Notizie di politica nelle Marche

Inizierà  lunedì 5 febbraio presso l’Istituto di Istruzione Superiore “Gentili” di San Ginesio, in particolare nei locali del Liceo Scientifico e delle Scienze applicate di Sarnano, il progetto formativo di alternanza scuola lavoro sulla classificazione, conservazione e restauro dei beni culturali.
Il progetto, voluto fortemente dalla dirigenza scolastica e dall’Università di Camerino con il corso di laurea in “Tecnologie e Diagnostica per la Conservazione ed il Restauro” e la Scuola di Architettura e Design con sede ad Ascoli Piceno, prevede un ciclo di lezioni tenute da docenti Unicam e attività laboratoriali nel campo della conservazione dei beni culturali di cui il nostro territorio è ricco.

Le lezioni spazieranno da argomenti di Teoria e Tecniche applicate come quelle multi spettrali e termografiche tenute dai professori Roselli e Di Girolami alle analisi storico-architettonica presentate dalla professoressa Petrucci; si passerà poi allo studio delle malte storiche con la Prof. Roselli, alla georeferenziazione con il professor Bisci, all’utilizzo della piattaforma elettronica Arduino per il monitoraggio degli ambienti di conservazione con il dottor Cinaglia e il professor Vittori, alla realtà aumentata con il dottor Olivieri, fino al trattamento statistico dei dati con la professoressa Bernabei.

Terminato il ciclo di lezioni gli alunni si recheranno in alcuni siti scelti nel contesto di Sarnano per effettuare rilevazioni e monitoraggi e mettere in pratica quanto acquisito. Per la realizzazione del progetto formativo ci si è avvalsi della collaborazione dello spin-off dell’Università di Camerino “A.R.T. & Co”, attivo presso il Laboratorio di Tecnologie e Diagnostica per la Conservazione ed il Restauro dell’Università di Camerino con sede ad Ascoli Piceno.

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Il maltempo e la pioggia, tornata a cadere dopo giorni di temperature miti, hanno, purtroppo, fermato gli alunni dell'istituto comprensivo "Simone De Magistris" che, accompagnati dalla dirigente scolastica Fabiola Scagnetti e dalle insegnanti, avrebbero voluto "festeggiare" l'inizio dei lavori nel cantiere della nuova scuola con scritti, disegni e letterine per segnare, di fatto, il passaggio tra due "epoche" causato dal terremoto del 2016. Tutto si è, dunque, spostato presso la sala polifunzionale "Annalisa Tonelli" dove l'annuncio del sindaco Luca Giuseppetti che il Commissario alla Ricostruzione Paola De Micheli non sarebbe intervenuta per un impegno improvviso è stato accolto dai fischi di protesta dei rappresentanti dei comitati per il terremoto che avrebbero voluto portare all'attenzione del Commissario la revisione delle norme che dichiarano abusivi coloro che hanno costruito strutture di emergenza nei terreni di loro proprietà. Presenti, invece, il Governatore delle Marche Luca Ceriscioli, l'assessore regionale alla Protezione civile Angelo Sciapichetti e i rappresentanti della Lega Coop che ha finanziato il progetto del nuovo plesso scolastico che andrà a sostituire le "vecchie" scuole materna ed elementare demolite a seguito del sisma. Il primo cittadino ha ribadito a coloro che protestavano come "oggi sia un giorno di festa importante per una comunità, quella di Caldarola, che pensa al proprio futuro". Di contro i rappresentanti dei comitati, dopo aver ribadito di non voler assolutamente rovinare la festa ai tanti bambini intervenuti, hanno abbandonato la sala, lamentando ancora una volta la poca considerazione avuta da parte del Commissario.

