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“Ho dormito tre mesi nel modulo abitativo dopo che il sisma del 2012 mi ha spazzato via casa e stalla e, quando ho visto gli agricoltori marchigiani che stavano vivendo la mia stessa situazione, ho ritenuto giusto donare la struttura a chi in questo momento ne aveva più bisogno”. Lo ha detto Giorgio Caprari, allevatore di Rolo, il paese della provincia di Reggio Emilia che nel 2012 è stato epicentro del terremoto dell’Emilia Romagna, nel consegnare la “casetta” all’azienda Ansovini di Cessapalombo. Azienda che ha avuto gravi danni a causa delle scosse di ottobre. L’iniziativa, nata da un contatto tra i due allevamenti, è stata organizzata dalla Coldiretti Macerata assieme ai colleghi della federazione reggiana. Giorgio ha tenuto ad essere presente di persona assieme alla moglie Elisa, tra l’altro al nono mese di gravidanza. Un ideale abbraccio tra chi ha vissuto il dramma del terremoto, riuscendo comunque a risollevarsi, e chi sta lottando per non abbandonare la propria azienda e il proprio territorio nonostante le gravi difficoltà. Intanto prosegue la consegna dei camper giunti da tutta Italia dopo l’appello lanciato dalla Coldiretti.Al momento sono giunti a destinazione dodici, e altrettanti sono in arrivo. Una soluzione comunque temporanea per consentire agli allevatori di restare accanto ai propri animali, in attesa dell’arrivo dei moduli abitativi e delle stalle mobili previsti dalle misure disposte dal Governo per far fronte all’emergenza sisma.

Un terremoto distruttivo quello di domenica 30 agosto che a Caldarola, come nelle altre località limitrofe alla zona epicentrale, ha devastato non soltanto il patrimonio abitativo, ma anche quello artistico-culturale a cominciare dalle chiese. Nel paese dei cardinali Pallotta sono state pesantemente danneggiate e, di conseguenza, dichiarate inagibili le tre chiese principali: la collegiata di San Martino, la chiesa dei Santi Gregorio e Valentino e il santuario di Maria SS.ma del Monte. Danni ingenti anche al monastero delle canonichesse regolari di S. Agostino, annesso al castello Pallotta, che ha riportato anche il crollo di parte della facciata della chiesa. Ferite profonde alla collegiata di S. Martino, soprattutto nella parete absidale, così come nella chiesa di S. Gregorio che ospita, in una delle cappelle laterali, gli affreschi dei Misteri del Rosario, opera ultima del pittore Augusto (fra Paolo) Mussini, uno dei pochi esempi di stile liberty religioso.

 

 

 

 

 

I danni alla chiesa di San Gregorio

danni san gregorio

Di seguito l'articolo di mons. Eraldo Pittori dedicato a San Martino, patrono di Caldarola, di cui ricorre questo venerdì 11 novembre la festa.

San Martino, patrono di Caldarola

Tutti abbiamo letto l’episodio di san Martino, che - a cavallo - avvolto nel suo mantello di guardia imperiale, incontra un povero ai primi freddi d’autunno. Il cavaliere sguaina la spada, e, facendo due pezzi del suo mantello, ne dona la metà al povero. La notte in sogno vede Gesù avvolto in quel mezzo mantello. La vita di san Martino si può compendiare in questo epigramma:”soldato per forza, monaco per scelta, vescovo per dovere.” Nato nel 317 tra armi e armati, Martino si arruolò e fu mandato nelle Gallie e di guarnigione ad Amiens. Passato dal paganesimo al cristianesimo, Martino ottenne il suo congedo. Si fermò a Poitiers in un luogo solitario, mutato dal santo in un eremo. Con le radici profonde nella carità di Cristo, Martino era diventato nel fertile terreno di Ligugé come un immenso albero, sotto i cui rami da ogni parte correvano a rifugiarsi altre anime, spinte dalla stessa carità. I monaci crebbero in breve a tal punto che si dovettero fondare parecchi monasteri. Il tempo era diviso tra preghiera in comune, nel trascrivere manoscritti e nella coltivazione dei campi. Rimasta vacante la sede vescovile di Tours, il popolo ad una voce lo volle suo pastore. La prima cura fu combattere il paganesimo, diffuso specie nelle campagne. La sua parola persuasiva mosse gli abitanti ad abbattere i loro idoli. Il santo non distruggeva che per riedificare. Non mancava mai di costruire una chiesa e anche un monastero, ove scompariva un tempio pagano. Percorse le Gallie, operando con la parola e i prodigi conversioni di intere città e villaggi. Era la carità di Cristo che, dopo averlo spinto per le aspre mortificazioni della vita monastica, adesso lo spingeva tra la gente. Esercitava anche una grande influenza sugli stessi monarchi, ai quali ricorreva per ottenere favori per i deboli e i perseguitati, fossero pure gli eretici. San Martino, come aveva combattuto contro le atrocità degli Ariani, così non esitò a combattere contro le violenze che una male intesa ortodossia voleva infliggere ai Priscilliani. Ciò finì per accattivargli la venerazione di tutti. Il culto di san Martino iniziò con la sua stessa morte. Appena egli spirò nel 397 presso Tours, san Severino, vescovo di Colonia, intese un coro di angeli celebrarne l’ingresso in paradiso. S. Ambrogio a Milano, mentre celebrava la messa, all’improvviso sembrò addormentarsi con sorpresa degli astanti e quando lo si svegliò, disse di aver assistito alla morte del beato Martino. Si è scritto che dopo la Madonna non vi è santo, a cui siano state dedicate più chiese. Se ne trovano anche in Italia: a Lucca, Napoli, Pisa, Treviglio, Pegli, Assisi aggiungiamo quella di Caldarola, con il capolavoro di Simone De Magistris. Quest’anno - causa terremoto - la cerimonia venerdì 11 novembre alle ore 15 si svolgerà nel tendone posto nella zona industriale e sicuramente la preghiera dei devoti a colui che fin dal 1500 è stato scelto come santo patrono, sarà un grido di speranza e una supplica di aiuto “pro actatione et mactonare” non solo le nostre case ma la stessa sua chiesa.

