Rinnovato il patto sulla sicurezza tra Prefettura e Comune di San Severino.  Una collaborazione tra enti, una sinergia per garantire sicurezza, e aumentare la percezione della sicurezza dei cittadini. Una delle azioni da mettere in campo in virtù di questo patto, è il potenziamento del sistema già esistente di videosorveglianza urbano. Di questo, in verità, se ne era già accennato quando Jacopo Orlandani divenne assessore, qualche mese fa, in seguito al rimpasto in giunta dopo l’abbandono delle deleghe del vicesindaco Giovanni Meschini. All’epoca il neo assessore disse che uno dei progetti su cui avrebbe lavorato sarebbe stato proprio il rafforzamento delle azioni di prevenzione e di contrasto alle forme di illegalità anche tramite una rete di telecamere con visualizzazione e collegamento diretto con la locale stazione dei Carabinieri. 

Per fare ciò, la normativa consente al Comune, dopo aver siglato il patto con la Prefettura, di accendere anche dai finanziamenti. 

“Quello sulla videosorveglianza - spiega l’assessore Orlandani - è uno dei maggiori investimenti che andiamo a fare. Abbiamo già iniziato ad ampliare la rete esistente aggiungendo delle telecamere in zona San Michele, dove sono le soluzioni abitative emergenziali, e nella zona industriale di Taccoli. È in fase di realizzazione anche nella frazione di Cesolo e nel centro città. Le telecamere fanno una mappatura costante del territorio e le auto possono essere controllate anche attraverso i sistemi dei paesi vicini, qualora abbiano firmato anche loro il patto. Tutte queste opere - sottolinea infine - richiedono un investimento importante che è coperto dal bilancio. Qualora ottenessimo dei finanziamenti, li useremmo per espandere la rete ad altre zone”.
g.g.

L’encomio solenne collettivo al Comando Provinciale dei Carabinieri per l’attività conclusasi con l’arresto di Luca Traini dopo la sparatoria di Macerata. Il riconoscimento verrà consegnato al colonnello Michele Roberti, comandante provinciale. E ancora, encomio solenne individuale agli appuntati scelti Sergio Palmieri e Simone Fazzari della stazione di Pioraco per aver bloccato e tratto in arresto Luca Traini di fronte al Monumento dei Caduti di Macerata. I due riconoscimenti verranno consegnati oggi pomeriggio in Ancona, mentre questa mattina si è tenuta la festa del 204° anniversario dell’Arma presso il comando provinciale di Macerata, in via XX Settembre. 

 

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A dar voce all’intera manifestazione, il Capitano Giacomo De Carlini, comandante della Compagnia. Ad intonare l’inno di Mameli che ha accompagnato l’alzabandiera, i bambini della scuola "Gramsci Matteotti” di Porto Recanati, poi il tenente colonnello Walter Fava, comandante del reparto operativo di Macerata ha letto il messaggio del presidente della Repubblica. A seguire il maggiore Roberto D’Ortona, capo ufficio del comando provinciale ha dato lettura dell’ordine del giorno del comandante generale dell’Arma Giovanni Nistri.

 

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Poi, prima di passare al conferimento degli encomi ai militari della Provincia che nel corso dell’anno si sono distinti, il colonnello Roberti ha sottolineato il costante impegno dei 500 Carabinieri a lavoro in tutto il territorio maceratese: “Le 60 Stazioni Carabinieri (territoriali e forestali) dislocate su tutto il territorio della provincia rappresentano una risorsa operativa imprescindibile e lo testimoniano gli straordinari risultati che questi reparti hanno conseguito anche nell’ultimo anno: 43.481 servizi di controllo del territorio, 7.954 reati perseguiti (corrispondenti all’ 88% dei reati commessi o denunciati complessivamente sul territorio della provincia), 2.524 persone denunciate a piede libero e 200 arresti eseguiti. I risultati conseguiti in un anno di lavoro non possono essere compiutamente sintetizzati nei pochi minuti che mi sono concessi - ha aggiunto - ma sono ampiamente noti alla collettività. Molto si è reso possibile grazie ad una piena sinergia di intenti tra le diverse componenti della squadra Stato e che ha visto nel Prefetto, sul piano del coordinamento dell’azione preventiva, e nel Procuratore della Repubblica, sul piano della direzione e coordinamento dell’azione repressiva, registi attenti, lungimiranti ed efficaci”. La sicurezza, ha proseguito il colonnello Roberti, è un bene primario e prezioso che va perseguito con azioni sinergiche  e l’attività delle Forze dell’ordine deve trovare corrispondenza in chi esercita i presidi sociali, culturali ed economici: “Dagli enti locali, agli istituti scolastici, al volontariato, alle associazioni di categoria, sino alla sorveglianza informale che ogni cittadino può esercitare, in un rapporto di utile collaborazione con le Forze di polizia. Per questo, la collaborazione inter istituzionale è divenuta, nel tempo, un aspetto fondamentale delle politiche di sicurezza”.

