2 Febbraio piazza di Montecitorio “ Manifestazione Terremotati a Roma”.

Mercoledì, 25 Gennaio 2017 19:16 | Letto 1875 volte   Clicca per ascolare il testo 2 Febbraio piazza di Montecitorio “ Manifestazione Terremotati a Roma”.   Roma, piazza di Montecitorio, giovedì 2 febbraio ore 10, dinanzi il Parlamento Italiano. A tre mesi dalle scosse del 30 ottobre I terremotati del centro Italia scendono in piazza per manifestare il loro disagio e chiedere un’accelerazione a tutte le procedure, Conta ormai quasi 14.000 iscritti il gruppo formatosi sui social media “ Manifestazione terremotati a Roma”, iniziativa pacifica e apartitica con la quale si vuole esprimere lo sdegno di una situazione di stasi e poco dignitosa per le popolazioni colpite dal sisma. Per la manifestazione è stata già ottenuta l’autorizzazione del prefetto della capitale. “ Sono le nostre realtà martoriate e la gente a chiederci di mantenere i riflettori accesi- dice l’architetto Fulvio Santoni, tra i promotori dell’iniziativa - “Andiamo a Roma per parlare con i rappresentanti del governo. Chiederemo almeno un segno di ritorno ad una vita “normale” e soprattutto dignitosa, perché secondo quello che è dato vedere, siamo considerati peggio degli animali. Chiederemo risposte serie e concrete per il territorio perché non vogliamo più navigare nel buio. La gente che è alloggiata nei residence o negli alberghi della costa, è ormai stanca e depressa; vuole vedere almeno una prospettiva per poter rientrare nella sua città. Non parliamo di rientro nelle abitazioni, ognuno è consapevole che ci vorrà del tempo, ma quello che non si capisce è il perché non si inizino a montare le famose casette provvisorie. Fare prima la conta delle persone e poi montarle, vuol dire aspettare mesi su mesi e invece- sottolinea  Santoni- se montassero già 500 casette a Camerino, non credo che rimarrebbero vuote. Quanto all’assegnazione, invece del criterio del sorteggio che non riteniamo giusto, si potrebbero utilizzare i parametri in atto per l’assegnazione delle case popolari e, in tal modo, alcune persone potrebbero già essere sistemate. Dopo il terremoto del 1997 in tre mesi erano già stati sistemati tutti gli abitanti sfollati - ricorda l’architetto che farà parte della delegazione che andrà ad esporre concetti e richieste in Parlamento-; oggi, a tre mesi dalla prima scossa del 26 ottobre, noi non abbiamo nemmeno una prospettiva”. Altra puntualizzazione del comitato organizzatore, gli eccessivi passaggi burocratici per la certificazione del danno che stanno facendo impazzire cittadini e tecnici, rallentando i primi passaggi della ricostruzione; tra verifiche speditive, schede Fast e successive Aedes i cui esecutori cambiano continuamente, ne passa di tempo . “ I controlli che si stanno facendo, secondo una mia previsione ottimistica finiranno non prima dell’estate – osserva l’architetto Santoni- inizieranno poi a dare gli appalti e a costruire le case e, se così vanno le cose, nella casa di legno entreremo non prima della primavera del 2018. La gente non resiste un altro anno in questa situazione ed è bene cominciare a fare qualcosa. E se non ci sono i soldi il governo ce lo deve dire. Basta con le promesse”. Tra le proposte del comitato per uscire dalla stasi, c’è quella di togliere compiti alla struttura centralizzata, per affidarli ai primi cittadini e alle autorità locali che si ritiene conoscano meglio le reali esigenze e priorità del territorio.  I sindaci potrebbero così gestire operativamente la ricostruzione. “C’è un sistema centrato, con un Commissario straordinario e quattro vice commissari che sono i Governatori delle Regioni, e poi ci sono i Prefetti e i sindaci- afferma Santoni- I risultati della centralizzazione dei poteri sono sotto gli occhi di tutti e dunque l’invito ai sindaci è a svegliarsi e a prendere in mano la situazione. Trascorsi tre mesi c’è chi è riuscito a sistemarsi autonomamente ma, nella maggior parte dei casi, non ha ancora ricevuto il previsto contributo; per le partite Iva sembra che solo lunedì prossimo verrà fuori qualcosa e, la verità è che anche le piccole riserve delle persone si stanno ormai esaurendo, E un’altra sottolineatura- dice Santoni-è riferita ai sindaci, chiamati a farsi portavoce dei reali disagi dei cittadini.  Qui- puntualizza -  mi sento di fare un minimo di critica: perché alcuni sindaci tacciono e acconsentono? Perché alzano la voce e subito dopo mettono la coda tra le gambe? Se i sindaci non sono capaci di prendere in mano la situazione, significa che anche loro sono complici dei disagi. Non è un attacco diretto ai primi cittadini molti dei quali conosco e stimo, però qui c’è da svegliarsi. Da parte nostra- conclude Santoni- il 2 febbraio a Roma saremo in tanti, per dire tutto il nostro scontento e chiedere il diritto ad avere un futuro. L’appuntamento è nella piazza di Montecitorio e tutto si svolgerà in maniera regolare. Facciamo appello a tutti i cittadini che lo vogliano, a supportare il comitato con una presenza alla manifestazione che sarà pacifica e non sponsorizzata da nessun partito. Non vogliamo essere strumentalizzati, vogliamo solo manifestare il nostro disagio e far sì che le cose possano migliorare per tutti. C’è un gruppo già costituito sui social media” Manifestazione Terremotati a Roma” di cui è responsabile Diego Camillozzi e, in ogni comune, si stanno mobilitando vari gruppi. A tutti coloro che volessero partecipare chiediamo di organizzarsi, magari, facendosi loro stessi organizzatori di un gruppo di persone“.