Sauro Ciarapica

 

La festa dei bambini dell'istituto De Magistris

 

presentazione tonelli

 

bambini

 

bambini particolare

 

La protesta dei comitati del terremoto

 

rappresentante protesta

 

 

protesta comitato

 

comitato

 

 

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Ricusata la lista del Partito Comunista alla Camera con candidato il sindaco di Gagliole avv. Mauro Riccioni. Motivo:  alcuni certificati di iscrizione nelle liste elettorali, sono stati forniti dai comuni  con PEC  anziché a mano. L’avv. Riccioni ha già depositato ricorso ed è attesa entro domenica sera una decisione della Corte Suprema di Cassazione.

“ Sostanzialmente- spiega Riccioni- siamo presenti al Senato e le firme che abbiamo raccolto, corroborate da certificati ritirati a mezzo PEC  dagli uffici anagrafe dei comuni ove i cittadini hanno firmato, sono state perfettamente considerate valide. Alla Camera dei deputati, per quanto riguarda il Collegio Marche 02 province di Ancona e Pesaro- prosegue Riccioni-, abbiamo prodotto certificati ritirati a mano nei comuni ove i residenti hanno firmato ma anche certificati ritirati a mezzo PEC, o tramite firma certificata, o a mezzo di certificati identificativi con tanto di protocollo, tracciabilità, asseveranti la conformità all’originale. Su presupposto, a nostro avviso errato, che in materia elettorale non possano essere utilizzate le PEC, non siamo stati per il momento ammessi alle elezioni. Abbiamo appena depositato ricorso e, entro domenica sera  comosceremo la decisione.

Il ragionamento è semplice- aggiunge il sindaco di Gaglliole-: è vero che le firme non possono essere raccolte a mezzo PEC tanto è vero che sono state raccolte personalmente e da me certificate in qualità di avvocato cassazionista ma i certificati che servono solo a corroborare le firme, certificando che la persona che ha firmato la lista, risiede effettivamente in quel comune, non equivalgono ad un modulo inviato via PEC, che non è ammesso e che per inviare, non abbiamo utilizzato presentando ogni cosa direttamente a mano. E’ dunque una parte di un discorso più complesso comunque ammessa dalla legge; in sostanza abbiamo utilizzato il sistema cartaceo; depongono a nostro favore pareri del Consiglio di Stato e della Cassazione, casi analoghi superati dalla Commissione Elettorale Centrale anche in relazione agli ultimi referendum. Pertanto noi confidiamo fortemente che la lista elettorale della Camera dei Deputati venga accolta dalla Commissione Elettorale Centrale.

C.C.

 

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Gli amministratori dovrebbero trovare un terreno abbastanza ampio e adeguato da creare un polo scolastico che possa, con il tempo, ospitare anche gli alunni delle medie poiché l’attuale edificio che li ospita, cioè il plesso Padre Tacchi Venturi, ha un indice di vulnerabilità pari a 0,60. La Corte di Cassazione, in una recente sentenza ha ribadito che per le scuole occorrerebbe invece un indice pari a 1. Cerchiamo dunque di essere lungimiranti. Questo l’incipit della nota dell’associazione 108 Una Scuola per la Vita, presieduta da Cristina Carboni, per chiedere che venga organizzata un’assemblea pubblica per discutere dell’argomento nuova scuola Luzio, che probabilmente sorgerà in un terreno tra il quartiere Glorioso e la frazione di Cesolo.

Sottolinea la mamma settempedana: Non vogliamo disquisire sul dove verrà ricostruita, le proposte infatti potrebbero essere potenzialmente infinite, tuttavia i nostri amministratori dovrebbero chiarire i motivi della loro scelta in unottica di condivisione, trasparenza e responsabilità - spiega - visto che per la sua realizzazione sono stati stanziati fondi pubblici per una cifra quantomeno ragguardevole. Per quanto ci riguarda, tenuto conto della fiducia accordataci da cittadini di tutta Italia che attraverso le donazioni hanno dimostrato un affetto profondo per la nostra causa, ci siamo sentiti obbligati, già nel mese di dicembre, a chiedere informazioni al vice commissario delegato per gli interventi di ricostruzione post sisma, Luca Ceriscioli, al direttore ufficio speciale ricostruzione post sisma, Cesare Spuri e al sindaco di San Severino Rosa Piermattei circa lo stato di avanzamento dei lavori, i fondi ed i tempi per la realizzazione della scuola provvisoria, dellItis e del nuovo polo”. Informazioni per le quali non è ancora giunta nessuna risposta, precisa Carboni. La speranza, dice, è che l’amministrazione possa accettare di organizzare un’assemblea pubblica “al fine di garantire una serena discussione sullargomento, scevra di qualsiasi strumentalizzazione e tesa al benessere dei bambini della nostra città”.

