Cosmari, indetto sciopero generale per lunedì prossimo: "Possibile la mancata raccolta dei rifiuti"
06 Nov 2021
"Il Cosmari informa che per l’intera giornata di lunedì 8 novembre è stato annunciato uno sciopero generale da parte delle organizzazioni sindacali nazionali del comparto pubblico e privato di igiene ambientale".
Lo fa sapere proprio il Consorzio tramite una nota stampa, che prosegue sottolineando le possibili "problematiche inerenti la raccolta dei rifiuti ed in particolare della raccolta dei sacchetti gialli dell'indifferenziato. Cosmari ha attivato le procedure per assicurare comunque, durante lo sciopero, i servizi e le prestazioni indispensabili. Potrebbe tuttavia accadere che in alcune zone i sacchetti non vengano raccolti. Si invitano quindi i cittadini - chiudono dal Cosmari -, nel caso specifico di non ritiro, di conservare i propri sacchetti, che potranno essere conferiti successivamente o utilizzando i centri di raccolta (isole ecologiche) del proprio Comune. Cosmari si scusa sin d’ora per gli eventuali disservizi che potrebbero verificarsi anche nel settore di igiene urbana e di pulizia delle strade, facendo appello al buon senso dei propri utenti".
l.c.
Lo fa sapere proprio il Consorzio tramite una nota stampa, che prosegue sottolineando le possibili "problematiche inerenti la raccolta dei rifiuti ed in particolare della raccolta dei sacchetti gialli dell'indifferenziato. Cosmari ha attivato le procedure per assicurare comunque, durante lo sciopero, i servizi e le prestazioni indispensabili. Potrebbe tuttavia accadere che in alcune zone i sacchetti non vengano raccolti. Si invitano quindi i cittadini - chiudono dal Cosmari -, nel caso specifico di non ritiro, di conservare i propri sacchetti, che potranno essere conferiti successivamente o utilizzando i centri di raccolta (isole ecologiche) del proprio Comune. Cosmari si scusa sin d’ora per gli eventuali disservizi che potrebbero verificarsi anche nel settore di igiene urbana e di pulizia delle strade, facendo appello al buon senso dei propri utenti".
l.c.
Nella giornata di ieri Fabriano è scesa in strada per contestare la vertenza che porterà alla delocalizzazione di Elica. Tre ore di “maxisciopero”, con i lavoratori del distretto elettrodomestici che si sono astenuti dal lavoro, occupando la strada statale che da Ancona porta in città. Erano quasi in mille, non solo cittadini e lavoratori, ma anche esponenti della politica locale e regionale, con la seduta del consiglio regionale appositamente rinviata per prendere parte alla manifestazione. I vertici dell’azienda insistono sulla inderogabilità della vertenza, e la politica fa quadrato intorno al tema, superando gli schieramenti ideologici.
Simona Lupini, consigliera regionale del Movimento 5Stelle e già parte dell’amministrazione comunale fabrianese, ha rimarcato l’importanza di un segnale così forte dalla politica, ma sottolinea come il futuro delle aree interne e dei loro distretti produttivi debba passare necessariamente da un cambio di marcia nella gestione delle crisi: “Non più rincorrere le emergenze, ma anticiparle – ha detto –. Il nostro territorio ha ancora delle eccellenze, e le misure a contrasto della delocalizzazione non devono più essere così tardive e dai connotati tipici dell’assistenzialismo. Dovremo essere capaci di anticipare queste situazioni emergenziali: in questo senso ci siamo attivati con la viceministra del MISE, Alessandra Todde. Dall’azienda abbiamo incontrato però un atteggiamento di chiusura: diventa davvero difficile così trovare una mediazione”.
“Le delocalizzazioni spesso ci trovano impreparati, ci mettono nella condizione di dover rincorrere le emergenze sociali ed economiche che le seguono – ha proseguito Lupini –. La politica ieri ha saputo dare il segnale di unità necessario nell’affrontare questi momenti. L’imperativo deve essere quello di saper rendere nuovamente attrattive le nostre zone per gli imprenditori. La nostra Regione ha ancora un know how importante da valorizzare: dobbiamo saperlo incentivare. Per farlo è necessario avere un’intesa politica in asse con il Governo , metterci intorno a un tavolo – lo abbiamo proposto anche in Regione – per creare una nuova filiera che ridia slancio a questi distretti. Con l’Onorevole Terzoni abbiamo richiesto anche delle agevolazioni tipiche delle aree del sud – conclude la consigliera –: le Marche sono in transizione, vanno trattate con la massima attenzione e devono poter avere a disposizione strumenti di gestione delle crisi adeguati alle problematiche oggi in atto”.
l.c.
Simona Lupini, consigliera regionale del Movimento 5Stelle e già parte dell’amministrazione comunale fabrianese, ha rimarcato l’importanza di un segnale così forte dalla politica, ma sottolinea come il futuro delle aree interne e dei loro distretti produttivi debba passare necessariamente da un cambio di marcia nella gestione delle crisi: “Non più rincorrere le emergenze, ma anticiparle – ha detto –. Il nostro territorio ha ancora delle eccellenze, e le misure a contrasto della delocalizzazione non devono più essere così tardive e dai connotati tipici dell’assistenzialismo. Dovremo essere capaci di anticipare queste situazioni emergenziali: in questo senso ci siamo attivati con la viceministra del MISE, Alessandra Todde. Dall’azienda abbiamo incontrato però un atteggiamento di chiusura: diventa davvero difficile così trovare una mediazione”.