 

Roma, piazza di Montecitorio, giovedì 2 febbraio ore 10, dinanzi il Parlamento Italiano. A tre mesi dalle scosse del 30 ottobre I terremotati del centro Italia scendono in piazza per manifestare il loro disagio e chiedere un’accelerazione a tutte le procedure,

Conta ormai quasi 14.000 iscritti il gruppo formatosi sui social media “ Manifestazione terremotati a Roma”, iniziativa pacifica e apartitica con la quale si vuole esprimere lo sdegno di una situazione di stasi e poco dignitosa per le popolazioni colpite dal sisma. Per la manifestazione è stata già ottenuta l’autorizzazione del prefetto della capitale.

“ Sono le nostre realtà martoriate e la gente a chiederci di mantenere i riflettori accesi- dice l’architetto Fulvio Santoni, tra i promotori dell’iniziativa - “Andiamo a Roma per parlare con i rappresentanti del governo. Chiederemo almeno un segno di ritorno ad una vita “normale” e soprattutto dignitosa, perché secondo quello che è dato vedere, siamo considerati peggio degli animali. Chiederemo risposte serie e concrete per il territorio perché non vogliamo più navigare nel buio. La gente che è alloggiata nei residence o negli alberghi della costa, è ormai stanca e depressa; vuole vedere almeno una prospettiva per poter rientrare nella sua città. Non parliamo di rientro nelle abitazioni, ognuno è consapevole che ci vorrà del tempo, ma quello che non si capisce è il perché non si inizino a montare le famose casette provvisorie. Fare prima la conta delle persone e poi montarle, vuol dire aspettare mesi su mesi e invece- sottolinea  Santoni- se montassero già 500 casette a Camerino, non credo che rimarrebbero vuote. Quanto all’assegnazione, invece del criterio del sorteggio che non riteniamo giusto, si potrebbero utilizzare i parametri in atto per l’assegnazione delle case popolari e, in tal modo, alcune persone potrebbero già essere sistemate.

Dopo il terremoto del 1997 in tre mesi erano già stati sistemati tutti gli abitanti sfollati - ricorda l’architetto che farà parte della delegazione che andrà ad esporre concetti e richieste in Parlamento-; oggi, a tre mesi dalla prima scossa del 26 ottobre, noi non abbiamo nemmeno una prospettiva”.

