarà così a Visso, Camerino, San Severino Marche prima di partire alla volta di Tolentino e Macerata dove in Piazza della Libertà presiederà la messa in onore del patrono San Giuliano.

Nel corso della giornata il presule saluterà anche i sindaci, le forze dell'ordine e si tratterrà con i sacerdoti e i fedeli dell'arcidiocesi camerte - settempedana. “Una visita che, secondo il desiderio del Cardinale Bassetti, non avrà il carattere della formalità, ma quello della cordialità della premura – le parole dell'arcivescovo Francesco Giovanni – per condividere le nostre preoccupazioni e conoscere da vicino quello che è avvenuto nel nostro territorio che, pur non avendo avuto morti e feriti, di fatto ha avuto grandi sofferenze in distruzioni, sfollati, perdita del patrimonio storico – artistico - architettonico, dispersione di comunità. Attraverso la presenza del Cardinale Bassetti faremo conoscere più da vicino alla Conferenza Episcopale Italiana la nostra situazione e faremo giungere a Papa Francesco il nostro ringraziamento per l'attenzione che ha avuto fino ad ora e ci aiuti a fare in modo che la nostra speranza diventi una realtà buona, positiva, possibile”.

Le significative scosse di terremoto che, lo scorso 25 agosto, hanno avuto come epicentro la montagna di Santa Maria Maddalena, crocevia di un territorio ricompreso nei comuni di Caldarola, Cessapalombo, Camporotondo di Fiastrone, Belforte del Chienti, Serrapetrona, Valfornace, sono frutto, secondo il parere del geologo di Unicam Emanuele Tondi, studioso di terremoti e conoscitore del territorio per essere anche sindaco di Camportondo di Fiastrone, di uno "sciame sismico analogo a quello verificatosi nel 1936 che sul costruito dell’epoca - sono parole di Tondi" provocò danni simili o leggermente minori di quelli generati dai terremoti di fine ottobre 2016". Sull'argomento, stavolta sotto il profilo storico, è tornato Mauro Capenti, ex primo cittadino di Caldarola e profondo conoscitore della storia locale.

"Stando alle cronache del periodo - così Capenti - la sequenza sismica iniziò nel 1922 con una scossa di terremoto di magnitudo 5.0 della scala Richter, almeno secondo le stime. Il terremoto che, invece, viene ricondotto alla cosiddetta faglia di Caldarola iniziò il 12 settembre 1936 ed ebbe il suo apice il 9 dicembre dello stesso anno, terminando con un'altra forte scossa il 17 gennaio 1937, giorno di S. Antonio.

( nella foto si può notare l'epicentro del terremoto, che presumibilmente è sulla stessa faglia del 1936 )

epicentro

L'intensità fu stimata intorno al 7° grado della scala Mercalli, all'incirca corrispondente ad un 4.8 della Richter. In seguito a tale terremoto Caldarola fu classificato come comune a rischio sismico di secondo grado. Il sisma provocò un gran numero di sfollati che, costretti ad abbandonare le case danneggiate del centro storico, furono alloggiati in una sorta di baraccopoli istituita presso il Campo della Fiera, dove rimasero molti mesi. Anche il monastero di Santa Caterina, annesso al Castello Pallotta, fu danneggiato, così come le chiese del paese e diverse facciate dei palazzi che insistono sulla piazza e lungo il corso. Ci furono anche conseguenze dal punto di vista dello spopolamento con molte famiglie di artigiani che, persa la possibilità di lavorare nel paese di origine, si trasferirono a Tolentino dove i discendenti vivono ancora".   

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Dopo la scossa che nelle prime ore del mattino ha svegliato di soprassalto gli abitanti di Caldarola e dei comuni limitrofi la terra è tornata ancora a tremare nel pomeriggio. Alle 17.33 un'altra violenta scossa di terremoto di magnitudo 3.5 ha interessato lo stesso epicentro nella zona di Santa Maria Maddalena. Grande spavento fra gli abitanti che sono usciti di casa, mentre il sindaco ha subito attivato la Protezione Civile locale per allestire un dormitorio di emergenza dal momento che in molti hanno già deciso di passare la notte fuori dalla propria abitazione. Secondo il geologo Emanuele Tondi si tratterebbe di uno sciame sismico analogo a quello verificatosi nel 1936 che sul costruito dell’epoca provocò danni simili o leggermente minori di quelli generati dai terremoti di fine ottobre 2016. Ma la gente, stremata da un sisma che sembra non avere fine, continua a vivere nella paura.

