Acquista online 390 grammi di marijuana, pagando con bitcoin. Arrestato, un ventunenne, mentre ritira il pacco dal corriere.
A compiere l'operazione i finanzieri della Compagnia di Civitanova Marche, in azione con il supporto della Tenenza di Camerino.
Nell’ambito della costante attività di monitoraggio delle merci, giacenti nei magazzini di corrieri espressi ubicati nella provincia, i militari della Compagnia di Civitanova Marche hanno effettuato, con l’ausilio dell’unità cinofila, un controllo sommario ed esclusivamente esterno dei colli per verificare l’eventuale occultamento, al loro interno, di sostanze stupefacenti.

Alla luce dell’insistente segnalazione di un plico proveniente dall’Olanda, depositato in uno dei magazzini, da parte del cane antidroga Edir, i finanzieri hanno proceduto all’apertura della corrispondenza oggetto di alert, constatando la presenza, al suo interno, di 390 grammi di marijuana, contenuta in confezioni termosaldate.

Le fiamme gialle hanno adottato una speciale tecnica di investigazione, la cosiddetta “consegna controllata”, che consente di differire il sequestro dello stupefacente, in modo da poter acquisire importanti ed ulteriori elementi probatori, così da individuare i responsabili dei reati di traffico o spaccio delle sostanze vietate ed assicurarli alla giustizia.

In pratica, i finanzieri, dopo aver cautelato lo stupefacente al Comando di appartenenza, hanno riconfezionato il plico inserendo un involucro contenente materiale generico dello stesso peso complessivo di quello originale e hanno proceduto, in incognito e a debita distanza, per non destare sospetti, a “scortare” il corriere sino alla consegna del plico, effettuata a Camerino, all’indirizzo specificato.
Operazione che ha permesso di arrestare in flagranza di reato l'acquirente, un ventunenne italiano.

L’uomo ha da subito ammesso di aver ordinato il quantitativo di marijuana rinvenuto dai finanzieri, ammettendo di averlo acquistato online e pagato in bitcoin (criptovaluta). Sono state quindi eseguite, con la collaborazione dei militari della Tenenza di Camerino, perquisizioni domiciliari a casa dell’arrestato e di altri due coetanei, in quanto anch’essi coinvolti nell’acquisto dello stupefacente, i quali sono stati denunciati a piede libero.



113 evasori e 236 partite I.V.A. inattive segnalate per la chiusura.

Questo il bilancio dell'attività investigativa portata a termine dai finanzieri di Porto Recanati all'Hotel House per il monitoraggio e controllo delle partite I.V.A. insistenti nel complesso.

Nel dettaglio, le Fiamme Gialle recanatesi hanno posto sotto la lente d’ingrandimento ben 437 posizioni afferenti altrettante partite I.V.A., facendo emergere una serie ragguardevole di irregolarità, sia formali che sostanziali, maturate in un contesto – quello dell’Hotel House – caratterizzato da una significativa dinamicità dei flussi di arrivo e partenza di immigrati che, però, negli ultimi due anni ha subito un sostanziale rallentamento, verosimilmente proprio per effetto, anche, dei reiterati controlli messi in campo dal Corpo che, con un’azione costante, incisiva e capillare, ha indotto a regolarizzare molte di tali posizioni fiscali dei soggetti residenti/alloggiati nel condominio e ha rimosso definitivamente situazioni di irregolarità, il tutto con un rilevante effetto deterrente che ha scoraggiato il reiterarsi di condotte illecite, quali la fittizia apertura di partite I.V.A. strumentali al conseguimento di benefici non spettanti, come, appunto, quello dell’ottenimento del permesso di soggiorno.

La verifica delle singole posizioni fiscali ha portato, in particolare, alla scoperta di 113 evasori totali, alla cessazione d’ufficio di 236 partite I.V.A. poiché di fatto totalmente inattive, al ricongiungimento del domicilio fiscale di 89 partite I.V.A. con l’effettivo luogo di esercizio dell’attività, alla denuncia 3 persone per il reato di immigrazione clandestina e di un soggetto per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.









