Si è svolto un vertice tra il Premier Giuseppe Conte e il Commissario Giovanni Legnini dopo le preoccupazioni scaturite dalla bocciatura del pacchetto sisma.
"Ho avuto rassicurazioni dal Presidente del Consiglio- spiega Legnini -  sulla piena disponibilità del Governo ad accogliere il pacchetto di norme sul terremoto del Centro Italia condivise con i Sindaci e che erano contenute negli emendamenti presentati in Commissione Bilancio e non accolti.
Il Governo, mi ha garantito il Presidente Conte nel corso di un colloquio molto proficuo questo pomeriggio, intende inserire le norme per accelerare la ricostruzione pubblica e privata nel decreto semplificazioni di prossima emanazione. Quelle che invece richiedono una copertura finanziaria - prosegue - , ad esempio quello per il personale e la proroga dello stato di emergenza, saranno inserite nel decreto che sarà emanato subito dopo l’approvazione del nuovo, atteso, scostamento di bilancio.
Le priorità per far sì che la ricostruzione possa finalmente decollare sono note e sono state individuate in seguito a un lungo confronto. Occorre l’impegno di tutti affinché esse possano diventare al più presto legge dello Stato e corrispondere alle aspettative dei Presidenti delle Regioni, dei sindaci, dei cittadini e delle imprese del cratere, che stanno vivendo una doppia emergenza e che non possono più attendere.
Ringrazio il Presidente Conte - conclude - per la sincera sensibilità che mi ha oggi confermato anche con la disponibilità ad incontrare presto, e nuovamente, i Sindaci e i cittadini dei territori colpiti dal sisma".

GS
Uno stop, quello fino al primo giugno per parrucchieri ed estetiste, che mette in ginocchio due settori che, sebbene non vengano considerati beni primari, lo sono per chi svolge quel tipo di impiego.
Questa mattina l'incontro in Comune, a Tolentino, di una delegazione di parrucchieri (Michela Farabolini, Igor Galassi, Giuseppe Ruggeri e Daniela Ciccarelli) con il sindaco Giuseppe Pezzanesi.
Al centro del dibattito una richiesta da inviare al governatore regionale, Luca Ceriscioli, affinchè faccia da tramite con il Governo centrale per anticipare la riapertura.
Dopo le date annunciate dal Premier Conte era stata la parrucchiera Michela Farabolini, con un videomessaggio pubblicato sui social, a riassumere lo stesso smarrimento dei suoi colleghi.
"Mi devono spiegare il motivo per cui siamo gli ultimi a riaprire - dice - . Mi devono spiegare se si tratta di una questione di sicurezza, dal momento che in chiesa, per i funerali, sono ammesse 15 persone, gli autobus possono essere utilizzati e gli allenamenti sportivi saranno consentiti. Capisco che il nostro non sia un servizio primario, ma non lo sono nemmeno le tabaccherie. 
Noi eravamo pronti: avevamo acquistato mascherine, guanti, asciugamani di carta". 

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Michela Farabolini

La parrucchiera tolentinate, che dopo il sisma era stata costretta a delocalizzare e ricominciare da capo, punta il dito contro il Governo: "Noi terremotati iniziavamo a risollevarci ora - dice - . Adesso non abbiamo più la forza
Una scelta, quella del Governo, che ci sta rovinando. Cosa dirò ai miei dipendenti a cui scade la cassa integrazione a fine maggio - si chiede - ? Ho tre collaboratori e non credo che quando ci sarà permesso di riaprire ci sarà consentito di lavorare tutte contemporaneamente".
Poi la questione del lavoro nero, in casa: "Alla questione finanziaria ci penseranno le forze dell'ordine preposte - dice - . Il mio è un appello ai cittadini affinchè non si rivolgano ai nostri colleghi che, con leggerezza, vanno nelle case per svolgere il nostro lavoro. In questo modo i contagi aumenteranno e a rimetterci saremo sempre noi che non potremo riaprire.
Siamo rimasti in silenzio perchè, per più di un mese, abbiamo compreso il problema. Ora basta. 
Non possono chiederci di restare fermi un altro mese mentre le scadenze dei pagamenti continuano ad arrivare. Se non ci ha ammazzato il virus - conclude - ci ammazza lo Stato". 