 

Ancora una scossa di terremoto nel maceratese. Alle 5.44 di questo venerdì 25 agosto la terra è tornata a tremare facendo tornare lo spavento tra la popolazione. L'epicentro del sisma è stato localizzato ancora una volta nella zona di S. Maria Maddalena territorio a cavallo fra i comuni di Caldarola, Cessapalombo, Camporotondo di Fiastrone, Belforte del Chienti, Serrapetrona, Valfornace. Secondo i dati forniti dall'INGV il sisma ha avuto ipocentro a 8 chilometri di profondità ed ha avuto una magnitudo di 3.3 della scala Richter. Molte persone sono state svegliate di soprassalto dalla scossa, anche se al momento, nonostante il rinnovarsi della paura, non si segnalano fortunatamente danni agli edifici nè alle persone. Altre due scosse di entità più lieve si sono susseguite a breve distanza di tempo sempre con epicentro nella stessa zona, la più intensa delle quali di magnitudo 2.5.


Di seguito le precisazioni del geologo di Unicam Emanuele Tondi
 
Non è il primo terremoto che si verifica in questa zona. Terremoti locali di modesta magnitudo (stimata tra 4,5 e 5,0) si sono verificati nel 1921 e 1936. Terremoti generati da faglie piccole (1000 volte più piccole di quella del Monte Vettore-Monte Bove), che non arrivano in superficie e di cui l’Italia è piena. A Caldarola e nei Comuni vicini, i danni provocati dagli eventi del 1921 e 1936, sul costruito dell’epoca, sono stati simili o leggermente minori di quelli generati dai terremoti di fine ottobre 2016. Diverso il discorso del terremoto del 1799, con un’area epicentrale non ben definita e con danni notevoli avvenuti in un’area ampia che da Sarnano, a sud, si estende fino a San Severino, a nord e a Camerino ad ovest. Anche in questo caso, il terremoto è stato generato da più faglie minori, ripetuti eventi che nel complesso hanno generato danni diffusi e poche, pochissime, vittime. 
Precisiamo che non c’è mai stato un vulcano a Caldarola. A Garrufo (tra Caldarola e Camporotondo) ci sono fenomeni geologici, tipo vulcanelli di fango e sinkhole (buche), legati alla circolazione delle acque sotterranee.
Considerazione personale: poiché le accelerazioni al suolo legate ai forti eventi dei mesi scorsi hanno raggiunto quelle massime possibili per l’area, almeno sulla base della Carta di Pericolosità Sismica nazionale, gli edifici attualmente agibili e non danneggiati non devono temere l’occorrenza di eventuali (ma speriamo comunque di no) terremoti generati da piccole faglie locali. 

(Nella foto in basso il luogo dell'epicentro zona boschiva. 4 chilometri di distanza dal centro di Caldarola, la località è la zona di Santa Maria Maddalena ).  

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Una cerimonia toccante quella che si è svolta a Caldarola dove, ad un anno esatto dalla prima scossa di terremoto, è stata inaugurata la rinnovata palestra comunale intitolata a Milena Nardi, già atleta e dirigente del Caldarola volley, che a a causa di un infarto perse la vita in quella tragica notte. Presenti, oltre ai familiari di Milena, la mamma Elodia, la sorella Sabina, il compagno Sergio, l'assessore regionale Angelo Sciapichetti, il presidente della provincia di Macerata Antonio Pettinari, autorità civili e militari. "Come amministrazione abbiamo creduto opportuno intitolare a lei la nostra palestra - le parole del sindaco di Caldarola Luca Giuseppetti - Ho avuto modo, durante gli anni in cui sono stato presidente dell'Unione Sportiva, di collaborare con Milena che svolgeva il ruolo di dirigente responsabile del settore pallavolo. Una persona che ha frequentato molto questa palestra, prima come atleta, poi, appunto, come dirigente. Ed è stato proprio questo il motivo che ci ha spinti a dedicare alla sua memoria questo rinnovato impianto".

"A nome dell'intera famiglia desidero ringraziare il sindaco e tutta la comunità che ha partecipato alla cerimonia nel ricordo di mia sorella - così Sabina Nardi - Milena era una persona speciale che merita questo e molto di più. Credo che da lassù anche lei abbia apprezzato questo gesto. Immagino già il suo sorriso".

