Un momento "storico" quello vissuto dagli alunni della scuola elementare di Caldarola nella mattinata di venerdì 3 febbraio. Accompagnati dalle insegnanti, alla presenza del sindaco Luca Giuseppetti e della dirigente scolastica Fabiola Scagnetti, i ragazzi hanno "salutato ufficialmente" l'edificio che li ha visti sedere sui banchi e che, gravemente lesionato dal terremoto dello scorso 30 ottobre, sarà demolito per fare posto alla nuova scuola.
"Il terremoto ha cambiato le nostre vite e le nostre abitudini – ha esordito il primo cittadino Giuseppetti – Dobbiamo, però, guardare avanti e con maggiore fiducia verso il futuro". "Guardo a voi – ha proseguito il sindaco – perchè sarete voi domani a raccontare quanto abbiamo fatto, se lo abbiamo fatto bene e, soprattutto, se vi abbiamo messo nelle condizioni migliori di sicurezza. Siamo tutti consapevoli che il terremoto ci ha segnato in modo particolare, tante sono le difficoltà e non è assolutamente semplice venirne fuori. Andiamo comunque avanti a testa alta perchè gli edifici si ricostruiscono e le amicizie e i rapporti rimangono. Sicuramente ci vorrà del tempo per rialzarsi, ma è un viaggio che dobbiamo fare tutti insieme". Rivolgendosi sempre agli alunni il sindaco Giuseppetti li ha esortati a spronare coloro che sono impegnati nell'opera di ricostruzione non risparmiando di rappresentare richieste, bisogni, esigenze.
"Questa è una scuola che ha visto passare intere generazioni di caldarolesi – ha ripreso il sindaco – Un edificio costruito nel 1919 durante il regno di Vittorio Emanuele III la cui realizzazione costò, all'epoca, diciottomilatrecento lire che il comune avrebbe dovuto pagare in 50 anni. Un edificio importantissimo per la comunità che ora, purtroppo, deve essere abbattuto e ricostruito secondo criteri antisismici per garantire a tutti coloro che la frequenteranno la più assoluta sicurezza. Il tutto in tempi relativamente rapidi, come ha assicurato lo stesso Commissario Errani". "E' uno degli edifici più importanti del nostro paese – ha concluso un emozionato Giuseppetti – che ha offerto istruzione, cultura, dignità a molti nostri concittadini. Certamente il non vederla più così come eravamo abituati lascerà un grande vuoto, che abbiamo deciso di riempire velocemente perchè avete il diritto di avere un luogo definitivo dove frequentare la scuola in condizioni, come già detto, di assoluta sicurezza". Dunque una nuova scuola che, pur mantenendo l'aspetto originario, sarà costruita secondo le ultime norme antisismiche. Sarà la prima delle tante opere che l'amministrazione comunale ha in animo per riportare Caldarola alla normalità esistente prima del terremoto.
"Non ho frequentato questa scuola da alunna – così la dirigente scolastica Fabiola Scagnetti – Quando, però, sono diventata dirigente questa di Caldarola è stata la mia prima sede che, spero, duri ancora qualche altro anno perchè mi farebbe piacere accompagnarvi durante la ricostruzione".
"Pur con sentimenti di tristezza – le parole dell'insegnante Elisabetta Cipollari – possiamo vedere questo momento come un grande libro composto di tanti capitoli. Per un capitolo che si chiude se ne apre un altro. Quindi non dimentichiamo quanto abbiamo vissuto prima, facendo in modo che serva per andare avanti in maniera migliore".
Messaggi, poesie, pensieri sono stati preparati dagli alunni per "fissare" un momento sicuramente irripetibile nella loro vita.
"Cara vecchia scuola,
sette anni da te abbiam passato, ma ora con la ruspa
ogni mattone giù verrà buttato.
Le tue classi, i tuoi portoni, i tuoi corridoi, i tuoi scaloni
sono per noi ricordoni.
Nelle tue aule, o vecchia scuola, abbiamo provato molte emozioni,
ma quando ci mettevamo nei guai erano problemoni.
Tutto, tutto verrà abbattuto, ma nessun ricordo mai
nella nostra memoria verrà perduto". (Leonardo Papa, Alessia, Alessandro, Gemma)
"La nostra vecchia scuola nella nostra mente ci rimarrà per sempre.
L'ultimo saluto oggi noi daremo, perchè sarà l'ultima volta che la vedremo.
