Cementificio, Zura: “L’assessore regionale Cesetti difende uno degli indagati”

Lunedì, 13 Luglio 2020 10:53 | Letto 1547 volte   Clicca per ascolare il testo Cementificio, Zura: “L’assessore regionale Cesetti difende uno degli indagati” Dopo tre anni, gli esposti in Procura presentati dal consigliere regionale Luigi Zura-Puntaroni sulle analisi condotte dall’Arpam per verificare il grado di inquinamento provocato dal Cementificio Sacci, hanno portato alla conclusione delle indagini nei confronti dell’allora dirigente generale, del direttore tecnico e del direttore amministrativo. I tre soggetti (fra cui il direttore generale, di Tolentino) hanno ovviamente dovuto nominare altrettanti avvocati e uno di questi ha incaricato Fabrizio Cesetti, assessore regionale.  È per questo che il consigliere Zura-Puntaroni, che per anni si è battuto per la chiusura dell’impianto, ha presentato una interrogazione che è stata discussa alcuni giorni fa per chiedere “se la cosa fosse, come dire…normale”. Va precisato che tutto è nato quando l’Arpam è stata incaricata dai Comuni di San Severino, Castelraimondo e Gagliole di effettuare una indagine ambientale da cui però non erano emerse particolari criticità. La cosa però, visto l’alto tasso di mortalità per malattie provocate dalle emissioni tipiche di un impianto come quello di Selvalagli, era sembrata strana tanto che il Comitato Salva Salute aveva incaricato la Consulenze ambientali Spa di effettuare una controperizia. Da qui sarebbero emerse evidenti lacune e mancanze dell’indagine Arpam: l’agenzia aveva operato non rispettando le procedure metodologiche, arrivando a definire l’indagine “inconsistente dal punto di vista scientifico e metodologico”. Solo a giugno nel 2017, era stata disposta un’indagine sui terreni di Serripola da parte del nuovo Direttore, i cui esiti avevano evidenziato un ulteriore superamento del cobalto. Inoltre, era anche emerso che l’agenzia regionale disponeva da tempo di un documento trasmesso dalla Sacci sulle aree di massima ricaduta degli inquinanti, tra cui proprio quella in direzione di Serripola ma che però le indagini commissionate da provincia e comuni e rese note nel 2016 si erano concentrate in aree distanti da questa, dove risultava prelevato un solo campione. L’esposto di Zura ha portato la Procura ad aprire le indagini e, conseguentemente a inviare un avviso di garanzia ai tre dirigenti. A rispondere all’interrogazione del consigliere di qualche giorno è stato l’assessore regionale all’ambiente Angelo Sciapichetti che ha effettuato una lunga disamina delle normative nazionali e regionali per spiegare come Cesetti non incorra in alcun conflitto di interessi: “Tutto ciò che è giuridicamente consentito può essere ritenuto eticamente corretto. Cesetti ha le deleghe agli enti locali, servizi pubblici, bilancio, credito, demanio, valorizzazione del patrimonio, finanze, provveditorato ed economato, rapporti con le agenzie ed enti dipendenti dalle società partecipate in collaborazione con gli assessori competenti (e quindi questo è il caso dell’Arpam), partecipazione e volontariato, polizia locale, informatica, organizzazione del personale. Non ha mai avuto titolarità della delega in materia di ambiente, né è mai stato promotore di delibere di giunta che avessero collegamento coi fatti per i quali risulta indagato il suo assistito. Cesetti - ha aggiunto - ha approvato solo alcune delibere che riguardano alcune attività di amministrazione generale dell’Arpam e non sono rappresentative di questioni specifiche che abbiano attinenza con le attività esercitate”. Stando alla risposta di Sciapichetti, per l’Arpam la Regione stabilisce gli obiettivi dell’attività, approva gli atti generali di programmazione e, fra le altre cose, indirizza, vigila e controlla le attività. Delle tre figure dirigenziale, il presidente della giunta regionale nomina solo il direttore generale che a sua volta nomina il direttore tecnico e il direttore amministrativo. “Non emergono poteri di intervento della Regione su questioni amministrative specifiche né sul controllo dei dirigenti. Quindi la Regione ha solo un potere di indirizzo di carattere generale sulla gestione e non interviene su specifiche attività. “Quando parliamo di persone con specchiata condotta e con una passione unica e encomiabile come Cesetti - ha concluso Sciapichetti -, che non è mai stato adombrato da alcun sospetto, credo debba rimanere agli atti una documentazione precisa”. Non soddisfatto, Zura-Puntaroni ha ribattuto alla lunga disamina di leggi elencata da Sciapichetti: “La mia domanda era molto più sottile, ovvero se Cesetti, come assessore, era logico e opportuno difendesse questi 3 soggetti. La Regione controlla tanti ambiti, ma evidentemente non ha controllato bene alcune cose. Mi va a difendere uno di questi soggetti (anche se è il meno colpevole forse) che l’esposto se lo son meritati quattro anni fa? Loi sa cosa hanno fatto? Le analisi false sul cementificio di Castelraimondo hanno fatto, ha capito? E uno di questi è un candidato del PD a Tolentino, e voi non vi siete vergognati di quello che ha fatto. La gente - ha incalzato - si è stancata di questi comportamenti, e parlo anche a nome delle persone sfortunate della vallata: qualcuno è andato al camposanto prima del dovuto perché sono mancati i controlli e io mi costituirò parte civile. Cesetti inopportunamente li va a difendere, questo è il crollo di una visione della giunta regionale”.  A questo punto, l’assessore regionale Cesetti ha risposto per difendersi personalmente: “Non ci sono né ci potrebbero essere motivi di incompatibilità o di conflitto di interesse perché non ho alcun potere di vigilanza sull’Arpam, ma anche qualora li avessi, non li avrei sul singolo funzionario. Chiarito questo, la difesa è un diritto costituzionalmente garantito per ogni cittadino, è un esercizio del quale la democrazia e la libertà ha bisogno altrimenti per accertare la verità. Il difensore chiamato ha il dovere di difendere un cittadino come il medico ha il dovere di curare. Nella mia carriera politica, non ho mai tralasciato la passione per il diritto anche se talvolta l’ho lasciata indietro perché era incompatibile con l’esercizio dell’attività ma se un cittadino mi chiede di difenderlo, visto che non ci sono motivi di incompatibilità, è mio dovere farlo. Ho esaminato sommariamente gli atti, e anche Zura-Puntaroni ha confermato che il soggetto che io difendo è quello meno coinvolto”.G.G.
Dopo tre anni, gli esposti in Procura presentati dal consigliere regionale Luigi Zura-Puntaroni sulle analisi condotte dall’Arpam per verificare il grado di inquinamento provocato dal Cementificio Sacci, hanno portato alla conclusione delle indagini nei confronti dell’allora dirigente generale, del direttore tecnico e del direttore amministrativo. I tre soggetti (fra cui il direttore generale, di Tolentino) hanno ovviamente dovuto nominare altrettanti avvocati e uno di questi ha incaricato Fabrizio Cesetti, assessore regionale. 