 

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Oggi, ha osservato, il terremoto ha operato una radicale trasformazione del tessuto sociale, economico e politico e ha scardinato la tenuta psichica delle comunità “e dopo i fatti drammatici come quelli di Pamela Mastropietro e Luca Traini, con tutto ciò che ne è derivato, occorrerebbe annodare i fili del passato a quelli del presente, a partire da quella che è l’essenza della missione dei Carabinieri: essere al servizio degli altri. Ed infatti, è proprio questo il comune denominatore che lega il sindaco, il parroco, gli educatori e il Comandante della Stazione dei Carabinieri in una preziosa complementarietà, tutti orientati al bene comune, riferimento sicuro e affidabile per i cittadini. Bisogna partire da questo modulo per ricostruire un senso di serena convivenza civile”. In tal senso, importanti sono le attività di sensibilizzazione dei giovani, i progetti di controllo del vicinato e di videosorveglianza, nonché quelli finalizzati alla lotta alle droghe. “Mi rivolgo ai Carabinieri della Provincia - ha concluso - ricordando loro che solo rimanendo fedeli alla nostra missione che è proteggere, ascoltare, suggerire, informare, offrire una presenza vigile e rassicurante attraverso il contatto quotidiano con la gente con l’obiettivo di penetrare il territorio, otterremo un ritorno positivo in termini di collaborazione da parte della collettività, solo così continueremo a meritare l’appellativo di Benemerita del Paese”.  

Durante la cerimonia a Roma invece,  sarà premiato a livello nazionale il Comandante della Stazione di Castelsantangelo Sul Nera, il maggiore Roberto Perucci, per la generosa attivitàdi assistenza alla popolazione ferita dal sisma. Si tratta di un riconoscimento carico di significati per l’importante ruolo svolto dalle Stazioni Carabinieri che, capillarmente diffuse sul territorio nazionale, costituiscono presidi di sicurezza e legalità e luoghi di ascolto, accoglienza e rassicurazione, partecipando attivamente alle dinamiche sociali e al dialogo con la comunità. Un rapporto che spesso travalica le problematiche inerenti la sicurezza e la legalità sfociando in esigenze legate al vivere quotidiano.

 I RICONOSCIMENTI -  Encomio solenne agli appuntati scelti Sergio Palmieri e Simone Fazzari, della stazione di Pioraco, per la cattura e l’arresto di Luca Traini, premiati dal Prefetto Roberta Preziotti.

 

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Encomi semplici: all’appuntato scelto Vincenzo Ierardi, del nucleo investigativo del reparto operativo di Macerata per il contributo in una importante attività di indagine nei confronti di un sodalizio criminale responsabile di numerosi furti presso Bancomat e distributori di Carburante. 

Al capitano Roberto Nicola Cara, comandante della Compagnia di Camerino. Il riconoscimento è stato concesso dal comandante Legione Emilia Romagna per il lavoro svolto al comando del nucleo operativo radiomobile di Bologna, per l’intuito investigativo evidenziato e l’elevata professionalità e per aver disarticolato un sodalizio criminale dedito al furto e alla ricettazione di mezzi agricoli.

