La proposta fatta dal sindaco di Fiastra Sauro Scaficchia e subito accolta dall’assemblea dei primi cittadini dell’Ambito Territoriale Sociale XVIII. Dell’iniziativa a sostegno delle famiglie con minori in fuga dalla guerra si è fatto così promotore il presidente d’Ambito Alessandro Gentilucci.

“Il comitato dei sindaci ha accolto una proposta del sindaco di Fiastra, Sauro Scaficchia, e insieme abbiamo definito, come prima e immediata decisione, l’impegno di un fondo pari a euro 10.000 a valere sul nostro bilancio, finalizzato al soddisfacimento di bisogni sociali e educativi per i profughi del conflitto in corso – dichiara Gentilucci - Una misura di pronto intervento sociale che è un segnale di vicinanza di tutto un territorio che ha sofferto e soffre ancora per il sisma, ma che intende esprimere, con questo atto concreto, tangibile, deciso insieme al coordinatore Valeriani, la solidarietà e la generosità della nostra popolazione verso tutti coloro che soffrono per la guerra e vivono grandi criticità. Stiamo valutando altre misure - conclude - sulla base delle problematiche future che dovessero evidenziarsi”.
Gli Ambiti sociali territoriali, rischiano di dover interrompere i servizi di assistenza sociale domiciliare per la mancanza di adeguati dispositivi di protezione per gli operatori.
A lanciare l’allarme è il coordinatore degli ATS 16-17-18  Valerio Valeriani. Nella tempesta dell'emergenza coronavirus, se non si riesce a risolvere in qualche maniera questa carenza delle mascherine protettive, i soggetti deboli affidati ai servizi sociali ed alle cooperative, potrebbero rischiare di non poter essere raggiunti.

“ Il problema è abbastanza importante – spiega Valerio Valeriani- Da qualche giorno abbiamo dovuto ridurre tantissimo e in qualche caso sospendere i servizi a causa della mancanza delle protezioni adeguate per gli operatori che non possono raggiungere le case senza le condizioni anche minime di sicurezza.  Siamo in trattative con la Regione ma il problema è che le mascherine non ci sono anche per una fornitura di numeri bassissimi. A titolo di esempio posso dire che per coprire tutti i servizi dell’Ambito di Camerino dovremmo riuscire ad avere in questi giorni un numero di 60-65 mascherine in tutto. E la richiesta di questi dispositivi- aggiunge Valeriani- è abbastanza importante perché ci sono da coprire anche i fabbisogni delle case di riposo che vivono un problema ancora più grande e accentuato, dal momento che si tratta di servizi aperti e il caso di Cingoli ci insegna che strutture come quelle rischiano di essere delle polveriere, non solo per le persone che sono all'interno ma anche perché l’ipotetico contagio degli operatori diffonde il virus anche all'esterno delle case di riposo.
Usando sempre il condizionale dovrebbe adesso venirci in aiuto una donazione di 5000 mascherine da parte di Fondazione Marche che verrebbero distribuite direttamente alla casa di riposo tramite i distretti sanitari e questa cosa credo per 1-2 giorni riuscirà quantomeno a tamponare un qualche sollievo. Temo però che anche in questo caso si tratti di mascherine chirurgiche e dunque non di dispositivi a protezione più elevata, tuttavia è già qualcosa”.

L’ emergenza sanitaria del coronavirus, ha costretto la sospensione delle attività dei centri diurni per disabili e del Centro Alzheimer di Camerino, la chiusura degli sportelli sociali , la limitazione delle visite nelle residenze protette, nonché la sospensione di ogni attività dei servizi di sollievo di salute mentale e dei centri di aggregazione per minori. Sospesi anche il taxi sociale, lo sportello per famiglie,mentre i servizi educativi domiciliari si svolgono su contatto telefonico, così come l’assistenza domiciliare per anziani e disabili.

“Di fatto si è dovuto ridurre tantissimo e quasi interrompere il funzionamento ordinario mantenendo le situazioni di urgenza che non troverebbero altra soluzione. Gli interventi che si fanno a domicilio- spiega Valeriani- vengono mantenuti solo per le situazioni più critiche ma monitoriamo via telefono e costantemente tutti gli utenti; laddove vi siano situazioni di particolare disagio che non possano essere risolte diversamente, attiviamo una task force dove concentriamo i dispositivi che abbiamo per porre in essere un intervento di pronto intervento sociale, dall’ assistenza domiciliare all’intervento per disabili, anziani o persone con problemi di salute mentale.
Vorrei ricordare anche che per Camerino, San Severino e Tolentino è stato aperto uno sportello di ascolto psicologico che vede al lavoro due psicologiche che rispondono dal lunedì al venerdì, dalle 14 alle 16, al numero 3929581009.  E credo che proprio il servizio di ascolto psicologico possa diventare via via sempre più importante perché il perdurare della situazione di emergenza e di crisi aumenta l'ansia e la preoccupazione un po' di tutti; cosa importante è che questo servizio è in collegamento col Gores regionale e dunque prevede l’adozione di un vademecum unitario che permette un’attività coordinata rispetto alla tipologia di servizio da mettere in atto e anche in riferimento ad un’ eventuale registrazione di bisogni aggiuntivi di intervento. Di fatto- osserva Valeriani- si è dunque riattivata la centrale d'ascolto che era stata approntata durante l'emergenza del sisma che avviene in maniera coordinata e organizzata.
Altra piccola cosa - conclude lo psicologo- riguarda l'area dei bambini e soprattutto degli asili nido e scuole dell’infanzia; in un momento in cui i servizi scolastici sono tutti chiusi, abbiamo un coordinamento pedagogico 0-6 anni che ha continuato a riunirsi on-line per definire alcune linee. Con la sospensione delle lezioni nelle aule di fatto operatori scolastixci ed  insegnanti stanno in qualche modo lavorando a distanza e in via telematica e abbiamo dunque approntato un vademecum con consigli e modalità di protezione per  chi utilizza questo collegamento e per le famiglie con modalità. Anche questo tipo di scuola a distanza e non più all'interno di un'aula, necessita di accortezze. Abbiamo pertanto distribuito tra tutti gli operatori quest'altro vademecum, frutto di un buon lavoro fatto dal nostro coordinamento pedagogico”.
C.C.

