Il Governo stoppa i bonus edilizia, Di Girolamo: "Una pietra tombale sulla ricostruzione"

Venerdì, 17 Febbraio 2023 12:35 | Letto 1112 volte   Clicca per ascolare il testo Il Governo stoppa i bonus edilizia, Di Girolamo: "Una pietra tombale sulla ricostruzione" Sui terremotati e sulla ricostruzione post sisma è pronta ad abbattersi lennesima doccia fredda. Clamorosa è infatti lemanazione  del decreto legge numero 11 approvata dal Governo e pubblicata in Gazzetta il 16 febbraio 2023  che prevede lo stop di tutte le cessioni di bonus fiscali. Così il Governo ha in pratica disattivato  la norma quadro che regola le cessioni (articolo 121 del decreto rilancio). Tra le misure previste,  in vigore da oggi 17 febbraio, anche il blocco all’acquisto dei crediti d’imposta da parte delle Regioni.L’intervento generalizzato rischia di mandare sottosopra il settore dell’edilizia, con conseguenze su imprese, contribuenti e banche. Drammatiche le ripercussioni che graveranno sulle aree colpite dal sisma del 2016 e dove, da oltre sei anni a questa parte la riparazione dai danni è poco più che accennata. Fortemente polemico al riguardo, è lingegnere Roberto Di Girolamo, sempre molto attento a tutte le questioni attinenti alla ricostruzione post sisma.   «Di fatto lemanazione di questo decreto farà scendere la pietra tombale sulla ricostruzione - afferma lingegnere -. Infatti, allo stato attuale, la ricostruzione si basa su due pilastri: un contributo statale che viene elargito appunto dalla struttura commissariale che però non è sufficiente a coprire la totalità dei costi necessari Nel 95 percento dei casi , ciò che elargisce lo Stato per la semplice ricostruzione non si rivela pienamente sufficiente, pertanto, ci sono i cosiddetti accolli ovvero alcune somme  che dovrebbero tirar fuori i cittadini per poter coprire quello che lo stato non paga ai terremotati con il contributo Con questo decreto, di fatto il governo blocca la cessione del credito e lo sconto in fattura per tutti i lavori di superbonus.Fino ad ieri si poteva accedere ai fondi del superbonus per poter evitare l’accollo. Da oggi invece tale procedura non è più possibile, solo se hai capienza fiscale personale (cioè paghi tante tasse, cioè sei benestante) potrai scontare questi bonus,altrimenti resti fuori. Proprio per coprire quello che non era suffciente, il commissario Legnini e il precedente governo avevano trovato una soluzione prevedendo la possibilità di usufruire dei benefici del superbonus 110%,, nel senso che per gli accolli si sarebbero potuti utilizzare questi benefici fiscali. Ad oggi, togliendo la possibilità delle imprese di fare lo sconto in fattura e togliendo la possibilità alle imprese di poter dare questi crediti alle banche, sostanzialmente laccollo rimane a carico del cittadino.Siccome il 90 percento delle persone non vuole o non può spendere su questa ricostruzione, chiaramente la ricostruzione si blocca; teniamo conto di un altro fatto e cioè che la legge quadro del sisma n. 189 nelle premesse dice che verrà risarcito il 100%: in questa maniera dunque ci si deve attenere anche quanto scritto nella norma. Chi rimane a bocca asciutta? Secondo l’ultimo report del commissario, almeno 23mila  edifici che sono collocati nelle zone più sfortunate del cratere sismico, cioè quelle oggetto di perimetrazione o nei centri storici dove è più difficile lavorare.Per tutte le domande semplificate presentate - prosegue Di Girolamo - sarà normale il passaggio alla nuova piattaforma e al testo unico (che contiene notevoli vantaggi), ma non è chiaro cosa succederà in questo passaggio, compreso se verranno considerate come nuova presentazione o menoEsclusi da questa eclatante novità sono tutti gli interventi già avviati, tuttavia, personalmente ho qualche dubbio - conclude  -. Il problema è che la norma è uscita ieri sera e, leggendola,  sinceramente sono rimasto un po perplesso.  Infatti, se in questi casi è possibile continuare a fare la cessione del credito e lo sconto in fattura, poi questi crediti dove li mandiamo?  Se nel giro di due mesi e mezzo tre, lo Stato cambia almeno tre volte questa modalità di cessione del credito, mi chiedo quale certezza abbiamo noi nellandare a fare la ricostruzione». C.C. 
Sui terremotati e sulla ricostruzione post sisma è pronta ad abbattersi l'ennesima doccia fredda. Clamorosa è infatti l'emanazione  del decreto legge numero 11 approvata dal Governo e pubblicata in Gazzetta il 16 febbraio 2023  che prevede lo stop di tutte le cessioni di bonus fiscali. Così il Governo ha in pratica disattivato  la norma quadro che regola le cessioni (articolo 121 del decreto rilancio). 
Tra le misure previste,  in vigore da oggi 17 febbraio, anche il blocco all’acquisto dei crediti d’imposta da parte delle Regioni.
L’intervento generalizzato rischia di mandare sottosopra il settore dell’edilizia, con conseguenze su imprese, contribuenti e banche. Drammatiche le ripercussioni che graveranno sulle aree colpite dal sisma del 2016 e dove, da oltre sei anni a questa parte la riparazione dai danni è poco più che accennata.
 

