Notizie di spettacolo nelle Marche

Un incontro con il Commissario per la Ricostruzione, gli assessori regionali del cratere, il Ministro degli Affari Regionali e i Ministri all'ambiente e delle infrastrutture, per ragionare sulle priorità da portare avanti il più velocemente possibile per i territori colpiti dal sisma. E' la promessa che il Ministro delle Poltiche Agricole Gian Marco Centinaio ha fatto al termine del Tavolo politico strategico della Regione Marche, tenutosi a Pieve Torina. L' impegno del ministro è scaturito dall'ascolto delle esigenze puntuali delle associazioni di categoria e dei rappresentanti del territorio ma anche dal contatto diretto con chi nelle arre disastrate, ha resistito e ha voglia di resisterci continuando a lavorare. Il ministro si è impegnato dunque per l'organizzazione  un incontro che possa riunire gli attori principali, per mettere sul tavolo della politica le decisioni e le misure appropriate da prendere nel tempo più breve possibile. Centianio ha anche convenuto sulla necessità di approntare un Testo Unico di norme, fondamentale per superare la burocrazia e sul conferimento di poteri straordinari al Commissario per la Ricostruzione, altrimenti si ritroverebbe a gestire soltanto decisioni prese da altri. Condivisione da parte del ministro, anche sulla necessità di una sinergia tra fondi della ricostruzione e fondi Psr dello sviluppo rurale   