g.g.

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Nella tarda serata di ieri, Innocent Oseghale, il nigeriano di 29 anni, ritenuto il responsabile dell'efferato omicidio di Pamela Mastropietro, 18 anni, romana del quartiere San Giovanni, al momento l'unico indagato per omicidio e occultamento di cadavere della giovane, è stato arrestato e trasferito nel carcere anconetano di Montacuto.
Su di lui gravano indizi pesantissimi: i vestiti sporchi di sangue della giovane, fatta e pezzi e rinchiusa in due valigie trovate nelle campagne di Pollenza la mattina del 31 gennaio, macchie di sangue sparse nella casa e lo scontrino della farmacia di via Spalato a Macerata, dove martedì mattina 30 gennaio alle 11 Pamela ha acquistato una siringa. Tutti questi elementi sono stati rinvenuti dai carabinieri del Ris nell'appartamento di via Spalato 124, dove l'extracomunitario viveva in affitto. Ci sono poi due testimonianze, che collocano prima Innocent Oseghale fuori della farmacia di via Spalato dove Pamela si era recata per comprare la siringa e nella serata di martedì 30 gennaio nella zona del ritrovamento delle due valigie.

Le indagini non si fermano. L'autopsia, eseguita dal medico legale Antonio Tombolini, non ha fatto emergere la causa della morte della giovane romana, ma sono stati prelevati campioni ed eseguiti tamponi proprio per raccogliere ulteriori elementi. Vanno avanti anche gli accertamenti tecnico-scientifici nell'abitazione del nigeriano: sono stati sequestrati tutti i coltelli e altri oggetti per capire con quali mezzi abbia sezionato il corpo della povera Pamela Mastropietro.

L'altro fronte di indagini riguarda poi gli spostamenti di Pamela e le persone che ha incontrato per ricostruire tutti gli spostamenti. Dalle verifiche dei carabinieri è emerso che i due non si conoscessero, ma sono in corso perizie sui telefoni cellulari per accertare eventuali contatti tra di loro o con altri soggetti.

 Sauro Ciarapica

 Il complesso nel quale sarebbe avvenuto l'omicidio

 

villa collevario

 

