Accusata di peculato, ufficiale giudiziario assolta

Mercoledì, 02 Febbraio 2022 12:51 | Letto 1365 volte   Clicca per ascolare il testo Accusata di peculato, ufficiale giudiziario assolta Era finita sotto processo per peculato ma ieri è stata assolta per non aver commesso il fatto. Si tratta dellufficiale giudiziario Antonietta Schepis che, per fatti avvenuti nel 2013, era stata accusata dal gioielliere settempedano, Danilo Panebianco, di aver trattenuto alcuni gioielli per sé a seguito di una procedura esecutiva. Il giorno che la dottoressa Schepis andò alla gioielleria per effettuare il pignoramento chiese a Panebianco di aprire la cassaforte e di esibire l’oro. Inizialmente il gioielliere si rifiutò, offrendo all’ufficiale giudiziario altri prodotti all’interno del negozio, e Schepis chiese l’intervento dei Carabinieri della Compagnia di Tolentino. A quel punto il settempedano fu costretto ad aprire la cassaforte consentendo così alla donna di prendere 654,70 grammi di oro pesati con la bilancia dell’attività commerciale e valutati per 16.700. Mise tutto all’interno di una busta ed uscì. Dopo alcuni giorni, Panebianco riuscì a riscattare l’oro grazie ad un mutuo ma al momento del ritiro del sacchetto notò l’assenza di 50 grammi di oro e la sostituzione di alcuni gioielli con bigiotteria senza alcun valore. Da qui scattò la denuncia e l’accusa di peculato rivolta alla donna, difesa dall’avvocato Tiziano Luzi, la quale ha sempre sostenuto la propria innocenza. Dopo anni di udienze è riuscita a dimostrare di non aver commesso il fatto: “Sono stati anni abbastanza provanti per la mia assistita - afferma l’avvocato Luzi -. L’accusa era molto grave e pesante ma la verità finalmente è stata ristabilita. Circa i gioielli che secondo Panebianco erano stati trattenuti dalla mia assistita e sostituiti con bigiotteria, non sono state prodotto né ricevute né fatture che ne testimoniassero l’esistenza e inoltre, non è vero che chiese di fotografare i beni pignorati dalla Schepis né che avesse chiesto di pesare nuovamente l’oro dato che era stato proprio lui a farlo”.g.g.
Era finita sotto processo per peculato ma ieri è stata assolta per non aver commesso il fatto.

Si tratta dell'ufficiale giudiziario Antonietta Schepis che, per fatti avvenuti nel 2013, era stata accusata dal gioielliere settempedano, Danilo Panebianco, di aver trattenuto alcuni gioielli per sé a seguito di una procedura esecutiva.

Il giorno che la dottoressa Schepis andò alla gioielleria per effettuare il pignoramento chiese a Panebianco di aprire la cassaforte e di esibire l’oro. Inizialmente il gioielliere si rifiutò, offrendo all’ufficiale giudiziario altri prodotti all’interno del negozio, e Schepis chiese l’intervento dei Carabinieri della Compagnia di Tolentino. A quel punto il settempedano fu costretto ad aprire la cassaforte consentendo così alla donna di prendere 654,70 grammi di oro pesati con la bilancia dell’attività commerciale e valutati per 16.700. Mise tutto all’interno di una busta ed uscì.

Dopo alcuni giorni, Panebianco riuscì a riscattare l’oro grazie ad un mutuo ma al momento del ritiro del sacchetto notò l’assenza di 50 grammi di oro e la sostituzione di alcuni gioielli con bigiotteria senza alcun valore.

Da qui scattò la denuncia e l’accusa di peculato rivolta alla donna, difesa dall’avvocato Tiziano Luzi, la quale ha sempre sostenuto la propria innocenza.

Dopo anni di udienze è riuscita a dimostrare di non aver commesso il fatto: “Sono stati anni abbastanza provanti per la mia assistita - afferma l’avvocato Luzi -. Laccusa era molto grave e pesante ma la verità finalmente è stata ristabilita. Circa i gioielli che secondo Panebianco erano stati trattenuti dalla mia assistita e sostituiti con bigiotteria, non sono state prodotto né ricevute né fatture che ne testimoniassero l’esistenza e inoltre, non è vero che chiese di fotografare i beni pignorati dalla Schepis né che avesse chiesto di pesare nuovamente l’oro dato che era stato proprio lui a farlo”.
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