Oltre 150 chili di stupefacenti e più di 6mila euro in contanti. Questo il bilancio di un’operazione della Guardia di Finanza di Civitanova Marche nei giorni scorsi. A finire nella rete della giustizia due soci di una S.r.l. del territorio che si occupa di e-commerce e due loro sottoposti.

Nel corso dei controlli economici nel maceratese, ma soprattutto alla luce delle attività a contrasto dello spaccio di stupefacenti, i finanzieri hanno iniziato a sospettare dell’attività. L’intenso odore di derivati della cannabis che proveniva dalla sede dell'azienda è stato il motivo per cui le Fiamme Gialle hanno deciso di approfondire la questione, grazie anche alla collaborazione dell’unità cinofila in forza al reparto rivierasco. Nel momento della perquisizione, i sospettati sono stati colti in flagrante: due di loro, con ruoli di segreteria all’interno della società, stavano stoccando pacchi che contenevano marijuana e hashish pronti alla vendita online.

Centocinquantasette chili di stupefacente: questa la quantità rinvenuta all’interno dei locali della s.r.l.. Le indagini, approfondite in ragione della notevole quantità di droghe già sequestrate, hanno portato i finanzieri a risalire all’organigramma della società che risulta essere controllata da due uomini, l’uno possessore della quota maggioritaria – il 51% – e l’altro che deteneva il restante 49%. Per i due sono partite le perquisizioni domiciliari: il socio di maggioranza è stato trovato in possesso di altri 518 grammi di marijuana e 159 di hashish, mentre nell’abitazione del collega sono state trovati 6300 euro in contanti oltre ad altri 25 grammi di stupefacenti, sempre divisi tra marijuana e hashish.

Per i due soci sono scattate le manette: una volta posti agli arresti sono stati condotti ai domiciliari su disposizione del P.M. di Macerata; i due dipendenti sono stati invece denunciati in stato di libertà per concorso nell’illecito penale. Ai quattro è contestato il reato di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio. La Guardia di Finanza fa sapere che ulteriori indagini saranno effettuate per attestare eventuali altri reati di natura finanziaria, fiscale e lavorativa.


l.c.
È stata scoperta, dai finanzieri della Compagnia di Macerata, una maxi evasione fiscale messa in atto da due società di capitali. Ammonta a circa un milione e 100mila euro euro il valore dei beni sequestrati e sono cinque le persone denunciate all’Autorità Giudiziaria per reati tributari.

“Oratio”. È questo il nome dell'operazione che ha consentito di individuare la maxi evasione fiscale di oltre 45 milioni di euro, tra imposte sui redditi e I.V.A., perpetrata da due società di capitali formalmente operanti nel settore della lavorazione di prodotti in legno.

Le attività investigative hanno permesso di individuare le due imprese, di cui una con sede legale fittiziamente dichiarata in Milano e l’altra con sede a Corridonia, che avevano omesso di presentare le dichiarazioni fiscali ai fini delle imposte sui redditi e dell’IVA, rispettivamente, per sette e cinque annualità.

Le imprese, totalmente prive di documentazione contabile, sono risultate formalmente amministrate da soggetti qualificabili come prestanome, privi di capacità imprenditoriali e gravati da numerosi precedenti di natura penale.

Le indagini, svolte con il coordinamento del Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Macerata, Margherita Brunelli, hanno permesso sia di determinare le basi imponibili sottratte a tassazione sia di individuare gli effettivi dominus della frode fiscale perpetrata.  

In particolare, attraverso le attività ispettive, è stato possibile quantificare in oltre 45 milioni di euro le imposte complessivamente evase.

Questo ha comportato anche violazioni alla normativa penale tributaria a carico di cinque persone, residenti nelle province di Macerata e Fermo, di cui tre in qualità di amministratori di diritto e due “di fatto”, le quali sono state denunciate alla locale Autorità Giudiziaria.