 

L'interno danneggiato della collegiata di San Martino

 

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Sono ingenti i danni causati dal terremoto al complesso monumentale della Basilica di San Nicola a Tolentino, l'edificio trecentesco dove visse per 30 anni San Nicola da Tolentino, morto qui nel 1305. Lo dice il sindaco Giuseppe Pezzanesi, dopo il primo sopralluogo tecnico dopo il sisma del 30 ottobre. Non sono agibili i locali della Comunità Agostiniana, e sono emersi ''piccoli distacchi dagli affreschi del Cappellone e dal soffitto ligneo della navata centrale''. Danni anche all'abside. Il complesso conserva uno splendido ciclo di affreschi del 1330-1348 sulla vita del Santo, attribuiti al Maestro di Tolentino. Si tratta del principale esempio di pittura trecentesca nelle Marche.

La presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani ha incontrato  il sindaco del Comune di Cessapalombo, Giammario Ottavi, nel corso di un sopralluogo, effettuato assieme all'assessore regionale della Protezione civile delle Marche, Angelo Sciappichetti, e al direttore della Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia, Luciano Sulli, sulle aree colpite dal sisma in cui operano tecnici della Protezione civile del Friuli venezia Giulia. Altri centri limitrofi in cui è presente personale della Protezione civile FVG sono Camporotondo e Belforte del Chienti.
    Il sindaco Ottavi ha illustrato a Serracchiani alcune tra le criticità più impellenti del paese marchigiano, che conta circa 550 abitanti, tra cui la necessità di effettuare le verifiche dell'agibilità degli edifici, rallentata dalla carenza di personale tecnico. All'apparenza, infatti, molte case sarebbero ancora agibili, ma manca la possibilità di accertare tale stato.
   

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SISMA, LE RILEVAZIONI AGGIORNATE

 

Proseguono i sopralluoghi per la stima dei danni sul territorio. Secondo gli ultimi aggiornamenti sono 122 i Comuni marchigiani coinvolti dal sisma:  54 della provincia di Macerata, 26 della provincia di Fermo, 28 in quella di Ascoli Piceno e 14 in quella di Ancona. Le zone rosse delimitate perché a rischio crolli sono 249 complessivamente, 167 nella provincia di Macerata, 20 in quella di Fermo, 54 ad Ascoli Piceno e 8 ad Ancona. Le sedi municipali inagibili sono 54 (28 nella provincia di Macerata, 6 di Fermo, 19 di Ascoli Piceno e 1 di Ancona). Le attività produttive dichiarate inagibili sono 795, di cui 716 nel maceratese, 17 nel fermano, 58 nell’ascolano e 4 nell’anconetano. Le stalle inagibili sono 195, 152 nella provincia di Macerata, 11 in quella di Fermo e 32 nel Piceno.

In continuo aggiornamento anche gli altri dati. Le persone assistite sono 25010 in totale: di cui 13.007 sono assistite in loco (palestre, capannoni, palazzetti); 5116 in autonoma sistemazione e 6887 in albergo. 13930 le persone che trascorrono la notte in macchina o da parenti e amici per paura di nuove scosse.

Si è svolto a Tolentino il primo dei 5 incontri, organizzati da Confartigianato Imprese Macerata, con le imprese colpite dal sisma, incontri che toccheranno poi i Comuni di S.Severino Marche, Pieve Torina, Camerino e Passo San Ginesio.

Circa un centinaio le persone presenti tra piccoli imprenditori, artigiani, commercianti e liberi professionisti provenienti soprattutto da Tolentino, ma anche da centri limitrofi quali Caldarola, Belforte del Chienti, Serrapetrona, a cui Confartigianato, attraverso i suoi esperti e rappresentanti, ha cercato di dare le prime risposte nonostante le difficoltà legate alla provvisorietà del decreto legge ancora in fase di rielaborazione.

