Basti pensare che il 90% del cibo che mangiamo, è frutto del loro lavoro di impollinazione messo in pericolo da inquinamento, malattie , uso di fitofarmaci e cambiamenti climatici. Un esempio ne abbiamo in questa primavera fredda che ha bloccato tante fioriture.
"Una primavera anomala e stranissima - afferma Alvaro Caramanti, presidente del Cda del Consorzio Apistico provinciale di Macerata-. In questo periodo le nostre api avrebbero dovuto già ricominciare l'attività; l'acacia è fiorita ma purtroppo sta perdendo i suoi fiori per via del vento e delle piogge che ci sono state. Una giornata decente forse l'abbiamo avuta solo oggi, in concomitanza con la giornata mondiale delle api, ma i problemi si fanno sentire. Proprio ieri ho inviato una mail all'assessore regionale all'agricoltura Mirco Carloni per chiedere un intervento e un aiuto della Regione per lo stato di calamità che riguarda la categoria degli apicoltori.
Il fatto è che stiamo nutrendo le api come si fa d'inverno quando, se non hanno le scorte per approvigionarsi, le api vanno aiutate con una nutrizione di soccorso. La stiamo facendo ancora a maggio- continua Caramanti- perchè le api, basta guardarsi attorno, non trovano fiori. È quello che avviene specie nelle nostre zone di montagna, a causa del freddo che c'è stato fino a pochi giorni fa e che ha fatto sì che la natura non si risvegliasse dall'inverno. Certo, se consideriamo tutti gli altri pericoli, tra i parassiti, l'uomo e il clima pazzo, questo lavoro prezioso delle nostre amiche api, è sempre più messo a rischio. Spero davvero che la situazione migliori- conclude Caramanti- in quanto sicuramente abbiamo già persa la produzione del miele d'acacia, insieme a tutti i nettari delle fioriture arboree tipiche della primavera. Ci rimane il miele delle fioriure delle erbe foraggere, quali erba medica. lupinella o sulla. Ci auguriamo che da adesso in poi il clima possa migliorare, altrimenti sarà solo un disastro".
Proprio in concomitanza con la giornata mondiale delle Api il WWf ha lanciato una petizione per chiedere alla Commissione Europea, il divieto dei pesticidi più pericolosi per le api e gli altri impollinatori e, più sostegno all'agricoltura biologica: " Impegnarsi per impedire la scomparsa degli impollinatori, significa fare qualcosa per il futuro della nostra sicurezza alimentare".
Sul settimanale Appennino Camerte in uscita oggi, abbiamo tra l'altro raccontato del 'fiuto' particolare che le api avrebbero nell'aiutare a riconoscere le persone positive al coronavirus. Un motivo in più dunque, per proteggere questi preziosissimi insetti.
c.c.