Al luogotenente Bartolomeo Filannino, comandante della stazione di Civitanova, al maggiore Giulio Scarponi, al brigadiere capo Donato Antonio Michitti, agli appuntati scelti Vincenzo Ierardi e Francesco Paolo Pacifico, addetti al nucleo investigativo del reparto operativo del comando provinciale di Macerata. A loro il riconoscimento per aver fornito determinante contributo ad una articolata attività di indagine nei confronti di due pregiudicati autori di atti persecutori ai danni di una donna e dell’incendio di quattro auto. 

Al luogotenente Domenico Spinali, comandante del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Macerata, al maggiore Andrea Petroselli, comandante della Stazione di Macerata, al brigadiere Gilberto Mallozzi, all’appuntato scelto Giancarlo Fidanza, e all’appuntato Rocco Francesco Granato. Il premio per il determinante contributo ad una articolata attività d’indagine concernente la coltivazione e la produzione di sostanze stupefacenti.

Al luogotenente Claudio Muscatello, al maggiore Patrizio Tosti, comandante della stazione di Caldarola, al maresciallo capo Lorenzo Ceglie, al brigadiere Giovanni Belfiore, appuntati scelti Bernardino Filiaggi, Stefano Salvatori, Francesco Luciani e Maurizio Iannone. Hanno fornito determinante contributo in una completa attività di indagine che consentiva di individuare una rete di trafficanti di sostanze stupefacenti attiva in provincia di Macerata.

All’appuntato Giovanni D’Agruma, addetto al nucleo operativo della Compagnia di Civitanova. Il riconoscimento è stato conferito dal comandante della Legione Lombardia per il contributo fornito ad una complessa e prolungata attività di indagine relativa alla scomparsa e all’omicidio di una giovane che, per le brutali modalità di esecuzione, ha destato grande sgomento nell’opinione pubblica anche internazionale.

Al maresciallo capo in congedo Salvatore Artese, già comandante della Stazione di Porto Potenza, al maresciallo Simone Cittadini e all’appuntato scelto Mauro Damiani, tutti della stazione di Porto Potenza. A loro è stato riconosciuto l’impegno in una attività di indagine nei confronti di pregiudicati ritenuti responsabili di coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Agli appuntati scelti Bernardino Filiaggi e Stefano Salvatori, per aver individuato un malvivente che si accingeva a porsi alla guida di una auto in sosta risultata rubata. I due militari non hanno esitato ad intervenire per impedirne la fuga nonostante l’investimento di uno dei commilitoni. Dopo la tentata fuga a piedi, l’uomo è stato arrestato.

Al luogotenente Giuseppe Romano De Giorgi, comandante del nucleo informativo del reparto operativo di Macerata, al luogotenente Domenico Spinali, comandante del nucleo investigativo del reparto operativo di Macerata, al luogotenente Domenico Martelli, al maggiore Andrea Petroselli, comandante della stazione di Macerata, al maggiore Lino Alesi, al brigadiere Gilberto Mallozzi, agli appuntati scelti Vito Di Venere, Alessandro Losurdo, Vincenzo Ierardi, Stefano Petrucci e Giancarlo Fidanza. Hanno contribuito in maniera determinante all’arresto dei responsabili di gravi reati maturati nell’ambiente del traffico di sostanze stupefacenti e culminati in con due rapine a mano armata ai danni di esercizi pubblici, di cui una conclusasi col decesso del titolare.

Al maggiore Umberto Paglioni, comandante della stazione di Cingoli, al maresciallo capo Fedora Oppido, al maresciallo Francesco Brugnori e al carabiniere Roberto Galletta tutti della stazione di Cingoli. Si sono distinti per il contributo ad una attività di indagine nei confronti di un gruppo criminale dedito allo spaccio.

Al maresciallo capo Fabio Paradisi, comandante della stazione di Penna San Giovanni, per il contributo a prolungate e complesse indagini nei confronti di pericolosi soggetti extracomunitari dediti al traffico di stupefacenti. 

All’appuntato Guido Gasparri, della stazione di Civitanova, per l’intervento, insieme ad un altro militare, in un appartamento ove una donna aveva tentato il suicidio, riuscendo, grazie a tecniche di rianimazione, a salvarla.

Gaia Gennaretti

 

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Domenica 27 maggio, alle 21, al teatro Lauro Rossi gli studenti del terzo anno di corso teatrale porteranno in scena AV-VINTI war is never over.

