Maltratta la madre – rea a suo modo di vedere – di non acconsentire alle sue richieste di soldi e passaggi in auto. A finire in manette, arrestato in flagranza di reato per maltrattamenti in famiglia, un ventenne di San Severino Marche. L’arresto è avvenuto la sera di Santo Stefano, intorno alle 22.30. L’uomo è ora detenuto nel carcere di Montacuto.

L’uomo era già noto ai militari perché sottoposto alla misura dell’allontanamento con divieto di avvicinamento e apposizione del dispositivo di controllo del braccialetto elettronico per analogo reato commesso nei confronti dei nonni, con i quali un tempo conviveva; il ventenne si è mostrato sempre refrattario ai controlli da parte delle forze dell’ordine, omettendo in più occasioni di mantenere in efficienza il dispositivo, con la conseguente necessità di intervento dei carabinieri per verificare che non vi fossero violazioni della misura cautelare in atto.

Dopo l’applicazione della misura era andato a vivere a casa della mamma che, il giorno di Natale, dinnanzi all’ennesimo comportamento vessatorio posto in essere dal figlio, ha deciso di sporgere denuncia ai carabinieri. È emerso così che, da oltre un anno, ella era vittima di violenze fisiche e verbali, dovute a richieste non esaudite di passaggi con l’auto e soprattutto di soldi per giocare online. Il figlio dava in escandescenze frequentemente a fronte dei dinieghi della madre, a cui era solito anche sottrarre il telefono per effettuare i bonifici a suo vantaggio, così che la sera di Natale egli se ne era andato con il cellulare della mamma al seguito.

Di fronte alla richiesta della donna di andare via dall’abitazione, il ragazzo ha inizialmente acconsentito, ma il 26 sera è tornato improvvisamente a casa, entrando con una chiave di riserva e, in stato di forte alterazione, ha iniziato a discutere animatamente con la madre; un’amica della mamma, ospite presso l’abitazione per i giorni di festa, a cui erano noti i comportamenti violenti anche degli ultimi giorni, spaventata, si è chiusa in bagno e ha chiamato il 112, scatenando l’ira del ventenne che, sfondata la porta, ha iniziato a picchiarla. La signora è riuscita poi a raggiungere la camera da letto adiacente e a scappare dalla finestra.

A questo punto l’uomo ha distrutto a calci e pugni gli arredi dell’appartamento e con un coltello ha minacciato di togliersi la vita; ha poi versato della candeggina sul pavimento dicendo che avrebbe dato fuoco alla casa.

L’arrivo di Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile e della Stazione di San Severino Marche ha consentito di fermare e trarre in arresto il giovane, mentre il 118, giunto sul posto, ha trasportato la signora aggredita presso l’ospedale per le cure del caso. La donna presentava infatti ecchimosi al volto e all’avambraccio.

L’uomo è stato poi tradotto al carcere di Ancona. Questa mattina si è svolta l’udienza di convalida dell’arresto e si è in attesa delle determinazioni dell’Autorità Giudiziaria.
Era stato condannato in via definitiva per violenza sessuale su minore. I carabinieri lo hanno arrestato e portato nel carcere di Fermo. È successo nei giorni scorsi quando, durante i consueti controlli sul territorio provinciale, i militari della stazione di Macerata hanno fermato un cittadino italiano, residente a Foggia. Stando alla banca dati delle forze dell’ordine, l’uomo risultava il destinatario di un ordine di carcerazione, essendo appunto stato condannato in via definitiva ad un anno e sei mesi di reclusione.

È accaduto lo stesso ad un altro uomo, un italiano residente a Monte San Giusto. In questo caso la condanna in via definitiva è di un anno e dieci giorni per il reato di maltrattamenti in famiglia. I carabinieri lo hanno arrestato e condotto allo stesso modo al carcere di Fermo.

Sventata anche una truffa. I militari di Macerata nel corso di una perquisizione domiciliare hanno denunciato un cittadino italiano originario della Puglia e residente nel capoluogo. Gli sono stati sequestrati un cellulare a una scheda Sim, utilizzata per una truffa ai danni di un parroco del comune di Biancade, in provincia di Treviso. All’uomo è stato contestato il reato di truffa informatica aggravata.
È agli arresti domiciliari per detenzione illegale di armi e reati contro la persona, ma non rispetta le prescrizioni del giudice. Per questo lo trasferiscono in carcere. Il provvedimento riguarda un uomo di cinquant’anni residente a San Ginesio, luogo dove stava scontando i domiciliari con tanto di braccialetto elettronico. Si era macchiato di reati fuori dal territorio regionale e, vista la gravità dei crimini commessi, era tenuto a rispettare prescrizioni stringenti, tra cui il divieto di avere contatti al di fuori del nucleo dei suoi conviventi. I militari della stazione di San Ginesio, nel corso di un controllo alla fine dello scorso ottobre, hanno appurato come queste misure non siano state rispettate: l’uomo è stato infatti sorpreso in compagnia di altre persone che non abitano con lui. I carabinieri hanno denunciato i fatti al giudice competente, che ha disposto l’aggravamento delle misure cautelari e il suo trasferimento nel carcere di Ancona.

