Pronta l'ordinanza che rivede il meccanismo del contributo di autonoma sistemazione. Ne ha annunciato l'imminente emanazione il capo Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli, prendendo parte all’audizione in sede di lavori parlamentari per la conversione del decreto legge concernente le norme sul terremoto, convocata alla Commissione Ambiente territorio e lavori pubblici della Camera dei Deputati. Nel suo intervento alla Camera diffuso anche via Web, dopo aver fornito l’insieme corposo di dati riguardanti la gestione dell'emergenza su cui il Dipartimento della Protezione Civile ha una competenza specifica comprese le misure di assistenza alla popolazione, Borrelli ha detto che il numero riferito allla popolazione assistita nelle 4 regioni colpite dal sisma è di 48532 unità, con un’ assistenza massiccia e prevalente di coloro che sono in regime di contributo di autonoma sistemazione. Nei moduli Mapre vivono tuttora 799 persone, 457 ancora nei container e 442 in strutture comunali, 8255 persone nelle soluzioni abitative di emergenza. Sono 1309 le persone ancora ospitate negli alberghi, soprattutto in riferimento alle regioni Abruzzo e Marche. “Nel corso dei miei giri nei territori parlando con gli amministratori e con la popolazione è emerso che il contributo di autonoma sistemazione, così come lo abbiamo concepito, è da rivedere e in accordo con le regioni abbiamo ottenuto l'intesa; la stessa regione Marche aveva chiesto delle modifiche e, nelle settimane passate è arrivata l'intesa. L’ordinanza di protezione civile è pronta per essere emanata e rivedrà il meccanismo del contributo di autonoma sistemazione. Secondo quanto annunciato da Borrelli, prevede innanzitutto un obbligo da parte di chi percepisce il cas di dichiarare la sussistenza dei requisiti. Si perdono i requisiti per l'erogazione del cas nell'ipotesi in cui per esempio non si fanno le domande per i danni lievi nei termini previsti dalla normativa per la ricostruzione e disposizioni del commissario delegato per la ricostruzione, perché attualmente la normativa che riguarda l'erogazione del cas è scollegata rispetto alla normativa relativa alla ricostruzione. Nell’ordinanza è dunque previsto l’ obbligo di certificazione annuale (ai sensi dell'articolo 4 del DPR 445 del 2000) della permanenza dei requisiti per poter avere diritto al cas. Contenuta nell'ordinanza anche la norma che consente di uscire dal cas e agevola i proprietari di immobili nell’acquisto di altro immobile da adibire a luogo di dimora stabile e continuativa, e che prevede un contributo pari a 12 mensilità del cas per i conduttori e comodatari e, per 3 anni in favore dei proprietari. Il contributo è parametrato al 100% del cas in caso di immobili classificati inagibili con danni gravi nella tipologia E o F e, al  50% del contributo di autonoma sistemazione in caso di immobili classificati B o C cioè inagibili con danni lievi. Altra norma dell'ordinanza riguarda la possibilità di permanere nel cas da parte di chi era locatario di immobili che il proprietario si impegni a rilocare al termine della riparazione del danno, oppure, nell'ipotesi che chi era in affitto non avesse più la possibilità di ritornare nell'immobile che precedentemente aveva in affitto, di godere dell'integrazione del canone d'affitto rispetto a quello che pagava originariamente. Una misura questa prevista anche in occasione del sisma dell'Emilia Romagna, per consentire di ridurre gli effetti derivanti dalla scarsità di immobili nel territorio e delle speculazioni di “corsa al rialzo” sul canone di locazione di cui potrebbero restare vittima gli affittuari. Altra norma contenuta nell’ordinanza riguarda la possibilità di mantenere invariata la misura del cas per coloro che erano in locazione e documentino la perdita del reddito per effetto del sisma e che potranno continuare ad avere diritto al cas in misura piena almeno fino al termine dello Stato d'emergenza Norme particolari riguardano poi i lavoratori che prestano assistenza domiciliare e gli studenti di Camerino per i quali sono state disciplinate misure specifiche volte a superare alcune incertezze interpretative; disciplinata dall'articolo 5 dell’ ordinanza anche la revisione dell'assistenza alberghiere e dei container, fatta eccezione sempre per le fasce deboli della popolazione che, a valutazione dei sindaci, potranno permanere in queste situazioni. “ L'idea – ha aggiunto Borrelli -è quella di far ritornare le popolazioni in una situazione di normalità, anche attraverso l’erogazione del Cas; secondo noi, a distanza di 3 anni, mantenere in albergo i terremotati è inopportuno anche per gli stessi terremotati anche per via degli spazi molto contenuti degli alberghi”.
Quanto alle verifiche sugli edifici danneggiati, il Capo della Protezione Civile ha segnalato che come Dipartimento c’è l’intenzione di proporre a governo e parlamento un emendamento teso ad accelerare la fase delle verifiche di agibilità. L'idea è di coinvolgere la rete delle professioni così come accade per il volontariato di Protezione Civile e dunque  proporre uno schema di emendamento all'articolo 3 per istituzionalizzare la collaborazione con i professionisti, in modo da consentirne una larga partecipazione dietro rimborso- riconoscimento delle spese sostenute. Poco prima aveva ricordato il numero delle verifiche di agibilità effettuate che ammontano a circa 220 mila, 80.000 delle quali effettuate con le cosiddette scheda aedes e 138.000 con Fast. Il sistema delle schede è stato varato dopo gli eventi sismici del gennaio del 2017 “perché per i rilievi di agibilità e il censimento dei danni, i sistemi che avevamo in piedi non ci consentivano di rispettare le tempistiche attese dai territori, dall’opinione pubblica e anche da parte di noi stessi”. Proprio riguardo a questa esigenza, Borrelli ha voluto segnalare la bontà della proposta di emendamento. “Si discute nell'ambito del sistema di Protezione Civile sulle verifiche di agibilità e sulla validità di queste verifiche per quanto riguarda l’accertamento del danno e secondo noi, si dovrebbe ritornare ad avere delle schede più semplici, che accertino le agibilità o non agibilità e, nel caso di non agibilità, contemplino se si tratti di danni lievi o danni gravi, perché a seconda del tipo di danno noi dovremmo garantire una diversa assistenza alla popolazione.
Il capo del Dipartimento di Protezione civile ha anche annunciato come pronta un'altra ordinanza che riguarda l'attuazione della norma dello ‘sblocca cantieri’ dei due milioni e mezzo di euro per la manutenzione delle strutture temporanee; d'accordo con le regioni sono state individuate delle modalità di riparto delle risorse e di garanzia della manutenzione, ferma rimanendo in capo alla popolazione la manutenzione ordinaria, alla stregua di chi è comodatario di un immobile.
Tra gli ulteriori interventi che la Protezione civile sta portando avanti con l'ingegnere Soccodato,soggetto attuatore di Anas, c'è poi il piano di ripristino della viabilità; il piano è approvato per 5 stralci riguardanti le viabilità Statale Provinciale e Comunali per un totale di 580 progetti, 944 interventi per complessivi 898 milioni di euro; in corso di attivazione un sesto stralcio per 53 milioni di euro.
cc

