“La dislessia è convivere con la sensazione di non potersi fidare del proprio cervello. Ma non è una malattia, anzi in qualche modo è una potenzialità”.
Sono le parole di Francesco Riva, attore e scrittore 25enne, che ieri sera ha incontrato alunni, genitori e insegnanti della scuola Tacchi Venturi di San Severino.
Riva, dislessico, disgrafico, disortografico e gravemente discalculico, è il perfetto esempio di come ai sogni bisogna sempre crederci, perseguirli e battersi perché si esaudiscano. Uno era quello di fare l’attore e nonostante i disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) ha già raggiunto ottimi risultati. Anzi la realtà ha superato il sogno: Riva ha infatti frequentato il liceo linguistica e parla fluentemente l’inglese, il tedesco e lo spagnolo, ed è diplomato all’European Union Academy of Theatre and Cinema di Roma. La sua tesi di laurea in accademia è stata un monologo scritto e interpretato da lui sulla dislessia (Dislessia...Dove Sei Albert?). Poi, è arrivato anche un libro, (Il pesce che scese dall’albero, edito da Sperling&Kupfer).
Una “lezione” importante quella assistita ieri dal pubblico settempedano presente. Ai genitori di bambini con DSA, l’invito a fornire tutto il loro appoggio e sostegno, agli insegnanti e alla scuola in generale, quello di essere inclusivi, di capire che ognuno ha una maniera diversa di apprendere, e che i DSA potrebbero essere il metro per misurare quanto la scuola realmente funzioni. Ai bambini, in ultimo, l’invito a non smettere mai di credere ai propri sogni, di coltivarli e perseguirli perché possono realizzarsi “con risultati sorprendenti, oltre l’immaginazione”.
Sul numero de L'Appennino Camerte della prossima settimana, l'intervista integrale a Francesco Riva.
Gaia Gennaretti