Governo: solo uomini nella rosa Pd. Critico Romano Carancini

Lunedì, 15 Febbraio 2021 10:19 | Letto 347 volte   Clicca per ascolare il testo Governo: solo uomini nella rosa Pd. Critico Romano Carancini Forte delusione viene espressa allinterno delle componenti del Partito Democratico per una delegazione di soli uomini al governo. La sollevazione viene anche da Romano Carancini, consigliere regionale del gruppo PD nellassemblea legislativa delle Marche.   “Intendo manifestare tutta la mia contrarietà e la protesta per le scelte che il Partito Democratico ha orientato nellindicazione dei Ministri del nuovo governo di Mario Draghi- recita la nota di Carancini-. Ancora una volta spicchiamo per incoerenza. Nessuna donna in delegazione e, guarda caso, tutti e tre i capicorrente del partito. Mi chiedo come possiamo credibilmente contestare sui nostri territori scelte di arretratezza politica se poi il PD nazionale sconfessa con i fatti le nostre battaglie culturali (attenzione non da riserva indiana) e ci delegittima nelle nostre comunità. È evidente che di questo passo- continua Carnacini-  le persone non potranno mai vederci come una scelta diversa, di vera democrazia. Noi siamo il PD e le parole che seguono sono quelle di Walter Veltroni allatto fondativo del 2007: Il Partito democratico, il partito che dovrà dare lultima spallata a quel muro che per troppo tempo ha resistito e che ha ostacolato la piena irruzione della soggettività femminile nella decisione politica e nella vita del Paese. La rivoluzione delle donne ha affermato in tutte le culture politiche il principio del riconoscimento della differenza di genere come elemento costitutivo di una democrazia moderna. È questa esperienza che dovrà essere decisiva, fin dal momento della fondazione del nostro partito. Ecco- prosegue il consigliere regionale-  abbiamo tradito, ancora una volta, quello per cui siamo nati. Un altro passaggio dei nostri capi nazionali che rende ancor più ripida la salita di chi, sui territori, si confronta con le persone e cerca di riavvicinarle, anche deluse da destre violente, populiste, sovraniste e autarchiche. Dichiara il segretario Nicola Zingaretti che ci rifaremo con i sottosegretari. Il contentino che è ancor peggio del buco e che dovrebbe spingere le donne del PD a rinunciare a qualsiasi incarico del c.d. sottobosco dei sottosegretari, lasciando al gruppo dirigente tutta la responsabilità di un passaggio che offende le donne e gli uomini che credono ancora nei valori fondativi del Partito Democratico. Un secondo aspetto che non può essere taciuto è la dittatura dei capicorrente. Ho letto con sincera speranza le parole di Stefano Bonaccini nellintervista a Repubblica di questa settimana, sul futuro di un partito capace di dialogare nel pluralismo delle sensibilità e sulle idee, ma senza che prima di esse conti lincancrenimento delle correnti e tutto ciò che ne consegue. Uomini, solo uomini per tutte le stagioni, che pontificano strategie, perdono consensi, collegi ma continuano, anche con supponenza, a rivestire sempre ruoli di potere e condizionamento. Dobbiamo confrontarci e ricostruire un Partito Democratico che trovi nei valori fondativi del 2007 la forza e il coraggio della strada maestra- esorta Romano Carancini- .  Un segno di coraggio lo chiedo Giovanni Gostoli e alla direzione regionale affinché, con una nota netta, rappresentino formalmente e immediatamente al Segretario Nicola Zingaretti tutto il senso della frustrazione di una base di iscritti e simpatizzanti che non può più sopportare la colpevole incapacità nel guidare un partito popolare senza rispettarne i suoi stessi valori fondativi”.c.c.
Forte delusione viene espressa all'interno delle componenti del Partito Democratico per una delegazione di soli uomini al governo. La sollevazione viene anche da Romano Carancini, consigliere regionale del gruppo PD nell'assemblea legislativa delle Marche.   

“Intendo manifestare tutta la mia contrarietà e la protesta per le scelte che il Partito Democratico ha orientato nell'indicazione dei Ministri del nuovo governo di Mario Draghi- recita la nota di Carancini-. Ancora una volta spicchiamo per incoerenza.

Nessuna donna in delegazione e, guarda caso, tutti e tre i capicorrente del partito.

Mi chiedo come possiamo credibilmente contestare sui nostri territori scelte di arretratezza politica se poi il PD nazionale sconfessa con i fatti le nostre battaglie culturali (attenzione non da riserva indiana) e ci delegittima nelle nostre comunità. È evidente che di questo passo- continua Carnacini-  le persone non potranno mai vederci come una scelta diversa, di vera democrazia.

Noi siamo il PD e le parole che seguono sono quelle di Walter Veltroni all'atto fondativo del 2007:

"Il Partito democratico, il partito che dovrà dare l'ultima spallata a quel muro che per troppo tempo ha resistito e che ha ostacolato la piena irruzione della soggettività femminile nella decisione politica e nella vita del Paese. La rivoluzione delle donne ha affermato in tutte le culture politiche il principio del riconoscimento della differenza di genere come elemento costitutivo di una democrazia moderna. È questa esperienza che dovrà essere decisiva, fin dal momento della fondazione del nostro partito".

Ecco- prosegue il consigliere regionale-  abbiamo tradito, ancora una volta, quello per cui siamo nati.

Un altro passaggio dei nostri capi nazionali che rende ancor più ripida la salita di chi, sui territori, si confronta con le persone e cerca di riavvicinarle, anche deluse da destre violente, populiste, sovraniste e autarchiche.

Dichiara il segretario Nicola Zingaretti che ci rifaremo con i sottosegretari.

Il contentino che è ancor peggio del buco e che dovrebbe spingere le donne del PD a rinunciare a qualsiasi incarico del c.d. sottobosco dei sottosegretari, lasciando al gruppo dirigente tutta la responsabilità di un passaggio che offende le donne e gli uomini che credono ancora nei valori fondativi del Partito Democratico.

Un secondo aspetto che non può essere taciuto è la dittatura dei capicorrente.

Ho letto con sincera speranza le parole di Stefano Bonaccini nell'intervista a Repubblica di questa settimana, sul futuro di un partito capace di dialogare nel pluralismo delle sensibilità e sulle idee, ma senza che prima di esse conti l'incancrenimento delle correnti e tutto ciò che ne consegue.

Uomini, solo uomini per tutte le stagioni, che pontificano strategie, perdono consensi, collegi ma continuano, anche con supponenza, a rivestire sempre ruoli di potere e condizionamento.

Dobbiamo confrontarci e ricostruire un Partito Democratico che trovi nei valori fondativi del 2007 la forza e il coraggio della strada maestra- esorta Romano Carancini- . 

Un segno di coraggio lo chiedo Giovanni Gostoli e alla direzione regionale affinché, con una nota netta, rappresentino formalmente e immediatamente al Segretario Nicola Zingaretti tutto il senso della frustrazione di una base di iscritti e simpatizzanti che non può più sopportare la colpevole incapacità nel guidare un partito popolare senza rispettarne i suoi stessi valori fondativi”.
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