Covid19, positivo il titolare di una ditta di onoranze funebri

Lunedì, 16 Marzo 2020 09:31 | Letto 13379 volte   Clicca per ascolare il testo Covid19, positivo il titolare di una ditta di onoranze funebri E risultato positivo al virus anche il titolare di una ditta di onoranze funebri del maceratese. Al momento è in isolamento domiciliare insieme ai propri familiari. Non si sa, e non è neanche scontato, che luomo abbia contratto il virus mentre lavorava: molto semplicemente potrebbe essere entrato in contatto con una persona infetta in altri momenti. Ad ogni modo, già da alcuni giorni la Regione Marche ha diramato alcune disposizioni per le attività funerarie proprio in virtù dellaumento di decessi che si stanno verificando negli ospedali a causa del virus. Benché il decesso determini anche linterruzione delle funzioni vitali e quindi, per conseguenza, si riduca anche il rischio di contrarre la malattia che, va ricordato, per lo più si trasmette attraverso tosse e starnuti, per evitare ogni rischio che il personale delle onoranze funebri venga a contatto con liquidi biologici è stata vietata la manipolazione delle salme e la loro vestizione. Queste devono solo essere avvolte da un lenzuolo imbevuto di una soluzione disinfettante. Inoltre, gli operatori devono indossare tutti i dispositivi di protezione inviduale del caso: mascherine chirugiche, occhiali, camice idrorepellente, scarpe da lavoro e guanti. Vale la pena anche raccontare cosa sta accadendo al nord: in Lombardia è al collasso non solo il sistema sanitario. Il problema infatti riguarda anche i deceduti. Per intuirlo - scrive Il Mattino (https://www.ilmattino.it/primopiano/cronaca/coronavirus_lombardia_diretta_morti_cimitero_emergenza_cremazioni_ultime_notizie_14_marzo_2020-5111151.html) basta scorrere le pagine dellEco di Bergamo, il quotidiano della provincia più colpita, dove oggi ci sono 11 pagine fitte di necrologi. Proprio a Bergamo nei giorni scorsi la chiesa del cimitero è stata trasformata in una camera mortuaria perché i posti in obitorio non bastano più. A Cremona stesso destino è toccato alla chiesa dellospedale Maggiore. E a Brescia il vescovo ha dato la disponibilità a individuare qualche chiesa in cui ricoverare le salme in attesa della sepoltura, mentre a Milano il Comune ha messo a disposizione cento posti nellobitorio e ha cambiato il regolamento dando alle famiglie non più trenta ma cinque giorni per decidere dove seppellire i defunti. Un problema è anche la cremazione - si legge ancora - troppo richieste che non si riescono ad evadere. Per questo il prefetto di Brescia Attilio Visconti ha invitato a scegliere forme di sepoltura tradizionali. Come prefetti una prima risposta al problema è stata lautorizzazione ai medici a rilasciare i certificati di morte anche prima dei tre giorni e le salme possono essere depositate anche nei loculi zincati. Ma cè anche il dramma delle famiglie, che possono fare il riconoscimento dei loro cari solo a distanza, che non possono far celebrare il funerale. Anche per questo i vescovi della Lombardia hanno lanciato appelli per dare conforto agli ammalati. Quello di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, ha lanciato un appello al personale sanitario: di fronte a persone morenti che vogliano la benedizione, «donategliela».g.g. 
E' risultato positivo al virus anche il titolare di una ditta di onoranze funebri del maceratese. Al momento è in isolamento domiciliare insieme ai propri familiari. Non si sa, e non è neanche scontato, che l'uomo abbia contratto il virus mentre lavorava: molto semplicemente potrebbe essere entrato in contatto con una persona infetta in altri momenti. Ad ogni modo, già da alcuni giorni la Regione Marche ha diramato alcune disposizioni per le attività funerarie proprio in virtù dell'aumento di decessi che si stanno verificando negli ospedali a causa del virus. Benché il decesso determini anche l'interruzione delle funzioni vitali e quindi, per conseguenza, si riduca anche il rischio di contrarre la malattia che, va ricordato, per lo più si trasmette attraverso tosse e starnuti, per evitare ogni rischio che il personale delle onoranze funebri venga a contatto con liquidi biologici è stata vietata la manipolazione delle salme e la loro vestizione. Queste devono solo essere avvolte da un lenzuolo imbevuto di una soluzione disinfettante. Inoltre, gli operatori devono indossare tutti i dispositivi di protezione inviduale del caso: mascherine chirugiche, occhiali, camice idrorepellente, scarpe da lavoro e guanti. 
Vale la pena anche raccontare cosa sta accadendo al nord: in Lombardia è al collasso non solo il sistema sanitario. Il problema infatti riguarda anche i deceduti. "Per intuirlo - scrive Il Mattino (https://www.ilmattino.it/primopiano/cronaca/coronavirus_lombardia_diretta_morti_cimitero_emergenza_cremazioni_ultime_notizie_14_marzo_2020-5111151.htmlbasta scorrere le pagine dell'Eco di Bergamo, il quotidiano della provincia più colpita, dove oggi ci sono 11 pagine fitte di necrologi. Proprio a Bergamo nei giorni scorsi la chiesa del cimitero è stata trasformata in una camera mortuaria perché i posti in obitorio non bastano più. A Cremona stesso destino è toccato alla chiesa dell'ospedale Maggiore. E a Brescia il vescovo ha dato la disponibilità a individuare qualche chiesa in cui ricoverare le salme in attesa della sepoltura, mentre a Milano il Comune ha messo a disposizione cento posti nell'obitorio e ha cambiato il regolamento dando alle famiglie non più trenta ma cinque giorni per decidere dove seppellire i defunti. Un problema è anche la cremazione - si legge ancora - troppo richieste che non si riescono ad evadere. Per questo il prefetto di Brescia Attilio Visconti ha invitato a scegliere forme di sepoltura tradizionali. Come prefetti una prima risposta al problema è stata l'autorizzazione ai medici a rilasciare i certificati di morte anche prima dei tre giorni e le salme possono essere depositate anche nei loculi zincati. Ma c'è anche il dramma delle famiglie, che possono fare il riconoscimento dei loro cari solo a distanza, che non possono far celebrare il funerale. Anche per questo i vescovi della Lombardia hanno lanciato appelli per dare conforto agli ammalati. Quello di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, ha lanciato un appello al personale sanitario: di fronte a persone morenti che vogliano la benedizione, «donategliela»".
g.g.

 

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