ZES nelle zone più colpite. Terzoni: " La volontà c'è"

Sabato, 16 Novembre 2019 00:06 | Letto 1151 volte   Clicca per ascolare il testo ZES nelle zone più colpite. Terzoni: " La volontà c'è" “Stiamo studiando, delle misure più incisive per le zone più danneggiate e logicamente si sta vedendo una procedura ancora più accelerata per quanto riguarda la ricostruzione”. Lo ha riferito l’on Patrizia Terzoni vicepresidente della Commissione Ambiente lavori pubblici della Camera e relatrice del Decreto Sisma alla quale sono giunti 880 emendamenti presentati dalle diverse forze politiche parlamentari. L’on Terzoni è intervenuta al convegno promosso a Camerino da CNA Macerata per la presentazione dei Nuovi sentieri di sviluppo per l’Appennino marchigiano colpito dal sisma del 2016”. “In base alle richieste che ci sono arrivate dai territori- ha aggiunto Terzoni - oltre allautocertificazione già messa, stiamo vedendo se per alcuni territori maggiormente colpiti e non per singoli comuni,  se vi sia la possibilità di fare una riformulazione tale per cui sarà possibile portare avanti dei programmi di ricostruzione fatta in un certo modo e con diverse deroghe. E’ tutto in valutazione quindi non posso dare conferme che vi sarà approvazione, ma la volontà di farlo c’è. Come cè volontà anche per quel che riguarda la parte economica: stiamo cercando di rispondere alla domanda di fare una Zona Economica Speciale in queste aree e che comunque necessiterà dopo di essere portata avanti da dei decreti. Sulle ZES sappiamo tutti che ci sono dei criteri stringenti per poterle fare fra cui anche il reddito pro capite che è molto basso e dal momento che il reddito pro capite basso riguarda le zone maggiormente colpite, quasi involontariamente questa misura della ZES andrebbe a finire nelle aree più ferite e danneggiate dal sisma. Anche questa è comunque misura sulla quale non posso dare conferma se sarà o meno approvata, tuttavia è al vaglio dei Ministeri”. Nel corso del suo intervento l’on. Terzoni ha anche ipotizzato una possibile proroga di qualche mese per la scadenza della presentazione progetti per i danni lievi in scadenza il prossimo 31 dicembre. Ricostruzione e sviluppo, i due temi strettamente interconnessi nella strategia dei“ Nuovi sentieri di sviluppo per l’Appennino Marchigiano dopo il sisma 2016” già illustrata alla Camera dei Deputati. Sulla ricerca, promossa dal Consiglio regionale e realizzata dalle 4 università marchigiane, si è favorevolmente espresso lo stesso Premier Conte nel corso del suo intervento allinaugurazione dellanno accademico di Unicam. Obiettivi e contenuto del progetto che ha già ottenuto l’approvazione unanime del Consiglio regionale con la sola astensione della Lega, sono stati rispettivamente illustrati dal coordinatore generale Daniele Salvi e dal coordinatore scientifico Massimo Sargolini. All’incontro hanno anche preso parte l’onorevole Mario Morgoni, il sindaco di Camerino Sandro Sborgia, il neo eletto presidente zonale di CNA Camerino Giuseppe Corridoni e Andrea Spaterna nella doppia veste di presidente del Parco dei Sibillini e prorettore di Unicam. Accordinare i lavori, il direttore di CNA Macerata, Luciano Ramadori“I passi indietro che sono stati fatti sul progetto- ha dichiarato l’Onorevole dei 5 stelle- sono stati ben presi dalla mia parte politica e quindi, come già espresso dal presidente Conte, c’è questa volontà di dare una strategia univoca per i territori colpiti dal sisma delle 4 regioni del cratere. La strategia era stata infatti rallentata da uno snaturamento fatto dalla Giunta regionale che aveva favorito il Patto per lo sviluppo, andando dunque in direzione opposta rispetto a quella che era stata la volontà del Consiglio regionale. Punto centrale di tutti gli interventi che si sono susseguiti nella sala convengi del Contram, la visione strategica di sviluppo “perché – ha detto Daniele Salvi- come saranno questi territori nel futuro, non è tema da discutere solo nei convegni ma necessita di una programmazione strategica alla quale dare corpo e gambe, coinvolgendo le istituzioni a tutti i livelli”. Dalle azioni di sviluppo una risposta al rischio di spopolamento: “Essenziale una cabina di regia sullo sviluppo dell’area cratere a palazzo Chigi - ha sottolineato Salvi- perché