La pièce è tratta da "TROIANE" di Euripide e Seneca, con un contributo essenziale scritto dagli studenti/attori e assemblato da Francesco Facciolli, che ne cura anche la regia.

Sono ben 23 gli studenti che si esibiranno e che da ottobre stanno lavorando a questo splendido lavoro teatrale; la rappresentazione è l’atto finale del progetto d’Istituto TEATROASCUOLA, ormai attivo da tre anni.

“Quest’anno – dichiara la Dirigente Annamaria Marcantonelli – il progetto TEATROASCUOLA ha avuto moltissime adesioni ed abbiamo dovuto trovare il modo per organizzare due corsi. I ragazzi che si esibiranno domenica prossima sono i cosiddetti “veterani”, quelli che sono stati anche selezionati per il Festival Internazionale di Siracusa, con la bellissima pièce dello scorso anno intitolata ANTIGONE SEMPER. L’opera di quest’anno presenta un grado di difficoltà elevato, ma siamo certi che ragazzi e regista saranno all’altezza; d’altronde esperimenti come questo debbono essere effettuarti in un liceo, soprattutto se si guarda all’aspetto della formazione e della maturazione dei ragazzi. L’incontro di più scritture riesce a far interiorizzare il lavoro, mentre l’aspetto teatrale concorre a farlo vivere maggiormente”.

Questi gli interpreti: Amanze Eleonora, Angeletti Sara, Balestrini Cesare, Camoni Arianna, Caponi Benedetta, Caranti Francesco, Del Medico Simona, Di Franco Raffaella, Donatiello Cecilia, Gennaro Rachele, Lu Rui Xue, Palmieri Eleonora, Podurgiel Emilia, Polimanti Matteo, Rebecchi Caterina, Ricca Angelica Nicole, Rilo Lusila, Santarelli Francesco, Scuppa Eva, Sperandini Leonardo, Tartarelli Aurora, Young Gabriel, Zeicu Maria Athena.

“Abbiamo chiamato questa pièce “non rappresentazione in atto unico per corpi e voci”, – dichiara Francesco Facciolli – perché abbiamo lavorato molto anche sull’aspetto corporeo, coadiuvati da Michela Paoloni. L’esperimento è arduo, ma i ragazzi si innamorano presto delle cose impegnative. E devo dire che sono molto soddisfatto di come è stata interiorizzata quest’opera. Come siamo anche felici di essere stati ammessi al festival di Siracusa con ANTIGONE SEMPER: è il segno tangibile che il lavoro duro e serio paga sempre”.

Come sempre puntuale il sostegno ed il contributo delle aziende Oro della Terra ed Infissi Design.

Il teatro si preannuncia già quasi tutto esaurito; per informazioni e prenotazioni si può chiamare il numero: 335/7681738. L’ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria.

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Parole forti e la richiesta di dimissioni per l’assessore maceratese Stefania Monteverde. Poi un aspro faccia a faccia col sindaco Romano Carancini. 

Questo il risultato della visita dell’europarlamentare Alessandra Mussolini a Macerata. Era a Bruxelles, ha detto, ma non appena il consigliere comunale Debora Pantana le ha fatto sapere quando accaduto in piazza Cesare Battisti il 25 aprile, ha deciso di prendere un aereo e venire in città.

Nel giorno del ricordo della Liberazione infatti, il gruppo Antifa ha allestito, di fronte al bar Venanzetti, il gioco della pignatta con il fantoccio del duce, scimmiottando in maniera grottesca i fatti di piazzale Loreto. Cosa più grave, il gioco era rivolto ai bambini e alle bambine che passavano di lì. In premio, nel momento in cui la testa del fantoccio è stata spaccata, tante caramelle. 

Il gesto ha scatenato reazioni bipartisan, e l’amministrazione soltanto 24 ore dopo, ha preso le distanze definendolo “ignobile”.