È per questo che il consigliere Zura-Puntaroni, che per anni si è battuto per la chiusura dell’impianto, ha presentato una interrogazione che è stata discussa alcuni giorni fa per chiedere “se la cosa fosse, come dire…normale”.

Va precisato che tutto è nato quando l’Arpam è stata incaricata dai Comuni di San Severino, Castelraimondo e Gagliole di effettuare una indagine ambientale da cui però non erano emerse particolari criticità. La cosa però, visto l’alto tasso di mortalità per malattie provocate dalle emissioni tipiche di un impianto come quello di Selvalagli, era sembrata strana tanto che il Comitato Salva Salute aveva incaricato la Consulenze ambientali Spa di effettuare una controperizia. Da qui sarebbero emerse evidenti lacune e mancanze dell’indagine Arpam: l’agenzia aveva operato non rispettando le procedure metodologiche, arrivando a definire l’indagine “inconsistente dal punto di vista scientifico e metodologico”. Solo a giugno nel 2017, era stata disposta un’indagine sui terreni di Serripola da parte del nuovo Direttore, i cui esiti avevano evidenziato un ulteriore superamento del cobalto. Inoltre, era anche emerso che l’agenzia regionale disponeva da tempo di un documento trasmesso dalla Sacci sulle aree di massima ricaduta degli inquinanti, tra cui proprio quella in direzione di Serripola ma che però le indagini commissionate da provincia e comuni e rese note nel 2016 si erano concentrate in aree distanti da questa, dove risultava prelevato un solo campione. L’esposto di Zura ha portato la Procura ad aprire le indagini e, conseguentemente a inviare un avviso di garanzia ai tre dirigenti.

