Valeriani: "Ricostruire qui, per alcuni non conviene"

Lunedì, 14 Ottobre 2019 14:44 | Letto 3413 volte   Clicca per ascolare il testo Valeriani: "Ricostruire qui, per alcuni non conviene" Un ampio piano strategico territoriale, che guardi in avanti di un ventennio. A rivendicarlo è il dott.Valerio Valeriani, coordinatore di tre ATS che ha raccolto una serie di dati utili ad approfondire diversi aspetti della realtà post sisma riferita ai 34 comuni da lui coordinati. L’analisi dei numeri restituisce una fotografia del sociale molto problematica, dovuta forse alla mancanza di azioni incisive nelle varie fasi del post sisma, Chiusa la prima emergenza, l’attenzione dei media e della politica è andata scemando mentre è cresciuta la sofferenza delle comunità. Di qui la necessità di avere sotto mano numeri e dati su cui poter lavorare e cercare di dare risposta. Dei 30 mila sfollati delle Marche, lo studio evidenzia che circa 22 mila risiedono nei 34 comuni degli ATS 16-17 e 18 mentre l’ambito di Camerino ha il triste primato del 74 per cento delle persone fuori casa. “Questo vuol dire che salta la comunità – dice lo psicologo e psicoterapeuta Valerio Valeriani-. Nei piccoli centri dove sono rimaste solo Sae, la vita è molto diversa da quella di altri comuni con danni minori: qui la comunità è in ginocchio. In emergenza si può stare solo per un tempo limitato, starci a lungo significa ammalarsi e i sintomi sono evidenti: aumento nell’utilizzo degli psicofarmaci e un più 70 per cento di ansiolitici nel solo distretto di Camerino. La fase di spaesamento iniziale- spiega lo psicologo- è stata sostituita dalla rabbia, ma poi, cosa più preoccupante è che si è passati alla sindrome da adattamento acuto per ridotta speranza”. Dal questionario sulle percezioni degli operatori socio sanitari nei vari ambiti, emerge che il 40 % delle persone ha perso casa, il 50 % ha ancora seri problemi legati al terremoto e nell’80 % dei casi, ha visto peggiorati i rapporti familiari e di lavoro. A fronte di un 80 % che vede peggiorata la salute fisica, per il 96 %il peggioramento è nella salute mentale e cognitiva, con inevitabile aumento di stati d’ansia, depressione, rabbia e malessere, per ridotte prospettive di futuro. “La speranza delle persone – osserva Valeriani- non è tanto legata al fatto che non sono state portate via le macerie o non è stato messo un mattone, ma che non c’è percezione di dove andremo. La comunità è più fragile e, oltretutto, va drammaticamente calando: nei comuni del cratere in due anni si sono persi 8000 residenti. E’ cambiata la composizione media delle comunità: la popolazione è invecchiata ed è invecchiata male e, seppure non in assoluto, le persone rimaste hanno meno strumenti. Non abbiamo ricette – continua Valeriani - ma credo serva un patto con le comunità, un piano strategico territoriale di prospettiva. Non è stato fatto per le scuole, né per le residenze protette; mi sarei aspettata unazione più incisiva che valorizzasse il ruolo degli organismi sovracomunali che avrebbe permesso una programmazione di ambito e di comunità. Più che altro si è trattato con i singoli comuni, all’interno invece di un patto strategico sovracomunale credo si possano valorizzare le diverse vocazioni di ogni singolo territorio. Serve un piano ampio che non riguardi solo il sociale ma che da qui a 20 anni, componga una filiera di interessi, valorizzi vocazioni e dia prospettive certe. Le scelte che arrivano da fuori a me preoccupano- conclude Valeriani- Mi riferisco a quella di una società blasonata come Nomisma che ha redatto e presentato lo scorso mese di marzo un piano di ricostruzione del Centro Italia. Alla voce “interventi sociali”, troviamo scritto che gli ambiti dei territori più colpiti delle Marche sono Macerata, Fermo e Ascoli. Abbiamo fatto notare a Nomisma che il dato è sbagliato invitando a correggerlo perché su 30mila sfollati, circa 22 mila stanno qui. Ebbene, il rapporto è stato rivisto e la correzione si è sostanziata nel dire che, è vero che il sisma ha colpito soprattutto gli ambiti di Camerino, San Severino e San Ginesio ma, spendere risorse in queste zone non è conveniente e che, per un investimento costi-ricavi, a loro serve un bacino di 25 mila- 30 mila abitanti. Morale della favola, i progetti (di coabitazione e strutture per anziani, sostenuti da grossi sponsor investitori) andranno a Macerata Fermo Ascoli, nonostante il progetto si chiami “Ripartire dopo il sisma”. Carla Campetella