Giulia Sancricca
Il blocco prosegue fino al 3 maggio. Lo ha annunciato il premier Giuseppe Conte durante una conferenza stampa che avrebbe dovuto tenersi nel primo pomeriggio ma che si è svolta solo poco fa.
"Resterà tutto chiuso fino al 3 maggio - ha detto - e mi assumo tutte le responsabilità di questa decisione. Dobbiamo fare attenzione a non vanificare gli sforzi fatti finora, ma vi prometto che se dovessero esserci dei miglioramenti che permettono di cambiare questo provvedimento prima del 3 maggio, questo sarà fatto.
Riapriremo cartolibrerie, librerie e articoli per bambini. Le attività produttive restano chiuse tranne quelle che si occupano di silvicoltura: del taglio dei boschi e le attività forestali". 
Il premier ha annunciato di essere già al lavoro per la seconda fase dell'emergenza, quella che riguarderà la prossima riapertura delle attività produttive: "Non possiamo attendere che il virus scompaia per riaprire tutto - ha detto - . Superata la fase acuta, stiamo lavorando ad un programma che poggia su due pilastri: un gruppo di lavoro di esperti e protocolli di sicurezza per i luoghi di lavoro.
Dobbiamo inventarci e proporre nuovi modelli organizzativi che tengano anche conto della qualità della vita. A capo di questo gruppo di lavoro c'è Vittorio Colao, uno dei manager più stimati anche all'estero.
Il protocollo per la sicrezza nei luoghi di lavoro è stato già siglato - ha proseguito - , ora lo stanno rafforzando e sarà quello che consentità la ripresa di tutte le attività prouttive.
Intanto le aziende devono approfittare di questo momento di stop per la sanificazione dei luoghi di lavoro".

GS
Questo sabato sera insolito, in cui tutti sono a casa, è stato interrotto dalle comunicazioni del premier Giuseppe Conte con la diretta streaming su Facebook e un'edizione straordinaria televisiva.
Una ulteriore stretta è stata annunciata dal Governo per le aziende che non si occupano della produzione di beni di prima necessità e non solo: "Dall'inizio ho scelto la linea della trasparenza e della condivisione - ha esordito - , senza nascondere la realtà che tutti i giorni è sotto i nostri occhi. In questi giorni siamo chiamati a misurarci con immagini che ci feriscono con un segno che rimarrà sempre impresso nella nostra memoria. Questi decessi, per noi e per i valori con cui siamo cresciuti, non sono semplici numeri.

Le misure fin qui adottate richiedono tempo - ha proseguito - affinchè possano dare effetti. Dobbiamo continuare a rispettarle, seppur severe, con fiducia e responsabilità. Non abbiamo alternative, in questo momento dobbiamo resistere. Il nostro sacrificio di rimanere a casa è minimo se paragonato ai sacrifici dei cittadini che lavorano negli ospedali: penso ai medici, agli infermieri, alle forze dell'ordine, alle forze armate, ai commessi, ai farmacisti, agli autotrasportatori, ai servizi pubblici e dell'informazione. Donne e uomini che non solo lavorano ma compiono un atto di amore nei confronti dell'Italia intera.

Oggi siamo chiamati a fare un altro passo: chiudere ogni attività produttiva che non sia strettamente necessaria - ha annunciato - , cruciale e indispensabile a garantirci beni e servizi essenziali. Abbiamo lavorato tutto il pomeriggio per questo. 

Resteranno aperti i supermercati, generi alimentari e di prima necessità. Nessuna restrizione sui giorni e sugli orari di apertura quindi non creiamo code e corse inutili. Aperte farmacie, parafarmacie, servizi bancari, postali, assicurativi, finanziari. Assicureremo i trasporti. Al di fuori delle attività ritenute essenziali, consentiremo solo il lavoro in smart working e le attività produttive ritenute rilevanti per la produzione nazionale. Rallentiamo il motore produttivo del Paese - ha precisato Conte - ma non lo fermiamo. Un modo che ci predispone ad affrontare la fase più acuta del contagio per contenere il più possibile la diffusione dell'epidemia. A voi tutti dico, lo Stato c'è. Interverremo con misure straordinarie che ci consentiranno di rialzare la testa e ripartire quanto prima. Se dovesse cedere anche un solo anello questa barriera di protezione verrebbe meno, esponendoci a pericoli più grandi. Le rinunce che oggi vi sembrano un passo indietro presto ci consentiranno di prendere la rincorsa. Stiamo rinunciando alle abitudini più care ma non rinunciamo alla speranza nel futuro. Uniti ce la faremo".