Con tutte le esperienze che abbiamo vissuto, la nostra scuola ci ha supportato.
Con paura e allegria andremo avanti per la retta via.
Una nuova scuola avremo, ma per sempre ti ricorderemo". (Michele, Filippo Annavini, Gianni, Alessio)
"Cara scuola ci mancherai, ma per noi tu resterai.
Tu verrai demolita, ma un'altra scuola verrà costruita.
Ci siamo divertiti moltissimo dentro la tua struttura
e lasciarti sarà dura.
Tu rimarrai sempre nel nostro cuore, per te sempre pieno d'amore.
Abbiamo tanti ricordi di te.
Ti salutiamo con un grande abbraccio,
mannaggia su terremotacciu". (Matteo, Alessandro, Gabriele, Elena, Camilla Fabrizi).
"Cara scuola ci mancherai e sempre nei nostri cuori resterai.
Con te tante esperienze abbiam vissuto, ma adesso è arrivato
il momento di lasciarci con un amaro sorriso.
I tuoi corridoi, le tue classi, i tuoi colori ci rimarranno sempre nei cuori.
Nel tuo cortile tanto abbiam giocato e tante recite abbiam rappresentato
e anche qualche tartufo abbiam trovato.
Tanti anni felici abbiam passato e con tanta tristezza ti diamo un saluto.
Le tue finestre abbiam pitturato, con tanta fantasia ti abbiam decorato.
A mens siamo andati, i biscotti succulenti ci siamo mangiati.
Per Natale del torrone abbiam preparato e dopo, a mensa, tutto ce
lo siamo mangiato.
Cara scuola ci mancherai, nei nostri cuori rimarrai". (Lovepreet, Giada, Elena, Michelle).
"Mia cara scuola, dopo il terremoto sei rimasta tutta sola.
Da te sono venuti tanti bambini, alcuni sono già nonni con i nipotini.
In tanti anni hai sentito tante spiegazioni e si a memoria tutte le lezioni.
Noi alunni con maestre, bidelli e direttori
ti porteremo sempre nei nostri cuori". (Francesco Pontoni).
"Cara scuola ci hai abbandonato perchè il terremoto ti ha rovinato.
Ci offrivi amicizie, studi ed educazioni e ci sentivamo nelle nostre abitazioni.
Avevi finestre grandi e aule accoglienti, senza dimenticare le luci splendenti.
Oggi siamo qui a donarti il nostro aiuto e a darti per sempre un ultimo saluto". (Marco Brandi)
"Classe raccontami e dimmi, cosa è successo prima di me?
Guerre, scoperte, fortune e malanni.
Classe, raccontami il bello degli anni.
Gli anni lentissimi, gli anni fuggiaschi,
gli anni femmine e gli anni maschi.
Gli anni splendenti, gli anni cupi,
gli anni rondine e gli anni lupi.
Gli anni che ballano su questa giostra,
il ballo è loro e la classe è nostra.
Anni passati, volati lontani. Classe, rimani". (Alexandra Todea)
"Moltissimi sono i miei ricordi attinenti a questa scuola.
Ricordi legati ad insegnanti, a bidelli e compagni.
Arrivavamo la mattina entro le 8,15 in aula,
dove ci aspettavano come sempre le nostre maestre: Veralilia e la maestra Elena.
Cominciava subito la lezione, fermata dall'ora tanto felice come la chiamavamo:
l'ora della ricreazione.
Erano i 15 minuti di svago dove potevamo mangiare la pizza e giocare.
Cominciavano con il suono della campanella da parte di Bruna,
la nostra bidella preferita, e termina con le urla da parte della maestra,
che ovviamente voleva tutti a posto, ognuno al proprio banco.
La mia aula era la stessa di mio figlio, grande e tappezzata da disegni,
cartine geografiche e quant'altro.
La cosa che più ricordo è l'armadietto dove la nostra maestra Veralilia
nascondeva con cura delle caramelle al latte e miele da farci gustare
quando facevamo delle buone verifiche come premio.
Purtroppo il terremoto ha distrutto tutto il nostro paese, comprese le nostre scuole
ma non riuscirà mai a toglierci dalla mente i ricordi di un'infanzia felice e
spensierata trascorsa tra i banchi di scuola". (Il ricordo di Veronica Ferroni letto dal figlio Cristian Di Francesco).