Accendere i riflettori su due siti storico-archeologici e aumentare tra i cittadini la consapevolezza del valore 'patrimoniale' dei beni comuni e del beneficio che deriva dal vivere immersi in un 'patrimonio'.
Con questo obiettivo, l'associazione Club per l'Unesco di Tolentino e delle Terre Maceratesi Odv, insieme al Comune di Caldarola e alla collaborazione dell'associazione Giovanile G-Lab-San Ginesio organizza la Passeggiata patrimoniale intitolata "Castelli, fortezze e forza delle comunità locali", in programma domenica prossima a Caldarola.
          Riconosciuta dal Consiglio d'Europa, la Passeggiata patrimoniale è concepita e realizzata da coloro che vivono e lavorano in un territorio specifico e con cui hanno particolari affinità: storica, culturale, nella memoria o di esperienza personale. La passeggiata si svolgerà contemporaneamente in due differenti siti: nell’area Archeologica di Pievefavera e nel borgo di Vestignano a Caldarola.

Un progetto che prosegue da tempo, quello che prevede la valorizzazione del patrimonio storico, artistico ed umano, principalmente di Vestignano, anche grazie alla tesi di laurea dell'archeologa Diletta Grassetti. Proprio la giovane, insieme a Paola Calafati, era intervenuta in una serata dell'estate caldarolese organizzata dall Pro Loco del paese per ribadire quanto sia importante che i cittadini conoscano e apprezzino il patrimonio custodito nella propria terrà affinchè siano loro stessi i promotori della valorizzazione.

Partendo da questo impegno, infatti, Vestignano di Caldarola ed altri Comuni stanno lavorando per rientrare nel programma Man and the Biosphere dell'Unesco.

Per le visite di domenica sono previsti 4 turni (alle ore 10, ore 11, ore 15 e ore 16) guidati da esperti: nell’area archeologica di Pievefavera sarà presente Enzo Catani, archeologo dell’Università degli Studi di Macerata, nel Borgo di Vestignano a condurre le visite sarà invece proprio Diletta Grassetti, archeologa medievista.
          
          A seguire è prevista la tavola rotonda “Tutela e valorizzazione dei beni culturali del territorio” che si terrà alle 17,30 nella Sala Tonelli, a Caldarola: relatori esperti e amministratori interverranno sui temi delle aree archeologiche come tessuto connettivo dell’entroterra maceratese e il policentrismo medievale marchigiano.

GS
Come si comincia a ricostruire la comunità dopo il sisma, se non restituendo i punti dove essa si è formata.
Riparte così, con tanta gioia nel cuore, la comunità di Pievefavera, frazione di Caldarola dove questa mattina le campane della chiesa di Santa Maria Assunta sono tornate a suonare e la gente del posto, con gli occhi lucidi, è tornata a partecipare ad una funzione religiosa in una chiesa in muratura, la chiesa dove molti di loro si sono sposati o battezzati.
Un taglio del nastro diverso dal solito, che non inaugura qualcosa di nuovo, ma restituisce ciò che mancava. E mancava molto.
"Aprire oggi la porta di questa chiesa - ha detto l'arcivescovo Francesco Massara che ha celebrato la messa - rappresenta per la comunità e per il territorio un segno di resurrezione, di gioia e speranza. Una resurrezione che deve però passare attraverso il nostro cuore. L'apertura di questa chiesa non ha senso se non apriamo il nostro cuore".


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Poi la sua ferma posizione sulle difficoltà a ripartire e a ricostruire: "La burocrazia non ci aiuta - ha aggiunto - , ci danneggia, ma noi non ci dobbiamo scoraggiare. Dobbiamo lavorare insieme perchè chi pensa di lavorare da solo non va da nessuna parte. La montagna è stata abbandonata, quindi se non siamo uniti non andremo lontano. Anche se a volte lo sconforto prende il sopravvento, dobbiamo ricordarci della responsabilità che abbiamo per i nostri figli e per i nostri nipoti che hanno il diritto di avere una casa, una scuola e una chiesa sicure".
La chiesa di Santa Maria Assunta di Pievefavera è stata la prima ad essere stata restaurata a Caldarola secondo l'ordinanza n.32 del 2017 che finanziava il ripristino di una sola chiesa per Comune, il cui importo dei lavori fosse stato inferiore a 300mila euro.
Non hanno superato i 150mila euro, infatti, i lavori alla struttura, danneggiata soprattutto nella facciata e nella cuspide del campanile.
Il progetto di restauro è stato curato dall’architetto Loredana Camacci Menichelli e dall’ingegnere Riccardo Donati, venuto a mancare nel 2018, al quale è poi subentrato il figlio Alessandro.
"È la prima chiesa in muratura che torniamo a vivere - ha detto il parroco don Vincenzo Finocchio - , il primo suono di campane che torniamo ad ascoltare ed il primo organo del territorio comunale che torna ad animare la funzione".
Presenti all'inaugurazione, accanto al sindaco Luca Maria Giuseppetti e a tutti i rappresentanti dell'amministrazione, l'assessore regionale Angelo Sciapichetti e i consiglieri provinciali Tarcisio Antognozzi e Debora Pantana.

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"Oggi finalmente è una giornata di gioia - ha detto il primo cittadino - . Non nascondo l'emozione per questa inaugurazione particolare. È importante perchè non parliamo di strutture di legno o acciaio. Abbiamo riconsegnato alla comunità, molto attaccata a questo stupendo borgo, la bellissima chiesa". 
Una festa di comunità, quella vissuta dalla frazione caldarolese. Nella settimana appena trascorsa, i fedeli di Pievefavera hanno lavorato molto per la riapertura della struttura, occupandosi di rimettere in ordine gli interni. "Con tanta stanchezza - hanno detto - ma con tanta gioia nel cuore".
Ed è la gioia nel cuore che, forse, mancava da tre anni e, questa mattina, si è riaccesa per tutti.

L'argomento sarà approfondito nella prossima edizione de L'Appennino Camerte.

Giulia Sancricca



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