Il giorno 29 novembre alle ore 13,30 una delegazione del comitato “Salviamo l’Ospedale di Camerino”, convocata dal vicepresidente del consiglio regionale Pasqui a Palazzo Raffaello, ha incontrato l’Assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, il presidente dell’unione montana Gentilucci ed il Sindaco di Camerino Lucarelli.
L’esito dell’incontro è stato oggetto di un comunicato pubblicato dal dott. Pasqui che lo ha definito “cordiale e costruttivo”. Siamo spiacenti, ma noi della delegazione non abbiamo tratto le stesse conclusioni dall’incontro.
Intanto nulla di nuovo è stato detto rispetto alle ripetitive comunicazioni precedenti da parte dell’assessore Saltamartini.
Sono state poste domande specifiche come ad esempio se l’ospedale rimarrà di I° livello, considerato che alcune prerogative necessarie a tale qualifica non sono al momento presenti; è stato chiesto se fossero state indagate le ragioni delle scelte fatte da numerosi medici, specie della cardiologia, di trasferimento o di licenziamento ecc.
L’assessore Saltamartini non solo non era a conoscenza dell’attuale situazione della cardiologia, ma gli erano stati forniti dati errati sulla effettiva presenza di medici (attualmente una sola unità presente).
È stato chiesto cosa si voglia fare delle spoglie della cardiologia, dato che ad intervalli più o meno regolari si parla di riabilitazione cardiologica, medicina dello sport, ecc. ma anche qui nessuna risposta.
Le uniche affermazioni fatte sono state una richiesta di aiuto e collaborazione, cosa molto difficile da assecondare dato che ad occuparsi di questo dovrebbero essere i rappresentanti regionali politici e sanitari e non un comitato di semplici cittadini, anche se non del tutto sprovveduti.
L’assessore ha più volte affermato in diverse occasioni che la sanità deve fare ciò che ordina la politica: potrebbe anche essere così, quantunque l’affermazione possa essere opinabile e meritevole di saggio approfondimento, ma a nostro modesto avviso, ci sembra che né la politica, né la sanità attuali abbiano la minima idea di ciò di cui si stanno occupando.
In conclusione, dato che l’appuntamento sarà per gennaio 2023, quando sembra che avverrà l’epifania del piano sociosanitario della regione, esprimiamo l'auspicio che siano presenti le Istituzioni (cittadini, sindaci, ambiti sociosanitari, ecc.) anche vicine, afferenti all’ospedale di Camerino in una utile assemblea pubblica.




«È con vivo e sincero interesse che apprendiamo la notizia di una richiesta di apertura a un incontro con il comitato “Salviamo l’ospedale di Camerino” avanzata da parte del vice presidente del Consiglio regionale delle Marche Gianluca Pasqui che peraltro è anche membro della IV Commissione Sanità».
Così Angiolo Napolioni, presidente del comitato nato per la salvaguardia del nosocomio a servizio del territorio, in risposta al tavolo di lavoro concertato proposto da Pasqui. 

«L’iniziativa - prosegue la nota -,  non può che rallegrare tutti i cittadini dell’entroterra che hanno nel nosocomio camerte il presidio sanitario di riferimento. Si tratta di un argomento particolarmente delicato che riguarda la vita, il benessere e il futuro dell’intera popolazione dell’entroterra, per la stragrande maggioranza costituita da anziani, che ai disagi dovuti alla collocazione geografica, sommano quelli determinati dal sisma prima e dalla pandemia poi.
Da quasi due anni il Comitato per la salvaguardia dell’ospedale cerca di sensibilizzare le istituzioni locali, provinciali e regionali sulle continue carenze, inefficienze e disagi che la popolazione montana affronta ogni qual volta è costretta a ricorrere alle cure mediche ribadendo che la tutela delle popolazioni svantaggiate non può che passare necessariamente dal garantire il diritto fondamentale alla salute assicurando l’appropriatezza delle cure mediche. Prendiamo atto quindi, non senza sorpresa, della volontà del consigliere Pasqui di voler aprire un dialogo con il comitato e della sua evidente inversione di marcia rispetto alle dure critiche esternate nei confronti del comitato stesso all’indomani della sua costituzione e nei mesi che seguirono.