Ricorre oggi la Giornata regionale contro il gioco d’azzardo patologico (Gap). Un problema in crescita che riguarda la fascia di età giovanile come quella più avanti negli anni e, nei confronti del quale, la migliore arma è sempre quella della prevenzione per evitare rischi e danni alla salute. Secondo gli studi, a rischiare più delle altre di cadere nel gioco d’azzardo patologico, sono le persone che per qualunque motivo stiano vivendo un momento di difficoltà e di vulnerabilità. Minori, anziani, stranieri, le categorie che possono essere maggiormente portate a sottovalutare i rischi. In Italia negli ultimi 10 anni il gioco d’azzardo ha avuto una notevole espansione; nel 2016 il movimento del settore ha raggiunto 97 miliardi di euro ( nel 2006 era stato di 34 miliardi).

I giochi più praticati sono le slot machines che rappresentano oltre il 50 % del mercato, seguite da gratta&vinci, lotterie e scommesse sportive. In espansione anche il gioco online, pur se rappresenta solo un quarto del mercato.

Nella Regione Marche, secondo i dati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nel 2016 sono stati giocati quasi 2 miliardi di euro, escluso lo online. La raccolta procapite media riferita ai maggiorenni è stata pari a 1.477 euro, con perdite medie pari a 361 euro , dati che sono lievemente superiori alla media nazionale. Ancora più allarmante, il dato della Provincia di Macerata dove la spesa complessiva nel 2016 è stata di oltre 107 milioni di euro, con una spesa media per maggiorenne paria 398 euro procapite. Cifra che pone la provincia di Macerata al 27° posto tra le 107 province italiane interessate.

Tra i progetti di Area Vasta 3 e del Dipartimento delle Dipendenze che vedono la partecipazione degli Ambiti Territoriali Sociali 16-17 e18 c’è “Hazzard- Il gioco d’azzardo ha invaso la contea”, progetto di rete per la prevenzione del gioco d’azzardo patologico, finanziato dalla Regione Marche .

“ Hazzard –spiega il coordinatore degli ATS Valerio Valeriani- è un progetto volto a contrastare tutte le forme di ludopatia e a stimolare invece il gioco sano, a partire soprattutto dai ragazzi ma rivolgendoci comunque a tutte le fasce dì età, comprese le persone anziane. La quantità di denaro che se ne va in gioco d’azzardo è infatti molto consistente, come incredibile è anche il giro d’affari illecito che c’è intorno. Il progetto- continua il dott. Valeriani- è fatto di molte caselle; vi sono interventi che riguardano in primo luogo le scuole ei ragazzi, come pure le associazioni sportive in base ad uno specifico accordo siglato col CONI. Altra forma quella degli sportelli “Family Point” che sono dei punti d’ascolto gratuiti aperti a tutti come quello di Camerino e attivi anche a Castelraimondo, Matelica e San Severino Marche. Questi punti di ascolto ci consentono la presa in carico precoce delle situazioni di dipendenza e quindi di poter intervenire. Quello che noi dobbiamo fare- dice Valeriani- è intervenire in maniera immediata e specialistica quando il problema è serio e conclamato e, non sono pochi i casi dei quali siamo a conoscenza di persone, cadute vittime del gioco d’azzardo e che hanno perso davvero tutto, compresi i rapporti con i propri cari se non addirittura la vita. E’ importante soprattutto non aver paura di leggere queste situazioni  Sul gioco d’azzardo infatti passa ancora un’idea di una sorta di normalità e – evidenzia Valeriani  - se nel caso delle dipendenze da sostanze individuare il problema è più facile, sull’azzardo spesso questo non avviene. Dobbiamo pertanto aiutare le persone a misurare e a capire se effettivamente si tratti di un problema di dipendenza e, dovessero esserci dei segnali, dobbiamo intervenire in maniera precoce e professionale, aiutando ad uscire fuori dalla dipendenza da gioco e, soprattutto, dobbiamo favorire i fattori protettivi, aiutare le persone a comprendere quanto sia assurdo ‘mettere la propria vita in gioco” in tantissimi casi e, quanto sia assurdo giocare anche da un punto di vista logico e matematico di probabilità. In parallelo -conclude il coordinatore ATS – il lavoro grande e complesso è quello di stimolare al recupero del gioco sano e del gioco vero, che non è per vincere ma davvero per partecipare, perché giocare fa bene”.

C.C.

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