Affiancata dal gruppo maceratese di Forza Italia, Mussolini aveva portato con se una scatola di vermi: “Una volta mi recai in Veneto - ha raccontato - e nei pressi dell’hotel in cui mi trovavo mi gettarono dei vermi per farmi capire che non ero ben accetta. Ho ripensato a quel gesto. I vermi hanno una loro funzione nell’ecosistema. Ma l’assessore Stefania Monteverde non ha neanche quello. Non volevo credere alle sue parole, eppure si occupa di cultura e infanzia. Quello che è accaduto qui - ha aggiunto - è una cosa così grave, antieducativa. È una manipolazione violenta di un fatto atroce, di uno scempio che non va rievocato. Se dopo tanti anni continuiamo con la violenza e con l’odio, allora non ci sarà mai una pacificazione”.

Tanto astio nei confronti della Monteverde, deriva da alcune affermazioni della stessa in un post pubblicato su Facebook ma estrapolate da un contesto di riferimento che non era quello di pizza Cesare Battisti. Parole insomma mal interpretate e diffuse anche da un giornale online, da cui si sarebbe scatenata la bufera nei confronti dell’assessore alla cultura.

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“Pretendo delle scuse alla mia famiglia - ha poi detto l’onorevole - perché non si può non essere coscienti dell’impatto che possono avere certe iniziative nel giorno del 25 aprile. Se la destra avesse fatto giocare alla pignatta i bambini, facendoli colpire un fantoccio raffigurante un partigiano, sarebbe stato considerato un gesto gravissimo”. La Mussolini non ha poi potuto fare a meno di ricordare l’efferato omicidio di Pamela Mastropietro, ritenendo ancora più grave il gesto degli Antifa proprio in virtù dei fatti recentemente avvenuti a Macerata: “Non lancerò i vermi alla Monteverde - è tornata a dire - in onore di Pamela. Proprio per quello che è accaduto in questa città, si dovrebbe tutti fare un sforzo in più, soprattutto l’amministrazione, per non alimentare la cultura dell’odio. Chiedo un incontro al sindaco (poi ottenuto, ndr) e le dimissioni della signora Monteverde. Gli vengano ritirate le deleghe. Eppure mi sorprende perché le donne di solito hanno una marcia in più”.

Dopo la conferenza stampa al bar Venanzetti, l’europarlamentare ha ottenuto l’incontro col sindaco Carancini. In realtà si è trattato di un asprissimo faccia a faccia di pochissimi minuti in cui le voci della Mussolini e del primo cittadino si sono sovrapposte fino ad arrivare ad accusarsi reciprocamente.

“Pretendo che chieda scusa alla città e alla mia famiglia - ha più volte ripetuto l’onorevole -. Chieda scusa a me”.

A questo ha ribattuto il sindaco:  “Ho già condannato esplicitamente quel gesto. Ho già detto di ritenerlo ignobile. Lei si deve vergognare per quello che ha detto stamattina. Lei chieda scusa, piuttosto, all’amministrazione per aver insultato la Monteverde”.

Il battibecco si è concluso con la Mussolini che ha definito il primo cittadino una persona “disumana e incivile”, dopo di che, l’ultima tappa è stata in Prefettura dove ha incontrato il Prefetto Roberta Preziotti.
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È di pochi istanti fa la risposta del Comune di Macerata in merito alla rappresentazione di piazza Cesare Battisti, in occasione del 25 aprile. 

Gli Antifa hanno infatti permesso a bambini e bambine di giocare alla pignatta con un fantoccio del Duce appeso a testa in giù. 

Ora, dopo l’annuncio di Alessandra Mussolini che sarà a Macerata domani mattina, la ferma condanna del sindaco Romano Carancini e della giunta, che fino ad ora erano rimasti silenti. 

“L’Amministrazione - si legge in una nota - condanna duramente quanto accaduto in piazza Cesare Battisti in occasione del 25 aprile 2018 e si dissocia respingendo ogni responsabilità in merito ai gravi fatti a cui è completamente estranea. Le iniziative programmate in piazza Cesare Battisti non sono state organizzate dal Comune, né patrocinate dalla giunta comunale, né finanziate”. Gli uffici comunali, si legge nel comunicato, hanno concesso, come previsto dal regolamento, l’occupazione di suolo pubblico richiesta dall’associazione Collettivo CSA Macerata in collaborazione con l'Associazione ASD Popolare Macerata per occupare dalle 14 alle 20 del 25 aprile la piazza con un gazebo, un tatami e un tavolo “allo scopo di svolgere esibizioni di pratiche sportive. Dalla richiesta non si evince nessuna altra indicazione sui contenuti - sottolinea l’amministrazione -. Si precisa che la richiesta di suolo pubblico è una pratica burocratica che può essere fatta da tutti e di norma, se non si ravvisano motivi di sicurezza, viene concessa senza nessuna valutazione da parte dell’amministrazione”.