Controlli anche sulla rete stradale. Nello scorso fine settimana i carabinieri dell’aliquota radiomobile della compagnia di Tolentino hanno denunciato un trentenne. All’altezza dell’Abbadia di Fiastra il giovane è rimasto coinvolto in un incidente stradale. Arrivati sul posto, i militari si sono occupati dei consueti rilievi. Al momento del controllo del tasso alcolemico, però, il trentenne si è rifiutato di sottoporsi all’etilometro e ha invece minacciato e insultato i carabinieri. Per questo è scattata la denuncia per oltraggio e minaccia a pubblico ufficiale, oltre a quella per il rifiuto dell’accertamento con l’etilometro. Per lui anche il ritiro della patente e il sequestro dell’auto.

A San Severino, invece, i carabinieri della stazione settempedana hanno denunciato un giovane di origini straniere perché alla guida senza patente. In passato era già stato multato per lo stesso motivo. Vista la recidiva, l’uomo è stato denunciato. L’automobile gli è stata confiscata.
Dovrà scontare una pena residua di due mesi l’uomo arrestato dai carabinieri della Stazione di Urbisaglia domenica scorsa. L’uomo, un 31enne di Colmurano, era stato arrestato dai militari nel settembre del 2017 per il reato di rapina: aveva minacciato la madre e i nonni nel tentativo di ottenere duecento euro per poter comprare eroina. I carabinieri lo avevano arrestato in flagranza di reato, proprio pochi attimi prima che la situazione degenerasse: al momento del loro arrivo, infatti, l’uomo stava minacciando i parenti con un coltello. Da allora ha scontato una parte della condanna, mentre ora passerà i due mesi rimanenti nel carcere di Fermo.
Armato di coltello irrompe in una tabaccheria, ruba l’incasso e si dà alla fuga. Arrestato poco dopo in semi-flagranza di reato per rapina aggravata un diciottenne di Macerata. È successo ieri all’ora di pranzo, nella zona di piazza Pizzarello, nel capoluogo. Attimi di paura per il titolare di “Vintage tab”, questo il nome della tabaccheria rapinata, e per un altro commerciante della zona accorso in suo aiuto: entrambi, infatti, sono stati minacciati di morte dal giovane. Un colpo riuscito a metà, quello del diciottenne. Gli inquirenti hanno impiegato poche ore a identificarlo e ad irrompere nella sua abitazione per arrestarlo.

Decisiva la presenza delle telecamere di sorveglianza della tabaccheria, oltre alle testimonianze raccolte dalla Squadra Mobile di Macerata, immediatamente arrivata sul posto per i primi rilievi. La ricostruzione dei fatti è partita da lì, grazie alle parole dei testimoni oculari e alle immagini raccolte. Il giovane, a volto coperto, vestito di nero e armato con un coltello da cucina, è entrato nel locale e ha minacciato il titolare. Ha preso con sé una parte dell’incasso e si è poi dato alla fuga a bordo di un’auto parcheggiata poco lontano. Proprio mentre se ne stava andando è intervenuto l’altro commerciante, nel tentativo di aiutare il collega. Anche lui si è visto puntare addosso il coltello.

Alla fuga del giovane ha assistito anche un terzo testimone. Gli agenti hanno sentito anche lui e hanno quindi controllato le immagini riprese dalla telecamera interna alla tabaccheria. È così che sono riusciti a risalire al numero di targa dell’auto e ai dettagli decisivi sull’abbigliamento del ragazzo. Grazie ai controlli incrociati è emerso che l’auto era intestata proprio al giovane, un italiano residente in città, già gravato da precedenti penali simili. I poliziotti si sono precipitati a casa sua nel tardo pomeriggio, dove all’interno hanno trovato i vestiti che il ragazzo indossava qualche ora prima durante la rapina – una felpa nera con una stampa rossa, un foulard, un cappellino –, circa 300 euro in banconote di piccolo taglio e il coltello utilizzato per minacciare i due commercianti. Al momento è detenuto nel carcere di Montacuto, a disposizione dell’Autorità giudiziaria in attesa dell’udienza di convalida.

l.c.
Diversi giorni di appostamenti e osservazioni, poi il blitz in casa, dove custodiva più di duecento grammi tra marijuana e hashish. È finito nei guai un giovane ventunenne residente nel fermano, arrestato in flagranza di reato per spaccio di stupefacenti dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Tolentino e della Stazione di San Ginesio.

