Ordinazioni su Whatsapp e ritiro della cocaina a casa del pusher. Funzionava così la macchina dello spaccio messa in piedi da E.J., ventitreenne di origine albanese arrestato ieri dagli agenti della Squadra mobile di Macerata. Il giovane, residente in un appartamento poco distante dal centro del capoluogo, è ai domiciliari in attesa dell’udienza di convalida. Gli viene contestato il reato di spaccio, dopo che le perquisizioni domiciliari a seguito dell’arresto hanno portato al ritrovamento di 720 euro in contanti e di circa 70 grammi di cocaina.

L’azione dei poliziotti, guidati dal Commissario Capo Matteo Luconi, parte da lontano. Nelle ultime settimane gli agenti hanno ricostruito una fitta rete di contatti che facevano capo al giovane albanese. Tutti consumatori di cocaina, osservati durante gli appostamenti sotto casa dell’arrestato. Alcuni di loro “ordinavano” la droga in chat, per poi passare a ritirarla a casa del ragazzo. Ieri mattina il blitz della Squadra mobile: gli agenti hanno atteso che il giovane uscisse di casa per arrestarlo. Poi la perquisizione domiciliare che ha fatto luce sulla cocaina nascosta in soggiorno, cucina e in camera. Insieme alla droga gli strumenti per il confezionamento delle dosi e il denaro contante provento dello spaccio.

Su disposizione della Procura di Macerata, l’uomo è stato posto agli arresti domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida.
Proseguono le indagini sulla morte di Rosina Cassetti, la 78enne trovata morta la notte della vigilia di Natale nella sua abitazione di Montecassiano, in provincia di Macerata.

Il procuratore di Macerata, Giovanni Giorgio, ha sottolineato come si tratti di un atto dovuto per scrupolo investigativo e come la Procura non abbia ancora sposato alcuna tesi sui fatti. La versione dei familiari è quella di una rapina con aggressione, per quanto né le testimonianze dei vicini, né le prime ricostruzioni della Polizia Scientifica abbiano evidenziato segni di un’avvenuta effrazione.
La donna aveva, nei giorni scorsi, fissato un appuntamento con il centro antiviolenza “Sos Donna” di Macerata.
Si attende l’autopsia, con la morte che sembrerebbe essere dovuta a soffocamento. Le risultanze dovrebbero sciogliere i dubbi degli inquirenti, non del tutto convinti della ricostruzione fornita dai familiari. Il marito della vittima Enrico Orazi, la figlia, Arianna, e il figlio di lei, Enea, hanno intanto nominato un pool di 4 avvocati.

Red.

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