Ha dovuto dimettere velocemente i pazienti ricoverati il dotto Staefano Sfascia, ortopedico all’ospedale di Camerino e assessore alla sanità della giunta camerte. Oggi pomeriggio alle 17 anche il secondo piano del nosocomio cittadino è a disposizione dei malati covid, così come disposto dalle decisioni dei dirigenti dell’Asur Marche e dell’Area Vasta 3. Dopo i 18 malati covid ospitati al primo piano dunque si prospetta un riempimento del secondo in tempi stretti visto che ci sono malati in attesa di essere ricoverati in reparti speciali.

“Questo chiaramente comporta la chiusura sia del reparto di ortopedia e quanto meno di quello che ne rimane visto che sono rimasto solo io in reparto e di altri reparti. Per garantire la presenza di personale medico all'interno del reparto è necessario ricorrere anche ai medici del Pronto Soccorso, anche perché una gran parte della forza lavoro dell’ospedale è impiegata presso il covid Hospital di Civitanova. Il secondo piano può contenere 17 persone massimo. La situazione è talmente critica, è una situazione d'emergenza e va affrontata mi rendo conto che anch'io. Le risorse in campo oramai sono queste. Il personale è sfinito, siamo stanchi perché dopo un anno di covid, il personale è fisicamente e psicologicamente provato. Camerino ha dato molto e in tutta questa vicenda ha perso tanti pezzi soprattutto la parte del personale medico perché come ben sapete tanti medici se ne sono andati ed altri se ne andranno. Il problema è che i medici si fanno in anni e anni di esperienza.” Il dotto Sfascia, chiamato al telefono per la sua funzione di assessore alla sanità, è un fiume in piena e non può non raccontare ciò che vive da operatore medico. 

Chiediamo al dott Sfascia se teme lo smembramento dell'ospedale di Camerino, anche se gli amministratori a livello regionale hanno assicurato che così non sarà. “I medici in Italia soprattutto alcune specialità non ci sono più, i nostri se ne vanno e nemmeno è facile rimpiazzare anche se ce ne è la volontà. Non ci sono più ortopedici e anestesisti in Italia. Camerino già in condizioni normali quasi sempre ha lavorato sotto organico. Si fa quello che si deve fare ma la mia paura per Camerino è che alla fine della pandemia rischia che non ci sarà più nulla, o comunque sarà una situazione molto difficile, lo sanno bene che c’è una crisi importante di personale a Camerino sia l'assessore Saltamartini e anche la Corsi, direttrice dell'Area vasta 3. Ci sono dei concorsi speriamo di ritrovare altro personale. La situazione è critica la cosa più importante è salvare la vita delle persone."