Arresti domiciliari per un giovane tunisino responsabile di aver ceduto 2500 dosi di eroina.
Si è conclusa così una operazione portata a termine dalle Fiamme Gialle di Civitanova che hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di un uomo indagato per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti.

L’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Macerata, nasce dopo una attività svolta la scorsa estate nei confronti di uno spacciatore tunisino di 26 anni residente a Civitanova.

In quell’occasione fu sequestrato denaro contante per oltre duemila euro e un telefono cellulare. A seguito di una minuziosa azione d’intelligence eseguita anche attraverso l’esame del traffico telefonico sul cellulare dell’indagato e l’elaborazione dei dati acquisiti dagli operatori telefonici, le Fiamme Gialle hanno individuato i soggetti ritenuti potenzialmente in rapporto con l’indagato per ragioni correlate all’acquisto di sostanze stupefacenti, alla luce del numero di contatti intercorsi con l’extra comunitario e del profilo soggettivo degli acquirenti. 

Conseguentemente, i militari hanno ricostruito il “pacchetto clienti” dell’indagato e, a seguito di escussioni in atti di 32 persone, hanno quantificato in 2.827 gli episodi di spaccio di eroina attribuiti all’uomo, con un giro d’affari di quasi 100 mila euro e la cessione di oltre un chilogrammo di eroina.

Il G.I.P. ha quindi emesso un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti del tunisino, che i finanzieri di Civitanova hanno appunto eseguito nella tarda serata di ieri.

GS







I finanzieri della Compagnia di Macerata hanno denunciato tre persone che gestivano un'attività di vendita di capi contraffatti attraverso piattaforme virtuali di e-commerce. Sequestrati beni per circa 60.000 euro.

I tre soggetti, due italiani ed un extracomunitario, molto esperti nell’utilizzo dei social network, acquistavano in paesi extracomunitari, come Turchia, Marocco e Cina, ingenti quantitativi di prodotti recanti marchi d’alta moda contraffatti, che arrivavano nel nostro Paese attraverso corrieri internazionali.

Il pagamento dei prodotti ai propri fornitori veniva effettuato anticipatamente da parte dei tre, attraverso il servizio “money transfer”, oppure utilizzando la procedura “Paypal”.

Lo stesso modus operandi veniva utilizzato per ricevere il pagamento da parte dei propri clienti dei prodotti contraffatti ordinati: infatti, gli indagati richiedevano in anticipo il pagamento del capo acquistato, facendo accreditare i relativi importi su carte di credito ricaricabili, rendendo, così, difficoltosa la possibile individuazione.

Per verificare l'autenticità dei prodotti, le Fiamme Gialle maceratesi si sono, tra l’altro, avvalse di un consulente tecnico esperto informatico in materia di contraffazioni, appositamente nominato Pietro Dal Ben, il quale ha effettuato specifiche perizie su alcuni prodotti sequestrati nell’ambito di una perquisizione effettuata presso la residenza delle persone coinvolte.

Le indagini  hanno permesso di risalire alla vendita di circa 12.000 capi contraffatti, costituiti, nella maggior parte dei casi, da “set” composti da scarpe, borsa e portafoglio, griffati, con un giro d’affari di circa 120.000 euro ed un profitto netto conseguito per circa 60.000 euro.

Sono stati sequestrati i capi e oltre 6.000 euro, tra denaro detenuto su conti bancari e postali e gioielli, nonché di una porzione di due appartamenti siti nella provincia di Macerata, riconducibili ai soggetti implicati nell’attività illecita.


Operazione congiunta dei Finanzieri del Comando Provinciale di Macerata e del Reparto Operativo Aeronavale di Ancona. Apposti i sigilli ad un’attività commerciale abusiva. Sequestrati tutti i prodotti ittici esposti per la vendita alla clientela, nonché l’attrezzatura utilizzata per l’attività. Il pescato è stato totalmente devoluto, per scopi benefici, al Centro Caritas di Civitanova Marche. Due responsabili sono stati denunciati per il reato di abusiva occupazione di spazio demaniale.

