Caldarola, benvenuti nel Far West

Martedì, 02 Aprile 2013 02:00 | Letto 1124 volte   Clicca per ascolare il testo Caldarola, benvenuti nel Far West “Presenza bovini vaganti” potrebbe essere il titolo del film horror che sta tormentando una parte del territorio del comune di Caldarola. Da qualche tempo, infatti, ci sono diversi bovini, si parla di circa 35/40 capi, allo stato brado che vagano incontrollati in montagna e, soprattutto durante la stagione invernale, scendono verso le zone collinari alla ricerca dacqua e di cibo con visite non proprio gradite e allinterno di orti e giardini privati.   I problemi che scaturiscono da questa situazione sono in primo luogo di sicurezza. I bovini, infatti, vagano anche nei pressi della rete viaria e sono stati visti attraversare la strada provinciale che costeggia il lago di Caccamo perciò il comune è dovuto intervenire istallando la segnaletica stradale per avvisare del pericolo. Inoltre, gli animali si sono inselvatichiti e dunque potrebbero essere pericolosi anche per lincolumità delle persone. Non si sono ancora verificati, ma potrebbero insorgere pericoli di natura sanitaria. I bovini hanno un marchio che serve per indentificarli e per registrarli allanagrafe bovina. Un metodo utile alla ASL per avere una completa tracciabilità dellanimale anche a livello di vaccinazioni, ma gli animali oramai di fatto sfuggono a questo controllo. I bovini, vagando incustoditi, spesso si mescolano con i capi di bestiame di altri allevatori con il pericolo che possano eventualmente contagiarli. Per il momento, i disagi maggiori sono stati di ordine economico: sono molti i danni causati ai proprietari terrieri locali con danni soprattutto alle colture in atto. Il problema, in questultima stagione, si è acuito diventando sempre più insopportabile, spingendo sia il Comune sia un nutrito gruppo di proprietari terrieri a muoversi con atti ufficiali. Cerchiamo di mettere ordine in questa intricata vicenda elencando gli aspetti ufficiali della storia. Si parte con linvio della lettera, da parte del Comando – stazione di Sarnano del Corpo Forestale dello Stato, al sindaco di Caldarola, Mauro Capenti, nella quale si comunicano i sopralluoghi effettuati, in conseguenza delle numerose segnalazioni degli abitanti. È stata così verificata la presenza di bovini senza alcuna custodia che risulterebbero essere di proprietà di Pier Giorgio Loddo allevatore residente a Matelica. Di conseguenza il sindaco, in data 6 marzo, ha inviato una lettera al sig. Loddo affinché provvedesse a risolvere la situazione. Il 20 marzo, invece, sempre il sindaco ha inviato unaltra lettera, questa volta indirizzata al Corpo della Polizia provinciale, al settore Viabilità e Patrimonio della provincia e al Corpo Forestale dello Stato di Camerino, per comunicare la presenza di animali vaganti incustoditi soprattutto in località Croce e Pievefavera, due frazioni di Caldarola. In questa seconda lettera, si richiede un intervento per i provvedimenti di competenza della provincia, soprattutto, riguardo al problema della presenza del bestiame, nelle vicinanze della strada provinciale 147. Dallaltra parte, si è mosso anche un collettivo di oltre venti privati cittadini, tutti proprietari o conduttori di fondi agricoli delle contrade di Croce e Pievefavera, con una denuncia alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Macerata che ha come oggetto la presenza di animali vaganti, il pascolo abusivo e i danni materiali alle colture in essere.   Nella denuncia si fa presente che nelle zone montane a confine fra il comune di Caldarola e di Pievebovigliana vengono trasferite, durante lestate, per il pascolo diverse mandrie di bestiame di proprietà di vari allevatori in campi posseduti a vario titolo e dislocati a macchia di leopardo. È evidente che, in queste circostanze, senza il mancato rispetto dei confini, la situazione può diventare a dir poco caotica. Questi proprietari individuano, come uno dei possibili responsabili, Pier Giorgio Loddo che ha confermato, in diverse occasioni, di avere dei capi di bovini in questa zona non recuperati. Lallevatore che dispone, nel comune di Caldarola, di una superficie di pascolo di modeste dimensioni (su un totale di circa 300 ettari di territorio montano comunale), invade gli altri appezzamenti senza permessi di alcun genere. Viene rimarcata la delusione nel riscontrare la totale impotenza delle autorità preposte alla vigilanza del territorio che non sono riuscite a risolvere il problema. Questi proprietari hanno tutta l intenzione di quantificare, con apposite perizie, lammontare dei danni materiali subiti da ognuno di loro.   Maria Elisa Carlini

Presenza bovini vaganti” potrebbe essere il titolo del film horror che sta tormentando una parte del territorio del comune di Caldarola.