I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Macerata sono risaliti all'extracomunitario passando al setaccio il capoluogo, alla ricerca di elementi utili a ricostruire spostamenti ed incontri fatti e avuti dalla giovane romana dopo l'allontanamento dalla comunità di Corridonia. La svolta è arrivata in seguito alla segnalazione del titolare della farmacia in via Spalato, che si ricordava di aver visto la ragazza entrare nei suoi locali proprio il 30 gennaio. “Ha fatto un acquisto qui da noi la mattina del 30 intorno alle 11”, ha detto il farmacista ai carabinieri, che poi hanno visionato le immagini delle telecamere del circuito interno, riscontrando quanto detto dal titolare. Alle 19.30 di ieri, i militari dell'Arma hanno fermato il nigeriano, risultato essere in possesso di un permesso di soggiorno scaduto e con precedenti legati al mercato degli stupefacenti. Le indagini, subito dopo, si sono spostate nell'appartamento dove vive da qualche mese Innocent Oseghale, al civico 124 di via Spalato, a poche decine di metri dalla farmacia dove è entrata Pamela Mastropietro. Il contratto di affitto non è intestato al nigeriano, ma ad un italiano che ha legami con lui. Da quanto appreso, il giovane è l'unico ad avere la disponibilità di quell'abitazione, dove i Ris hanno rinvenuto alcuni abiti della diciottenne intrisi di sangue e numerose macchie ematiche sparse per le stanze. I Ris stanno passando al setaccio tutta la casa e gli accertamenti andranno avanti almeno fino a questa sera. Nelle prossime ore si avranno anche i risultati scientifici avviati per capire a chi appartiene il sangue presente nella casa di via Spalato. Altro elemento che grava sulle spalle dell'extracomunitario è il ritrovamento nell'appartamento dello scontrino con cui Pamela Mastropietro ha effettuato lo scontrino in farmacia. Tutti questi elementi hanno convinto gli investigatori dell'Arma che la giovane romana sia stata uccisa tra le mura di quella casa e che il trentenne abbia agito da solo. Al momento, infatti, non ci sono indizi che conducono al coinvolgimento di altri soggetti. Perquisizioni e controlli eseguiti in alcune zone della città non hanno prodotto risultati. 

 

 

La farmacia all'interno della quale Pamela ha trascorso le sue ultime ore di vita

farmacia via spalato

 

L'interno della farmacia di via Spalato a Macerata

 

interno farmacia

 

La telecamera di sorveglianza le cui immagini sono al vaglio degli inquirenti

 

telecamera

POLLENZA – E' di Pamela Mastropietro il cadevare rinvenuto questa mattina lungo la strada che dalla Frazione Casette Verdini conduce al centro abitato di Pollenza.

Il corpo della giovane, di 18 anni, era stato ritrovato fatto a pezzi e rinchiuso in due valigie abbandonate in un fossetto a pochi metri dalla carreggiata.

L'identificazione è avvenuto nel pomeriggio di oggi in seguito alle risultanze della prima ispezione effettuata dal medico legale Antonio Tombolini e dalla risultanze investigative effettuate dal nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri di Macerata, che si stanno occupando del caso.

Pamela Masotropietro, romana di origine, si era allontanata dalla comunità di recupero “Pars”, di cui era ospite, nel pomeriggio di lunedì scorso e di lei si erano perse subito le tracce. Un appello dopo la sua scomparsa era stato lanciato anche dalla trasmissione “Chi l'ha visto”. In base ad una prima ricostruzione effettuata dal medico legale nel pomeriggio di oggi, il killer, dopo averla uccisa, ha tagliato testa, braccia e gambe, per chiudere poi le parti mozzate nelle due valigie. Gli accertamenti medico-legali stanno proseguendo per raccogliere ulteriori elementi utili alle indagini.
Gli investigatori dell'Arma sono ora impegnati nel ricostruire gli spostamenti fatti dalla ragazza dopo che si è allontanata dalla comunità di Corridonia e nella ricerca delle persone che ha incontrato nelle poche ore che l'hanno separata dalla morte. 

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POLLENZA – Choc questa mattina a Pollenza. Il cadavere di una persona fatta a pezzi e poi riposta in due valigie è stato rinvenuto verso le 9 lungo la strada che dalla frazione Casette Verdini conduce al centro abitato del comune di Pollenza. Le due valigie, abbandonate in un fossetto non lontano dalla strada, sono state rivenute da un passante, che ha subito avvertito i carabinieri. Sul posto i carabinieri di Macerata e i Ris, che sono già al lavoro per tutti gli accertamenti scientifici.