Nel corso di un’articolata attività operativa, coordinata dal Comando Provinciale di Macerata e dal Reparto Operativo Aeronavale, i finanzieri della Compagnia di Civitanova Marche e alla Stazione Navale di Ancona hanno concluso un complesso intervento di polizia economico-finanziaria nell’area portuale dell’omonimo Comune, individuando un’area del demanio marittimo occupata abusivamente da un’attività commerciale esercente la vendita di prodotti ittici senza le prescritte autorizzazioni comunali.


Le attività delle Fiamme Gialle, sono iniziate a dicembre del 2020, nel corso di una strutturata operazione di monitoraggio sulla piccola pesca lungo il tratto costiero maceratese, che ha visto coinvolto anche il dispositivo aeronavale della Guardia di Finanza della Regione Marche. A seguito dei riscontri in mare nell’area antistante il porto di Civitanova Marche, i finanzieri hanno approfondito il controllo su un esercizio commerciale opportunatamente individuato, constatando l’assenza dell’autorizzazione rilasciata dal Sindaco per la vendita al dettaglio e parimenti rilevando un’occupazione di area demaniale “sine titulo”.

Pertanto, individuati i due responsabili, di nazionalità italiana, si è proceduto nei loro confronti alla contestazione della prevista sanzione amministrativa (fino ad € 15.000), per l’esercizio di commercio su aree pubbliche in assenza dell’autorizzazione comunale, e al conseguente sequestro amministrativo di tutta l’attrezzatura utilizzata per l’espletamento dell’attività abusiva, nonché dell’intero pescato esposto per la vendita, per un totale di 64 Kg..

Nel corso della medesima attività è stata, altresì, constatata l’occupazione non autorizzata di un’area del demanio marittimo, con conseguente segnalazione alla Procura della Repubblica di Macerata di due soggetti, denunciati a piede libero per il reato previsto dall’articolo 1161 del Codice della Navigazione.


Operazione del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Macerata a contrasto delle frodi fiscali e delle indebite compensazioni di crediti tributari.

Le indagini, avviate da tempo e coordinate dal Procuratore della Repubblica Giovanni Giorgio e dal Sostituto Procuratore Margherita Brunelli, avevano permesso di individuare una serie di società, in decozione che attraverso particolari artifizi contabili, si sono precostituite ingenti crediti d’imposta, risultati poi inesistenti.

Detti crediti sono stati poi ceduti a soggetti terzi, attraverso l’accollo del debito tributario o la cessione del credito, in modo da consentirne la compensazione con reali debiti verso l’Erario. In questo modo, gli utilizzatori hanno potuto beneficiare di un indebito risparmio delle imposte dovute, avendo “acquistato” crediti inesistenti a prezzi ridotti.                 

Le complessive investigazioni di polizia giudiziaria e di polizia economico-finanziaria hanno permesso l’individuazione e la segnalazione ai competenti Reparti del Corpo, per le conseguenti verbalizzazioni, di circa 300 soggetti, sparsi su tutto il territorio nazionale, i quali hanno portato in compensazione, complessivamente, crediti tributari inesistenti per oltre 16 milioni di euro.

In particolare, per 56 di loro che ne hanno utilizzati per circa 14 milioni di euro, oltre all’aspetto amministrativo, è scattata anche la segnalazione all’Autorità Giudiziaria, essendosi configurato il reato tributario di “indebita compensazione”, mentre altri 3 soggetti sono stati denunciati per il reato di “dichiarazione fraudolenta mediante altri artifizi”, per essersi precostituiti crediti inesistenti per oltre 5 milioni di euro. Con riguardo a queste due ipotesi penali, le Fiamme Gialle maceratesi hanno avanzato alla locale Procura della Repubblica proposta di sequestro preventivo, per un importo equivalente alle imposte non versate, pari a circa 19 milioni di euro.


Più di 200 articoli di pelletteria, tra borse e zaini, con marchi di note griffe della moda contraffatti o con emblemi mendaci sono stati sequestrati ed una persona è stata denunciata a piede libero.