Fortemente polemico al riguardo, è l'ingegnere Roberto Di Girolamo, sempre molto attento a tutte le questioni attinenti alla ricostruzione post sisma.   
«Di fatto l'emanazione di questo decreto farà scendere la pietra tombale sulla ricostruzione - afferma l'ingegnere -. Infatti, allo stato attuale, la ricostruzione si basa su due pilastri: un contributo statale che viene elargito appunto dalla struttura commissariale che però non è sufficiente a coprire la totalità dei costi necessari 
Nel 95 percento dei casi , ciò che elargisce lo Stato per la semplice ricostruzione non si rivela pienamente sufficiente, pertanto, ci sono i cosiddetti accolli ovvero alcune somme  che dovrebbero tirar fuori i cittadini per poter coprire quello che lo stato non paga ai terremotati con il contributo 
Con questo decreto, di fatto il governo blocca la cessione del credito e lo sconto in fattura per tutti i lavori di superbonus.Fino ad ieri si poteva accedere ai fondi del superbonus per poter evitare l’accollo. Da oggi invece tale procedura non è più possibile, solo se hai capienza fiscale personale (cioè paghi tante tasse, cioè sei benestante) potrai scontare questi bonus,altrimenti resti fuori. 
Proprio per coprire quello che non era suffciente, il commissario Legnini e il precedente governo avevano trovato una soluzione prevedendo la possibilità di usufruire dei benefici del superbonus 110%,, nel senso che per gli accolli si sarebbero potuti utilizzare questi benefici fiscali. Ad oggi, togliendo la possibilità delle imprese di fare lo sconto in fattura e togliendo la possibilità alle imprese di poter dare questi crediti alle banche, sostanzialmente l'accollo rimane a carico del cittadino.
Siccome il 90 percento delle persone non vuole o non può spendere su questa ricostruzione, chiaramente la ricostruzione si blocca; teniamo conto di un altro fatto e cioè che la legge quadro del sisma n. 189 nelle premesse dice che verrà risarcito il 100%: in questa maniera dunque ci si deve attenere anche quanto scritto nella norma. 
Chi rimane a bocca asciutta? Secondo l’ultimo report del commissario, almeno 23mila  edifici che sono collocati nelle zone più sfortunate del cratere sismico, cioè quelle oggetto di perimetrazione o nei centri storici dove è più difficile lavorare.
Per tutte le domande semplificate presentate - prosegue Di Girolamo - sarà normale il passaggio alla nuova piattaforma e al testo unico (che contiene notevoli vantaggi), ma non è chiaro cosa succederà in questo passaggio, compreso se verranno considerate come nuova presentazione o meno

Esclusi da questa eclatante novità sono tutti gli interventi già avviati, tuttavia, personalmente ho qualche dubbio - conclude  -. Il problema è che la norma è uscita ieri sera e, leggendola,  sinceramente sono rimasto un po' perplesso.  Infatti, se in questi casi è possibile continuare a fare la cessione del credito e lo sconto in fattura, poi questi crediti dove li mandiamo?  Se nel giro di due mesi e mezzo tre, lo Stato cambia almeno tre volte questa modalità di cessione del credito, mi chiedo quale certezza abbiamo noi nell'andare a fare la ricostruzione». 
C.C.
 







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