Barbara Olmai
Motivazioni circa la destinazione dell’ospedale di Camerino alla cura dei pazienti affetti da Coronavirus e richieste specifiche per l’ospedale di Matelica: sono questi i due punti fondamentali della lettera che il sindaco di Matelica Massimo Baldini e l’assessore alla sanità Rosanna Procaccini hanno inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, al presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, alla direttrice generale dell’Asur Marche Nadia Storti, al direttore dell’Area Vasta 3 Alessandro Maccioni ed al prefetto di Macerata Iolanda Rolli. Per quanto concerne il primo punto, forte è il dissenso dei due amministratori nei confronti di una scelta che va a pesare ulteriormente sull’entroterra maceratese, “area le cui ferite sono tutt’altro che rimarginate e che di fatto sanguinano ancora sia sul piano strutturale-abitativo che su quello aziendale ed economico: i numerosi spostamenti provenienti da altre aree vaste di pazienti affetti da COVID-19 fanno temere che tale area possa divenire il lazzaretto della provincia di Macerata”. Da qui la richiesta da parte dell’amministrazione comunale di Matelica di “un’esaustiva ed articolata risposta tesa a scongiurare la desertificazione dell’intera area montana”. Come detto, le preoccupazioni di Baldini e Procaccini si estendono, e non potrebbe essere diversamente, alla struttura ospedaliera matelicese, portandoli a sollecitare un tempestivo impegno che contempli “il mantenimento e potenziamento nell’ospedale di Matelica dei servizi essenziali, di base, ambulatoriali nonché delle prestazioni indispensabili per le popolazioni del territorio, la riapertura del reparto di lungodegenza al fine di soddisfare le reali e quantomai indispensabili ed irrinunciabili esigenze di una popolazione tra le più longeve d’Europa, particolare attenzione e massima tutela nei confronti del personale medico, paramedico e tecnico come disposto dall’ultimo DPCM del 09/03/2020".
g.g.
A Camerino, non si spegne l’eco della domenica di sconvolgimento a causa della decisone  piovuta come un fulmine a ciel sereno della riconversione dell'ospedale locale  per riservarlo ai soli pazienti contagiati da Coronavirus, come punto di riferimento della provincia di Macerata. E’ di ieri la redazione e firma del documento congiunto da parte di maggioranza e minoranza che, oltre a chiedere un incontro, formula determinate richieste al presidente del Consiglio, al Commissario per l’emergenza e al Presidente della Regione Marche. Sante Elisei, presidente della Fondazione Casa Amica che gestisce la casa di Riposo di Camerino è tra coloro che domenica pomeriggio hanno fatto sentire voce forte in occasione della convocazione d’urgenza voluta dal sindaco Sborgia per riunire l’intero Consiglio comunale e tutti i sindaci dell’entroterra davanti ai rappresentanti della regione e alle autorità sanitarie delle Marche. 
Sono profondamente preoccupato - dichiara Elisei- Lo sono innanzitutto per gli ospiti di Casa Amica, visto che passo per passo stiamo eseguendo tutte le direttive del governo aggiornandole quotidianamente con tutte le difficoltà che ne conseguono. Abbiamo inserito tutti i dispositivi di prevenzione, sia per il personale che lavora all'interno della casa riposo, sia per i visitatori e rinnoviamo le modalità di ingresso ormai quasi quotidianamente dato che i decreti sono quasi giornalieri.  Siamo ben coscienti che in una situazione delicata come l'attuale- prosegue Elisei- sia necessario l'impegno di tutti e lo stiamo facendo. Quello che disapprovo fortemente è l'atteggiamento che ha avuto la Regione che, altro non è che un atto di prepotenza nei confronti di noi tutti. Non posso che definirlo tale - continua Elisei- perchè la decisione che riguarda il nostro ospedale non è un atto conseguente ad un momento di confronto o ad un ragionamento  fatto con le autorità locali. Solo un atto di prepotenza che è stato presentato alla popolazione e all'amministrazione comunale quando era già fatto e compiuto e quando i pazienti erano già in viaggio verso altri ospedali. Un atteggiamento dunque arrogante che va a colpire un territorio che di tutto aveva bisogno meno che di una imposizione come questa.  E in tutta semplicità - spiega Elisei- ci tengo a dire che di fronte alla prepotenza non ci può essere la comprensione. 

Non è questione di egoismo, mancanza di accoglienza,  o campanilismo:  se tu fai un atto di prepotenza non puoi ricevere in cambio la comprensione, perchè scatta il bisogno di proteggersi, di reagire e contrastare qualcosa di profondamente ingiusto e poco democratico. Dovessi mettermi nei pani dell'ammnistrazione locale, sicuramente constaterei di non avere dalla mia parte gli strumenti necessari  per poter cambiare nell'immediato questo tipo di percorso.  La proposta che io ho fatto all'amministrazione e che faccio a tutti coloro che siano in grado di incidere e che abbiano più potere di me, è quella di formulare un accordo molto chiaro e molto preciso. 

Noi -conclude Elisei-  non abbiamo bisogno di promesse. Sono oltre tre anni e mezzo  che tutto ci promettono e niente ci danno. Con le promesse dunque non ci facciamo nulla, né con le delibere  e neppure con i Decreti regionali, che forse potremmo utilizzare unicamente per accenderci il fuoco durante l'inverno. A noi serve una  certezza. E la certezza è che siccome in questi anni in tutta la regione Marche sono stati chiusi oltre 11 presidi ospedalieri, da domani questi presidi che sono vuoti vengano attrezzati e non appena sarà pronto il primo, altra certezza deve essere che l'ospedale di Camerino venga ripristinato. Questo territorio massacrato dal terremoto ha bisogno di un ospedale. Questo è quello che personalmente propongo e che spero trovi accoglimento". 
C.C.

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