Retorico dire che non dimenticheremo mai la scossa che esattamente tre anni fa ha cambiato la vita di tutto il Centro Italia. Diverso, invece, soffermarsi a pensare che spesso ricordiamo perfettamente cosa stavamo facendo quando abbiamo ricevuto una notizia importante. La stessa sensazione arriva quando si torna indietro con la memoria a quella mattina del 30 ottobre 2016. E’ forse quello infatti, per alcuni, l’ultimo ricordo di ciò che stavano vivendo nella casa che hanno dovuto abbandonare in fretta e furia per la paura che arrivasse un boato più forte. Molte di queste persone sono rientrate nella loro abitazione solo con i vigili del fuoco, per mettere in una borsa gli affetti personali e nel cuore i ricordi di una vita.
Tutto è cambiato da quel giorno di tre anni fa. Le piazze che al calar della sera si erano svuotate come ogni giorno, in attesa che l’indomani la vita avesse ripreso il proprio ritmo abituale, attendono ancora che qualcuno torni a passeggiare tra quelle mura. Non sanno che, forse, molti di loro non torneranno. Perché in questi tre anni di attesa, in una delle regioni più longeve d’Italia e dove la media dell’età degli abitanti è molto alta, c’è anche chi ha lasciato questa terra senza mai mollare la speranza di ritornare nella propria casa. E’ così che il Paese delle belle arti, delle chiese e dei castelli da tre anni è ferito al cuore.