Sono questi i risultati di una operazione portata a termine dalle Fiamme Gialle di Civitanova che hanno notato, all’interno di un esercizio commerciale della città, esposte per la vendita, numerose borse e zaini recanti marchi riconducibili a note griffe.

Nel negozio hanno poi scoperto l’assenza di idonea documentazione che legittimasse l’uso dei marchi suddetti ed è scattato il sequestro probatorio di 205 articoli.

La responsabile dell’esercizio commerciale è stata denunciata, a piede libero, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Macerata per i reati di ricettazione, introduzione e commercio di prodotti con segni falsi. Si procederà poi a valutare la posizione fiscale della commerciante per individuare eventuali ulteriori profili di irregolarità nella gestione dell’attività controllata.

GS
Gucci, Fendi, Louis Vuitton, ma sono falsi: la Guardia di Finanza, nello scorso fine settimana, ha sequestrato circa duecento paia di scarpe contraffatte, oltre a materiali per produrne altre.

Sabato, durante il mercato settimanale a Civitanova, i militari hanno notato molte calzature di marca, ma in materiale sembrato scadente e in vendita a prezzi non in linea con quanto ci si aspetterebbe da merce firmata. I controlli hanno portato al sequestro sul posto di più di 150 paia di scarpe. Controlli poi approfonditi dalla Finanza, che hanno portato a scoprire l’origine delle scarpe: una fabbrica di Civitanova al cui interno sono state sequestrate altre calzature e pellami con i marchi contraffatti.

I due responsabili sono stati denunciati, a piede libero, alla Procura della Repubblica per ricettazione, contraffazione di marchio e introduzione e commercio di prodotti con segni falsi.

La Guardia di Finanza sottolinea come il fenomeno della contraffazione sia un moltiplicatore di illegalità, alimentando il lavoro nero, l’immigrazione clandestina, l’evasione fiscale e contributiva, il commercio abusivo e il riciclaggio. Chi compra merce contraffatta, peraltro, oltre a commettere un illecito, mette a rischio la propria salute, poiché tali prodotti spesso non rispettano gli standard di sicurezza richiesti dalle normative.

Red.
Uomo di 65 anni arrestato a Civitanova Marche per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio. A carico del civitanovese, già noto alle forze dell'ordine e residente in città, attraverso una complementare attività informativa i finanzieri della Compagnia di Civitanova Marche hanno acquisito concreti indizi di reato. E' seguita la predisposizione di servizi di appostamento e pedinamento, che hanno portato  all’esecuzione di una perquisizione domiciliare .Nel corso delle operazioni di servizio, su segnalazione del cane antidroga,occultati in una camera da letto sono stati  rinvenuti, 11,35 grammi di cocaina (suddivisa in 8 dosi), 0,15 grammi di marijuana e 500 euro in denaro contante, ritenuto provento dell’attività di spaccio. Tutto il materiale rinvenuto è stato  sottoposto a sequestro, mentre il sessantacinquenne  è stato tratto in arresto e posto ai domiciliari, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
L’operazione di servizio si inserisce nel più ampio dispositivo di contrasto al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti.
c.c.
Sequestrati 100 grammi di hashish, suddivisi in quattro panetti, denunciata a piede libero una persona già nota alle forze dell’ordine. 

Nell’ambito dei servizi di controllo economico del territorio, i finanzieri della Compagnia di Civitanova Marche hanno controllato una persona residente in città, già nota alle forze dell’ordine in quanto gravata da diversi precedenti penali.

Ad insospettire i militari le contraddizioni emerse nelle giustificazioni fornite e l’atteggiamento tutt’altro che sereno tenuto dall’uomo. Per questo motivo i finanzieri hanno approfondito il controllo e perquisito l'abitizione.

All’interno di un mobile del soggiorno, in particolare, gli operanti hanno trovato un contenitore con 4 panetti di hashish, per un peso complessivo di 100 grammi, e 200 euro in contanti, ritenuti il provento dell’attività di spaccio.

Lo stupefacente ed il denaro contante sono stati sequestrati, mentre il responsabile è stato denunciato a piede libero all’autorità giudiziaria inquirente.

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