Al momento le condizioni in cui è stato ritrovato il corpo non consentono di capire se si tratta di un uomo o più probabilmente di una donna. Nelle prossime ore si saprà qualche elemento in più. 

servizio in aggiornamento

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Hanno lasciato il campo base a circa 5.000 metri di altitudine a ora si apprestano ad affrontare l'ultimo, ma più difficile ed impegnativo tratto che li porterà sulla vetta dell'Aconcagua, a quiota 6962 metri. Sono i tre componenti dell'Aconcagua Experience Team, composto da tre amici, Marco Capodacqua, presidente della onlus, titolare di un agriturismo, Roberto Pellegrini, responsabile di un'azienda in Albania, e il veneto Giovanni Dall'Armellina, ormai marchigiano a tutti gli effetti, responsabile di una clinica odontoiatrica ad Ancona.

Sono partiti alla volta dell'Argentina per scalare la vetta più alta del mondo al di fuori di quelle dell'Asia con un obiettivo ben preciso, la solidarietà. Sì, perché questa loro iniziativa ha una finalità ben precisa: portare sulla montagna più alta del continente americano la bandiera del piccolo comune di Monte Cavallo e della Provincia di Macerata. I fondi che riusciranno a mettere insieme con questo loro gesto saranno interamente devoluti al piccolo comune macaratese colpito dagli eventi sismici del 2016. Sono partiti per il continente sud americano il 23 gennaio scorso e, dopo alcuni giorni di acclimatamento, proprio in queste ore si apprestano a compiere la scalata finale. Nei giorni in cui hanno dormito al campo base, hanno appeso alle loro tende la bandiera del piccolo comune di Monte Cavallo, proprio come avevano promesso. Ora rimane l'impresa finale.

 

aconcqagua

 

tenda vessillo

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Anche il sindaco di Camerino Gianluca Pasqui, sarà a Caldarola, per sostenere la causa e le  motivazioni di una moltitudine di cittadini, decisi a richiamare attenzione sulla questione delle casette post sisma fai da te, la cui sanatoria, rischia in molti casi di diventare materialmente impossibile.

A Caldarola, proprio questo venerdì è infatti prevista l’illustrazione del progetto e delle caratteristiche del nuovo edificio scolastico “ De Magistris”, destinato ad accogliere 500 bambini già dal prossimo anno scolastico. Per l’occasione nella sala polifunzionale del paese  interverranno tra gli altri la Commissaria straordinaria per la Ricostruzione Paola De Micheli, e il presidente della Regione Ceriscioli.  L’incontro servirà anche ad illustrare la situazione del comprensorio ad un anno e mezzo dal sisma e, tutto fa pensare che sarà toccata anche la tematica dell’abusivismo legato alle casette provvisorie fai da te, realizzate vicine alle proprie case inagibil, da migliaia di famiglie in tutto il cratere. Il 31 gennaio era il termine entro il quale avrebbero potuto essere regolarizzati gli immobili temporanei, rinunciando al Cas. Il cd. decreto Salva Peppina in realtà, più che agevolare, sembra penalizzare ulteriormente la popolazione terremotata. Sulla spinosa questione, con lo slogan” Siamo terremotati non abusivi” ha indetto una manifestazione anche l'associazione " La terra trema noi no".

 

“ Sarò vicino alla gente del territorio- dichiara Pasqui- . Non può essere che strumenti come il “ Salva Peppina”, non riescano sostanzialmente a sanare quasi nient’altro. Sull’obbligo a rispettare la legge non si discute, tuttavia – aggiunge il sindaco di Camerino- qualora le normative non venissero modificate, noi ci troveremo con circa 1200 persone che verrebbero ad essere considerate abusive, nonostante siano terremotate e abbiano dovuto sopportare gravi difficoltà e danni. La mia presenza a Caldarola per chiedere  l'impegno reale del Commissario e di chi ha poteri, affinchè si intervenga con una normativa atta a consentire a queste persone, la possibilità usufruire temporaneamente delle situazioni che hanno approntato, e, fintantochè  non riusciranno a rientrare nelle loro case oggi lesionate. Ritengo che questi siano punti essenziali- conclude Pasqui- per non disperdere la nostra popolazione e per far ripartire tutto un motore, che non è solo quello della città di Camerino, ma è il motore di un intero territorio”.