Ministro da Alba

Prima della riunione, così come aveva fatto poco prima nella frazione di Spelonga di Arquata del Tronto e a Montefortino, a Pieve Torina il ministro si è recato a far visita all'azienda agricola Alessandri pesantemente danneggiata dal sisma, le cui 60 mucchei e altri animali allevati,  solo lo scorso anno  hanno potuto trovare un ricovero nelle stalle di emergenza. Accompagnato dalla vicepresidente della Regione e assessore all'agricoltura Anna Casini, il ministro Centinaio è salito su un pick up per visitare le stalle di emergenza. Presente anche la neo eletta presidente  di Coldiretti Marche Maria Letizia Gardoni e il presidente di Coldiretti Macerata Francesco Fucili. All'azienda Villanova, esempio di resistenza e della caparbietà a restare affrontando un lungo e difficile periodo tra scosse, crolli e neve, ha voluto portare personalmente la sua vicinanza, l'appena insediato  arcivescovo di Camerino San Severino Marche mons.Francesco Massara che più tardi ha preso parte anche al Tavolo politico strategico. Reduce dal primo impatto con le zone terremotate, Centinaio  ha detto che ha potuto farsi un'idea del tanto lavoro che c'è ancora da fare: " Ho visto tanta gente orgogliosa, con la voglia di rimanere nella propria terra e dimostrare che le tradizioni, i prodotti locali e quello che ci hanno lasciato i nostri nonni, ,loro vogliono tenerlo e valorizzarlo. Gli imprenditori del settore- ha detto il ministro- ci stanno chiedendo di tenere alta l'attenzione, di considerarli e, più che chiedere fondi per sè, sollecitano infrastrutture per poter ripartire il più velocemente possibile. Questo è il messaggio che riporterò al prossimo Consiglio dei Ministri . E' un'azione che si deve fare - ha sottolineato- perchè in Italia quando succede qualcosa la massima attenzione è sul problema. Poi purtroppo succede qualcos'altro e quello che è successo prima ce lo dimentichiamo. La mia presenza qui è per dimostrare che, nonostante il tempo passato, l'attenzione da parte mia e, sono sicuro anche da parte del Governo, c'è ancora ". Il successivo Tavolo convocato nei locali dell'Istituto mons. Paoletti ,ha riunito i rappresentanti delle associazioni di categoria regionali ( Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri, Agci, Legacoop, Unci, Confcooperative, Uecoop), presenti la vicepresidente Casini, l'assesore regionale Sciapichetti, il vescovo Massara, il sindaco di Pieve Torina Gentilucci, il prefetto di Macerata Jolanda Rolli il prorettore di Unicam Spaterna, il presidente della Contram Belardinelli.  La discussione  ha affrontato e approfondito le questioni legate al rilancio del mondo rurale. In apertura sono stati forniti i numeri del sisma 2016-2017, riferiti all'area del cratere delle Marche all'interno del quale sono 85 comuni; circa 46 mila gli immobili dichiarati inagibili, sulla base di oltre 106mila sopralluoghi effettuati alla data del 18 ottobre 2018. Gli interventi di emergenza approntati per le strutture produttive zootecniche, hanno visto la Regione Marche realizzarne in totale 661, tra stalle, Mapre e Fienili. Il primo ristoro dei danni economici subiti dalle aziende zootecniche per la perdita di animali da allevamento tra bovini, ovini, suini, equidi, ha visto un totale di fondi erogati per circa 15mila euro, dei quali, circa 9mila della quota regionale di cofinanziamento. Circa 160 milioni di euro le risorse aggiuntive del fondo PSR di solidarietà Regioni e Ministero. Tra i problemi sollevati al ministro, quelli relativi alle infrastrutture e all'approvigionamento idrico di alta quota; da risolvere anche quello dello sblocco dei pagamenti da parte dell'Agenzia Erogazioni per l'Agricoltura Agea, che non funziona a dovere e non è in grado di dare risposta alle esigenze economiche degli agricoltori. Snellire la burocrazia e la miriade di passaggi che frenano la possibilità di ripartire. Sulla necessità di individuare strumenti operativi in grado di dare risposte adeguate ad una fase ancora emergenziale, ha posto l'accento la presidente di Coldiretti Marche Gardoni, che ha parlato dell'esigenza di creare punti di riferimento a cui, imprenditori, imprese, cittadini, servizi locali, possano appellarsi e con i quali confrontarsi per poter capire quali sono le strade da poter percorrere. " Una storia a tutt'oggi ancora complicata- ha detto-perchè nasce dalla complessità del sisma che abbiamo subito. Una complessità che purtroppo viene anche aumentata da una gestione amministrativa poco chiara".Gli interventi hanno evidenziato l'urgenza dell'emanazione di un Testo Unico che possa aiutare a fare chiarezza sugli strumenti a disposizione ai quali le imprese possano appellars; troppe le ordinanze succedutesi dal 24 agosto 2016 rendendo sempre più complicata la ripartenza. Dalla giovane presidente di Coldiretti anche l'auspicio di una sinergia tra fondi per la ricostruzione e fondi per lo sviluppo rurale. " Dobbiamo essere capaci di mettere le aziende nella possibilità di accedere ad entrambi i fondi perchè, una ricostruzione e una rinascita possibile  nasce dalla possibilità delle aziende stesse di potersi ammodernare,  fare quindi degli investimenti per migliorare i propri processi produttivi e le proprie strutture".  E poi, la necessità di individuare in capo al Commissario dei poteri straordinari, perchè in una condizione di straordinarietà dell'evento, non si può continuare a lavorare con un metodo di procedure ordinarie, altrimenti non solo non si passerà ad una fase di ricostruzione ma non si sorpasserà mai neanche la fase emergenziale. " Solo con poteri straordinari si potranno chiedere delle deroghe; i vincoli oggi sono un impedimento, ma domani rappresenteranno il problema dello spopolamento di questi territori, le aziende chiuderanno, l'occupazione continuerà a calare drasticamente, conducendo alla morte di tutto l'indotto turistico e commerciale. Serve Una capacità di visione politica e un approccio politico importante e decisivo". Al Tavolo è intervenuto anche il presidente del Contram Stefano Belardinelli. COn il Parco, l'azienda Contram è stata chiamata a sostenere i comuni della montagna, ricchi di impianti scioviari e favoriti dal turismo estivo; un turismo fiorente anche per la presenza di produttori dell'agroalimentare locale di tipicità. Il tema affrontato anche con l'assesore regionale Sciapichetti risulta essere complesso perchè se non c'è un intervento del governo nazionale,  i piccoli comuni della montagna che erano proprietari degli impianti, si ritriovano ad esere carenti non solo di  risorse economiche ma anche umane, essendo gli impiegati comunali occupati sull'emergenza: " Noi come gestori del TPL, come avviene in molte regioni del nord, potremmo anche sostenere questa parte; lo facciamo già in alcuni casi dove sono presenti gestioni a fune o scale mobili o impianti meccanizzati che completano il trasporto, in questa situazione- ha sottolineato-  è  però necessario riportare le vite delle persone, non solo nel periodo invernale ma anche in quello estivo. Questo aspetto- ha detto Belardinelli- è legato a chi gestisce il territorio e a chi gestisce il Parco nazionale e il sistema dell'agricoltura. Turismo e agricoltura sono in questo caso un tutt'uno e, per quello che saranno le competenze del Ministro, chiediamo di riportare l'attenzione anche su questo aspetto.  Il sindaco Gentilucci ha invocato misure adeguate per il cratere vero:"  I cittadini di questo territorio, hannomperso tutto e hanno diritto di ripartire; gli allevatori vanno aiutati; c'è  bisogno di una normativa che sia funzionale a chi rischia di ripartire. Le nostre sono aree interne  che non rischiano più solo lo spopolamento ma la desertificazione. Infine un'esortazione al governo: " Collaborate con la Regione e con i sindaci;  non mettiamo la politica di mezzo, altrimenti questi territori moriranno". " Nei luoghi che ho visitato oggi- ha detto Centinaio- ho visto tanta gente che ha deciso di rimanere tra tante difficoltà e questa gente merita rispetto. Non è nel mio stile andare in giro a fare promesse da pulcinella: oggi il mio ruolo era quello di ascoltare, lavorare e riportare quello che ho sentito al Consiglio dei Ministri, dopo essermi confrontato con il territorio. I temi che ho ascoltato oggi sono tanti e su molto si potranno già iniziare a dare risposte. Genova è importante ma non dobbiamo dimenticarci di quello che è successo prima in questa parte della penisolai.  Sul problema Agea- ha assicurato-  si è cercato di agire immediatamente facendo partire i pagamenti e chiedendo di rispettare gli agricoltori. Non pretendiamo pagamenti in tempo reale ma che comunque, in tempi consoni, i pagamenti si facciano. Stiamo già pagando e rispettando le promesse e-ha aggiunto-  l'impegno che mi prendo è che voi delle zone terremotate, siate primi nella lista. Quanto alla burocrazia, la  task force è già partita e, nelle prossime settimane dovrebbe partire anche con i tecnici delle regioni per abbassarne il livello. Se già a livello regionale e ministeriale riusciamo a farlo, sicuramente è già un passo in avanti". Centinaio ha dato anche notizia che la scorsa settimana il Ministro Stefani ha ereditato dei fondi a disposizione della  montagna "stiamo cercando di capire come utlizzarli, ma la direzione è il cercare di aiutare tutte quelle realtà della montagna che vogliono resistere, cercando di mettere a sistema i buoni esempi, con inziative che posano servire. L'obiettivo è cercare di spendere il più possibile tutti i fondi. Il progetto c'è ; basta riempirlo di contenuti e poi arriveranno i  fondi, a patto che si tratti di progetti seri. Il ministro ha anche ricordato che per le infrastrutture legate all'acqua, su progetti già presentati, il governo nazionale ( per il 2018-2019), mette a disposizione circa 1 miliardo di euro di lavori cantierabili su tutto il territorio nazionale