Carancini l’ha definita “una messa in scena ignobile e indegna”. Una posizione ferma e decisa, dunque, per “una provocazione inaccettabile per la nostra comunità, che tradisce il vero senso della Festa del 25 aprile, infanga il significato stesso dell'antifascismo e fa male alla città. Abbiamo comunicato alla Digos, su richiesta della stessa, le circostanze dei fatti e trasmesso i documenti al fine di accertare le eventuali responsabilità, rispetto alle quali l’amministrazione si riserva ogni azione. Allo stesso modo vergognoso - aggiunge - è l'attacco personale al vice sindaco e assessore alla cultura Stefania Monteverde fatto da un giornale online”.

Il sindaco ricorda infine quali siano state le iniziative patrocinate dal Comune per la ricorrenza e concordate con la Prefettura: la cerimonia al Monumento della Resistenza, il pranzo condiviso con le associazioni in piazza Vittorio Veneto, il concerto con l'Anpi in piazza Mazzini, “eventi molto partecipati dalla cittadinanza - conclude - in serenità e civiltà”.
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Sarà a Macerata, domani mattina, l’onorevole Alessandra Mussolini. Il motivo è presto detto: in occasione della ricorrenza del 25 aprile, festa della Liberazione, l’amministrazione Carancini ha permesso agli “Antifa” di allestire un’area, in piazza Cesare Battisti, in cui i bambini potessero giocare alla pignatta con il fantoccio di Benito Mussolini. Ed è così che è stato, i passanti, soprattutto bambini, hanno potuto prendere a legnate il fantoccio appeso a testa in giù in una riproduzione dei fatti di piazza Loreto. Questo gesto ha scatenato non poche critiche, sia per l’iniziativa in sé, sia per il pubblico a cui era rivolto ed ha provocato anche l’intervento della nipote. Quest’ultima, in un più che sintetico messaggio Twitter ha scritto: “Domani sarò a #Macerata”. È attesa intorno alle 11. Nel frattempo l’amministrazione, seppur criticata da più parti, non ha ancora preso una posizione in merito ai fatti.
g.g.

"Easy Job", l'operazione del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Macerata a tutela della spesa pubblica: denunciati 53 dirigenti della Regione Marche per aver assunto, indebitamente, 776 lavoratori a tempo indeterminato. 

I militari, in stretto coordinamento con la Procura di Ancona, a seguito di una autonoma attività d’iniziativa orientata alla repressione delle frodi in danno dei bilanci locali, hanno concluso un’operazione di servizio segnalando all’autorità giudiziaria dorica 53 dirigenti regionali che, nel tempo, violando le disposizioni in tema di previsione del fabbisogno organico delle pubbliche amministrazioni, hanno permesso l’assunzione a tempo indeterminato di 776 lavoratori, contravvenendo anche alla norma che prevede l'assunzione tramite concorso pubblico, con ciò integrando la fattispecie delittuosa di abuso d’ufficio. 

Nel dettaglio, le attività investigative svolte hanno permesso di acclarare che i dirigenti denunciati, con le loro condotte illecite, hanno causato una spesa per l’ente regionale stimata in circa 121milioni e 792mila euro.

La complessa attività operativa, che si è sviluppata per oltre 18 mesi su tutto il territorio regionale, attraverso lunghi e articolati esami testimoniali e documentali, riscontrati con una minuziosa analisi normativa, ha infatti permesso di far emergere sistematiche e diffuse violazioni.

In particolare, i dirigenti denunciati hanno, prima di tutto, eluso la normativa di settore, omettendo di predisporre i previsti “Piani triennali del fabbisogno del personale”, documento fondamentale per consentire alla Regione di preventivare le necessità di personale da assumere. 

Tale omissione, determinando la mancata verifica preventiva delle effettive esigenze di assunzioni, ha consentito la stabilizzazione dei 776 dipendenti fino a quel momento impiegati a tempo determinato. 