Da qualche tempo, infatti, ci sono diversi bovini, si parla di circa 35/40 capi, allo stato brado che vagano incontrollati in montagna e, soprattutto durante la stagione invernale, scendono verso le zone collinari alla ricerca d'acqua e di cibo con visite non proprio gradite e all'interno di orti e giardini privati.

 

I problemi che scaturiscono da questa situazione sono in primo luogo di sicurezza. I bovini, infatti, vagano anche nei pressi della rete viaria e sono stati visti attraversare la strada provinciale che costeggia il lago di Caccamo perciò il comune è dovuto intervenire istallando la segnaletica stradale per avvisare del pericolo. Inoltre, gli animali si sono inselvatichiti e dunque potrebbero essere pericolosi anche per l'incolumità delle persone.

Non si sono ancora verificati, ma potrebbero insorgere pericoli di natura sanitaria. I bovini hanno un marchio che serve per indentificarli e per registrarli all'anagrafe bovina. Un metodo utile alla ASL per avere una completa tracciabilità dell'animale anche a livello di vaccinazioni, ma gli animali oramai di fatto sfuggono a questo controllo. I bovini, vagando incustoditi, spesso si mescolano con i capi di bestiame di altri allevatori con il pericolo che possano eventualmente contagiarli.

Per il momento, i disagi maggiori sono stati di ordine economico: sono molti i danni causati ai proprietari terrieri locali con danni soprattutto alle colture in atto.

Il problema, in quest'ultima stagione, si è acuito diventando sempre più insopportabile, spingendo sia il Comune sia un nutrito gruppo di proprietari terrieri a muoversi con atti ufficiali. Cerchiamo di mettere ordine in questa intricata vicenda elencando gli aspetti ufficiali della storia.

Si parte con l'invio della lettera, da parte del Comando – stazione di Sarnano del Corpo Forestale dello Stato, al sindaco di Caldarola, Mauro Capenti, nella quale si comunicano i sopralluoghi effettuati, in conseguenza delle numerose segnalazioni degli abitanti. È stata così verificata la presenza di bovini senza alcuna custodia che risulterebbero essere di proprietà di Pier Giorgio Loddo allevatore residente a Matelica.

Di conseguenza il sindaco, in data 6 marzo, ha inviato una lettera al sig. Loddo affinché provvedesse a risolvere la situazione. Il 20 marzo, invece, sempre il sindaco ha inviato un'altra lettera, questa volta indirizzata al Corpo della Polizia provinciale, al settore Viabilità e Patrimonio della provincia e al Corpo Forestale dello Stato di Camerino, per comunicare la presenza di animali vaganti incustoditi soprattutto in località Croce e Pievefavera, due frazioni di Caldarola.

In questa seconda lettera, si richiede un intervento per i provvedimenti di competenza della provincia, soprattutto, riguardo al problema della presenza del bestiame, nelle vicinanze della strada provinciale 147.

Dall'altra parte, si è mosso anche un collettivo di oltre venti privati cittadini, tutti proprietari o conduttori di fondi agricoli delle contrade di Croce e Pievefavera, con una denuncia alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Macerata che ha come oggetto la presenza di animali vaganti, il pascolo abusivo e i danni materiali alle colture in essere.

 

Nella denuncia si fa presente che nelle zone montane a confine fra il comune di Caldarola e di Pievebovigliana vengono trasferite, durante l'estate, per il pascolo diverse mandrie di bestiame di proprietà di vari allevatori in campi posseduti a vario titolo e dislocati a macchia di leopardo. È evidente che, in queste circostanze, senza il mancato rispetto dei confini, la situazione può diventare a dir poco caotica.

Questi proprietari individuano, come uno dei possibili responsabili, Pier Giorgio Loddo che ha confermato, in diverse occasioni, di avere dei capi di bovini in questa zona non recuperati. L'allevatore che dispone, nel comune di Caldarola, di una superficie di pascolo di modeste dimensioni (su un totale di circa 300 ettari di territorio montano comunale), invade gli altri appezzamenti senza permessi di alcun genere. Viene rimarcata la delusione nel riscontrare la totale impotenza delle autorità preposte alla vigilanza del territorio che non sono riuscite a risolvere il problema. Questi proprietari hanno tutta l' intenzione di quantificare, con apposite perizie, l'ammontare dei danni materiali subiti da ognuno di loro.

 

Maria Elisa Carlini

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