Ci sia consentito però sollevare, senza alcuna vena polemica ma solo con spirito costruttivo, qualche riflessione a riguardo - precisa Napolioni -. In particolare ci chiediamo perché proprio ora il consigliere Pasqui decide di aprire un dialogo con il comitato quando fino a questo momento lo ha considerato un nemico dell’attuale amministrazione regionale giungendo sin anche a ritenerlo strumento di lotta politica? Perché solo ora e non nel periodo antecedente l’approvazione del nuovo piano socio sanitario? Ci chiediamo ancora perché il consigliere decide di aprirsi al comitato quando lo stesso siede tra i banchi della maggioranza di Governo della regione e ne è autorevole rappresentante? Vi sono impedimenti per il consigliere regionale Pasqui nell’adottare, insieme alla sua maggioranza di governo, provvedimenti in favore dell’ospedale dell’entroterra? Obiettivamente, pur considerandola meritevole, troviamo curiosa questa sua iniziativa al punto da suscitare ulteriori, inquietanti, interrogativi: forse il consigliere Pasqui ha notizie non proprio positive per l’ospedale tanto da dover ricorrere all’appoggio del comitato? Forse nei pensieri della giunta regionale sono in programma provvedimenti con effetti penalizzanti per il nostro ospedale? Sono forse in programma ulteriori tagli e depotenziamenti? Ci auguriamo e vivamente speriamo che non sia così e che le nostre siano solo ingiustificate preoccupazioni - continua la nota -. Nessuna notizia invece dall’altro rappresentante camerte, il consigliere regionale Renzo Marinelli che probabilmente non ha nulla da dire a riguardo. Vedremo!! Per il momento consoliamoci (si fa per dire) dell’esito del concorso per la nomina del nuovo primario del reparto di cardiologia. Ci sia consentito esprimere innanzitutto i rallegramenti al vincitore che sembra essere il dottor Mazza, giovane professionista campano di alto profilo. A lui gli auguri più sinceri di buon lavoro. Il vincitore ci perdonerà se pubblicamente affermiamo di aver fatto sfacciatamente il tifo per altri concorrenti a noi più vicini.
Non ci resta che prendere atto, con un po’ di rammarico, dell’esito e sperare che il nuovo primario, chiunque esso sia, trovi nell’ospedale di Camerino il luogo ideale in cui dare il meglio della sua professionalità insieme a un ambiente che saprà sicuramente offrirgli, come sempre, tutto il sostegno, l’aiuto e l’affetto che le popolazioni della montagna sanno dare.
Sovviene alla mente solo una curiosa coincidenza - conclude Angiolo Napolioni -: sembra che i medici camerti siano quelli che pur vantando il più alto punteggio curriculare non riescano poi a esprimere nelle prove del colloquio tutte le loro potenzialità. Sicuramente una coincidenza, peccato».
Oltre cento persone hanno risposto all'appello, lanciato dal camerte Angiolo Napolioni promotore di Salviamo l'ospedale Santa Maria della pietà di Camerino  presenziando all'assemblea costitutiva del Comitato tenutasi nei giardini della Rocca borgesca.
Alla riunione, nel corso della quale è stata ribadita l'esigenza di unirsi insieme per far sentire la voce di un territorio di fronte al depauperamento della struttura sanitaria, sono intervenuti i sindaci di Montecavallo Pietro Cecoli, di Muccia Mario Baroni, di Fiastra Sauro Scaficchia e l'ex primo cittadino di Serrvalle di Chienti Venanzo Ronchetti.
Nel tornare a sensibilizzare la popolazione su quella che è stata nel tempo la condizione di eccellenza dell'ospedale, passando alla situazione attuale e a quella che potrebbe essere per il futuro, l'incontro ha anche rappresentato la prima occasione per attivare la raccolta firme a salvaguardia della sanità  di tutto il territorio servito dal nosocomio di Camerino comprendente ben 23 comuni. A tranquillizzare la popolazione non sono infatti bastate le recenti rassicurazioni dei vertici regionali sull'assunzione di infermieri e sul concorso bandito per il primario di ortopedia. Chiarezza e fatti concreti tali da rappresentare una garanzia per il futuro è quanto si augurano il promotore e i tanti sostenitori del gruppo social, determinato oggi ad essere più incisivo attraverso la costituzione di un vero e proprio organismo regolamentato da statuto
Napolioni ha quindi ripercorso gli ultimi due anni della struttura, dalla prima fase di emergenza pandemica sfociata nella riconversione in Covid Hospital, alla seconda fase in cui l'attività stava riprendendo e"ci sono stati anche atti di generosità da parte di enti e di privati che hanno dotato la struttura di strumentazioni e attrezzature d'avanguardia- ha evidenziato Napolioni-. Oggi va dunque tenuto in considerazione anche il fatto che mancano operatori che facciano funzionare queste attrezzature diagnostiche e comunque di prim'ordine come lo è la stessa struttura ospedaliera, unico nosocomio totalmente antisismico nella Regione Marche che non può essere ridimensionato nei suoi servizi e ridotto ad un maxi prontosoccorso, in un'area oltretutto colpita dal sisma dove sta partendo la ricostruzione e dove è presente un'antica Università.  Il Comitato è dunque essenziale perché di fronte al silenzio assordante che regna intorno, non c'era altro mezzo". 