A rispondere all’interrogazione del consigliere di qualche giorno è stato l’assessore regionale all’ambiente Angelo Sciapichetti che ha effettuato una lunga disamina delle normative nazionali e regionali per spiegare come Cesetti non incorra in alcun conflitto di interessi: “Tutto ciò che è giuridicamente consentito può essere ritenuto eticamente corretto. Cesetti ha le deleghe agli enti locali, servizi pubblici, bilancio, credito, demanio, valorizzazione del patrimonio, finanze, provveditorato ed economato, rapporti con le agenzie ed enti dipendenti dalle società partecipate in collaborazione con gli assessori competenti (e quindi questo è il caso dell’Arpam), partecipazione e volontariato, polizia locale, informatica, organizzazione del personale. Non ha mai avuto titolarità della delega in materia di ambiente, né è mai stato promotore di delibere di giunta che avessero collegamento coi fatti per i quali risulta indagato il suo assistito. Cesetti - ha aggiunto - ha approvato solo alcune delibere che riguardano alcune attività di amministrazione generale dell’Arpam e non sono rappresentative di questioni specifiche che abbiano attinenza con le attività esercitate”. Stando alla risposta di Sciapichetti, per l’Arpam la Regione stabilisce gli obiettivi dell’attività, approva gli atti generali di programmazione e, fra le altre cose, indirizza, vigila e controlla le attività. Delle tre figure dirigenziale, il presidente della giunta regionale nomina solo il direttore generale che a sua volta nomina il direttore tecnico e il direttore amministrativo. “Non emergono poteri di intervento della Regione su questioni amministrative specifiche né sul controllo dei dirigenti. Quindi la Regione ha solo un potere di indirizzo di carattere generale sulla gestione e non interviene su specifiche attività. “Quando parliamo di persone con specchiata condotta e con una passione unica e encomiabile come Cesetti - ha concluso Sciapichetti -, che non è mai stato adombrato da alcun sospetto, credo debba rimanere agli atti una documentazione precisa”.

Non soddisfatto, Zura-Puntaroni ha ribattuto alla lunga disamina di leggi elencata da Sciapichetti: “La mia domanda era molto più sottile, ovvero se Cesetti, come assessore, era logico e opportuno difendesse questi 3 soggetti. La Regione controlla tanti ambiti, ma evidentemente non ha controllato bene alcune cose. Mi va a difendere uno di questi soggetti (anche se è il meno colpevole forse) che l’esposto se lo son meritati quattro anni fa? Loi sa cosa hanno fatto? Le analisi false sul cementificio di Castelraimondo hanno fatto, ha capito? E uno di questi è un candidato del PD a Tolentino, e voi non vi siete vergognati di quello che ha fatto. La gente - ha incalzato - si è stancata di questi comportamenti, e parlo anche a nome delle persone sfortunate della vallata: qualcuno è andato al camposanto prima del dovuto perché sono mancati i controlli e io mi costituirò parte civile. Cesetti inopportunamente li va a difendere, questo è il crollo di una visione della giunta regionale”. 

A questo punto, l’assessore regionale Cesetti ha risposto per difendersi personalmente: “Non ci sono né ci potrebbero essere motivi di incompatibilità o di conflitto di interesse perché non ho alcun potere di vigilanza sull’Arpam, ma anche qualora li avessi, non li avrei sul singolo funzionario. Chiarito questo, la difesa è un diritto costituzionalmente garantito per ogni cittadino, è un esercizio del quale la democrazia e la libertà ha bisogno altrimenti per accertare la verità. Il difensore chiamato ha il dovere di difendere un cittadino come il medico ha il dovere di curare. Nella mia carriera politica, non ho mai tralasciato la passione per il diritto anche se talvolta l’ho lasciata indietro perché era incompatibile con l’esercizio dell’attività ma se un cittadino mi chiede di difenderlo, visto che non ci sono motivi di incompatibilità, è mio dovere farlo. Ho esaminato sommariamente gli atti, e anche Zura-Puntaroni ha confermato che il soggetto che io difendo è quello meno coinvolto”.

G.G.

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