GS
"L'Italia è tutta zona rossa".
Così il premier Giuseppe Conte ha spiegato in conferenza stampa il decreto che sta per firmare e che non vedrà più la Lombardia e le altre 14 province tra cui c'era anche quella di Pesaro e Urbino come zone più a rischio. La penisola da domattina sarà tutta uguale difronte all'emergenza.
"Si tratta di misure che sono nel decreto che sto per firmare - ha detto - . Andranno in Gazzetta Ufficiale ed entreranno in vigore domattina. Su proposta del Ministro della Salute abbiamo sentito anche i presidenti delle Regioni.
Oggi c'è stata una video conferenza con i componenti del governo e i presidenti delle Regioni e tutti hanno condiviso un unico regime di disciplina esteso a tutta la penisola.
Anche Bonaccini mi ha confermato che le Regioni hanno espresso il loro plauso alla decisione".
Poi l'importanza dell'#iorestoacasa: "Possiamo riassumere così questo decreto - ha proseguito Conte - . È il momento della responsabilità".

GS
Una storia che si ripete, al limite della credibilità. I marchigiani non hanno nemmeno fatto in tempo a convincersi che l'ordinanza regionale fosse reale e non una fake news che subito è arrivato il disappunto del governo che ha messo in crisi genitori e alunni, nonostante Ceriscioli abbia ribadito che le scuole restano chiuse.
Il premier Giuseppe Conte, infatti, dello stesso parere di Angelo Borrelli, capo dipartimento della Protezione Civile, ha deciso di impugnare il provvedimento firmato dal governatore delle Marche, Luca Ceriscioli, nel tardo pomeriggio di ieri e che prevede la chiusura delle scuole dalla mezzanotte del 26 febbraio alla mezzanotte del 4 marzo, così come il blocco delle manifestazioni pubbliche che erano in programma nello stesso periodo, i viaggi di istruzione sia sul territorio nazionale che internazionale, i musei, i luoghi di cultura e le biblioteche ed i concorsi pubblici, fatti salvi quelli relativi a professioni sanitarie per le quali dovranno essere garantite le opportune misure igieniche.
Una ordinanza che ha goduto del suo successo poco più di tre ore ma che sarà comunque applicata, diversamente da quella del giorno precedente, stoppata sul nascere, proprio nel momento della presentazione. 
Già ieri, dopo il vertice del premier in videoconferenza con i governatori regionali, il presidente Ceriscioli aveva dimostrato disappunto nei confronti delle modalità di gestione dell'emergenza da parte del Governo, ritenendole "al contrario" e si era detto dispiaciuto per quanto accaduto lunedì in conferenza.
Ieri le acque sembravano essersi placate, tanto che le dichiarazioni di Conte parlavano di una "linea comune", ma così non deve essere stato.
Secondo una nota congiunta deiministri degli Affari Regionali Francesco Boccia, dell'Istruzione Lucia Azzolina e dell'Università e della Ricerca Gaetano Manfredi, "Con la sua decisione unilaterale di firmare un'ordinanza per la chiusura di tutte le scuole e Università della Regione Marche, il governatore Luca Ceriscioli si sfila dall'accordo che era stato raggiunto solo poche ore prima nel corso dell'incontro tra governo e Regioni alla Protezione Civile e viene meno all'impegno preso con tutti gli altri governatori che invece si stanno attenendo alle disposizioni concordate". 
Intanto si attendono per oggi i risultati degli ulteriori esami svolti  al centro diagnostico dell'istituto superiore della sanità per il primo tampone risultato positivo al Coronavirus nelle Marche, a Pesaro. Solo dopo il controllo di oggi si potrà dire con certezza che anche nelle Marche c'è il primo contagio.
Una incongruenza, quindi, tra le dichiarazioni del capo dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, che ritiene giusta la chiusura delle scuole nelle regioni dove ci sono contagiati e quella di impugnare l'ordinanza di Ceriscioli.
Una querelle che ha il sapore di scontro politico, soprattutto in vista delle prossime elezioni regionali.