Altra puntualizzazione del comitato organizzatore, gli eccessivi passaggi burocratici per la certificazione del danno che stanno facendo impazzire cittadini e tecnici, rallentando i primi passaggi della ricostruzione; tra verifiche speditive, schede Fast e successive Aedes i cui esecutori cambiano continuamente, ne passa di tempo .

I controlli che si stanno facendo, secondo una mia previsione ottimistica finiranno non prima dell’estate – osserva l’architetto Santoni- inizieranno poi a dare gli appalti e a costruire le case e, se così vanno le cose, nella casa di legno entreremo non prima della primavera del 2018. La gente non resiste un altro anno in questa situazione ed è bene cominciare a fare qualcosa. E se non ci sono i soldi il governo ce lo deve dire. Basta con le promesse”.

Tra le proposte del comitato per uscire dalla stasi, c’è quella di togliere compiti alla struttura centralizzata, per affidarli ai primi cittadini e alle autorità locali che si ritiene conoscano meglio le reali esigenze e priorità del territorio.  I sindaci potrebbero così gestire operativamente la ricostruzione. “C’è un sistema centrato, con un Commissario straordinario e quattro vice commissari che sono i Governatori delle Regioni, e poi ci sono i Prefetti e i sindaci- afferma Santoni- I risultati della centralizzazione dei poteri sono sotto gli occhi di tutti e dunque l’invito ai sindaci è a svegliarsi e a prendere in mano la situazione. Trascorsi tre mesi c’è chi è riuscito a sistemarsi autonomamente ma, nella maggior parte dei casi, non ha ancora ricevuto il previsto contributo; per le partite Iva sembra che solo lunedì prossimo verrà fuori qualcosa e, la verità è che anche le piccole riserve delle persone si stanno ormai esaurendo,

E un’altra sottolineatura- dice Santoni-è riferita ai sindaci, chiamati a farsi portavoce dei reali disagi dei cittadini. 

Qui- puntualizza -  mi sento di fare un minimo di critica: perché alcuni sindaci tacciono e acconsentono? Perché alzano la voce e subito dopo mettono la coda tra le gambe? Se i sindaci non sono capaci di prendere in mano la situazione, significa che anche loro sono complici dei disagi. Non è un attacco diretto ai primi cittadini molti dei quali conosco e stimo, però qui c’è da svegliarsi. Da parte nostra- conclude Santoni- il 2 febbraio a Roma saremo in tanti, per dire tutto il nostro scontento e chiedere il diritto ad avere un futuro. L’appuntamento è nella piazza di Montecitorio e tutto si svolgerà in maniera regolare. Facciamo appello a tutti i cittadini che lo vogliano, a supportare il comitato con una presenza alla manifestazione che sarà pacifica e non sponsorizzata da nessun partito. Non vogliamo essere strumentalizzati, vogliamo solo manifestare il nostro disagio e far sì che le cose possano migliorare per tutti. C’è un gruppo già costituito sui social media” Manifestazione Terremotati a Roma” di cui è responsabile Diego Camillozzi e, in ogni comune, si stanno mobilitando vari gruppi. A tutti coloro che volessero partecipare chiediamo di organizzarsi, magari, facendosi loro stessi organizzatori di un gruppo di persone“.

Letto 1875 volte

Radioc1inblu

Radio FM e Internet
P.za Cavour, 8
62032 Camerino (MC)

Tel - Fax 0737.633180
Cellulare: 335.5367709

radioc1inblu@gmail.com

L'Appennino Camerte

Settimanale d'informazione dal 1921
Piazza Cavour, 8
62032 Camerino (MC)

Tel - Fax: 0737.633180
Cell: 335.5367709

appenninocamerte@gmail.com

Scopri come abbonarti

Questo sito utilizza i cookie

Puoi accettare e proseguire la navigazione o per maggiori informazioni Per saperne di piu'

Approvo
Clicca per ascolare il testo