è necessario l’impegno più alto per dare vita ad un Piano strategico d’area che noi abbiamo studiato per la parte marchigiana ma che può essere esteso in poco tempo a tutte le regioni del cratere. Quello è lo strumento attraverso cui indirizzare in maniera coerente le risorse che potrebbero essere appunto attivate attraverso la clausola del 4 per cento che è oggetto di emendamenti al decreto per far sì che le risorse non vengano disperse. Se per la ricostruzione sono stati stanziati oltre 13 miliardi, come è accaduto per l’Aquila e, senza stanziare nuove risorse, se ne potrebbero destinare il 4 per cento per le azioni di sviluppo e indirizzare circa 600 milioni di euro a questo tipo di azioni”. Quello realizzato dai 4 atenei marchigiani è un lavoro che Mario Morgoni ha definito  prezioso e propedeutico a tutte le azioni da mettere in campo per dare concretezza alla visione di futuro che va costruita. “La cosa importante da sottolineare- ha detto- è il fatto che l’elemento di riferimento delle nuove politiche di sviluppo del lavoro sia l’Appennino da cui deve avviarsi un nuovo ciclo non solo di carattere economico ma un profondo ripensamento che investa più aspetti. L’Appennino come scheletro fisico della nostra penisola e come questione nazionale per il futuro del Paese”. Morgoni ha auspicato anche un cambio d’atteggiamento da parte delle comunità locali invitando a superare i campanilismi e a ricomporre le ostilità. “Se ognuno farà la sua parte, potremo avere le condizioni per un riscatto. E’ insieme che dobbiamo costruire un modello vincente”. La necessità di muoversi in modo condiviso e corale è stata ribadita anche dal coordinatore dei “Nuovi sentieri” Massimo Sargolini. Abbiamo messo insieme le competenze dei 4 atenei per arrivare ad un percorso di lettura del territorio che è la base da cui partire; il secondo passo è stato il confronto con i sindaci per raccogliere suggerimenti e completare la prima griglia della strategia per poi passare alla delineazione degli 11 sentieri di sviluppo”. Il numeroso pubblico in sala ha avuto dunque la possibilità di conoscere le 11 linee strategiche della ricerca riguardanti la nuova attrattività dei luoghi, mobilità e connettività, la riorganizzazione del sistema dei beni culturali, la valorizzazione della creatività e del made in Italy e quella del capitale verde dell’Appennino, l’ottimizzazione delle produzioni vegetali e dei pascoli, la ricerca e l’innovazione e infine, open data e monitoraggio dei processi di ricostruzione perché il piano del progetto va costantemente monitorato e corretto lungo il cammino e durante il tempo. “ Con un piano strategico- ha detto Sargolini- si entra in un mare aperto che consente di confrontarsi con tutti, ma se non ci sono visioni, come diceva Seneca, “non c’è vento utile ad un marinaio che non sa dove deve andare”.  Lemendamento sulla Cabina di regia è già stato inserito nel decreto sisma e, qualora approvato, permetterà ai sindaci, alle regioni e alle associazioni di categoria di avere un tavolo su cui sedersi, uno strumento per ragionare insieme e progettare il futuro dei territori. Sotto la presidenza del Consiglio e alla presenza del Premier vi prenderebbero parte le quattro regioni, 4 rappresentanti dei sindaci uno per regione e 4 rappresentanti tra università e associazioni di categoria.  Allinterno della cabina di regia ci sono anche i finanziamenti in quanto, in caso di approvazione, con la stessa metodologia del sisma dellAquila nel 2009, verrebbe ad essere utilizzato per la strategia di sviluppo il 4% delle spese di bilancio per la ricostruzione e, qualora ve ne fossero, anche fondi aggiuntivi del finanziamento europeo. cc
“Stiamo studiando, delle misure più incisive per le zone più danneggiate e logicamente si sta vedendo una procedura ancora più accelerata per quanto riguarda la ricostruzione”. Lo ha riferito l’on Patrizia Terzoni vicepresidente della Commissione Ambiente lavori pubblici della Camera e relatrice del Decreto Sisma alla quale sono giunti 880 emendamenti presentati dalle diverse forze politiche parlamentari. L’on Terzoni è intervenuta al convegno promosso a Camerino da CNA Macerata per la presentazione dei "Nuovi sentieri di sviluppo per l’Appennino marchigiano colpito dal sisma del 2016”.