Carla Campetella

gentilucci e centinaio

dono a centinaio

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 Il comitato "Concentrico" per la salvaguardia e la ricostruzione del centro storico di Camerino, ha scelto la via dei social per indirizzare un messaggio al sindaco Gianluca Pasqui:  Caro Sindaco- recita il post- a 2 anni dal sisma, il centro storico di Camerino è ancora inaccessibile: qual è il progetto di sviluppo urbanistico, sociale ed economico? Quale la situazione delle messe in sicurezza? Quale lo stato dell'arte per perimetrazioni, piani attuativi, documento direttoreSarebbe bello avere queste risposte in un'assemblea pubblica; il centro di Camerino merita di tornare a vivere presto”.

“ La scelta del veicolo social- spiega il presidente del comitato Francesco Nobili- anzitutto non vuole sostituire le comunicazioni ufficiali nei rapporti con l’amministrazione e con il sindaco, ma anzi, si vuole aggiungere ad altre comunicazioni sugli stessi argomenti già inviati più volte. Quanto al contenuto- prosegue il presidente di Concentrico- riguarda principalmente la richiesta di informare la cittadinanza, magari con un’assemblea pubblica, su quelle che sono al momento le due fasi che interessano il centro storico: la prima è la fase dell’emergenza e fa riferimento a tutto il discorso delle messe in sicurezza che sono partite in ritardo, anche a causa di una mancanza di accordo con i tecnici sui compensi ma che, una volta sbloccate e partite un anno dopo la presentazione dei progetti da parte dei tecnici, a nostro avviso non stanno procedendo molto velocemente. Su questo, abbiamo anche sollecitato più volte di conoscere un cronoprogramma ma la nostra richiesta ha avuto risposta negativa in quanto si è detto che non c’era la possibilità di prevedere i tempi per i singoli interventi. Certamente, oltre a questo non possiamo nascondere che c’è una piccola preoccupazione in ordine alle recenti dichiarazioni rese note da un comunicato della Protezione civile regionale nel quale si chiede di mettere velocemente fine agli interventi delle messe in sicurezza. Vorremmo pertanto che il sindaco ci fornisse una rassicurazione sul fatto che questi interventi andranno avanti e magari potranno procedere anche speditamente. Il secondo argomento su cui chiediamo rassicurazioni –continua Francesco Nobili- è quello relativo alla programmazione degli interventi di ricostruzione: desideriamo sapere a che punto siamo riguardo all’iter sulle perimetrazioni; almeno fino alla settimana scorsa ci risulta che non tutte erano state inviate alla Regione per l’approvazione. Chiediamo di sapere a che punto sono le prossime fasi che prevedranno la redazione dei piani attuativi e soprattutto lo stato dell’arte di un documento direttore che armonizzi tutti gli interventi. In sostanza- aggiunge il presidente del Comitato- è su questi temi che ci piacerebbe avere un incontro, non tanto come comitato, bensì come cittadinanza. Crediamo che sia utile convocare un’assemblea pubblica nella quale l’amministrazione comunale intervenga ad informare i cittadini su quello che sarà del centro storico e soprattutto della città. Riteniamo che gli interventi eseguiti di recente nella periferia e nell’emergenza, siano sicuramente molto importanti e ci rallegriamo del fatto che ormai si stiano concludendo, però dovremmo chiaramente ripensare anche al capoluogo e al nucleo della città e a farlo ripartire al più presto”. Il messaggio, ormai in circolazione sui social da più giorni, non sembra al momento aver ricevuto risposta da parte del sindaco e dell’amministrazione comunale. “Siamo comunque fiduciosi che, più che una risposta a noi come comitato- sottolinea Nobili- arrivi una risposta alla cittadinanza e, soprattutto, arrivi prima poi l’informazione che ci si aspetta. Con tutto questo naturalmente non intendiamo fare grosse polemiche –conclude-anzi, ci rendiamo conto che la situazione è difficile da gestire a tutti i livelli ed è per questo che auspichiamo anche che l’intervento e l’insediamento del nuovo Commissario, espressione del territorio, possa portare ad un cambio di passo”.