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Tra i presenti anche Roberto Vagni, ex capitano della Lube Volley,

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compagno di mille "avventure" sportive con Milena nel periodo in cui ha allenato la squadra di volley caldarolese. "La palestra - ha dichiarato - è un importantissimo luogo di socializzazione per i giovani che condividono molte esperienze, giocano e si divertono. E' anche un luogo di educazione allo sport e di rispetto delle regole. Tutti valori nei quali anche Milena credeva".    

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( sotto nella foto a destra la Mamma di Milena Nardi, Elodia )

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“Queste prime casette assegnate agli abitanti non sono altro che una parte di un grande lavoro che vede impegnate da un anno a questa parte molte persone e che si va pian piano a completare”. Con queste parole il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli ha introdotto, lo scorso 23 agosto, la cerimonia di assegnazione dei primi moduli abitativi emergenziali nel comune di Pieve Torina. “E' un primo segno di speranza che si concretizza – ha proseguito il Governatore – Per coloro che vi andranno ad abitare è un momento che segna la fine dell'emergenza e il graduale ritorno alla normalità, in attesa che venga completata la vera ricostruzione, quella delle case distrutte dal terremoto. L'aspetto straordinario che mi preme sottolineare è la forte volontà delle persone di ritornare nei luoghi dove hanno sempre vissuto e dove hanno le proprie radici. Vivere nelle aree interne comporta sacrificio, sia pur ripagato dalla bellezza di luoghi incantevoli, e il forte attaccamento dimostrato dalla nostra gente spinge tutti noi a fare presto e ad utilizzare al meglio le risorse per il rilancio del territorio”.

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“Un grande risultato ottenuto grazie all'impegno ed anche alla testardaggine di noi abitanti di Pieve Torina – così il sindaco Alessandro Gentilucci – Vedere le lacrime sui volti dei nostri concittadini che ora possono ritornare a casa ripaga di 10 mesi di sforzi e di critiche che, per fortuna, sono state costruttive. Se tutto viene sterilizzato nella protesta senza proposte, allora saremo noi stessi a decretare la morte del nostro territorio.

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Osservando la cartina Pieve Torina rappresenta il baricentro dell'intera Unione Montana la cui rinascita dipende anche dalla nostra ripartenza. Cerchiamo di guardare avanti, lavoriamo per il rientro delle comunità, per la realizzazione dei servizi essenziali. Solo così potremo festeggiare la rinascita di tutto l'alto maceratese”.

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“Le difficoltà in queste aree sono enormi – l'intervento del presidente della provincia di Macerata Antonio Pettinari – e la solidarietà ha bisogno di atti concreti. Ecco, dunque, che bisogna impegnarsi per la sistemazione delle strade, il ripristino dei servizi scolastici, l'avvio delle attività commerciali avendo l'onestà intellettuale di dire che chi ha più bisogno deve essere maggiormente aiutato. Un territorio montano che deve risorgere anche a vantaggio di coloro che vivono nelle zone costiere. Questo il nostro obiettivo per i prossimi anni”.

marsili entra nella casetta

interno casetta

«Soccorrere le persone, il bene primario delle nostre condizioni e comunità; impegnarci per il lavoro affinché diventi il luogo che produce il bene agli altri e perché le persone riprendano la vita normale attraverso l’impegno ritrovato; la tempestività per anticipare il più possibile i tempi di ritorno alla normalità». Anche l'arcivescovo Francesco Giovanni Brugnaro ha preso parte alla cerimonia di consegna delle soluzioni abitative di emergenza e, congratulandosi con gli amministratori e le maestranze, ha espresso alcune considerazioni nel primo anniversario del sisma che ha colpito pesantemente il territorio dell’arcidiocesi di Camerino.

vescovo e signora crocefisso

«Ringraziamo il Signore per quanto è stato compiuto e impegniamoci ancora di più per permettere al numero maggiore di persone di tornare nelle proprie contrade e paesi. Il futuro può essere nebuloso e imprevedibile – ha detto inoltre - ma se continuiamo operando tra diverse realtà, tra gli imprenditori, le autorità civili nazionali, regionali e comunali si potranno posizionare e consegnare le casette, riaprire le scuole e le attività del tempo libero e così, rinascendo le comunità, si guarderà avanti».

vescovo marsili

Un anno fa iniziava un calvario per le persone e per l’arcidiocesi. In provincia di Macerata la diocesi di Camerino è la più danneggiata, sono compromesse non solo le chiese ma anche gli oratori, le canoniche, i centri di aggregazione, le strutture pubbliche. «Le nostre comunità sono piccole e con poche disponibilità economiche – ha spiegato mons. Brugnaro - e per questo vanno soccorse con maggiore intensità perché da sole sono spaesate e incapaci di riprendere: di qui la necessità di accompagnarle nel ricostruire per riconoscersi in quei beni e in quella memoria e storia centenaria e tornare a essere punti di riferimento culturali, economici, turistici, paesaggistici e sociali».

