I 150 anni di attività della Distilleria Varnelli, la più antica delle Marche

Venerdì, 23 Novembre 2018 14:53 | Letto 5132 volte   Clicca per ascolare il testo I 150 anni di attività della Distilleria Varnelli, la più antica delle Marche Grande festa per i 150 anni di attività della storica azienda Varnelli. Dopo gli open day iniziati lo scorso settembre, la ricorrenza è stata sottolineata nell’incontro che si è tenuto ieri nella sede produttiva di Muccia. Tra le numerose personalità civili militari, rappresentanti accademici, delle associazioni dell’industria e del commercio che hanno voluto essere presenti all’evento celebrativo, anche il presidente della Regione Marche Ceriscioli, il prefetto di Macerata Jolanda Rolli, il questore Pignataro, il Commissario Straordinario Farabollini, l’Arcivescovo Francesco Massara e diversi sindaci. Una ricorrenza di tutto rispetto per un’azienda che affonda le sue radici nel territorio e che ha sempre mantenuto uno stretto legame con le comunità. Oltre ad essere la più antica delle Marche, la distilleria Varnelli per il 2018,  è una delle sole 16 aziende al mondo che possa aver raggiunto il ragguardevole secolo e mezzo di vita, senza aver mai cambiato la governance familiare. Un record e una forza che, al di là degli aspetti commerciali ed economici e di quelli numerici di fatturato, testimoniano il suo essere icona di uno spirito di forti relazioni e di una riconosciuta sapienza antica, sul quale si è potuto costruire il valore di cinque generazioni, rinnovatesi di giorno in giorno.  Con al timone quattro donne, la madre Elda presidente, le figlie Orietta, amministratrice delegata, Gigliola Simonetta che segue il commerciale e marketing Italia e, Donatella, all’area di produzione, la storia dell’azienda Varnelli è stata scritta dai tre grandi uomini di famiglia, il bisnonno Girolamo, il nonno Antonio e il marito e padre Girolamo, precocemente scomparso nel 1975. Memoria storica, impegno, sfide superate e da affrontare, si sono susseguite nei diversi interventi che hanno auspicato nuove direttrici di prospettiva, tese alla ripartenza di un entroterra in sofferenza. “I 150 anni hanno rischiato di non essere sottolineati, perché il tempo è stato di sfide crescenti per la comunità-ha evidenziato Orietta Varnelli - Essere parti della comunità significa condividere ogni momento: questi due anni sono stati due anni in salita che abbiamo condiviso in ogni passaggio. Nel 2016 ci stavamo organizzando per celebrare 150 anni: all’improvviso, le priorità sono cambiate. Nell’essere parti di una lunga storia e tradizione sono racchiusi tanti privilegi e soprattutto tante responsabilità e le responsabilità vanno espresse in ogni modo, non ultimo anche mettendo in campo tante energie che magari, in certi momenti non ci sarebbero ma che debbono essere tirate fuori proprio nell’interesse comune. Siamo state educate e cresciute nella convinzione che l’impresa non sia solo dei titolari, né solo dei titolari più il team, ma sia di fatto un’organizzazione complessa in cui interagiscono uomini e donne i cui destini a volte sono legati all’impresa; questo è ancor più vero in un territorio come il nostro in cui abbiamo il privilegio di essere considerati un’azienda di riferimento, operando a stretto contatto con tante amministrazioni e piccoli comuni straordinari. In un territorio dell’entroterra come il nostro,  troppo spesso, si è pensato potessero esserci meno potenzialità; noi invece lo abbiamo sempre sentito come un privilegio, perché così siamo state educate a pensare e a sentire. Ci siamo dette che sottolineare i 150 anni, è un dovere per chi ci ha preceduto, è un dovere per il presente di sfida che ha bisogno di colpi di reni e, un dovere per il futuro della nostra famiglia e di tutto il territorio” Sede produttiva dell’azienda a Muccia, sede legale a Pievebovigliana, i cui sindaci  Mario Baroni e Massimo Citracca hanno voluto esprimere tutto l’orgoglio per il valore impresso dalla presenza dell’impresa nel territorio, sottolineando con un omaggio la ricorrenza del centocinquantesimo e, auspicando una sempre fertile e proficua sinergia. Pievebovigliana, e Muccia, appartengono al circuito delle città dei liquori, quali paesi d’Italia che vantano liquori storici.  Ha colto nel segno di positività dell’azienda, un grande aiuto per lenire le ferite delle comunità, l’arcivescovo Francesco Massara: “ Dobbiamo essere orgogliosi che quest’azienda sia rimasta sul territorio, che stia andando avanti e che abbia impostato un lavoro di comunità e di famiglia. Entrando qui mi sono sentito a casa mia- ha detto larcivescovo-. Ho avuto la sensazione di essere in una famiglia e, trovo che le ferite che ci sono state, se si lavora insieme, possono essere sanate. Inutile che ricostruiamo le tante chiese, se poi non aiutiamo le attività produttive. La ricostruzione deve andare di pari passo col sostegno a tutte le attività produttive, altrimenti, costruiremo solo dei bei monumenti e la gente se ne andrà. Essere qui e celebrare la positività e i segni belli che abbiamo in questo bellissimo territorio, mi spinge a dire che il lavoro va fatto insieme. Se noi come chiesa aiutiamo a ricostruire le coscienze e le comunità ad andare avanti, se le istituzioni ci mettono del proprio, approntando soluzioni concrete e veloci alla nostra gente, se le aziende danno un segno di dignità al lavoro  senza il quale le famiglie non possono andare avanti, sono convinto che riusciremo a dare delle belle risposte al mondo. Quando andrò in giro, potrò dire con orgoglio di essere il vescovo della Varnelli, come potrò dire con orgoglio di essere il vescovo di tante aziende che, con i loro sacrifici, stanno portando avanti questo territorio”. Carla Campetella