Castelsantangelo Sul Nera
Castelsantangelo Sul Nera

Attraversare lo stivale da Nord fino alla punta è come camminare in un salotto dorato dove in mezzo si inciampa su cristalli rotti e mai raccolti. Tre anni di niente, si potrebbe dire. Dove le uniche iniziative prese sono arrivate dal basso, anzi da dentro. Dal cuore di chi ha raccolto i propri cristalli e ha aperto la propria anima alla resilienza. Quella parola su cui, dopo averne tanto sentito parlare, forse per disperazione, ci si è cullati fino ad oggi e si continuerà a farlo. Tre anni di attese, dove c’è chi ha rimodulato la propria vita, dove c’è chi attende tra le pareti di un container, consapevole che ci vorrà del tempo per tornare a vivere come prima, o forse, anche quando sarà possibile farlo, non ci saranno più le forze. O addirittura, facendo qualche calcolo rispetto al sisma del 1997, quando e se tutto sarà ricostruito, si avrà la paura di sprofondare di nuovo.

Camerino
Camerino

Ma il dubbio che in questi anni si è fatto sempre più prepotente tra la gente forte di queste terre è sapere se chi governa questo Paese, tra una sfilata e l’altra nelle crepe più profonde, ha mai capito veramente cosa significhi cambiare vita, adattarsi a qualcosa che non ci si aspettava, attendere senza avere certezze, veder crollare la propria casa non per colpa del sisma, ma del tempo che scorre, quel tempo in cui non si è riusciti a far partire nemmeno le demolizioni ed i ricordi di una vita aspettano sotto le intemperie e il passare delle stagioni.

Giulia Sancricca

Visso
Visso

ussita
Ussita


“La sicurezza delle scuole e dei ragazzi innanzitutto. Se poi qualcuno, dall’alto, ci imponesse soluzioni diverse dovrebbe firmarci anche le pratiche che tolgono la responsabilità in capo a noi sindaci”. Commenta così il primo cittadino di Tolentino Giuseppe Pezzanesi l’inserimento nel Decreto Sisma della norma che, se tramutata in legge, andrebbe ad incidere sulle scuole situate nei centri storici e lesionate dal sisma. La questione riguarda anche la scuola Don Bosco che nelle intenzioni dell’amministrazione tolentinate dovrebbe essere ricostruita ex novo e delocalizzata. In base al decreto, invece, la scuola, situata nel centro storico, andrebbe rimessa in sicurezza e frequentata nel suo sito originario.
Una norma che Pezzanesi contesta senza sé e senza ma, parlando di “disposizione inserita per volontà del commissario Farabollini che, colpendo Tolentino, finisce per intralciare l’opera di quanti costruirebbero nuovi edifici scolastici senza aggravio di costi. Il fatto che le scuole nei centri storici devono rimanere dove sono, ricostruite o adeguate simicamente, anche se il luogo non risponde a criteri di sicurezza, traffico, raggiungibilità, funzionalità ai numeri del territorio lo ritengo a dir poco assurdo”.
Non manca neppure una stoccata all’ex assessore Alessandro Massi, da tempo paladino del far rimanere la scuola Don Bosco nel centro cittadino. “Ognuno è libero di fare politica secondo le sue convinzioni – conclude Pezzanesi – ma chi oggi canta vittoria nel voler rattoppare una scuola vecchia invece che accettare la costruzione di un nuovo istituto non fa un favore ai cittadini ne ai ragazzi che dovranno frequentarla. Chi si pone in contraddizione su un tema come questo ritengo stia giocando solo una partita molto personale che poco inquadra la problematica nel suo insieme”.
Gaia Gennaretti 
“Non vi lasceremo soli” dissero tre anni fa, dopo il forte terremoto che distrusse il Centro Italia. Ma che il Governo non avrebbe mantenute le tante promesse fatte era stato chiaro fin da subito. Poi arrivò il Governo del cambiamento ma la vicinanza alle popolazioni colpite dal sisma è rimasta sempre la stessa: a parole.

Ed è per questo che il vicesindaco di Cingoli, Filippo Saltamartini, torna ad alzare la voce. Quando era sindaco, è stato il simbolo delle battaglie contro i tagli alla sanità e ora rileva un altro comportamento penalizzante verso le aree colpite dal terremoto: il Ministero dell’Economia non permette ai Comuni del cratere di rinegoziare i mutui contratti con la Cassa Depositi e Prestiti, possibilità che invece è concessa a tutti gli altri Enti territoriali.