Sono stati quindi emessi due decreti di sequestro preventivo, per un valore pari ad oltre 45 milioni di euro, nei confronti delle imprese e delle persone fisiche coinvolte.

Le Fiamme Gialle maceratesi hanno dato esecuzione ai provvedimenti del Giudice, procedendo al sequestro di 4 immobili a Macerata, quote societarie e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di circa un milione e 100mila euro.

La lotta all’evasione fiscale e soprattutto alle grandi frodi costituisce un obiettivo prioritario per la Guardia di Finanza, teso a tutelare non solo le entrate per i bilanci dello Stato e degli Enti locali, ma anche imprese e professionisti che operano nella piena e completa osservanza delle leggi.

GS
Sanzioni salate per utilizzo indebito della Carta del docente. Le ha comminate la Guardia di Finanza della Compagnia di Macerata, dopo una serie di controlli mirati ad assicurare il congruo utilizzo della misura di sostegno.

Dalle indagini è emerso infatti che due esercizi commerciali della provincia hanno venduto beni non compresi all’interno del paniere previsto dall’agevolazione: la Carta del docente prevede un sostegno agli insegnanti di ogni ordine e grado di 500 euro per l’aggiornamento professionale.

Non essendo allineati a questa fattispecie, gli acquisti sono stati considerati illegittimi e di conseguenza puniti con una sanzione agli insegnanti pari al triplo di quanto speso, mentre per gli esercizi è arrivata una multa ben più salata: 5.600 euro al primo e 35.000 al secondo. All’esito del servizio, è stato attivato il M.I.U.R., affinché proceda all’azione di blocco e recupero delle fruizioni indebite acclarate nell’ambito delle attività svolte dai finanzieri maceratesi.

l.c.
Scoperti dalla Guardia di Finanza di Camerino alcuni beneficiari di Reddito/Pensione di Cittadinanza che hanno fornito informazioni false nelle Dichiarazioni Sostitutive Uniche per il calcolo dell’ISEE.

In particolare, due soggetti hanno omesso di dichiarare vincite a giochi online per circa € 100.000 l’uno e circa € 74.000 l'altro, percependo un indebito Reddito di Cittadinanza di quasi € 15.000. Altre due persone, avendo taciuto sul loro stato detentivo – una rinchiusa in carcere, per furto e resistenza a pubblico ufficiale, e l’altra agli arresti domiciliari,per ricettazione – hanno percepito indebitamente importi per un totale di circa € 7.500.

Tali soggetti sono stati segnalati alla Direzione Provinciale dell’I.N.P.S. di Macerata, per l’interruzione dell’erogazione del sussidio, e denunciati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Macerata con contestuale richiesta della misura cautelare del sequestro preventivo finalizzato alla confisca delle somme non spettanti – circa € 22.500 – in parte già eseguito.


Marco Morosini
Un cittadino pakistano, gravato da un mandato di arresto europeo, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza di Macerata.

Nel luglio dello scorso anno, le indagini della Procura della Repubblica di Macerata erano riuscite a ricostruire un giro di spaccio che orbitava intorno all'Hotel House di Porto Recanati. In quell'occasione, l'operazione “Half Hand” aveva portato all'arresto di quattro uomini. Tre sono finiti in carcere e uno ai domiciliari, per spaccio di droghe pesanti. L'affare smontato dai finanzieri riguardava 7 chili di eroina, che avevano fruttato ai malviventi profitti per oltre 200 mila euro. Nell'occasione, un quinto uomo era riuscito a sfuggire all'arresto e a dileguarsi.

Le indagini, proseguite per assicurare il latitante alla giustizia, hanno appurato che l'uomo era riuscito a espatriare. L'Autorità giudiziaria ha quindi emesso un mandato di arresto europeo, eseguito dalla Polizia tedesca negli ultimi giorni. Dopo l'estradizione, l'arrestato è stato condotto nella casa circondariale di Pesaro.

l.c.