GS

Se da un lato il Decreto sul terremoto , approvato dal Consiglio dei Ministri, ha fatto discutere, dall’altro trova l’approvazione del Partito Democratico di Tolentino che in una nota scrive: “potrebbe essere davvero la svolta per la ricostruzione. Sei i punti principali del Decreto: ridotti al 60% gli importi da restituire in relazione alla "busta paga pesante", ovvero il taglio degli oneri fiscali, previdenziali e assistenziali che erano stati sospesi dall'agosto del 2016 a tutto il 2017 e che non dovranno più essere restituiti in misura integrale ma limitata al 40% in 10 anni; la misura prevista per gli imprenditori Under 46, nota come "Resto al Sud", viene estesa anche ai giovani imprenditori dei Comuni che fanno parte del cratere del terremoto. L'aiuto consiste in un finanziamento sugli investimenti sostenuti pari al 35% a fondo perduto e per il restante 65% in un prestito bancario a interesso zero”.

Poi lo sguardo alle imprese con “i contributi a fondo perduto in favore delle imprese agricole nei comuni del cratere. Due milioni nel 2019 e altrettanti nel 2020; l’anticipazioni del 50% dei compensi dei professionisti che fino ad oggi hanno lavorato gratuitamente”:

Per la ricostruzione, “L’accelerazione delle pratiche per la ricostruzione privata attraverso autocertificazione. L’avvio dei lavori sarà basato sulla certificazione redatta dai professionisti. Il controllo non verrà più realizzato più a monte sul 100% dei richiedenti, come avviene oggi, ma solo a campione sul 20% ed infine la proroga dei mutui degli enti locali. Si allungano, infatti, i tempi dal 2018 al 2020 con i quali i Comuni possono pagare i mutui concessi da CdP”.

GS
Molta attesa per la visita del premier Giuseppe Conte che sta per atterrare a Ussita, come da programma, per l'incontro con i sindaci del cratere a Castelsantangelo sul Nera.
Secondo le prime indiscrezioni il premier arriverà intorno alle 16.30 a Castelsantangelo dove si recherà subito nella zona Sae per visitare i terremotati e scattare una foto di rito con il primo cittadino, Mauro Falcucci. Successivamente, senza la presenza della stampa, andrà in visita alla zona rossa insieme al sindaco, approfittando di qualche minuto di colloquio. Dopo il percorso nella zona più colpita, Giuseppe Conte incontrerà 87 sindaci del cratere nella struttura in legno donata al Comune di Castelsantangelo per una riunione dove gli amministratori potranno esporre la situazione al premier. Solo al termine dell'incontro sarà concesso l'incontro con i giornalisti.
Al momento solo la stampa ad attendere Giuseppe Conte, come si può vedere dalle foto. Ancora nessuno dei manifestanti che avevano annunciato una possibile presenza.

Aggiornamento 15.25: Tra coloro che potranno partecipare alla riunione sono i Comitati del coordinamento Terremoto Centro Italia.Sono presenti i rappresentanti di Ussita, Pieve Torina, Caldarola, Camerino e Tolentino. Antonella Gamberoni, in rappresentanza di Camerino dice: "Ci aspettiamo di essere ascoltati, ma forse l'ascolto è l'unica cosa che non è mai mancata. Ci auGuriamo che da questi incontri possa arrivare una risposta concreta. Non si può più attendere. Sono molte le richieste sul tavolo, speriamo di avere buone orecchie e buona testa dall'altra parte". Nel frattempo sono arrivati il presidente della Regione, Luca Ceriscioli e l'Arcivescovo Francesco Massara.