“Una legge ha previsto la possibilità per i Comuni italiani di rinegoziare il saggio di interesse dei mutui contratti - spiega Saltamartini - perché da parte della BCE, che presta i soldi a tutte le banche dell’Unione Europea, c’è una politica di favore nell’abbassamento dei tassi di interesse per favorire gli investimenti. Quindi la BCE presta questi soldi alle banche italiane con un tasso molto basso e questo ha determinato la possibilità, per i Comuni, di rinegoziare gli interessi sui mutui. Paradossalmente, questa possibilità è stata negata ai Comuni del cratere. Invece di aiutarci ad abbassare gli interessi perché siamo in una condizione di disagio, a noi è stato negato”. Un Comune come Cingoli ad esempio, ha mutui per 11 milioni con una rata all’anno di 600mila euro e con un tasso del 5 per cento. “Con il saggio di mercato al 2 per cento - torna a dire - noi potremo risparmiare ben 400mila euro. Però questa possibilità ci è stata negata da alcuni recenti provvedimenti. Questo tema è stato sollevato anche nell’incontro con il commissario Piero Farabollini e con una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte ma nella nota di aggiornamento del Def, il documento che anticipa la legge di bilancio, non c’è nessuna traccia di questo. È un atteggiamento clamoroso, ingiustificato, illegittimo dal punto di vista costituzionale perché c’è una discriminazione tra Comuni addirittura”.

Saltamartini non esclude che, se non ci saranno cambiamenti in merito, i rappresentanti dei Comuni possano scendere in piazza a Montecitorio per protestare in occasione della presentazione della legge di bilancio.

Ma non è tutto, un altro non piccolo dettaglio si va ad aggiungere: “Questo atteggiamento del Governo nei confronti del cratere si è manifestato anche verso quei Comuni ‘saggi’ che avevano adottato la copertura assicurativa sul rischio sismico. Cingoli aveva fatto la copertura sui danni del terremoto, avevamo incassato un milione e 200mila euro e lo Stato ci ha espropriato di questi fondi. Siamo stati costretti a ricorrere al Tar - racconta - a spendere soldi per gli avvocati, per far valere il nostro diritto”. E dulcis in fundo, dopo dieci anni dall’approvazione della legge sul federalismo fiscale, i trasferimenti dello Stato nei confronti del Comune del cratere si basano sull’elemento del trasferimento storico: “Quindi cosa succede? Questi Comuni, essendo stati danneggiati dal sisma e avendo subito un calo verticale dell’attività economica e quindi che non possono essere tassate, sono i più poveri d’Italia che possono finanziare i servizi erogati. Non solo non c’è una politica che vada a nostro vantaggio ma nemmeno di parità né sulla rinegoziazione dei mutui né sui trasferimenti statali. Per comprendere come siamo discriminati - conclude - penso che questo possa bastare, per non parlare poi delle leggi che impediscono o ritardano la ricostruzione”.

Gaia Gennaretti
"I commissari per la ricostruzione devono essere i presidenti della Regione".
E' questa una delle richieste che il governatore delle Marche, Luca Ceriscioli, ha espresso al nuovo Governo.
"Già dal penultimo messaggio abbiamo detto che è ora che i presidenti facciano i commissari.
L'ultimo anno è stato molto complicato, ci sono atti che stiamo facendo ora e potevamo fare un anno fa. La situazione è così matura che mi sembra scontato fare questa scelta. Si fanno le quote di riparto, ogni Regione porta avanti le proprie iniziative, dove ci si deve coordinare ci si coordina. Ci piacerebbe che uno dei primi provvedimenti del nuovo Governo sia questo, l'importante è ascoltare la Regione Marche le cui richieste sono nate da un accordo con tutte le altre Regioni che condividono questa scelta. Rispetto al sisma sono richieste consolidate, le stiamo facendo da due anni. Per noi un nuovo Governo è l'occasione per riprovarci. L'ultimo non ha fatto nulla. Il nostro lavoro è quello finalizzato ad ottenere il massimo in velocità. Il fatto che Paola De Micheli che conosce bene tutti i temi del sisma sia Ministro alle infrastrutture mi sembra una cosa importante. Abbiamo la possibilità di interloquire con un Governo dove le relazioni non mancheranno".
Poi le altre rischieste: "Il personale è un tema importante - aggiunge il presidente - così come  quello della ricostruione privata con la semplificazione delle procedure, stessa cosa per quella pubblica. Il tema sulla sicurezza e le garanzie dei lavoratori e sopratutto il tavolo col Governo sullo sviluppo. Chiediamo che queste richieste vengano prese subito in considereazione perchè sono anni che le portiamo avanti".