Grande festa per i 150 anni di attività della storica azienda Varnelli. Dopo gli 'open day' iniziati lo scorso settembre, la ricorrenza è stata sottolineata nell’incontro che si è tenuto ieri nella sede produttiva di Muccia. Tra le numerose personalità civili militari, rappresentanti accademici, delle associazioni dell’industria e del commercio che hanno voluto essere presenti all’evento celebrativo, anche il presidente della Regione Marche Ceriscioli, il prefetto di Macerata Jolanda Rolli, il questore Pignataro, il Commissario Straordinario Farabollini, l’Arcivescovo Francesco Massara e diversi sindaci. Una ricorrenza di tutto rispetto per un’azienda che affonda le sue radici nel territorio e che ha sempre mantenuto uno stretto legame con le comunità. Oltre ad essere la più antica delle Marche, la distilleria Varnelli per il 2018,  è una delle sole 16 aziende al mondo che possa aver raggiunto il ragguardevole secolo e mezzo di vita, senza aver mai cambiato la governance familiare. Un record e una forza che, al di là degli aspetti commerciali ed economici e di quelli numerici di fatturato, testimoniano il suo essere icona di uno spirito di forti relazioni e di una riconosciuta sapienza antica, sul quale si è potuto costruire il valore di cinque generazioni, rinnovatesi di giorno in giorno.