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Libero, spontaneo e apartitico: queste le caratteristiche dell'organismo del quale sono state presentate le parti integranti dello statuto costitutivo e, la finalità prioritaria che è quella di chiedere che l'ospedale Santa Maria della Pietà torni alle condizioni di servizio e funzionalità ante-Covid .
"Ad oggi, nonostante i segnali, scontiamo ancora una situazione di poca chiarezza. Il Piano sanitario regionale è in corso di preparazione, proprio per questo, dobbiamo  far sentire forte la nostra voce che non deve venire dalla politica che potrebbe raccogliere in maniera non esaustiva le istanze della popolazione- ha detto Napolioni- . Il diritto alla salute è sancito dalla Costituzione e deve essere  garantita l'accessibilità a tutti a prescindere dal colore politico e attraverso adeguate strutture. La costituzione di un comitato è dunque una necessità per unirci insieme e poterci dedicare maggiormente alla raccolta di firme e ottenere conseguente credito dagli interlocutori regionali".
Ruolo del Comitato è quello di mettere in atto tutte le possibili azioni legali volte a scongiurare la chiusura da parte della Regione Marche dell'ospedale di Camerino e il suo ripristino alle condizioni operative ante-covid, in essere al 1 gennaio 2019."Ci riconosciamo inoltre  come punto di riferimento per i cittadini che vogliano presentare  proposte per migliorare la sanità pubblica" - ha aggiunto Napolioni-.
Inizialmente il consiglio direttivo avrebbe dovuto essere composto dai sindaci di tutti i comuni che gravitano sul nosocomio camerte; l'assenza evidente di molti primi cittadini ha tuttavia portato ad un direttivo costituito di persone che hanno dimostrato particolare sensibilità su tutta la problematica. Presidente protempore è lo stesso Angiolo Napolioni, affiancato dai sindaci  Sauro Scaficchia, Mario Baroni e Pietro Cecoli, dall'ex sindaco Venanzo Ronchetti e da Ottavio Bottoni, Luisella Tamagnini, Emanuela Di Stefano, Oriana Ciuffetti e Mimmi Macchiati  
Diversi i sindaci e i cittadini che hanno ritirato i moduli per incentivare la raccolta firme nei propri comuni di provenienza. Testimone che per Castelraimondo, è stato raccolto dall'ex manager Costantino Mariani, candidato in lizza alle prossime elezioni con la lista civica " Castelraimondo insieme",  il cui programma prevede espressamente la difesa dei presidi sanitari del comune e quella dell'ospedale di Camerino. " La mia - ha detto Mariani - è una dichiarazione impegnativa, indipendentemente dall'esito che avranno le elezioni".
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Molto applaudito l'intervento della dottoressa Luisella Tamagnini. In pensione dal 2015, per 6 anni responsabile del reparto di cardiologia dell'ospedale di Camerino dove ha lavorato per 40 anni. la dottoressa Tamagnini ha ricordato che il declino del nosocomio camerte ha avuto inizio molto prima del 2019:  "Per la cardiologia in particolare, da sempre abbiamo dovuto combattere e soffrire per poter avere e mantenere il personale dovuto. Molto difficile è stato portare avanti un discorso di qualità e di presenza e, questo risale a diversi anni fa, a partire dal 1990 allorché fu fondata e messa in funzione la Terapia Intensiva Cardiologica Utic, che le necessità del territorio imponevano. Ottenere questo traguardo è stata una dura lotta ma, mi duole dirlo, forse la cittadinanza di Camerino non ha mai voluto approfondirne e apprezzarne l'importanza. Eppure in cardiologia non c'erano liste d'attesa, ed era facile poter parlare con un medico che ti seguiva nonostante si trattasse di attività pubblica e non privata. Purtroppo debbo dire che questo tentativo di sminuire e di dare poco peso all'attività della Cardiologia di Camerino c'è sempre stato; il tracollo è poi avvenuto nel 2010 con l'istituzione del CUP che, a noi che eravamo in numero ridotto, non ha dato la possibilità di poter svolgere un servizio ambulatoriale con una certa regolarità nei diversi giorni della settimana. Avevamo chiesto di poterla gestire noi stessi ma non ci è stato permesso, nonostante avessimo dimostrato che nel giro di sei mesi avevamo completamente azzerato  le liste d'attesa. Le difficoltà dunque erano nate da tempo, perché da tempo si minavano le fondamenta dell'ospedale di Camerino e soprattutto del reparto di Cardiologia".  