C.C.

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Controlli di routine nel cantiere delle nuove scuole elementari e dell’infanzia di Caldarola.

Questa mattina sono arrivati i militari dell’Arma e delle Fiamme Gialle, insieme alla Direzione Investigativa Antimafia di Roma, per controllare che le ditte siano in regola con la documentazione.

Si tratta dei lavori di ricostruzione della struttura di viale Umberto I che era stata distrutta dal terremoto.

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Normale amministrazione, dunque, gli stessi controlli erano stati fatti anche nel caso della costruzione delle Sae.

A confermare che non sono state riscontrate irregolarità è il primo cittadino, Luca Maria Giuseppetti: "Sono stati controlli di routine, come le forze dell'ordine sono solite fare quando si tratta di lavori resi possibili grazie alle donazioni. Era ovvio che prima o poi ci sarebbero stati, tra l'altro non è il primo controllo effettuato nel cantiere della scuola. È andato tutto bene e i lavori procedono regolarmente".

GS

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“Camerino, due anni senza”. E’ il titolo della manifestazione scelta dall’amministrazione comunale ,insieme a pro loco e altre associazioni cittadine, per riaccendere i riflettori nell’occasione del secondo anniversario del terremoto. Una data scolpita nella mente quella del 26 ottobre 2016. In pochi secondi si è stati costretti ad uscire dal centro storico. La manifestazione, vuole essere il segnale della ferma volontà dei cittadini di rientrare dentro le mura e, attraverso un simbolico abbraccio, esprimere l’attaccamento alla città . “Abbiamo pensato a questa iniziativa perché sono tante le persone che nei fine settimana chiedono di poter salire ed entrare nel cuore della città- spiega il consigliere comunale Leo Marucci- Chiedono di poter vedere la piazza, le vie che hanno percorso per una vita. Persone di tutte le età, camerinesi e non, ci hanno più volte manifestato questo forte desiderio. Chi vive nella zona di San Paolo- continua Marucci- non ha mai avuto occasione di vedere quali sono le condizioni del centro storico, dopo quella terribile notte. I residenti dentro le mura, grazie ai recuperi di beni all’interno delle proprie abitazioni, hanno avuto invece la possibilità di entrare più volte. Anche se per un tempo limitato, l’iniziativa permetterà di tornare a calpestare quelle strade e ammirare alcune delle bellezze salvate. Un modo per riaccendere l’attenzione sulla città e sulla situazione che stiamo vivendo- aggiunge Leo Marucci- e che ci vede da due anni fuori da quelle mura, senza possibilità di accedervi per via della zona rossa”. Il programma di "Camerino, due anni senza”, si articola in più appuntamenti. Dal 25 al 30 ottobre, oltre all’ingresso straordinario in centro storico, tutti i pomeriggi sarà possibile visitare la chiesa del Seminario, all’interno della quale sono custodite le opere artistiche più importanti della città: la scultura lignea della quattrocentesca Madonna della Misericordia che era nella cattedrale, l’icona di Santa Maria in Via, L’Annunciazione di Giovanni Angelo di Antonio, la pala del Tiepolo che era custodita nella chiesa di San Filippo. Tra gli eventi puntuali del secondo anniversario del sisma, anche il conferimento della cittadinanza onoraria alle Forze dell’ordine e ai volontari delle associazioni che hanno operato sul territorio a favore della popolazione, previsto il 25 ottobre alle ore 16.30 nell’Auditorium Benedetto XIII. Nel pomeriggio di venerdì 26 ottobre, organizzata dall’Associazione IoNonCrollo, da piazza San Venanzio alle ore 18.30 prenderà il via una fiaccolata che raggiungerà piazza del duomo; durante il tragitto, gli interventi del sindaco, del rettore dell’università e di altre personalità della città illustreranno quella che è la loro visione per il futuro della città. Il 27 ottobre la sede del rettorato dell’università di Camerino ospiterà dalle ore 14.30 il convegno e Premio Ugo Betti per la drammaturgia 2018, quest’anno dedicato al terremoto e alle due figure di Emilio e Ugo Betti. L’accesso in ‘zona rossa’ sarà possibile dal 25 al 30 ottobre, dalle ore 15.00 alle ore 18.00 e , ad un numero massimo di 25 persone alla volta, munite di documento di riconoscimento. E’ obbligatoria la prenotazione da effettuarsi alla Pro Loco di Camerino negli orari di apertura al pubblico della sede

