Una festa di laurea, svolta in un comune della provincia di Macerata, ha visto il contagio di 15 giovani partecipanti. Con Daniela Corsi, direttrice dell’ Area Vasta 3, abbiamo approfondito il discorso del contagio da covid-19 specie nella popolazione più giovane.

“Con la comparsa delle varianti, la contagiosità specialmente nelle età più giovani, è aumentata e, contrariamente a quello che credevamo all'inizio che si trattasse solo di contagiosità, è aumentata anche l’ importanza della malattia, che colpisce gravemente, tra l'altro con ripercussioni anche su quello che è il danno polmonare, molto importanti.

E’ aumentato anche il grado di letalità, perché le fasce, in particolare anche più giovani tra i 40 e 50 anni, hanno visto anche dei decessi. Li abbiamo visti tra i 50 e i 55 anni, dai casi che sono intercorsi nelle scorse settimane. Quindi occorre fare molta attenzione, evitare tutte quelle che sono le riunioni e il non rispetto degli assembramenti, portare la mascherina, lavarsi le mani. Questo è un dato importante perché effettivamente stiamo assistendo ad immagini molto tristi di giovani che arrivano al pronto soccorso con la paura di non respirare più, non è un allarme eccessivo ma è la cruda realtà che vediamo in tutti i pronto soccorsi.”

Con l’Ema, Agenzia Europea per i medicinali, che ha dato il via libera ad Astrazeneca, alla Corsi abbiamo chiesto se anche nel nostro territorio si riscontrano reticenze nella popolazione alla somministrazione di questo tipo di vaccino.

“Ho potuto notare che, sebbene il fatto di ripartire sia stato un po' più lento, perché sono state registrate minori presenze, già a partire da ieri le persone che si recano nei punti vaccinali sono nettamente aumentate, perché effettivamente alla luce di quelli che sono stati gli eventi che hanno oggettivamente dimostrato l'alta presenza numerica di pazienti colpiti dal covid e gravemente malati, ha fatto convincere che forse è meglio vaccinarsi.

E’ questo il messaggio che deve passare sempre, perché ricordiamoci che ancora non esiste una vera terapia per il covid e quindi il vaccino è un elemento importante di difesa, perché anche se sono stati riportati casi di positività in pazienti vaccinati, comunque il vaccino protegge da quella che è la aggressività del virus e quindi dalla manifestazione della malattia.”
 
Le criticità riscontrate dai sindaci della provincia nella diffusione dei dati riguardanti l'epidemia da parte dell'Asur, ma anche la sensibilizzazione dei cittadini al rispetto delle regole, sono state al centro della riunione telematica che si è svolta ieri pomeriggio tra il Prefetto Flavio Ferdani, i vertici delle Forze dell’Ordine, il direttore dell’Azienda sanitaria regionale e i sindaci.

L'obiettivo è stato quello di monitorare l’andamento delle misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica anche alla luce del nuovo Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 3 novembre scorso che ha fissato ulteriori limitazioni volte a contenere la diffusione del virus.

Esaminate, quindi, le criticità evidenziate da alcuni sindaci sulle comunicazioni trasmesse quotidianamente dall’azienda sanitaria regionale relative alla presenza dei soggetti positivi e in quarantena nei vari territori comunali.

Al riguardo il dirigente dell’Asur Marche, dopo aver fatto un quadro generale della situazione epidemiologica della Regione, ha riferito che in Area Vasta 3 sono ricoverati più di 80 pazienti covid e ci sono al momento 24  pazienti nelle aree grigie del pronto soccorso in attesa di essere ricoverati.  Ha poi evidenziato come resti costante il monitoraggio all’interno delle residenze per anziani  e che, a seguito del bando emanato dalla regione Marche, sono due le strutture alberghiere nella provincia di Macerata ad aver dato la loro disponibilità ad accoglierei positivi che non possono restare isolati nelle loro abitazioni.

Sul fronte della prevenzione è stata avviata una scrupolosa attività di monitoraggio e controllo in tutte le zone che potrebbero essere interessate da assembramenti ed è stato chiesto inoltre di rafforzare i dispositivi di controllo del territorio, specie nei fine settimana, controllando anche le autocertificazioni di chi si sposta dalle 22 alle 5.