C.C.

 

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Al via i lavori per promuovere la sottoscrizione del “Contratto di fiume” per il tratto più interno del bacino del Potenza. Si tratta di un territorio di 653 chilometri quadrati, caratterizzato prevalentemente da aree boschive, pascoli e campi e, scendendo a valle, anche da centri urbani come Pioraco, Castelraimondo, San Severino e Treia.

L’alta valle del Potenza è caratterizzata anche da ben quattro siti naturali.

Il Contratto di Fiume costituirebbe uno strumento di programmazione strategica per la riqualificazione ecologica, la mitigazione del rischio idraulico, la coesione e lo sviluppo sostenibile. Avrebbe l’obiettivo di tutelare e valorizzare i territori fluviali contribuendo allo sviluppo delle aree interessate.

A sostegno, sarebbero disponibili i fondi comunitari del ciclo di programmazione 2014-2020 e il progetto per lo sviluppo “Aree Interne”, in sinergia con Regione e altri enti locali.

Si metterebbe in campo un efficiente sistema di monitoraggio, il rilancio della manutenzione e della cura del territorio, favorendo lo sviluppo di economie agricole che contribuiscano alla riqualificazione paesaggistica, alla messa in sicurezza del territorio e a caratterizzare e migliorare la qualità delle coltivazioni.

I firmatari del Contratto si impegnerebbero anche a rendere fruibile il fiume alla popolazione dal punto di vista naturalistico, ricreativo, sportivo e culturale. Inoltre, verrà promossa la mobilità cosiddetta sostenibile, ovvero a piedi, in bicicletta o a cavallo.

A tal scopo si intende individuare un professionista specializzato nel settore della riqualificazione territoriale per coordinare i primi lavori, per una spesa di oltre 12mila euro.

I Comuni che potrebbero aderire al comitato promotore del Contratto di Fiume sono Castelraimondo (capofila per il progetto), Pioraco, Fiuminata, Sefro, Fabriano, Esanatoglia, Matelica, Camerino, Gagliole, San Severino, Treia, Serrapetrona, Serravalle di Chienti, Muccia, Nocera Umbra, Gualdo Tadino. Tra gli enti, oltre all’Unione Montana Alte Valli del Potenza e dell’Esino, Legambiente Marche, WWF Marche centrali, Riserva San Vicino e Canfaito, Consorzio di bonifica Marche, Regione Marche, Provincia di Ancona e di Macerata.

 

g.g.

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Nel corso di indagini riguardanti attività illecite di gestione e combustione di rifiuti speciali i Carabinieri Forestali di Jesi – San Marcello, intervenuti inizialmente per accertare le responsabilità inerenti l'incendio di una roulotte hanno rinvenuto e sequestrato un’officina abusiva e locali dove erano accumulati centinaia di ricambi di autoveicoli, con parti meccaniche e di carrozzeria.

Inoltre erano presenti carcasse di veicoli in disuso, unitamente a veicoli radiati per esportazione, per rottamazione o gravati da fermi amministrativo, per i quali il proprietario dell’area non aveva alcun titolo di detenzione.

Sequestrate anche targhe e documentazione originale riconducibile a veicoli radiati o rottamati, sempre detenuta senza alcun titolo dal proprietario della struttura, per la quale sono in corso accertamenti.

Complessivamente sono stati sequestrati 12 autoveicoli di cui 4 in palese stato di fuori uso, 4 ciclomotori, un officina ed un deposito di pezzi di ricambio, unitamente a targhe, certificati di proprietà e carte di circolazione detenuti abusivamente dal proprietario dell’area.

Sequestrato anche un esemplare impagliato di falco di palude, per il quale il proprietario non era in possesso della prescritta documentazione.

Quattro persone di nazionalità bosniaca sono state denunciate all’autorità giudiziaria.

 

sequestro carcasse veicoli 2

 

sequestro container

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