L’operazione ha preso il via nei giorni scorsi quando, durante i consueti controlli contro lo spaccio, i militari hanno notato atteggiamenti e spostamenti sospetti da parte del ragazzo. Dalle prime osservazioni i controlli sono poi continuati fino al pomeriggio di martedì scorso, quando i carabinieri sono entrati in azione e hanno perquisito la sua abitazione. Qui, all’interno di uno zainetto, i militari hanno trovato duecento grammi di hashish, bilancini e materiali per confezionare le dosi – alcune delle quali già pronte alla vendita –, oltre ad un barattolo con all’interno 15 grammi di marijuana e una piccola somma in contanti, ritenuta il ricavato delle cessioni.

Vista la considerevole quantità di stupefacenti trovata in casa del giovane, i carabinieri lo hanno arrestato in flagranza e posto agli arresti domiciliari. Successivamente è stato rimesso in libertà – vista la giovane età e il fatto che fosse incensurato – in attesa della fissazione dell’udienza di rito da parte dell’Autorità Giudiziaria.

l.c.
Minacce e intimidazioni nel tentativo di estorcere denaro, due arresti nella notte. È successo a Civitanova Marche dove, dopo alcuni giorni di ricerca, i carabinieri della Compagnia locale hanno rintracciato due uomini, entrambi trentasettenni, che all’inizio di giugno avevano minacciato un commerciante quarantaquattrenne di Porto Recanati. Il primo è stato fermato al casello dell’A14 a Civitanova mentre rientrava a casa accompagnato dal fratello, l’altro nella sua abitazione a Potenza Picena. Durante le perquisizioni domiciliari seguite all’arresto, i militari hanno rinvenuto oltre 60 grammi di cocaina e circa 1.300 euro in contanti, ritenuti provento dello spaccio, oltre a diverso materiale tipicamente utilizzato per dividere la droga in dosi.

Entrambi sono stati trasferiti nel carcere di Montacuto, dove sono a disposizione dell’Autorità Giudiziaria in attesa dell’interrogatorio di garanzia. Si contestano loro i reati di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio, tentata estorsione aggravata in concorso e violazione di domicilio aggravata.

La ricostruzione. Qualche settimana fa i due sono entrati a casa della vittima, tentando di estorcergli mille euro. Fatti aggravati dalle minacce, a cui sono seguiti i fatti. Schiaffi di fronte alla moglie e al figlio e danni alla sua auto e alla recinzione dell’abitazione con una mazza da baseball. Immediato l’inizio delle indagini dei militari, in sinergia con il Nucleo investigativo dei carabinieri di Macerata e con i colleghi delle stazioni di Porto Potenza e Porto Recanati. Una volta raccolte prove a sufficienza, l’Autorità Giudiziaria ha emesso ordinanza di misura cautelare in carcere, soprattutto in considerazione della brutalità con cui i due arrestati hanno agito.
Ordinazioni su Whatsapp e ritiro della cocaina a casa del pusher. Funzionava così la macchina dello spaccio messa in piedi da E.J., ventitreenne di origine albanese arrestato ieri dagli agenti della Squadra mobile di Macerata. Il giovane, residente in un appartamento poco distante dal centro del capoluogo, è ai domiciliari in attesa dell’udienza di convalida. Gli viene contestato il reato di spaccio, dopo che le perquisizioni domiciliari a seguito dell’arresto hanno portato al ritrovamento di 720 euro in contanti e di circa 70 grammi di cocaina.

L’azione dei poliziotti, guidati dal Commissario Capo Matteo Luconi, parte da lontano. Nelle ultime settimane gli agenti hanno ricostruito una fitta rete di contatti che facevano capo al giovane albanese. Tutti consumatori di cocaina, osservati durante gli appostamenti sotto casa dell’arrestato. Alcuni di loro “ordinavano” la droga in chat, per poi passare a ritirarla a casa del ragazzo. Ieri mattina il blitz della Squadra mobile: gli agenti hanno atteso che il giovane uscisse di casa per arrestarlo. Poi la perquisizione domiciliare che ha fatto luce sulla cocaina nascosta in soggiorno, cucina e in camera. Insieme alla droga gli strumenti per il confezionamento delle dosi e il denaro contante provento dello spaccio.