A Macerata, gli agenti della "Volante" sono intervenuti alle 13 e 30 in C.so Cavour dove un extracomunitario in preda all'alcool, stava dando in escandescenze, con pericolo per sè e per i passanti Gli agenti hanno riconosciuto  nell'uomo uno degli extracomunitari sottoposti a controllo poche ore prima presso i giardini Diaz ed in regola con il soggiorno in Italia. L'uomo, originario del Gambia, in evidente stato di ebbrezza alcolica, brandiva una bottiglia che teneva in mano minacciando i passanti. Lo stesso peraltro, barcollando vistosamente, aveva invaso la sede stradale di C.so Cavour, rischiando di provocare incidenti e di essere investito.
Fermato dagli agenti l'uomo è stato successivamente condotto in Ufficio. L' extracomunitario è stato deferito all'Autorità Giudiziaria per il reato di minacce aggravate e sanzionato per essere stato sorpreso in stato di ubriachezza in un luogo pubblico.

“Errani conclude l’incarico il 9 settembre come era previsto. Ha fatto un grande lavoro come commissario della ricostruzione perché ad un anno dal terremoto abbiamo tutti gli strumenti che servono per poter ricostruire sia le case private che le imprese. E’ stata fatta una produzione di ordinanze,  normative e risorse in grado di mettere in moto tutto il sistema."- lo ha dichiarato intervistato dall Rai il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli-  "Tutta la ricostruzione è già finanziata con il meccanismo del credito di imposta, quindi con  un forte contributo. Adesso si passa alla fase operativa e sempre più il tema sarà l’operatività sul territorio: Comuni, Province, Regione, enti che collaborano alla ricostruzione, cittadini che devono presentare le pratiche, le imprese. Sta a noi rilanciare questa seconda fase. La bontà del lavoro di Errani ci permette oggi di affrontare questa seconda fase forti di tutti gli strumenti. I sindaci saranno sempre più protagonisti. Già nella prima fase abbiamo cercato di coinvolgerli ma è chiaro che in una realtà come le Marche, con 87 Comuni nel cratere e 90 fuori dal cratere con danni, tutti insieme dobbiamo affrontare questa sfida e l’impegno sarà speso  nel coinvolgere e rendere sempre più operativo il territorio dai Comuni alla Regione. Così potremo ottenere i risultati.

Nelle Marche 27 Comuni hanno chiesto le casette e ci sono 78 aree interessate con tutti i cantieri aperti. Stiamo consegnando le casette mano a mano che vengono realizzate. E’ stata fatta una scelta molto forte: non quella della “new town” aquilana, ma di andare a ricostruire lì dove i cittadini erano.  Io ho assistito alla consegna delle casette nelle frazioni di questi borghi straordinari e i cittadini hanno potuto dire di essere tornati a “casa”. Questa è la cosa importante. Poi ovviamente la prossima tappa è tornare nella propria abitazione di proprietà. Questa scelta - ha concluso il governatore delle Marche- è una scelta impegnativa perché il territorio è collinare e montuoso e non è banale andare a urbanizzare queste aree e  realizzare lì le casette. I tempi verranno ripagati dal fatto che il cittadino sentirà di essere tornato alle sue radici”.

Topi d’auto in azione a Macerata . Due i furti commessi all’interno di vetture lasciate in sosta dai rispettivi proprietari in Via Piave e in Via Manzoni.

Previa effrazione dei finestrini dall'auto posteggiata in Via Piave, è stato asportato un capo di abbigliamento mentre da quella posteggiata in Via Manzoni, ad attrarre l’attenzione dei malviventi è stata una macchina fotografica.

Per i rilievi e dopo la denuncia del furto subìto, in entrambi i casi è intervenuto il personale della Volante. In corso le indagini.

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