“In base alle richieste che ci sono arrivate dai territori- ha aggiunto Terzoni - oltre all'autocertificazione già messa, stiamo vedendo se per alcuni territori maggiormente colpiti e non per singoli comuni,  se vi sia la possibilità di fare una riformulazione tale per cui sarà possibile portare avanti dei programmi di ricostruzione fatta in un certo modo e con diverse deroghe. E’ tutto in valutazione quindi non posso dare conferme che vi sarà approvazione, ma la volontà di farlo c’è. Come c'è volontà anche per quel che riguarda la parte economica: stiamo cercando di rispondere alla domanda di fare una Zona Economica Speciale in queste aree e che comunque necessiterà dopo di essere portata avanti da dei decreti. Sulle ZES sappiamo tutti che ci sono dei criteri stringenti per poterle fare fra cui anche il reddito pro capite che è molto basso e dal momento che il reddito pro capite basso riguarda le zone maggiormente colpite, quasi involontariamente questa misura della ZES andrebbe a finire nelle aree più ferite e danneggiate dal sisma. Anche questa è comunque misura sulla quale non posso dare conferma se sarà o meno approvata, tuttavia è al vaglio dei Ministeri”.
Nel corso del suo intervento l’on. Terzoni ha anche ipotizzato una possibile proroga di qualche mese per la scadenza della presentazione progetti per i danni lievi in scadenza il prossimo 31 dicembre.
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Ricostruzione e sviluppo, i due temi strettamente interconnessi nella strategia dei“ Nuovi sentieri di sviluppo per l’Appennino Marchigiano dopo il sisma 2016” già illustrata alla Camera dei Deputati. Sulla ricerca, promossa dal Consiglio regionale e realizzata dalle 4 università marchigiane, si è favorevolmente espresso lo stesso Premier Conte nel corso del suo intervento all'inaugurazione dell'anno accademico di Unicam. Obiettivi e contenuto del progetto che ha già ottenuto l’approvazione unanime del Consiglio regionale con la sola astensione della Lega, sono stati rispettivamente illustrati dal coordinatore generale Daniele Salvi e dal coordinatore scientifico Massimo Sargolini. All’incontro hanno anche preso parte l’onorevole Mario Morgoni, il sindaco di Camerino Sandro Sborgia, il neo eletto presidente zonale di CNA Camerino Giuseppe Corridoni e Andrea Spaterna nella doppia veste di presidente del Parco dei Sibillini e prorettore di Unicam. Accordinare i lavori, il direttore di CNA Macerata, Luciano Ramadori
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“I passi indietro che sono stati fatti sul progetto- ha dichiarato l’Onorevole dei 5 stelle- sono stati ben presi dalla mia parte politica e quindi, come già espresso dal presidente Conte, c’è questa volontà di dare una strategia univoca per i territori colpiti dal sisma delle 4 regioni del cratere. La strategia era stata infatti rallentata da uno snaturamento fatto dalla Giunta regionale che aveva favorito il Patto per lo sviluppo, andando dunque in direzione opposta rispetto a quella che era stata la volontà del Consiglio regionale". 