Quasi 250 episodi di spaccio in quattro mesi: un algerino è stato arrestato a Porto Recanati e trasferito nel carcere di Montacuto.

La Guardia di Finanza di Porto Recanati, dopo un’indagine coordinata dalla Procura di Macerata, è riuscita ad acciuffare l’uomo, privo del permesso di soggiorno e con a carico diversi precedenti sempre legati allo spaccio, che esercitava l’attività illecita nella zona dell’Hotel House.

Attraverso l’analisi dei tabulati telefonici dell’arrestato, i finanzieri sono riusciti a ricostruire il giro di affari dello spacciatore: oltre 13mila euro di profitto, con lo spaccio di 44 grammi di eroina, 40 di cocaina e oltre 200 di hashish. Il tutto in quattro mesi, per un totale di 238 episodi.

Per l’arrestato è stata disposta una misura di custodia cautelare in carcere, è quindi avvenuto il suo trasferimento alla struttura detentiva anconetana di Montacuto.

l.c.
Quasi 30mila euro in crostacei in pessimo stato di conservazione: questa la dimensione di un sequestro che la Guardia di Finanza ha effettuato a Civitanova.
Durante un controllo su strada infatti, i finanzieri hanno fermato un’auto che, controllata, emanava odori sospetti. Nel bagagliaio erano trasportati 180 chili di granchi reali, il cui stato di conservazione e le modalità di trasporto hanno fatto scattare immediatamente i provvedimenti penali e amministrativi: i crostacei erano trasportati nell’abitacolo senza alcuna osservanza delle norme igieniche – in delle cassette di plastica coperte da stoffa – e soprattutto a un temperatura ben più alta rispetto a quella necessaria alla loro buona conservazione.

I finanzieri hanno immediatamente rilevato l’inidoneità del cibo, oltre all’assenza della tracciabilità: i crostacei – insieme ad alcuni chili di cefali – sono stati così sequestrati e distrutti.

Il conducente dell’auto, un cittadino cinese titolare di un sushi restaurant nel barese, è stato denunciato per commercio di sostanze alimentari nocive e multato per la mancata tracciabilità della merce sequestrata.

l.c.
Conclusa, dai finanzieri della Tenenza di Porto Recanati, un’articolata indagine di polizia economico-finanziaria e giudiziaria, durata poco più di due anni, coordinata dal Procuratore della Repubblica Giovanni Giorgio, nei confronti di una serie di imprese, dislocate anche fuori dal contesto regionale.
Ben 11 le imprese coinvolte, operanti nel settore della lavorazione delle tomaie.
Sono state esaminate le contabilità aziendali e i conti bancari dei titolari che hanno portato a scoprire una serie di condotte illecite, sia di natura fiscale che di carattere penale, poste in essere per consentire agli indagati cospicui vantaggi fiscali.
Ammonta, infatti, ad oltre 10.000.000 di euro, la base imponibile ai fini delle imposte sui redditi complessivamente evasa, mentre l’imposta sul valore aggiunto sottratta è di oltre 2.500.000 euro. Le inadempienze in materia di lavoro, invece, hanno portato all’individuazione di 55 lavoratori dipendenti irregolari e all’omesso versamento di ritenute per oltre 40.000 euro.
Il sistema di frode consisteva, in sostanza, nell’utilizzare partite IVA di imprenditori inconsapevoli, sia italiani che cinesi, per mezzo delle quali fatturare prestazioni per orlature di tomaie che, in realtà, erano fornite “in nero” da altre imprese gestite da cinesi. In questo modo non veniva di fatto corrisposta l’IVA da parte dell’impresa committente, mentre l’impresa che effettivamente eseguiva i lavori percepiva il corrispettivo della prestazione senza assoggettarlo a tassazione.
Questo ha consentito a queste ultime imprese di porsi sul mercato in regime di “concorrenza sleale”, ovvero - potendo praticare prezzi altamente competitivi - in una posizione di vantaggio rispetto alle altre aziende che operano osservando le regole.
I pagamenti delle prestazioni non fatturate venivano regolati per contanti, con prelevamenti effettuati sui conti bancari di due imprese “filtro” ovvero intestati a una persona fisica. In proposito, sono stati accertati trasferimenti di denaro contante, in violazione alla normativa antiriciclaggio, per circa 800.000 euro, che hanno portato alla contestazione di sanzioni amministrative per circa 300.000 euro e alla denuncia di una persona per uso improprio dei conti bancari.
Il tutto ruotava intorno ad un imprenditore italiano, dominus del sistema di frode, ma a loro volta i soggetti cinesi, al fine di ridurre ulteriormente il loro carico fiscale, già abbondantemente eroso per effetto dell’omessa fatturazione e dichiarazione delle prestazioni effettuate, hanno utilizzato fatture per operazioni inesistenti emesse da altre imprese, sempre di cinesi, ovvero hanno autoprodotto fatture false, quantificate in circa 900.000 euro.
Ed inoltre, decorsi pochi anni dall’inizio delle attività, alcune imprese hanno cessato la partita IVA, omettendo di presentare le prescritte dichiarazioni annuali delle imposte ed il titolare si è reso irreperibile sul territorio nazionale, facendo ritorno in Cina.
Nell’ambito dell’inchiesta, i vari Giudici per le Indagini Preliminari del Tribunale di Macerata, chiamati a giudicare, hanno emesso – su richiesta del Procuratore della Repubblica ­– 4 provvedimenti, disponendo, complessivamente, il sequestro per equivalente di beni fino a concorrenza delle imposte evase per circa 4.200.000 euro.