Aggiornamento 15.50: "Il buongiorno si vede dal mattino - dice Luca Ceriscioli al microfono di Radio C1 citando un detto - . Devo dire che questa ripartenza di Conte ha segnato ciò che era un po' mancato negli ultimi mesi. Ricordo la visita del Papa a Camerino con la volontà di accendere un riflettore sul sisma dove non si era presentato nessuno del Governo. Secondo me con quello che è avvenuto dopo, il fatto di inserire nel programma tre punti importanti per la ricostruzione, la seconda visita ufficiale del premier riguarda le Marche, credo che sia stata ritrovata l'attenzione. Un punto di partenza che può produrre i frutti che non ci sono stati fino ad oggi". 

Aggiornamento 15.55: Intervistata dall'inviata di Radio C1 anche il Prefetto, Iolanda Rolli: "Il presidentr Conte - dice - , inserendo questo viaggio nella sua agenda piena di impegni dà un segnale di profonda attenzione al nostro territorio. Un territorio profondamente ferito dal sisma del 2016. Un territorio che ha bisogno dell'attenzione di tutto il Governo per ricominciare a sperare nel futuro".

Aggiornamento 16.05: In attesa dell'arrivo del premier il primo cittadino di Castelsantangelo, Mauro Falcucci, accoglie i suoi colleghi del cratere e i rappresentanti intervenuti. "Ascoltiamo con attenzione e auspichiamo che il premier ci dica cosa farà domani per il terremoto - dice - , allora partiamo col piede giusto. Noi possiamo solo ricordare e integrare se c'è qualcosa che magari è sfuggito, peò aspettiamo una risposta pratica, i fatti. La teoria la sappiamo tutti, abbiamo 84 ordinanze che evidenziano quello che non ha funzionato. Bisogna correggere il tiro. Chiederò di fare una legge affinchè ci sia un futuro non solo per la ricostruzione, ma anche per chi rimarrà, per avere prospettive per i giovani. Se vogliamo che i giovani scelgano la montagna per vivere ci devono essere delle agevolazioni. L'Europa non può non accogliere questa istanza. Sappiamo cosa chiedere, aspettiamo risposte concrete".

Aggiornamento 17.20: Alle 17.15 circa, il premier Conte è arrivato a Castelsantangelo e si è recato all'interno di un bar per prendere un caffè insieme ad alcuni cittadini. Subito dopo il momento di accoglienza da parte del sindaco Mauro Falcucci, il capo dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, il commissario straordinario Piero Farabollini. Insieme sono entrati nella zona rossa per un sopralluogo. A momenti ci sarà l'appuntamento con 66 degli 87 sindaci del cratere che erano attesi e che sono già in pronti per il confronto all'interno della struttura polivalente.

Aggiornamento 17.30: Si è fatta strada tra la gente per mostrare al premier Conte lo striscione portato da Ussita, il suo paese colpito dal sisma. "Conte, contiamo su di te" ha scritto Noemi Orazi che ai microfoni di Radio C1 ha dichiarato: "Voglio dire di andare avanti, non mettere più ostacoli ma facilitare la ricostruzione. Da Ussita la gente non se ne andrà, è un posto troppo bello. Noi abbiamo una pista del ghiaccio olimpionica, gli impianti sciistici. Strutture che davano lavoro alle famiglie e vogliamo continuare a dare un futuro ai nostri figli. Possiamo tornare a quello che c'era prima e anche migliorarlo. Io ho fiducia, io ci credo!".

Aggiornamento 17.45. Il presidente del Consiglio ha fatto il suo ingresso all'interno della sala polivalente dopo aver compiuto un giro veloce all'interno dell'area sae ed essersi intrattenuto qualche minuto con gli abitanti. All'interno della "casa degli amici del Trentino" oltre ai sindaci anche rappresentanze dell'Anci e del Coordinamento Terremoto Centro Italia.