Varnelli teca prodotti

 Con al timone quattro donne, la madre Elda presidente, le figlie Orietta, amministratrice delegata, Gigliola Simonetta che segue il commerciale e marketing Italia e, Donatella, all’area di produzione, la storia dell’azienda Varnelli è stata scritta dai tre grandi uomini di famiglia, il bisnonno Girolamo, il nonno Antonio e il marito e padre Girolamo, precocemente scomparso nel 1975. Memoria storica, impegno, sfide superate e da affrontare, si sono susseguite nei diversi interventi che hanno auspicato nuove direttrici di prospettiva, tese alla ripartenza di un entroterra in sofferenza. I 150 anni hanno rischiato di non essere sottolineati, perché il tempo è stato di sfide crescenti per la comunità-ha evidenziato Orietta Varnelli - Essere parti della comunità significa condividere ogni momento: questi due anni sono stati due anni in salita che abbiamo condiviso in ogni passaggio. Nel 2016 ci stavamo organizzando per celebrare 150 anni: all’improvviso, le priorità sono cambiate. Nell’essere parti di una lunga storia e tradizione sono racchiusi tanti privilegi e soprattutto tante responsabilità e le responsabilità vanno espresse in ogni modo, non ultimo anche mettendo in campo tante energie che magari, in certi momenti non ci sarebbero ma che debbono essere tirate fuori proprio nell’interesse comune. Siamo state educate e cresciute nella convinzione che l’impresa non sia solo dei titolari, né solo dei titolari più il team, ma sia di fatto un’organizzazione complessa in cui interagiscono uomini e donne i cui destini a volte sono legati all’impresa; questo è ancor più vero in un territorio come il nostro in cui abbiamo il privilegio di essere considerati un’azienda di riferimento, operando a stretto contatto con tante amministrazioni e piccoli comuni straordinari. Iun territorio dell’entroterra come il nostro,  troppo spesso, si è pensato potessero esserci meno potenzialità; noi invece lo abbiamo sempre sentito come un privilegio, perché così siamo state educate a pensare e a sentire. Ci siamo dette che sottolineare i 150 anni, è un dovere per chi ci ha preceduto, è un dovere per il presente di sfida che ha bisogno di colpi di reni e, un dovere per il futuro della nostra famiglia e di tutto il territorio

Varnelli omaggio Baroni

Sede produttiva dell’azienda a Muccia, sede legale a Pievebovigliana, i cui sindaci  Mario Baroni e Massimo Citracca hanno voluto esprimere tutto l’orgoglio per il valore impresso dalla presenza dell’impresa nel territorio, sottolineando con un omaggio la ricorrenza del centocinquantesimo e, auspicando una sempre fertile e proficua sinergia. Pievebovigliana, e Muccia, appartengono al circuito delle città dei liquori, quali paesi d’Italia che vantano liquori storici.

Varnelli omaggio Citracca

 Ha colto nel segno di positività dell’azienda, un grande aiuto per lenire le ferite delle comunità, l’arcivescovo Francesco Massara: “ Dobbiamo essere orgogliosi che quest’azienda sia rimasta sul territorio, che stia andando avanti e che abbia impostato un lavoro di comunità e di famiglia.

Varnelli vescovo

Entrando qui mi sono sentito a casa mia- ha detto l'arcivescovo-. Ho avuto la sensazione di essere in una famiglia e, trovo che le ferite che ci sono state, se si lavora insieme, possono essere sanate. Inutile che ricostruiamo le tante chiese, se poi non aiutiamo le attività produttive. La ricostruzione deve andare di pari passo col sostegno a tutte le attività produttive, altrimenti, costruiremo solo dei bei monumenti e la gente se ne andrà. Essere qui e celebrare la positività e i segni belli che abbiamo in questo bellissimo territorio, mi spinge a dire che il lavoro va fatto insieme. Se noi come chiesa aiutiamo a ricostruire le coscienze e le comunità ad andare avanti, se le istituzioni ci mettono del proprio, approntando soluzioni concrete e veloci alla nostra gente, se le aziende danno un segno di dignità al lavoro  senza il quale le famiglie non possono andare avanti, sono convinto che riusciremo a dare delle belle risposte al mondo. Quando andrò in giro, potrò dire con orgoglio di essere il vescovo della Varnelli, come potrò dire con orgoglio di essere il vescovo di tante aziende che, con i loro sacrifici, stanno portando avanti questo territorio”.

Carla Campetella

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