Analisi pienamente condivisa dal sindaco di Fiastra Sauro Scaficchia, il quale ha tuttavia sottolineato che il passato non va rivangato ma deve servire da maestro per andare avanti e guardare più in là: "Non dico che dobbiamo dimenticare, bensì tendere a migliorare quello che è stato". E ricordando l'incontro al Lanciano Forum che ha visto i reggenti della sanità regionale illustrare di una sanità che sarebbe stata portata ai massimi livelli anche attraverso il Piano sanitario da presentarsi  a gennaio 2021 coinvolgendo tutti i sindaci del territorio, ha aggiunto "siamo arrivati alla fine di settembre e non si è visto alcun Piano e il benché minimo coinvolgimento dei sindaci. Eppure ho ancora fiducia - ha concluso Scaficchia- ; il 90 per cento di chi attualmente ci amministra, ha vinto le elezioni proprio sulla sanità che era un capitolo che non andava. Per cui andiamo avanti. Dobbiamo difendere questo territorio e mi auguro che la nascita di questo comitato significhi anche un maggiore ascolto dell'intero territorio che fa riferimento a questa indispensabile struttura, che non è solo l’ospedale di Camerino ma ospedale di tutto il territorio".
A chiusura dell'assemblea, numerose sono state le firme raccolte dal neonato Comitato"Salviamo l'ospedale di Camerino".  
c.c.

Dopo la nascita del gruppo pubblico che, sul tema del mantenimento e della salvaguardia della struttura ospedaliera di Camerino ad inizio 2021 mobilitò oltre 5300 adesioni, i cittadini sono decisi a non allentare la presa e mirano ora ad essere più incisivi. Da una pagina social ideata e amministrata dal camerte Angiolo Napolioni che registra tanti quotidiani contatti e commenti, si passa ora alla volontà di istituire un comitato che avrà la stessa denominazione del gruppo: “Salviamo l’Ospedale di Camerino”.
L’assemblea costituente è prevista sabato 25 settembre alle ore 10 nella piazzale superiore della Rocca borgesca.
“Abbiamo concretizzato quello che era l’intento iniziale – afferma Angiolo Napolioni, convinto promotore di tutta l’operazione-; stiamo dunque cercando di portare avanti questa strenua difesa dell'ospedale di Camerino con la costituzione del comitato al quale invitiamo a partecipare tutti i cittadini del comprensorio che gravitano su questa struttura sanitaria fondamentale e invitiamo a venire all’incontro i sindaci di tutti i 23 comuni interessati. Vorremmo raccogliere delle firme su uno statuto che chiede che l'ospedale di Camerino venga ripristinato alle condizioni ante covid - spiega Napolioni -, quelle cioè sussistenti al primo gennaio 2019. Infatti, malgrado le garanzie verbali dei rappresentanti della Regione Marche, non abbiamo visto finora fatti concreti e tangibili di una volontà in questo senso, nonostante più volte sia stata ribadita dall’ente regionale attraverso comunicati stampa apparsi su testate giornalistiche. Si parla di assunzioni di 15 infermieri ma non si specifica bene come, dove e quando. Lo stesso dicasi per i primari. Si parla di ripristinare l’ospedale di Camerino in tutti quei servizi che ha sempre svolto, ma onestamente di fatti concreti finora non se ne sono visti. La realtà è quella di una struttura ospedaliera in situazione di grave stallo. Puntiamo quindi a richiedere alla Regione un atto deliberativo che riservi al nosocomio della città ducale un trattamento ad hoc, che nel piano sanitario regionale gli riconosca un ruolo particolare di struttura emergenziale che opera in un contesto di ricostruzione e a servizio di un vasto entroterra colpito dal sisma. Speriamo pertanto che la nostra iniziativa possa trovare ascolto e porte aperte in regione, perché, come già ribadito in altre occasioni - conclude Angiolo Napolioni- una struttura d'eccellenza come l’ ospedale di Camerino è prioritaria per la ricostruzione e il rilancio del territorio e per la sopravvivenza di chi ci vive attualmente”.

Carla Campetella

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