“ E’ una manifestazione pensata davvero col cuore e che vuole raggiungere il maggior numero di persone, desiderose come noi di riabbracciare la città e di dare questo forte segnale della volontà di riappropriarcene il prima possibile. L’invito che faccio- conclude Marucci – è quello di utilizzare l’immagine di copertina che abbiamo postato sui social per informare dell’evento, come copertina del proprio profilo social personale, in modo da ricreare una grande comunità di amici e sostenitori di Camerino. Più siamo ad ‘indossarla’ e più riusciremo ad avere la visibilità che meritiamo”.

Carla Campetella

duomo facciata

camerino museo diocesano annunciazione

Giovanni Battista Tiepolo 025

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E' stata confermata l'assoluzione con formula piena, dalla Corte d'Appello di Ancona, per l'ex consigliere regionale del Pdl, Francesco Massi Gentiloni Silverj.

Dopo cinque ore di Camera di Consiglio, è stata confermata la sentenza emessa il 9 febbraio dello scorso anno dal Tribunale di primo grado perchè "il fatto non sussiste".

Finisce così per Massi il processo per le cosiddette "spese pazze" in Regione.

L'ex consigliere regionale del Pdl era stato rinviato a giudizio per peculato, per aver messo a carico dei rimborsi del gruppo regionale 140 euro di abbonamento all’associazione Nuova accademia della cucina marchigiana.

Il pm Dicuonzo aveva chiesto una condanna a due anni di reclusione, i giudici invece avevano scagionato l'imputato con formula piena e oggi è arrivata la conferma della Corte d'Appello.

Nel caso di Massi, la Corte ha dichiarato "inammissibile il ricorso fatto dal Pubblico Ministero dopo la sentenza di primo grado del Tribunale di Ancona".

Giulia Sancricca

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Nelle ultime settimane i carabinieri Forestali del Nucleo CITES di Ancona hanno intensificato le attività di controllo per il contrasto del commercio illecito degli animali, bracconaggio e maltrattamento.

In particolare sono state denunciate 6 persone, e sono state redatte 7 informative di reato presso le Procure della Repubblica di Ancona e Pesaro Urbino, sequestrando 32 animali vivi detenuti illegalmente, un gatto selvatico impagliato, 6 cinture in coccodrillo e due lacci a nodo scorsoio installati per la cattura di animali.

In Comune di Ancona è stato denunciato un cittadino albanese per aver installato alcuni lacci sistemati a nodo scorsoio, in prossimità di un recinto di una villa in periferia, uno dei quali aveva catturato un gatto domestico procurandogli gravi lesioni alla trachea. L’indagato rischia la reclusione da tre mesi a diciotto mesi e multe fino a 30.000 euro, previste per il delitto di maltrattamento stabilito dall’articolo 544 ter del Codice Penale.

In Comune di Mondolfo un allevatore è stato sorpreso mentre deteneva 5 esemplari di avifauna protetta dalla Convenzione di Berna, senza il necessario marcaggio. In particolare 5 fringillidi appartenenti alle specie cardellino, lucherino e verzellino, i quali erano detenuti in allevamento, sprovvisti di anello inamovibile comprovante la nascita in cattività degli stessi. L’assenza del marcaggio, e quindi di ogni prova che ne certificasse la nascita in cattività, configurava il reato di detenzione illecita di specie protette a carico dell’allevatore, previsto dalla legge sulla caccia, ma anche il reato di furto aggravato ai danno dello Stato, reati per i quali l’allevatore è stato denunciato alla Procura della repubblica di Pesaro Urbino.