Aggiornamento 19.40.  Dopo circa due ore di colloquio e ascolto seguito dal suo intervento finale avvenuto a porte chiuse, il Premier Conte si è diretto verso i giornalisti.
"Non sono venuto qui a vender fumo nè a prospettare mirabilia- ha detto- Sono venuto per fare il punto della situazione e aggiornarmi sulle criticità. La ricostruzione di questi territori martoriati che dai terremoti hanno derivato una grande ferita, èuna priorità del governo e l'ho detto anche chiedendo la fiducia al parlamento: questo è ilgrande impegno che ho preso per queste comunità locali a nome di tutto il governo. Oggi come le altre volte sono venuto a ragionare su questioni concrete e problemi critici, su come ad esempio risolvere il problema delle pratiche della ricostruzione privata che non vanno avanti, sul problema della ricostruzione pubblica. Ho preso pagine e pagine di aggiornamenti sulle questioni critiche e, da domani siamo al lavoro per risolverle; iniziamo da una legge e da un testo unico sulla ricostruzione che sicuramente va adottato e ordinato e ci stiamo già lavorando- ha continuato Conte- Dobbiamoassolutamente accelerare lo smaltimento delle pratiche per la ricostruzione privata e ho già fatto su questo un appello pubblico: non consentiremo più proroghe per quel che riguarda la presentazione delle domande per i danni lievi percui, il 31dicembre 2019 è la scadenza ultima: si affretti chi vuolela ricostruzione. Dobbiamo avere un progetto di ricostruzione finalmente definito". Conte ha dunque evidenziato la volontà di varare una volta per tutte un progetto normativo ad hoc per la ricostruzione  " Dobbiamo assumerci la volontà politica, e questo governo può farlo, per adottare un testo normativo che valga per tutte le ricostruzioni future". Ha poi anticipato che un sottosegretario alla presidenza ( Mario Turchi) sarà dedicato agli investimenti e alla programmazione economica e di una taskforce appena costituita che funge da cabina di regia per gli investimenti. ascolto dei sindaci durante la riunione nonchè dei delegati dei cittadini alcuni dei quali già sentiti durante le consultazioni nella fase di formazione del governo. " Un decisore politico non può fare promesse e passerelle. Viene qui umilmente, prende appunti, si confronta, studia e poi torna a Roma dove si decide. In questo momento dobbiamo ragionare per la soluzione di problemi concreti".

Aggiornamento 20.15. La giornata del Presidente del consiglio si conclude con un panino al ciauscolo consumato prima di ripartire nei locali della norcineria, invitando a fare la spesa nei negozi che hanno riaperto dalla piazzetta del paese. Prima di affrontare il viaggio di ritorno nella capitale, si è intrattenuto ancora con gli abitanti di Castelsantangelo, scambiando con loro qualche parola d'incoraggiamento a non mollare. 

Approfondmento della giornata sul prossimo numero di Appennino Camerte.

Terminata la riunione il Premier esce dalla sala polivalente 
il premier esce dalla sala polivalente


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il sindaco Mauro Falcucci di Castelsantangelo sul Nera e il presidente Luca Ceriscioli

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l'arrivo dell'Arcivescovo Francesco Massara 

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Il Presidente della Provincia Pettinari e il Presidente della Regione Luca Ceriscioli

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l'arrivo del premier Conte e l'Arcivescovo Massara

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Noemi Orazi con uno striscione per Conte

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Il nuovo contratto di governo fra il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico è pronto. Ormai il prossimo step sarà la fiducia. Al punto 6 figura un argomento assai importante per il Centro Italia e per la provincia di Macerata: il terremoto. "I terremotati non sono mai stati dimenticati - afferma il senatore marchigiano Giorgio Fede, dei 5 Stelle - nemmeno nel primo contratto. Mi fa piacere ricordare che il Presidente Conte ha già incontrato in una specifica audizione chi i danni del sisma li vive sulla propria pelle. Questa è stata quindi una prima testimonianza della sensibilità verso l'argomento, a dimostrazione che non si tratta solo di un punto programmatico ma di qualcosa di più. E' stato assimilato alle audizioni che si sono svolte con tutte le forze politiche per formare il governo. Poi, ancor più gradito è stato il poter verificare che proprio al punto 6 del programma si parla di accelerare la ricostruzione". Un altro argomento cardine per le Marche è quello che riguarda la viabilità. Il progetto della Quadrilatero deve essere portato a conclusione con gli ultimi interventi, fra i quali la bretella San Severino-Tolentino recentemente finanziata per intero e la Pedemontana che collegherà Fabriano, Matelica fino a Muccia. "Anche questa è la prova di quanto sia alta l'attenzione - prosegue - sicuramente anche indotta dall'attività di noi parlamentari del Movimento 5 Stelle. Già Conte e l'allora ministro Toninelli ne avevano sottolienato l'importanza quando vennero nel territorio ad effettuare un sopralluogo e poi in aula, quando vennero a riferire sull'argomento. L'attenzione e la volontà di far partire queste opere sono alte, seppur fra tante polemiche e problematiche generate e questa non può che essere una notizia positiva per noi marchigiani. Sappiamo bene - aggiunge - quanto le Marche paghino un deficit di infrastrutture e quindi ripartiamo da quelle già in corso di esecuzione per dare risposte concrete sia alla popolazione sia a chi ci ha definito il partito del 'no'. Questa è un'azione del governo Conte e del Movimento 5 Stelle per ridare vita a un territorio".
g.g.























