"Le opere rimangono a casa nostra"

Giovedì, 09 Marzo 2017 23:04 | Letto 1047 volte   Clicca per ascolare il testo "Le opere rimangono a casa nostra" Il terremoto più devastante degli ultimi decenni quello che ha interessato vasta parte dellItalia centrale, soprattutto la zona dellentroterra marchigiano e del maceratese in particolare. Danni non solo alle tante le abitazioni private rese inagibili dal sisma, ma anche al patrimonio architettonico, artistico e culturale che per secoli hanno fatto bella mostra di sè in tutto il territorio. Veri e propri gioielli che ora sono in grossa difficoltà. Il problema riguarda sia i beni architettonici sia tutti quei beni contenuti allinterno di chiese e palazzi – così Carlo Birrozzi, Sovrintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, in visita nei giorni scorsi a Camerino – In questi mesi abbiamo lavorato moltissimo per mettere al sicuro quadri, sculture, arredi liturgici che erano conservati allinterno delle chiese colpite dal sisma e, di conseguenza, non più sicure. Abbiamo raccolto circa 10 mila opere nelle diocesi maggiormente colpite che, oltre a Camerino – San Severino Marche, sono quelle di Fermo, Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto e, sia pure in minor parte, Fabriano – Matelica e Macerata. E stato un lavoro sicuramente impegnativo, reso più difficoltoso anche dalle abbondanti nevicate dello scorso mese di gennaio, che stiamo continuando cercando di mettere in sicurezza anche i contenitori. Attualmente, infatti, il patrimonio più a rischio è quello dei dipinti murali. Particolare impegno è stato quello richiesto per i beni situati nella diocesi di Camerino – San Severino Marche, che ha visto gran parte delle chiese crollate o gravemente danneggiate. E sicuramente così e da parte nostra abbiamo cercato e stiamo cercando di supportare la diocesi e larcivescovo in tutti i modi. Stiamo facendo tutto il possibile per salvare il patrimonio, portandolo al sicuro nei depositi della diocesi. Dopo la messa in sicurezza si penserà anche ai restauri? In verità – continua il Sovrintendente Birrozzi – i restauri sono già iniziati grazie anche al supporto fornito dallIstituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, i cui tecnici stanno aiutando i nostri tecnici e quelli della diocesi nellallestimento dei depositi. Siamo anche in attesa di un gruppo di restauratori dellIstituto che lavorerà ad Ancona per noi e a Camerino e San Severino per i beni della diocesi che sono stati recuperati. A tal proposito, anche in virtù del sopralluogo effettuato dai responsabili del Mibact, il sovrintendente Birrozzi non esclude la possibilità, una volta valutata lesistenza delle condizioni idonee, che parte dei beni contenuti nel Museo Diocesano e nella Cattedrale di Camerino possano essere conservati nei grottoni del palazzo arcivescovile che non sono stati danneggiati dal sisma, secondo il desiderio espresso dallarcivescovo Brugnaro.      

Il terremoto più devastante degli ultimi decenni quello che ha interessato vasta parte dell'Italia centrale, soprattutto la zona dell'entroterra marchigiano e del maceratese in particolare. Danni non solo alle tante le abitazioni private rese inagibili dal sisma, ma anche al patrimonio architettonico, artistico e culturale che per secoli hanno fatto bella mostra di sè in tutto il territorio. Veri e propri gioielli che ora sono in grossa difficoltà. "Il problema riguarda sia i beni architettonici sia tutti quei beni contenuti all'interno di chiese e palazzi – così Carlo Birrozzi, Sovrintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, in visita nei giorni scorsi a Camerino – In questi mesi abbiamo lavorato moltissimo per mettere al sicuro quadri, sculture, arredi liturgici che erano conservati all'interno delle chiese colpite dal sisma e, di conseguenza, non più sicure. Abbiamo raccolto circa 10 mila opere nelle diocesi maggiormente colpite che, oltre a Camerino – San Severino Marche, sono quelle di Fermo, Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto e, sia pure in minor parte, Fabriano – Matelica e Macerata. E' stato un lavoro sicuramente impegnativo, reso più difficoltoso anche dalle abbondanti nevicate dello scorso mese di gennaio, che stiamo continuando cercando di mettere in sicurezza anche i contenitori. Attualmente, infatti, il patrimonio più a rischio è quello dei dipinti murali". Particolare impegno è stato quello richiesto per i beni situati nella diocesi di Camerino – San Severino Marche, che ha visto gran parte delle chiese crollate o gravemente danneggiate. "E' sicuramente così e da parte nostra abbiamo cercato e stiamo cercando di supportare la diocesi e l'arcivescovo in tutti i modi. Stiamo facendo tutto il possibile per salvare il patrimonio, portandolo al sicuro nei depositi della diocesi".

musueo con crolli

Dopo la messa in sicurezza si penserà anche ai restauri?

"In verità – continua il Sovrintendente Birrozzi – i restauri sono già iniziati grazie anche al supporto fornito dall'Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, i cui tecnici stanno aiutando i nostri tecnici e quelli della diocesi nell'allestimento dei depositi. Siamo anche in attesa di un gruppo di restauratori dell'Istituto che lavorerà ad Ancona per noi e a Camerino e San Severino per i beni della diocesi che sono stati recuperati". A tal proposito, anche in virtù del sopralluogo effettuato dai responsabili del Mibact, il sovrintendente Birrozzi non esclude la possibilità, una volta valutata l'esistenza delle condizioni idonee, che parte dei beni contenuti nel Museo Diocesano e nella Cattedrale di Camerino possano essere conservati nei grottoni del palazzo arcivescovile che non sono stati danneggiati dal sisma, secondo il desiderio espresso dall'arcivescovo Brugnaro.

 

Grottoni 1

 

grottoni 2

 

museo con opere e calcinacci

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