In Comune di Filottrano due rappresentanti legali di una ditta manifatturiera sono stati denunciati per aver detenuto per la vendita 6 cinture di coccodrillo, senza possedere la relativa documentazione che ne abilitasse la detenzione ai fini commerciali. Tutte le specie di coccodrillo e di caimano sono infatti tutelate dalla Convenzione di Washington (CITES), e per il loro commercio ed importazione servono specifici certificati. I due denunciati rischiano le pene previste dalla legge 150/1992 (CITES) che vanno dall’arresto fino ad un anno ad ammende fino a duecentomila euro.

Sequestrati anche un esemplare vivo di camaleonte rinvenuto in un villaggio turistico di Numana ed un gatto selvatico impagliato rinvenuto di fronte all’aula verde in Comune di Fabriano.

Sequestrate infine 16 testuggini terrestri detenute dai proprietari senza documentazione CITES, delle quali 14 Testudo hermanni in Comune di Ancona, e 2 testudo graeca in Comune di San Costanzo (PU). Anche in questo caso i detentori rischiano le pene previste dalla legge 150/1992.

Sequestro cinture in coccodrillo

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Scoperta dai finanzieri della Compagnia di Macerata una frode fiscale nel settore del commercio all’ingrosso di pellame. Evasi oltre 3 milioni di euro. Eseguito il sequestro di beni per circa 600.000 euro. 5 le persone denunciate.

Si è conclusa, con un sequestro per equivalente di beni, un’articolata indagine di polizia economico-finanziaria e giudiziaria svolta dalla Compagnia di Macerata e coordinata dalla Procura della Repubblica di Macerata, nei confronti di un gruppo di imprese, già operanti nella provincia maceratese nel settore del commercio all’ingrosso di pellami.

Il contesto investigativo, avviato due anni fa, ha comportato l’analisi di tutti i rapporti economici e commerciali posti in essere dalle imprese verificate.

Il quadro indiziario ricostruito, ha permesso di accertare l’utilizzo e l’emissione di fatture relative ad operazioni mai avvenute.

Nell’ambito dell’inchiesta, il GIP presso il Tribunale di Macerata – Dott. Domenico Potetti – su richiesta del Procuratore della Repubblica, ha disposto il sequestro per equivalente di beni fino a concorrenza delle imposte evase per circa 600.000 euro.

Le Fiamme Gialle maceratesi hanno quindi dato esecuzione al provvedimento del Giudice, procedendo al sequestro di un villino, due appartamenti con relative pertinenze e denaro contante, riconducibili agli indagati, rappresentanti legali delle aziende implicate nella frode fiscale.

I responsabili sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria per vari reati tributari.

La lotta all’evasione fiscale e soprattutto alle grandi frodi costituisce un obiettivo prioritario per la Guardia di Finanza, teso a tutelare non solo le entrate per i bilanci dello Stato e degli Enti locali, ma anche imprese e professionisti che operano nella piena e completa osservanza delle leggi.

g.g.

guardia finanza controlli 2

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È stato un pezzo di ferro presente sulla carreggiata a danneggiare due auto che percorrevano la superstrada Valdichienti, in direzione mare, all’altezza di Belforte del Chienti.

L’oggetto presente sulla strada avrebbe danneggiato le ruote di due auto, con a bordo un'autorità pubblica, che sono state costrette a fermarsi e a chiamare i soccorsi per spostare i due mezzi.

Sul posto la Polizia Stradale di Macerata.

Fortunatamente non sono stati coinvolti altri mezzi e non ci sono stati feriti. Solo un grosso spavento.

GS

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E’ arrivato con qualche minuto di anticipo rispetto al programma ufficiale davanti alla basilica di San Venanzio, dove erano state poste le reliquie del patrono di Camerino con le confraternite della città a fare da corona, mons. Francesco Massara che, accolto dal suo predecessore Francesco Giovanni Brugnaro, ha dato avvio con la preghiera davanti all’urna alla cerimonia di inizio del suo ministero episcopale nella diocesi camerte – settempedana. Quindi, scortato dai vigili del fuoco, l’arcivescovo ha visitato la basilica di San Venanzio, fermandosi “emozionato più che nel giorno della mia ordinazione – ha confessato mons. Massara – davanti alla statua argentea di san Venanzio, per poi proseguire verso la sede Contram, nel quartiere Le Mosse, dove si è svolto il momento ufficiale dei saluti con le autorità, presenti, oltre ai sindaci delle due città principali dell’arcidiocesi, Camerino e San Severino Marche, l’assessore regionale Angelo Sciapichetti, il prefetto di Macerata Iolanda Rolli, il rettore dell’università di Camerino Claudio Pettinari, i primi cittadini del territorio della diocesi.