GS
Approvato lo schema delle perimetrazioni presentate dal Comune di Caldarola. A darne notizia è l'amministrazione, insieme ad altre novità che riguardano la ricostruzione. "Lo scorso 23 luglio - si legge nella nota del Comune - è stato approvato da parte dell'Ufficio Speciale per la Ricostruzione, dello schema di perimetrazione presentato dall’Amministrazione Comunale. 

Trascorsi i 10 giorni di rito dalla data di pubblicazione sul BUR ufficiale della Regione Marche, ci sarà la definitiva approvazione con decreto del Presidente della Regione - Vice Commissario e poi, nei successivi 150 giorni, si passerà all'approvazione dei piani attuativi a cura del Comune di Caldarola, di concerto con l'USR e la popolazione". 
Novità anche sulla restrizione delle zone rosse: "Abbiamo provveduto alla messa in sicurezza ed alla riapertura di Via Portarella, strategica strada alternativa per il traffico veicolare rispetto a Via Roma, recentemente anch'essa già resa percorribile a senso unico alternato nelle due direzioni di marcia.  
Allo stesso modo sono in via di ultimazione i lavori di messa in sicurezza di Via Colcù, nell'area della Castello Pallotta, che sarà, quindi, presto riaperta al pubblico. 
Sono stati avviati anche i lavori di ripristino con miglioramento sismico dell'immobile Comunale sito in via Mazzini n.2 ed a breve sarà avviata la ricostruzione anche sull'immobile sito nel vicino civico n.2. 
Nei giorni scorsi, infine, si è svolto un'importante tavolo con i tecnici interessati dalla ricostruzione del centro storico per concertare timing e modalità di costituzione degli aggregati, facendo seguito ai precedenti incontri svolti nei mesi passati. 
In questa delicata fase della ricostruzione prosegue, infatti, la proficua collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche. 
Il prossimo appuntamento, che si terrà a breve con lo staff dell’Architetto Giovanni Marinelli, servirà per valutare le schede sottoposte ai tecnici locali per pianificare i futuri interventi, al fine di coordinare ogni intervento e rendere il più possibile omogenea la ricostruzione del centro storico".

GS

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Si è svolto questa mattina il primo incontro con la stampa dei consiglieri di minoranza del gruppo Radici al futuro, dopo la rielezione del sindaco di Camerino che ha portato Sandro Sborgia a guidare la città. 
“Il primo incontro - ha detto Gianluca Pasqui - perché ne faremo altri ogni volta che ci sarà la necessità di comunicare attraverso la stampa per una comunità che ha il diritto di sentire entrambe le parti e veder snocciolato quello che sarà il percorso amministrativo con delle puntualizzazioni, quando saranno necessarie, da parte del gruppo Radici al futuro". Diversi, questa mattina, gli argomenti affrontati dalla minoranza con i consiglieri Gianluca Pasqui, Stefano Falcioni, Antonella Nalli e Roberto Lucarelli.
"Le perimetrazioni - ha detto Pasqui - fanno parte degli argomenti essenziali per lo sviluppo e la ricostruzione della comunità. Noi avevamo deliberato il 4 aprile, in consiglio comunale, e avevamo approvato le proposte di perimetrazioni con 14 frazioni, il centro storico e il quartiere di Vallicelle. Su tutte c’erano i predecreti, quindi si era messo un punto importantissimo per il percorso che doveva portare alla ricostruzione. La nuova amministrazione ha cambiato tutto: toglierà nuove frazioni e questo significa che non c’è la volontà di credere nel futuro del territorio camerte. Dove ci sono le frazioni c’è la possibilità di intervenire con opere importanti. La frazione di Campolarzo, ad esempio, è piena di ruderi che potevano essere sistemati con la perimetrazione. 

In merito al centro storico - ha aggiunto - non c’è solo preoccupazione. Sono sconvolto perché si toglie la sicurezza: sono stati esclusi palazzi pubblici che diventano essenziali per fare vie di fuga. Mi ha sconcertato l’intervento del capogruppo Marassi che ha detto che tutto questo è stato concordato. Con chi? -si chiede Pasqui - C’è stata una frenata fondamentale sulle tempistiche per andare avanti. Abbiamo rallentato di molto l’iter che deve portare a ricostruire Camerino. Viviamo così in una situazione di stallo, fino a che non arriverà la risposta di Spuri”.