In molti casi, inoltre, non sono state attivate le necessarie procedure di concorso pubblico, mentre in altri si è proceduto alla predisposizione di “bandi fotografia”, cioè veri e propri provvedimenti illeciti, formati esclusivamente per assumere dipendenti predeterminati. In tali bandi, infatti, i requisiti previsti sono stati “fotografati” su quelli effettivamente posseduti dai lavoratori interessati, arrivando persino a pubblicare il relativo bando di concorso il giorno successivo a quello in cui il dipendente da stabilizzare aveva maturato i requisiti indicati. Con l'indagine è stato anche accertato che 11 lavoratori hanno perino falsamente attestato in atti il possesso di requisiti in realtà non posseduti, e sono stati denunciati per falso ideologico e, in un caso, per truffa aggravata.

La proiezione trasversale delle indagini svolte, ha portato, infine, a segnalare l’intero contesto delineato alla Procura Regionale della Corte dei Conti, presso la Sezione Giurisdizionale per la Regione Marche di Ancona, per le valutazioni di competenza, ai fini dell’accertamento delle eventuali condotte causative di danno erariale in capo ai responsabili. 
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Sì ad un percorso condiviso degli atenei. Il sindaco di Macerata, Romano Carancini: “Un’interazione e integrazione di Unicam e Unimc può rafforzare in maniera importante il territorio e gli stessi atenei”.

Ieri la cerimonia di inaugurazione del 728esimo anno accademico dell’Università di Macerata, tenutasi al teatro Lauro Rossi alla presenza del magnifico rettore Francesco Adornato, del sindaco Romano Carancini e del presidente della Regione Luca Ceriscioli. Fra gli interventi, anche quello dell’illustre latinista e rettore dell’Alma Mater Studiorum di Bologna, Ivano Dionigi, quello del presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane Gaetano Manfredi, quello di Silvia Mozzoni in rappresentanza del personale tecnico amministrativo di Unimc e di Mauro Giustozzi, direttore generale dell’ateneo.

Fra gli invitati, anche il sindaco di Camerino Gianluca Pasqui, che auspica un percorso di condivisione fra le due importanti università della provincia: “Ho molto gradito l’invito del Magnifico Rettore. Mi sono trovato a partecipare ad un’inaugurazione molto curata e con delle relazioni di rilevanza istituzionale e scientifica”. Diversi i passaggi che Pasqui ha ritenuto interessanti, soprattutto quelli in cui si è trattato della presenza di due atenei nel medesimo territorio: “è stato sottolineato il fatto che si può essere di più ma allo stesso tempo collaborare. Si può concorrere insieme, e questa forse è la parte che più mi ha colpito e che ho ritenuto positiva - ha precisato Pasqui - considerando il mio ruolo, che è quello di sindaco di una città universitaria. Sono della stessa opinione, si può fare un percorso insieme, ragionando sulle politiche universitarie. Possiamo rimanere distinti, possiamo continuare ad essere due atenei con delle politiche che fanno fede alle loro logiche, ma possiamo fare comunque insieme il percorso principale”.

 

Inaugurazione Anno Accademico 18 aprile 2018 0230

 

L’Università di Macerata, ha detto Carancini, è un “gene fondamentale della comunità”, motore culturale, sociale, economico e, certamente, luogo di elaborazione e formazione alla vita e alla professione. “Sono tanti gli spunti di riflessione inediti tratti dalle relazioni”.

Fra Unimc e Unicam c’è già una stretta collaborazione, ma ciò non toglie che si possa fare ancora di più. Lo stesso Carancini, la scorsa settimana in occasione del convegno organizzato dal Ministero dei Beni Culturali e dalla Regione, aveva espresso la propria posizione sulla possibilità che venga istituito un unico ateneo per tutta la provincia: “Proprio il professor Dionigi, nella sua mirabile prolusione, ha ripercorso storicamente la grave e ingiustificata frattura fra atenei umanistici e atenei scientifici. Credo sia necessario fare passi in avanti decisivi non certo per annullare l’uno o l’altro o per annettere l’uno all’altro, ma per rafforzare il nostro territorio. Credo - ha sottolineato - sia necessario andare oltre le semplici collaborazioni o le semplici dichiarazioni di dovere. Se l’aiuto del Ministero competente, la grande forza illuminata dei rettori, con l’aiuto dei territori, riescono a fare una considerazione che guardi oltre il semplice domani ma davvero ad un futuro per tutti, credo che una interazione e integrazione fra Unicam e Unimc possa davvero rafforzare in maniera importante il nostro territorio e naturalmente gli stessi atenei”.