Un ampio piano strategico territoriale, che guardi in avanti di un ventennio. A rivendicarlo è il dott.Valerio Valeriani, coordinatore di tre ATS che ha raccolto una serie di dati utili ad approfondire diversi aspetti della realtà post sisma riferita ai 34 comuni da lui coordinati. L’analisi dei numeri restituisce una fotografia del sociale molto problematica, dovuta forse alla mancanza di azioni incisive nelle varie fasi del post sisma, Chiusa la prima emergenza, l’attenzione dei media e della politica è andata scemando mentre è cresciuta la sofferenza delle comunità. Di qui la necessità di avere sotto mano numeri e dati su cui poter lavorare e cercare di dare risposta. Dei 30 mila sfollati delle Marche, lo studio evidenzia che circa 22 mila risiedono nei 34 comuni degli ATS 16-17 e 18 mentre l’ambito di Camerino ha il triste primato del 74 per cento delle persone fuori casa.
“Questo vuol dire che salta la comunità – dice lo psicologo e psicoterapeuta Valerio Valeriani-. Nei piccoli centri dove sono rimaste solo Sae, la vita è molto diversa da quella di altri comuni con danni minori: qui la comunità è in ginocchio. In emergenza si può stare solo per un tempo limitato, starci a lungo significa ammalarsi e i sintomi sono evidenti: aumento nell’utilizzo degli psicofarmaci e un più 70 per cento di ansiolitici nel solo distretto di Camerino. La fase di spaesamento iniziale- spiega lo psicologo- è stata sostituita dalla rabbia, ma poi, cosa più preoccupante è che si è passati alla sindrome da adattamento acuto per ridotta speranza”. Dal questionario sulle percezioni degli operatori socio sanitari nei vari ambiti, emerge che il 40 % delle persone ha perso casa, il 50 % ha ancora seri problemi legati al terremoto e nell’80 % dei casi, ha visto peggiorati i rapporti familiari e di lavoro. A fronte di un 80 % che vede peggiorata la salute fisica, per il 96 %il peggioramento è nella salute mentale e cognitiva, con inevitabile aumento di stati d’ansia, depressione, rabbia e malessere, per ridotte prospettive di futuro.
“La speranza delle persone – osserva Valeriani- non è tanto legata al fatto che non sono state portate via le macerie o non è stato messo un mattone, ma che non c’è percezione di dove andremo. La comunità è più fragile e, oltretutto, va drammaticamente calando: nei comuni del cratere in due anni si sono persi 8000 residenti. E’ cambiata la composizione media delle comunità: la popolazione è invecchiata ed è invecchiata male e, seppure non in assoluto, le persone rimaste hanno meno strumenti. Non abbiamo ricette – continua Valeriani - ma credo serva un patto con le comunità, un piano strategico territoriale di prospettiva. Non è stato fatto per le scuole, né per le residenze protette; mi sarei aspettata un'azione più incisiva che valorizzasse il ruolo degli organismi sovracomunali che avrebbe permesso una programmazione di ambito e di comunità. Più che altro si è trattato con i singoli comuni, all’interno invece di un patto strategico sovracomunale credo si possano valorizzare le diverse vocazioni di ogni singolo territorio. Serve un piano ampio che non riguardi solo il sociale ma che da qui a 20 anni, componga una filiera di interessi, valorizzi vocazioni e dia prospettive certe
Le scelte che arrivano da fuori a me preoccupano- conclude Valeriani- Mi riferisco a quella di una società blasonata come Nomisma che ha redatto e presentato lo scorso mese di marzo un piano di ricostruzione del Centro Italia. Alla voce “interventi sociali”, troviamo scritto che gli ambiti dei territori più colpiti delle Marche sono Macerata, Fermo e Ascoli. Abbiamo fatto notare a Nomisma che il dato è sbagliato invitando a correggerlo perché su 30mila sfollati, circa 22 mila stanno qui. Ebbene, il rapporto è stato rivisto e la correzione si è sostanziata nel dire che, è vero che il sisma ha colpito soprattutto gli ambiti di Camerino, San Severino e San Ginesio ma, spendere risorse in queste zone non è conveniente e che, per un investimento costi-ricavi, a loro serve un bacino di 25 mila- 30 mila abitanti. Morale della favola, i progetti (di coabitazione e strutture per anziani, sostenuti da grossi sponsor investitori) andranno a Macerata Fermo Ascoli, nonostante il progetto si chiami “Ripartire dopo il sisma”.
Carla Campetella

Letto 3413 volte

Radioc1inblu

Radio FM e Internet
P.za Cavour, 8
62032 Camerino (MC)

Tel - Fax 0737.633180
Cellulare: 335.5367709

radioc1inblu@gmail.com

L'Appennino Camerte

Settimanale d'informazione dal 1921
Piazza Cavour, 8
62032 Camerino (MC)

Tel - Fax: 0737.633180
Cell: 335.5367709

appenninocamerte@gmail.com

Scopri come abbonarti

Questo sito utilizza i cookie

Puoi accettare e proseguire la navigazione o per maggiori informazioni Per saperne di piu'

Approvo
Clicca per ascolare il testo