Vendita online di capi firmati contraffatti: la Guardia di Finanza di Macerata ha oscurato 5 siti web.

L’attività dei finanzieri prende seguito dall’analoga indagine di fine 2019 che aveva portato alla chiusura di 98 siti internet. A destare l’attenzione degli inquirenti è stato in particolare un sito con il dominio “www.tribunalemarsala.it”, nome che secondo gli inquirenti aveva lo scopo di convincere i potenziali acquirenti che potesse trattarsi di merce proveniente da fallimenti.

L’indagine è proseguita con una serie di approfondimenti, tesi a verificare l’autenticità dei prodotti commercializzati, anche grazie all’interessamento dei titolari dei marchi, delle società che li tutelano e di consulenti.

Gli accertamenti si sono rivelati complessi anche per l’allocazione degli indirizzi I.P. all’estero nell’intento di sviare e rendere maggiormente difficoltosa l’indagine. Inoltre venivano utilizzate immagini riprese dai siti ufficiali di alcuni famosi brand nazionali ed esteri mentre gli articoli erano posti in vendita a prezzi non eccessivamente inferiori a quelli ufficiali di mercato, in modo da non insospettire i potenziali acquirenti.

Enorme l’illecito giro d’affari stroncato, visto che ogni sito, al suo interno, proponeva la vendita di prodotti di ogni tipo, acquistabili per diverse taglie e quantità.

l.c.
Sequestrati 800 grammi tra marijuana e hashish e oltre 2000 euro in contanti: in manette un venticinquenne.

La Guardia di Finanza di Macerata ha arrestato un giovane italiano, residente in provincia, contestandogli il reato di detenzione e di spaccio di stupefacenti. Un’operazione che trova il suo quadro all’interno dell’attività di contrasto allo spaccio e di sorveglianza e quella di contenimento della diffusione del contagio da Coronavirus.

Nel dettaglio, i finanzieri hanno controllato il venticinquenne nei pressi di Montecassiano, cogliendolo in possesso di modiche quantità di stupefacenti. Le successive perquisizioni domiciliari, con l’aiuto dei cani antidroga, hanno fatto sì che a casa dell’arrestato fosse rinvenuta la marijuana, l’hashish e il contante successivamente sequestrati.

Il responsabile è ora agli arresti e a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Red.

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