“Da terremotato provo vergogna, rabbia, per come siamo stati trattati, visto che sia io che i miei concittadini abbiamo già dovuto affrontare il dramma, le sofferenze di questa emergenza del terremoto, un evento che mi creda ti sconvolge la vita”. È Manuel Casoni, giovane cittadino di Muccia, avvocato 31enne. Ieri mattina ha scritto una lettera aperta, pubblicata sulla sua pagina Facebook, indirizzata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. 

 “Muccia - scrive - così come i tantissimi comuni limitrofi, è stata devastata dalle violenti scosse che in una fredda sera di fine ottobre hanno cambiato la vita di tutti noi abitanti dell'Alto Maceratese. Anche Muccia è stata letteralmente abbandonata a sé stessa, considerando che qua abbiamo ancora zone rosse e macerie nelle vie. Come se non bastasse, da ultimo, si è verificata anche la triste e vergognosa vicenda dell'ammaloramento delle S.A.E”. Oltre che ai gravi problemi progettuali e strutturali, Casoni accenna anche ai costi esorbitanti per costruirle e ai recenti episodi dei pavimenti ammuffiti: “Dopo neanche un anno dalla loro consegna avvenuta tra il dicembre 2017 ed il febbraio 2018, le stesse casette presentano pavimenti rovinati, marci, con tanto di materiali di legno utilizzati zuppi di acqua, con l'ulteriore presenza di muffa e funghi. 

Tale situazione - dice - che definisco indecente purtroppo è in continua evoluzione, considerato che le S.A.E. danneggiate aumentano di giorno in giorno, a seguito dei controlli che in queste ore stanno avvenendo. Da terremotato provo vergogna, rabbia, per come siamo stati trattati. Ho ancora addosso i brividi, la paura provati nello scappare da casa, al buio, durante la violentissima scossa delle 21.18, mentre vicino sentivo cadere pezzi di muro, e respiravo la polvere dei calcinacci!”.

Non bastava aver subíto quel dramma, non basta vivere nell’incertezza e con la consapevolezza che ci vorranno anni perché la sua casa, come quella di tanti altri, possa essere ricostruita. “Anche io rischio di dover uscire dalla S.A.E. - torna a dire - che proprio il Presidente Luca Ceriscioli e il suo Assessore Angelo Sciapichetti, alla presenza della Protezione Civile Nazionale hanno consegnato a me e alla mia famiglia, con tanto di sorrisi e strette di mano (cosa che da me non hanno avuto e mai avranno). Con la presente lettera, volevo esprimere la delusione che sto provando, nonché la rabbia per come sono stati trattati i miei concittadini. Siamo delle persone e come tali meritiamo rispetto! Colgo l'occasione per invitarLa a Muccia a portare il sostegno di questo Governo alla gente, invito esteso anche ai Vice Presidenti onorevole Matteo Salvini e onorevole Luigi Di Maio, nonché a tutti gli esponenti del suo Governo. Sicuramente non risponderà a questa mia lettera - conclude - ma almeno sarà stato un tentativo per cercare di non far spegnere i riflettori su questa problematica, e su questi bellissimi borghi come Muccia. Vogliamo far rinascere queste zone”.

G.G.

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