Poi l’intervento di Roberto Lucarelli: “Sulle frazioni si sta perdendo una opportunità storica, come abbiamo visto dopo il sisma del 1997. Come ex assessore ai lavori pubblici i problemi delle frazioni mi sono noti. Si sta perdendo la buona occasione per restituire dignità ad interventi e opere che sono così dal dopoguerra. Spesso si tratta di seconde case e le frazioni dove sono state tolte le perimetrazioni sono quelle dov’è c’è un maggior numero di seconde case. Il Comune si troverà poi il problema dei sottoservizi che non vengono fatti e dovranno essere realizzati in futuro dal Comune. Credo che l’amministrazione debba fare una riflessione, la campagna elettorale è finita ed è giusto che ognuno si prenda le proprie responsabilità. Sul centro storico sono alquanto scettico: credo che i contatti con l’Usr non siano stati chiari. Per far passare un messaggio di accelerazione dei tempi si sta perdendo una opportunità e si stanno facendo delle manovre per un centro che al prossimo terremoto forse sarà di nuovo zona rossa".

Poi l'attenzione di Pasqui sull'Unione Montana, sul vice presidente dell'Ato e sulla Compagnia dei carabinieri: "Credo che il sindaco in due mesi si sia già isolato. Mi risulta che sia stato di Camerino l'unico voto contrario sulle norme legate allo statuto che dell'Unione Montana che si rivolgono a vantaggio dei Comuni che l'hanno costituita. Significa aver messo Camerino in minoranza nel proprio territorio. Un'altra grande preoccupazione è la nostra rappresentanza all'Ato per la gestione e il percorso legato all'acqua. Eravamo riusciti ad avere il vice presidente in questa importante istituzione con il mio vice Roberto Lucarelli e spero che Sborgia faccia del tutto per garantire qualcuno di questa amministrazione come rappresentante. Infine, l'altro punto di domanda riguarda la Compagnia dei carabinieri per la quale eravamo arrivati al punto di definizione all'interno del palazzo dell'Unione Montana. Non ho saputo più nulla e sono preoccupato perchè i nostri militari non possono continuare a lavorare all'interno dei container".

Giulia Sancricca


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Doppio appuntamento  nei territori colpiti dal sisma: il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli ha incontrato, a Macerata e ad Ascoli Piceno, i sindaci e tecnici comunali del cratere del sisma. “Due incontri molto utili - ha detto - per confrontarsi sullo stato di avanzamento del Piano delle opere pubbliche. Sono emerse difficoltà per la complessità delle procedure, ma si ha la determinazione di lavorare sulla rendicontazione e sul caricamento dei dati nelle piattaforme dedicate per avere un quadro chiaro e facilitare così le procedure. Purtroppo - ha proseguito - le grandi semplificazioni non ci sono state e quindi dobbiamo lavorare con quello che abbiamo, cercando di farlo al meglio attraverso un’attività di coordinamento e di supporto ai Comuni”.

Così il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, accompagnato dalla vice presidente Anna Casini, ha incontrato i sindaci e i tecnici del cratere di Ascoli e Fermo per la verifica delle procedure e l’avanzamento delle attività di progettazione e realizzazione dei lavori sugli immobili danneggiati dal sisma.
Gli incontri si sono focalizzati molto sull’importanza dell’aggiornamento  dei dati su Sismapp, il programma di gestione della ricostruzione post sisma utilizzato dai Comuni e sulla importanza della preventiva compilazione della Congruità dell’Importo Richiesto (C.I.R.) per ciascuna opera finanziata tramite studi di prefattibilità.  


In località Appennino pronti entro l’anno nuovi appartamenti di proprietà pubblica da destinare alle famiglie. Continuano gli interventi di recupero strutturale di edifici ad uso residenziale di proprietà pubblica nel comune di Pieve Torina. Dopo l’avvio infatti, nelle scorse settimane, dei lavori per il miglioramento sismico di una palazzina in via Marconi, hanno preso il via anche quelli per un edificio analogo di proprietà pubblica in località Appennino, un immobile che andrà ad ospitare almeno altre due famiglie.
Prosegue il nostro impegno sul fronte ricostruzione per cercare di restituire una vita normale ai nostri concittadini” dichiara il sindaco Alessandro Gentiluccie i lavori per questo nuovo intervento dovranno concludersi entro il 2019 in modo da poter far rientrare già il prossimo anno in una casa vera alcune delle famiglie attualmente ospitate nelle SAE. È un percorso lungo e non facile quello della ricostruzione, ma noi lo stiamo affrontando con grande determinazione e convinzione, e nelle prossime settimane proseguiranno gli interventi ed i lavori di recupero con l’obiettivo di mantenere forte il senso di comunità che, da sempre, anima il nostro paese: c’è voglia di futuro a Pieve Torina, e noi, come amministrazione, dobbiamo impegnarci al massimo per renderlo possibile”.

