A Camerino un convegno internazionale sui terremoti degli ultimi 20 anni in centro Italia

Lunedì, 16 Gennaio 2017 18:09 | Letto 8062 volte   Clicca per ascolare il testo A Camerino un convegno internazionale sui terremoti degli ultimi 20 anni in centro Italia I Geologi si sono dati appuntamento a Camerino il prossimo 19 luglio per un convegno in cui verranno analizzate le crisi sismiche dell’Appennino centrale degli ultimi 20 anni: il terremoto dell’Umbria-Marche del 1997, quello de L’Aquila del 2009 e l’ultimo del 2016, che ha interessato un’ampia zona che si estende da Amatrice a sud fino a Camerino a nord. Dopo una giornata in sede in cui verranno presentati e discussi gli studi più recenti riguardanti la Geologia e la Geofisica, gli esperti e i partecipanti provenienti da diversi paesi del mondo partiranno per una escursione sul campo di 3 giorni per osservare e discutere insieme gli effetti di superficie legati ai tre eventi. “Una occasione unica – afferma Emanuele Tondi, promotore del convegno e responsabile della Sezione di Geologia della Scuola di Scienze e Tecnologie dell’Università di Camerino – per confrontarsi a livello mondiale sulla risoluzione del dato geologico ai fini della valutazione della pericolosità sismica di un’area e in particolare della zona assiale appenninica. Molti studi sulle faglie attive e capaci dell’area erano stati già effettuati prima di questi terremoti, quindi sarà possibile valutare cosa avevamo capito e cosa no, migliorando quindi la nostra capacità di individuare le aree più pericolose da un punto di vista sismico, sia in termini di magnitudo massima attesa che di ricorrenza degli eventi e la loro ciclicità.” “E’ necessario fornire alla Protezione Civile degli strumenti aggiornati e più efficienti ai fini della riduzione del rischio sismico rispetto a quanto disponibile – continua Tondi – tali strumenti devono poter indicare le aree a maggiore pericolosità su cui concentrare le attività sia di pianificazione dell’emergenza che di riduzione della vulnerabilità degli edifici e infrastrutture”.  Sono stati coinvolti nell’organizzazione dell’evento i maggiori esperti italiani ed europei che avevano lavorato in Italia e in particolare nelle tre zone epicentrali degli ultimi forti terremoti avvenuti in Appennino, appartenenti ad Università Italiane, francesi, greche e del Regno Unito. Sono inoltre presenti geologi e ricercatori di Enti come la Protezione Civile Nazionale, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), il CNR, L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), ed Enti equivalenti Europei. Sarà anche un importante momento di confronto con i numerosi geologi liberi professionisti che operano nel territorio italiano: il patrocinio è stato chiesto infatti sia al Consiglio Nazionale che all’Ordine Regionale dei Geologi, insieme alla Regione Marche e al Comune di Camerino.

I Geologi si sono dati appuntamento a Camerino il prossimo 19 luglio per un convegno in cui verranno analizzate le crisi sismiche dell’Appennino centrale degli ultimi 20 anni: il terremoto dell’Umbria-Marche del 1997, quello de L’Aquila del 2009 e l’ultimo del 2016, che ha interessato un’ampia zona che si estende da Amatrice a sud fino a Camerino a nord.

Dopo una giornata in sede in cui verranno presentati e discussi gli studi più recenti riguardanti la Geologia e la Geofisica, gli esperti e i partecipanti provenienti da diversi paesi del mondo partiranno per una escursione sul campo di 3 giorni per osservare e discutere insieme gli effetti di superficie legati ai tre eventi.

“Una occasione unica – afferma Emanuele Tondi, promotore del convegno e responsabile della Sezione di Geologia della Scuola di Scienze e Tecnologie dell’Università di Camerino – per confrontarsi a livello mondiale sulla risoluzione del dato geologico ai fini della valutazione della pericolosità sismica di un’area e in particolare della zona assiale appenninica. Molti studi sulle faglie attive e capaci dell’area erano stati già effettuati prima di questi terremoti, quindi sarà possibile valutare cosa avevamo capito e cosa no, migliorando quindi la nostra capacità di individuare le aree più pericolose da un punto di vista sismico, sia in termini di magnitudo massima attesa che di ricorrenza degli eventi e la loro ciclicità.”

“E’ necessario fornire alla Protezione Civile degli strumenti aggiornati e più efficienti ai fini della riduzione del rischio sismico rispetto a quanto disponibile – continua Tondi – tali strumenti devono poter indicare le aree a maggiore pericolosità su cui concentrare le attività sia di pianificazione dell’emergenza che di riduzione della vulnerabilità degli edifici e infrastrutture”. 

Sono stati coinvolti nell’organizzazione dell’evento i maggiori esperti italiani ed europei che avevano lavorato in Italia e in particolare nelle tre zone epicentrali degli ultimi forti terremoti avvenuti in Appennino, appartenenti ad Università Italiane, francesi, greche e del Regno Unito. Sono inoltre presenti geologi e ricercatori di Enti come la Protezione Civile Nazionale, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), il CNR, L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), ed Enti equivalenti Europei. Sarà anche un importante momento di confronto con i numerosi geologi liberi professionisti che operano nel territorio italiano: il patrocinio è stato chiesto infatti sia al Consiglio Nazionale che all’Ordine Regionale dei Geologi, insieme alla Regione Marche e al Comune di Camerino.

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