Da parte dei presenti è stato unanime l’invito a tutti i cittadini al rispetto delle regole finalizzate al contenimento del contagio da Covid-19 nella consapevolezza che solo lo sforzo unitario fondato sul senso di responsabilità di tutti può rivelarsi strumento efficace nella lotta alla diffusione del virus.

GS
"A Camerino mancano i servizi, torno a Roma".
È la delusione di una fedele abbonata al settimanale L'Appennino Camerte che, come molti altri suoi concittadini in questo periodo, ci ha avvisato (per il recapito del settimanale) del suo ritorno nella capitale, dopo aver trascorso i mesi estivi nella città ducale.

Un rientro a casa che Lucia (nome di fantasia) e suo marito avrebbero posticipato se non fosse stato per la necessità di sottoporsi a degli accertamenti medici che nelle Marche non è riuscita a fare. 

"Lo scorso anno avevo fissato un esame da svolgere all'ospedale di Camerino per il 6 maggio scorso - racconta - ma essendo in piena emergenza Covid ho telefonato per sapere se e come spostarlo. Dopo 37 minuti di attesa per parlare con il CUP mi è stato risposto che l'esame non era stato sospeso ma bensì annullato e che avrei dovuto riprendere un nuovo appuntamento".

Lucia ha la casa a Morro di Camerino, dove si trasferisce tutte le estati, a pochissima distanza dall'ospedale della città ducale: "Il CUP mi ha riposto che le liste di attesa sono al completo - dice - e che qualche posto era ancora diponibile nelle altre province della regione, ma allora a questo punto me ne torno a Roma".

È questa la risposta di chi potrebbe apprezzare la bellezza di un territorio deciso ad investire nel turismo, anche grazie alle seconde case, ma in cui mancano i servizi: "Camerino sta muorendo e nessuno ne parla - denuncia con rabbia Lucia - . Si parla sempre di altri centri terremotati dove sicuramente ci sono state vittime, ma anche una città come Camerino merita attenzione e merita di essere ricostruita con tutti i servizi necessari affinchè cittadini e turisti continuino a sceglierla".

Giulia Sancricca


File interminabili per cambiare il medico di famiglia. E' quello che sono costretti ad affrontare da giorni i mutuati di Camerino e di Valfornace che, dopo i pensionamenti dei rispettivi medici Mengoni e Perelli, si sono recati al distretto sanitario dell'ospedale di Camerino per effettuare il cambio del dottore.
Sono diversi i pazienti che ci hanno segnalato il disagio.
"Gli uffici sono aperti dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13 - racconta P. G. di Camerino - , ci sono solo due addette che svolgono questo tipo di servizio allo sportello e che, ci tengo a precisare, stanno facendo l'impossibile per accontentare le persone in fila, lavorando anche loro nel disagio.
Nelle quattro ore del mattino, ovviamente, non riescono a ricevere le oltre 200 persone che ogni mattina, a partire anche dalle 6, si trovano in fila. Ogni giorno, infatti, riescono a cambiare il medico al massimo 50 persone. Ho sentito di pazienti - continua - che si sono presentati allo sportello per quattro giorni di fila.e E' una situazione inammissibile. Avrebbero potuto fare un servizio telematico o mettere più personale a svolgere questo servizio. Non è possibile che un cittadino debba prendersi quattro giorni di ferie per cambiare il medico".
Lo stesso disagio è per i cittadini di Valfornace, come racconta M. S. 
"Il primo giorno sono arrivato alle 10.30 perchè non sapevo che ci sarebbe stata quella fila - racconta il mutuato - e me ne sono andato perchè c'era troppa gente prima di me, quindi lo sportello sarebbe stato chiuso prima del mio turno. Sono tornato il giorno seguente alle 8.30 e avevo davanti a me 60 pazienti. Al terzo tentativo, arrivato al distretto alle 7.45, c'erano altre 30 persone e alcuni pazienti del giorno precedente che non avevano fatto in tempo a terminare le pratiche prima delle 13. Per fortuna - commenta - io avevo acquistato delle scatole in più di medicinali, altrimenti nell'attesa di cambiare medico non avrei avuto nemmeno la prescrizione".

GS

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