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Nonostante le difficoltà più volte dichiarate dal sindaco di Pieve Torina, Alessandro Gentilucci, in merito alla ricostruzione dei paesi colpiti dal sisma, e forse proprio per dare un segnale controcorrente e far toccare con mano l’ostinazione sua e dei sindaci perché il territorio dell’entroterra marchigiano non si trasformi in un deserto, hanno preso il via a Pieve Torina i primi lavori di ricostruzione post terremoto su edifici residenziali di pubblica proprietà, che porteranno diverse famiglie a riappropriarsi di una casa vera e propria abbandonando le SAE entro il prossimo mese di ottobre. “Sono circa 600 i concittadini che, oggi, vivono nelle cosiddette casette - sottolinea Gentilucci - situazione frutto dei disastrosi eventi che hanno devastato il nostro comune nel 2016 rendendo inagibile il 93% degli edifici privati e la totalità di quelli pubblici. Situazioni che vorremmo fossero davvero provvisorie ma che invece rischiano di trascinarsi per anni. Ecco perché, con determinazione e grande forza di volontà, ci siamo adoperati affinché si potessero attivare, in tempi relativamente brevi, tutte le procedure per il recupero strutturale mediante miglioramento sismico di una palazzina sita in via Marconi, a ridosso della SP 209, ed altre due dislocate nelle frazioni. Un primo passo sulla via della ricostruzione, per noi importante e fortemente significativo, proprio per dare un segno della nostra volontà di rimanere qui, di non abbandonare i luoghi in cui siamo nati e vissuti”. L’intervento, che riguarda un edificio di proprietà comunale di circa 340 mq di superficie complessiva distribuiti su due piani, è realizzato ai sensi dell’ordinanza del Commissario straordinario n° 27 del 9 giugno 2017, e prevede un importo dei lavori di 255 mila euro finanziato grazie ai contributi resi disponibili dallo Stato.

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lavori al nido

“Non ci fermiamo qui” continua Gentilucci. “In questi giorni abbiamo dato il via ai lavori per la costruzione dell’asilo nido in via Betti, in un’area attigua alla scuola materna, con una struttura all’avanguardia che ingloberà nei suoi spazi anche alcuni alberi di un parco giochi. Si tratta di un progetto totalmente antisismico, a bassissimo consumo energetico e con soluzioni ecologiche, naturali e sostenibili. Per realizzare l’edificio, che dovrà avere anche una valenza di spazio civico aperto alla cittadinanza, abbiamo scelto una filosofia costruttiva positiva, che non prevede appunto l’abbattimento di alberi ma che anzi ne valorizza la funzione perché, come diceva Herman Hesse, «gli alberi sono santuari, e chi sa parlarci, chi riesce ad ascoltarli, conosce la verità».”
Intanto si è partiti con la messa in sicurezza delle alberature presenti e lo smontaggio e rimozione delle infrastrutture ed arredi. Il cantiere poi proseguirà con una tempistica che prevede la conclusione dell’intervento, finanziato totalmente con fondi privati, entro un paio di anni.
“Il nostro impegno, come amministrazione, è quello di creare le condizioni perché Pieve Torina possa resistere al disastro che le è piombato addosso. Di certo è difficile coltivare la speranza in un contesto cittadino che è ancora contorniato di rovine e dove, a parte qualche rara eccezione, non è praticamente partito nulla in termini di ricostruzione a più di due anni e mezzo dal sisma. Se il sistema pubblico nel suo complesso non si attiverà finalmente con un processo virtuoso, arriveremo al paradosso di avere edifici scolastici nuovi e all’avanguardia ma vuoti, perché non si raggiungerà il numero minimo di studenti per garantirne la sopravvivenza. Lotterò con tutte le mie forze per scongiurare questo pericolo”.

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lavori in Via Marconi

Radioc1inblu

Radio FM e Internet
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