Una casa museo per la popolazione Miskitu del Nicaragua. E' il progetto che sta portando avanti Giulia Trobbiani di Macerata dopo aver vissuto per 9 mesi con i componenti di quella popolazione indigena. E' stato proprio un progetto di volontariato europeo finanziata dall'Ue che le ha permesso di vivere questa esperienza e soprattutto di capire le condizioni in cui vive il popolo Miskitu, l'etnia indigena più numerosa del Nicaragua che vive sulla costa atlantica nella regione autonoma della Costa Caribe Nord. “Questa popolazione racconta Giulia Trobbiani – vive con la minaccia continua di un guerra civile con espropriazione delle terre da parte dei coloni, che sono persone provenienti dalla parte del pacifico con interessi commerciali, come ad esempio la vendita di legno, con il beneplacido silente del governo. In questi nove mesi, durante i quali mi sono innamorato del posto e delle persone e di capire a fondo le loro condizioni di vita, io ho realizzato un reportage fotografico in cui vengono alla luce le condizioni di emarginazione e povertà di questa etnia in un contesto di diseducazione totale. Rischiano addirittura di perdere la loro lingua per mancanza di istruzione ed educazione”.

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Per accendere i riflettori su questo popolo e per realizzare qualcosa di concreto, Giulia Trobbiani ha avviato un progetto, una mostra itinerante con l'obiettivo di raccogliere fondi per riaprire questa casa museo Tininiska nel cuore del capoluogo della regione, Puerto Cabesas, chiusa da tempo a causa del deterioramento: la struttura in legno sta marcendo a causa delle violente piogge e la rete di tubature e il tetto devono essere sostituiti. “Lo scopo afferma Giulia Trobbiani è di rivalutare la cultura indigena, fornire gli strumenti per un riscatto identitario e sociale a questa gente con attività di doposcuola, corsi di cultura, scrittura e lingua indigena. Vorrei anche aprire una piccola biblioteca. La casa museo è rivolta a tutte le fasce di età, in modo particolare alle fasce più deboli, i bambini e le donne”. Il reportage fotografico itinerante inizia questa sera a Macerata, al circolo culturale La Poderosa, con l'esposizione delle foto fino al 7 aprile. La mostra si sposterà poi a Porto Sant'Elpidio, a villa Barruchello, dal 14 al 21 aprile, e di seguito a Recanati dal 4 al 9 maggio. E' stata anche avviata un crowdfunding via web per raccogliere fondi on line sulla piattaforma “la rete del dono”.

Per continuare a tenere i riflettori accesi sulla morte di Pamela Mastropietro, la giovane romana uccisa a Macerate e ritrovata fatta a pezzi in due valige nelle campagne di Pollenza il 31 gennaio scorso, l'associazione l'Esistenza Ora di Macerata, che si occupa di violenza su donne, uomini e minori, e il comitato Noi Siamo Qui, di cui l'associazione fa parte, promuovono per domani, sabato 24 marzo, alle 15.30, partendo dai Giardini Diaz, “un corteo silenzioso – scrive la presidente Orietta Quarchioni – in modo che non si spengano i riflettori sulla morte assurda di Pamela Mastropietro, chiedendo verita, giustizia e legalità per Pamela e per tutte quelle vittime che troppo spesso vengono dimenticate. Il primo comitati si è formato a Macerata, ma si stanno unendo diverse città italiane. In concomitanza con la manifestazione di Macerata, un corteo si svolgerà anche a Padova, partendo dal piazzale della stazione”.

La stessa associazione, lo scorso mese di febbraio, pochi giorni dopo l'omicidio della giovane, aveva organizzato un corteo, al quale aveva preso parte anche la madre della ragazza.

 

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