Punto centrale di tutti gli interventi che si sono susseguiti nella sala convengi del Contram, la visione strategica di sviluppo “perché – ha detto Daniele Salvi- come saranno questi territori nel futuro, non è tema da discutere solo nei convegni ma necessita di una programmazione strategica alla quale dare corpo e gambe, coinvolgendo le istituzioni a tutti i livelli”. Dalle azioni di sviluppo una risposta al rischio di spopolamento: “Essenziale una cabina di regia sullo sviluppo dell’area cratere a palazzo Chigi - ha sottolineato Salvi- perché è necessario l’impegno più alto per dare vita ad un Piano strategico d’area che noi abbiamo studiato per la parte marchigiana ma che può essere esteso in poco tempo a tutte le regioni del cratere. Quello è lo strumento attraverso cui indirizzare in maniera coerente le risorse che potrebbero essere appunto attivate attraverso la clausola del 4 per cento che è oggetto di emendamenti al decreto per far sì che le risorse non vengano disperse. Se per la ricostruzione sono stati stanziati oltre 13 miliardi, come è accaduto per l’Aquila e, senza stanziare nuove risorse, se ne potrebbero destinare il 4 per cento per le azioni di sviluppo e indirizzare circa 600 milioni di euro a questo tipo di azioni”.
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Quello realizzato dai 4 atenei marchigiani è un lavoro che Mario Morgoni ha definito  prezioso e propedeutico a tutte le azioni da mettere in campo per dare concretezza alla visione di futuro che va costruita. “La cosa importante da sottolineare- ha detto- è il fatto che l’elemento di riferimento delle nuove politiche di sviluppo del lavoro sia l’Appennino da cui deve avviarsi un nuovo ciclo non solo di carattere economico ma un profondo ripensamento che investa più aspetti. L’Appennino come scheletro fisico della nostra penisola e come questione nazionale per il futuro del Paese”. Morgoni ha auspicato anche un cambio d’atteggiamento da parte delle comunità locali invitando a superare i campanilismi e a ricomporre le ostilità. “Se ognuno farà la sua parte, potremo avere le condizioni per un riscatto. E’ insieme che dobbiamo costruire un modello vincente”.
La necessità di muoversi in modo condiviso e corale è stata ribadita anche dal coordinatore dei “Nuovi sentieri” Massimo Sargolini. "Abbiamo messo insieme le competenze dei 4 atenei per arrivare ad un percorso di lettura del territorio che è la base da cui partire; il secondo passo è stato il confronto con i sindaci per raccogliere suggerimenti e completare la prima griglia della strategia per poi passare alla delineazione degli 11 sentieri di sviluppo”. Il numeroso pubblico in sala ha avuto dunque la possibilità di conoscere le 11 linee strategiche della ricerca riguardanti la nuova attrattività dei luoghi, mobilità e connettività, la riorganizzazione del sistema dei beni culturali, la valorizzazione della creatività e del made in Italy e quella del capitale verde dell’Appennino, l’ottimizzazione delle produzioni vegetali e dei pascoli, la ricerca e l’innovazione e infine, open data e monitoraggio dei processi di ricostruzione perché il piano del progetto va costantemente monitorato e corretto lungo il cammino e durante il tempo. “ Con un piano strategico- ha detto Sargolini- si entra in un mare aperto che consente di confrontarsi con tutti, ma se non ci sono visioni, come diceva Seneca, “non c’è vento utile ad un marinaio che non sa dove deve andare”. 
L'emendamento sulla Cabina di regia è già stato inserito nel decreto sisma e, qualora approvato, permetterà ai sindaci, alle regioni e alle associazioni di categoria di avere un tavolo su cui sedersi, uno strumento per ragionare insieme e progettare il futuro dei territori. Sotto la presidenza del Consiglio e alla presenza del Premier vi prenderebbero parte le quattro regioni, 4 rappresentanti dei sindaci uno per regione e 4 rappresentanti tra università e associazioni di categoria.  
All'interno della cabina di regia ci sono anche i finanziamenti in quanto, in caso di approvazione, con la stessa metodologia del sisma dell'Aquila nel 2009, verrebbe ad essere utilizzato per la strategia di sviluppo il 4% delle spese di bilancio per la ricostruzione e, qualora ve ne fossero, anche fondi aggiuntivi del finanziamento europeo.
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