sindaci

 

“Benvenuto don Franco – le parole di saluto del sindaco di Camerino Pasqui – Accogliere, un verbo meraviglioso che raccoglie diversi significati, ma che per noi oggi è difficile pronunciare. Perchè se è vero che l’accoglienza rientra nella nostra tradizione, nella nostra storia e nel nostro animo, è altrettanto vero che oggi, per questioni evidenti che sono sotto gli occhi di tutti, accoglienti non possiamo esserlo, almeno materialmente, visto lo stato dei nostri luoghi. L’animo, però, non tiene conto dei luoghi materiali e, quindi, il sentimento è quello della gioia per il suo arrivo tra noi e dell’apertura assoluta”.

“Carissimo don Franco – con tono confidenziale si è rivolta al nuovo arcivescovo il sindaco di San Severino Marche Rosa Piermattei – mi permetto di rivolgermi a lei in modo così informale perchè lei stesso si è rivolto a noi con semplicità, con un approccio umile ed empatico che ci ha sorpreso e ci ha aperto il cuore. Mi rivolgo a lei con profondo spirito di accoglienza e animo pieno di speranza nella certezza che saprà raccogliere al meglio il prestigioso testimone dell’opera del suo predecessore monsignor Francesco Giovanni Brugnaro. La nostra terra ha profonde radici cristiane, testimoniate da tantissimi segni della fede popolare, una fede semplice e radicata nel cuore della nostra gente. Gente laboriosa e schiva, gente determinata e profondamente innamorata di questi luoghi che anche lei, ne siamo certi, imparerà presto ad apprezzare”.

Non sono mancati, pur nell’ufficialità, “simpatici” fuori programma, come quando mons. Massara si è alzato per raccogliere fogli caduti a terra o per sistemare il microfono per permettere a tutti di ascoltare le parole che venivano pronunciate. Poi anche uno strappo al programma quando l’arcivescovo Massara ha preso la parola per rivolgere il suo primo saluto ai presenti. “Muovendo con emozione e trepidazione i primi passi in questa vostra terra ricca di arte, di storia e di fede – il saluto dell’arcivescovo Francesco – sento vivo nel mio cuore il bisogno di manifestare la mia più piena disponibilità a collaborare con voi per il bene comune dell’intero popolo a noi affidato”. Quindi il trasferimento processionale, con in testa gli arcivescovi Francesco Giovanni e Francesco all’auditorium Benedetto XIII, per l’occasione divenuto chiesa cattedrale, dove si è svolta la solenne concelebrazione, con la presenza del cardinale Edoardo Menichelli, di 12 vescovi e di circa 80 sacerdoti, di inizio del ministero episcopale di mons. Massara con il commovente momento della consegna, da parte di mons. Brugnaro, del pastorale al suo successore, ora ufficialmente arcivescovo e guida della diocesi di Camerino – San Severino Marche.

massara brugnaro

auditorium

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Due giornate di approfondimento, dedicate all’analisi del passato per interrogare sul rilancio e sullo sviluppo dell’Appennino centrale. Diviso in tre sessioni, il convegno interdisciplinare organizzato dall’università di Camerino, ha in particolare inteso focalizzare l’attenzione sulle manifatture di eccellenza che hanno reso ricco e vitale un territorio, oggi in profonda crisi, ma desideroso di rinascere. Scopo principale del focus, quello di approfondirne la conoscenza e nel contempo, promuovere iniziative concrete di rilancio. Dal convegno, che ha riconfermato la volontà di eleggere Camerino a sede di una riflessione interregionale, come snodo strategico, contributi di indagine del passato sono venuti, oltre che dai distretti marchigiani, dal versante umbro, laziale e abruzzese. Ne è venuta fuori l’immagine di una realtà dell’ Appennino centrale per nulla immobile, periferica, statica e povera, bensì dinamica, ricca e popolata. Un’ immagine del tutto diversa da quella di oggi e che alla fine, potrebbe portare a pensare che sia il posto sbagliato dove vivere, perché i terremoti lo rendono complicato o  per l’assenza di opportunità,  altrove presenti. Memoria storica per analizzare le possibilità di recupero di quello che ha funzionato nei secoli dal XIII al XX e che potrebbe essere recuperato; si è potuta ad esempio riscoprire la peculiarità dell’abitato di Pioraco, piccolo paese industrializzato disseminato di antiche gualchiere che la geo-archeologia, potrebbe aiutare a conoscere meglio. Il convegno ha anche offerto l’occasione per effettuare la visita guidata del Museo della Carta e Filigrana di Pioraco e dell’archivio di Stato di Camerino, dove la prof. Emanuela Di Stefano, ha rinvenuto il “Quinternus” del 1264, il più antico documento in carta bambagina delle Marche e uno dei più antichi dell’Europa occidentale.