“Le delocalizzazioni spesso ci trovano impreparati, ci mettono nella condizione di dover rincorrere le emergenze sociali ed economiche che le seguono – ha proseguito Lupini –. La politica ieri ha saputo dare il segnale di unità necessario nell’affrontare questi momenti. L’imperativo deve essere quello di saper rendere nuovamente attrattive le nostre zone per gli imprenditori. La nostra Regione ha ancora un know how importante da valorizzare: dobbiamo saperlo incentivare. Per farlo è necessario avere un’intesa politica in asse con il Governo , metterci intorno a un tavolo – lo abbiamo proposto anche in Regione – per creare una nuova filiera che ridia slancio a questi distretti. Con l’Onorevole Terzoni abbiamo richiesto anche delle agevolazioni tipiche delle aree del sud – conclude la consigliera –: le Marche sono in transizione, vanno trattate con la massima attenzione e devono poter avere a disposizione strumenti di gestione delle crisi adeguati alle problematiche oggi in atto”.
l.c.
Da domani fino al 15 aprile sciopero delle prestazioni straordinarie e aggiuntive dei lavoratori delle Poste.
Lo sciopero è stato proclamato da Slc Cgil e da Confsal Marche e interessa i circa 3000 dipendenti delle Marche.
Lo sciopero è stato proclamato da Slc Cgil e da Confsal Marche e interessa i circa 3000 dipendenti delle Marche.
"La situazione nella regione è critica"-si legge nella nota- "negli ultimi cinque anni sono stati chiusi 39 uffici e molti sono stati razionalizzati, circa 30 uffici non stati riportati a regime pre covid. I dipendenti sono calati di 600 unità. Numeri importanti che hanno spinto Slc Cgil e Confsal Marche a proclamare lo sciopero degli straordinari. Da mesi i cittadini sono costretti ad affrontare lunghe code agli sportelli, l’organico è sempre più ridotto."
Nelle Marche le Poste operano con 408 uffici. "Da ultimo, Slc e Confsal fanno notare che, in questo momento in cui l’e-commerce sta raggiungendo picchi storici, Poste Italiane spa sta esternalizzando sempre più i servizi legati alla logistica, affidando i trasporti a ditte in appalto; il tutto alimentando il dumping salariale e l’aumento dei rischi legati alla sicurezza. Con questa mobilitazione, Slc Cgil e Confsale Marche intendono sollecitare l’azienda a nuove assunzioni e alla riapertura di tutti gli uffici postali per garantire un servizio di qualità e condizioni di lavoro dignitosi."
Nelle Marche le Poste operano con 408 uffici. "Da ultimo, Slc e Confsal fanno notare che, in questo momento in cui l’e-commerce sta raggiungendo picchi storici, Poste Italiane spa sta esternalizzando sempre più i servizi legati alla logistica, affidando i trasporti a ditte in appalto; il tutto alimentando il dumping salariale e l’aumento dei rischi legati alla sicurezza. Con questa mobilitazione, Slc Cgil e Confsale Marche intendono sollecitare l’azienda a nuove assunzioni e alla riapertura di tutti gli uffici postali per garantire un servizio di qualità e condizioni di lavoro dignitosi."
Dopo la proclamazione dello stato di agitazione del 15 febbraio e le assemblee straordinarie che si sono svolte ieri, i lavoratori dellaPedemontana cominciano lo sciopero.
Si tratta della protesta nei confronti della Astaldi spa che "dopo 16 mesi - spiegano i sindacati - non ha ancora rispettato il Contratto Integrativo Edili Industria vigente nella provincia di Macerata nei confronti delle maestranze impiegate in attività all’interno del territorio della provincia per il cantiere della Pedemontana delle Marche".
Le organizzazioni sindacali, su mandato unanime dei lavoratori impiegati nella realizzazione della galleria "Croce di Calle", prevista nel secondo stralcio della Pedemontana delle Marche, hanno comunicato il blocco immediato dei turni di lavoro a ciclo continuo, sette giorni su sette, fino alla sottoscrizione di un eventuale accordo tra le parti e lo sciopero di otto ore per ogni turno di lavoro previsto per oggi.
A lanciare l'allarme, martedì scorso, in videoconferenza, erano stati Massimo De Luca di Fillea Cgil, Andrea Casini di Feneal Uil e Giuseppe Quinzi di Filca Cisl.
GS
Si tratta della protesta nei confronti della Astaldi spa che "dopo 16 mesi - spiegano i sindacati - non ha ancora rispettato il Contratto Integrativo Edili Industria vigente nella provincia di Macerata nei confronti delle maestranze impiegate in attività all’interno del territorio della provincia per il cantiere della Pedemontana delle Marche".
Le organizzazioni sindacali, su mandato unanime dei lavoratori impiegati nella realizzazione della galleria "Croce di Calle", prevista nel secondo stralcio della Pedemontana delle Marche, hanno comunicato il blocco immediato dei turni di lavoro a ciclo continuo, sette giorni su sette, fino alla sottoscrizione di un eventuale accordo tra le parti e lo sciopero di otto ore per ogni turno di lavoro previsto per oggi.
A lanciare l'allarme, martedì scorso, in videoconferenza, erano stati Massimo De Luca di Fillea Cgil, Andrea Casini di Feneal Uil e Giuseppe Quinzi di Filca Cisl.
GS