Su disposizione della Procura di Macerata, l’uomo è stato posto agli arresti domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida.
Un arresto, una denuncia per omissione di soccorso e il sequestro di un’arma da taglio. Sono questi i risultati delle attività di controllo del territorio effettuate dai carabinieri in provincia.

L’arresto, eseguito dai militari della Compagnia di Tolentino, colpisce un uomo affidato in prova ai servizi sociali per reati commessi nel 2014 e connessi alla sfera familiare. L’alternativa alla pena detentiva, finalizzata al reinserimento sociale, non ha però sortito gli effetti sperati: l’uomo ha più volte mostrato comportamenti e attitudini di devianza rispetto alle disposizioni impartite dall’Autorità Giudiziaria. Frequentazioni con diversi pregiudicati, abuso di alcolici, molestie ai vicini dell’area container in cui viveva, uno zaino rubato nella tabaccheria di un centro commerciale. Questi gli episodi che hanno portato l’Autorità Giudiziaria a emettere l’ordinanza di arresto. Da stamane l’uomo è detenuto nel carcere di Fermo, dove espierà una condanna di un anno e sei mesi.

I militari di Loro Piceno hanno contestato a un uomo gravi lesioni personali e omissione di soccorso. I fatti risalgono allo scorso 19 ottobre a Urbisaglia, quando l'uomo, alla guida della sua auto, colpisce un ciclista e lo disarciona dalla bicicletta. Subito dopo lo scontro ferma la sua corsa un centinaio di metri più avanti per poi proseguire senza sincerarsi delle condizioni del ciclista. Le testimonianze raccolte e gli accertamenti effettuati grazie all’aiuto della videosorveglianza hanno portato i carabinieri all’individuazione del responsabile.

A Loro Piceno, infine, i carabinieri sono dovuti intervenire in un bar dopo essere stati allertati dai presenti: a scatenare il panico un uomo, in evidente stato di alterazione, che estrae un coltello di 20 cm per vantarsene. Giunti sul posto, i militari lo hanno perquisito e gli hanno sequestrato l’arma.

l.c.
Oltre 150 chili di stupefacenti e più di 6mila euro in contanti. Questo il bilancio di un’operazione della Guardia di Finanza di Civitanova Marche nei giorni scorsi. A finire nella rete della giustizia due soci di una S.r.l. del territorio che si occupa di e-commerce e due loro sottoposti.

Nel corso dei controlli economici nel maceratese, ma soprattutto alla luce delle attività a contrasto dello spaccio di stupefacenti, i finanzieri hanno iniziato a sospettare dell’attività. L’intenso odore di derivati della cannabis che proveniva dalla sede dell'azienda è stato il motivo per cui le Fiamme Gialle hanno deciso di approfondire la questione, grazie anche alla collaborazione dell’unità cinofila in forza al reparto rivierasco. Nel momento della perquisizione, i sospettati sono stati colti in flagrante: due di loro, con ruoli di segreteria all’interno della società, stavano stoccando pacchi che contenevano marijuana e hashish pronti alla vendita online.

Centocinquantasette chili di stupefacente: questa la quantità rinvenuta all’interno dei locali della s.r.l.. Le indagini, approfondite in ragione della notevole quantità di droghe già sequestrate, hanno portato i finanzieri a risalire all’organigramma della società che risulta essere controllata da due uomini, l’uno possessore della quota maggioritaria – il 51% – e l’altro che deteneva il restante 49%. Per i due sono partite le perquisizioni domiciliari: il socio di maggioranza è stato trovato in possesso di altri 518 grammi di marijuana e 159 di hashish, mentre nell’abitazione del collega sono state trovati 6300 euro in contanti oltre ad altri 25 grammi di stupefacenti, sempre divisi tra marijuana e hashish.

Per i due soci sono scattate le manette: una volta posti agli arresti sono stati condotti ai domiciliari su disposizione del P.M. di Macerata; i due dipendenti sono stati invece denunciati in stato di libertà per concorso nell’illecito penale. Ai quattro è contestato il reato di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio. La Guardia di Finanza fa sapere che ulteriori indagini saranno effettuate per attestare eventuali altri reati di natura finanziaria, fiscale e lavorativa.


l.c.
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