Prima sessione cstorica convegno

“ Obiettivo della prima giornata storica- afferma la prof.ssa Di Stefano- è stato proprio quello di riflettere sul passato purtroppo dimenticato, ma che appartiene a questa nostra montagna e a tutto l’Appennino. La storia ci dice che, sotto il profilo delle attività economiche e delle Manifatture, anche Camerino ha avuto un passato importante. In questi luoghi esisteva una vera e propria propensione e vocazione alle Manifatture e alla mercatura, ed è quello che ha reso ricco il territorio di risorse, di materiale e di capitali e che- sottolinea- sono poi risultati investiti nel patrimonio artistico di cui la nostra montagna è dotata più di altre zone delle Marche. Abbiamo voluto riflettere su questo grande passato e, insieme agli studiosi, invitare anche il mondo politico, per comprendere insieme come questo territorio abbia avuto un passato così vitale. Oggi il tema centrale è quello della ricostruzione ma dobbiamo porci la domanda del cosa vogliamo ricostruire: il passato più recente in cui c'erano ormai segni del declino o, vogliamo tornare invece a quello che può essere definito un modello di sviluppo plurisecolare, fatto della compenetrazione tra manifatture, risorse ambientali (perché l'energia idrica era fondamentale) e di quel che proveniva anche dal bosco o dall'allevamento. A mio avviso- aggiunge - non ci può essere valorizzazione senza conoscenza; non ci può essere ricostruzione corretta ed efficace, senza conoscere l’identità di un territorio. Il nostro è un passato millenario; parliamo di un secolo intero in cui si può ascrivere che questo è il luogo della prima industrializzazione marchigiana. Una industrializzazione che, sia pure in forma sempre più esigua, si è mantenuta fino all’ 800 inoltrato. Fino a quell’epoca, dobbiamo ricordare che Camerino aveva ancora la produzione dei tessuti di seta e l’inversione è stata recentissima. Non possiamo dimenticarlo e, auspicare che una nuova inversione possa avvenire”. “ Appennino, ritorno al futuro, il tema della terza sessione che, attraverso i contributi dell’esperienza di successo degli imprenditori del territorio Nando Ottavi della Simonelli Group, Sandro Parcaroli, del gruppo Med Store e di Federico Maccari, dell’azienda Entroterra S.P.A titolare del Marchio La Pasta di Camerino, ha approfondito il ruolo della manifattura quale investimento strategico nazionale ed europeo. Imprese del territorio che hanno retto benissimo il contraccolpo della crisi e del terremoto, addirittura accrescendo il loro ruolo e la loro presenza sui mercati nazionali e internazionali.  Il discorso si è portato infine sulle progettualità e sulle possibilità di sviluppo e rilancio, grazie anche agli interventi del presidente di ISTAO Pietro Marcolini e del Segretario generale di Symbola Fabio Renzi. “ Proprio la giornata conclusiva- osserva Daniele Salvi ,Capo Gabinetto della Presidenza del Consiglio Regionale- ci ha consegnato la fiducia di un lavoro che sta andando avanti e che riguarda l’irrobustimento del sistema produttivo delle aree interne che è fatto di tante cose; c’è cultura, turismo, ambiente, agricoltura di qualità, artigianato artistico tipico tradizionale, produzioni manifatturiere e, se vogliamo irrobustire questa economia- continua Salvi- una leva importante diventa quella della manifattura sostenibile e culturale; una manifattura innovativa che non inquina, che sposa i contenuti delle tipicità ambientali del nostro territorio e che punta sull'innovazione tecnologica perché è quella che può dare occupazione di qualità, maggiore solidità, ricchezza e solidità produttiva per il territorio. Proprio gli imprenditori che stanno lavorando in questa direzione ce ne hanno dato la prova; hanno reagito in maniera eccezionale alla crisi; altre sfide possono nascere dal “Patto per la ricostruzione e lo sviluppo” su cui sta lavorando la Regione Marche ma, anche da un impegno nazionale a cui l’ente regionale chiamerà il governo, chiedendo che vi sia un intervento qualificato pubblico- privato a che grandi centri di studi nazionali possano fare di queste zone, un’ area di eccellenza di alta formazione, di ricerca e di innovazione, a supporto anche di un modo nuovo di fare impresa”.

Carla Campetella

Pubblicato in Politica

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