L’incontro, al quale erano presenti il Presidente di Confartigianato Macerata Renzo Leonori, il Vice Segretario Provinciale Giorgio Menichelli, la Responsabile Area Lavoro Cinzia Marincioni, il Presidente di Confartigianato Tolentino Fabio Mazzocchetti, il Direttore della Cooperativa Pierucci Giuseppe Tesei, la Consulente per l’Area Fiscale Mirella Ascani e per l’Amministrazione comunale, il Sindaco Giuseppe Pezzanesi insieme all’Assessore alle Attività Produttive Orietta Leonori, è stato occasione proficua per rilevare quelle che sono le criticità e le necessità impellenti delle singole imprese.

Le conseguenze del disastroso terremoto sono consistite per la grande maggioranza delle attività, in danni alle strutture e soprattutto nel mancato incasso, problema quest’ultimo evidenziato in special modo dalle attività commerciali: ecco quindi che, dai più, le principali richieste delle imprese hanno riguardato l’immediata sospensione dei mutui in corso, il ricorso alla cassa integrazione, le delocalizzazioni, anche temporanee, delle attività produttive e la possibilità di affitto di locali per garantire il prosieguo del proprio lavoro.

Sulla base del D.L. n.189 del 17.11.2016, ad oggi, sono previsti interventi come la cassa integrazione straordinaria per 4 mesi per le piccole imprese artigiane e commerciali (per la quale però si è ancora in attesa di conoscere le procedure per la richiesta delle indennità alla Regione

Marche), la Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria per le imprese industriali, l'assegno ordinario e di solidarietà per le imprese diverse con più di 5 dipendenti ed iscritte al Fondo Integrativo dell'Inps (F.I.S.). Per quanto riguarda i titolari di impresa professionale il decreto prevede, per chi ha dovuto sospendere l’attività a causa del sisma, un’indennità “una tantum” di 5.000 euro. Infine l’EBAM (Ente Bilaterale Artigianato Marche) ha predisposto in bilancio le risorse per il rimborso, per le imprese artigiane con dipendenti iscritte all’Ente, dei danni diretti subiti per il ripristino dell’attività lavorative. Il contributo a fondo perduto, per il quale si sta valutando la concreta possibilità di aumentare il massimale, sarà erogato fino ad un massimo di 8.000 euro.

Confartigianato Imprese Macerata, in sinergia con le Amministrazioni locali, continuerà a fornire supporto e assistenza alle imprese danneggiate dal sisma cercando nel più breve tempo possibile di far fronte alle tante e diverse esigenze aziendali rilevate. Ricordiamo che gli incontri con le piccole imprese del territorio provinciale che hanno subito danni dal terremoto proseguiranno dopo l'incontro tenutosi a San Severino Marche,  giovedì 10 novembre a Pieve Torina (e Camerino  e venerdì 11 novembre a Passo S. Ginesio 

Nel 2012 ha avuto l’azienda e la casa rase al suolo dal sisma dell’Emilia tanto da essere stato costretto ad acquistare un modulo abitativo che oggi ha deciso di donare ai “colleghi” terremotati del Maceratese.

E’ la storia di Giorgio Caprari, agricoltore della Coldiretti di Rolo (Reggio Emilia), uno dei paesi epicentro delle scosse che devastarono quattro anni fa il territorio emiliano. 

L’allevatore reggiano sarà questo giovedì 10 novembre, con la famiglia a Cessapalombo (Macerata) in Contrada Maregnano 10, per consegnare la casetta di legno all’azienda Ansovini che, come lui nel 2012, ha avuto casa e stalla inagibili per le scosse di ottobre.

Un nuovo gesto importante di solidarietà da parte degli agricoltori italiani, che segue la visita del presidente nazionale della Coldiretti Roberto Moncalvo, e l’arrivo dei primi camper da destinare agli allevatori delle zone terremotate, dando loro la possibilità di poter restare accanto ai propri animali. Il tutto in attesa dell’arrivo dei moduli abitativi e delle stalle mobili previsti dalle misure disposte dal Governo per far fronte all’emergenza sisma.

Caldarola, dopo il terremoto, si è trasformata da ridente cittadina in paese fantasma con gran parte dei suoi abitanti, circa 1300, costretti ora a vivere lungo la costa nei quali, tuttavia, non si è mai affievolita la speranza di ritornare a vivere nei luoghi che hanno dovuto, giocoforza, abbandonare. Il centro storico è una grande zona rossa, interdetta ad auto e pedoni. Una difficoltà ulteriore per coloro che, non avendo avuto danni alle proprie abitazioni, sono rimasti nel paese costretti a lunghi giri su strade di montagna per attraversare un centro rimasto, di fatto, isolato. La strada provinciale 502 per Sarnano-San Ginesio (e quindi per l’ascolano), che attraversa l’intero centro storico, è, infatti, interdetta al traffico veicolare senza, peraltro, possibilità di vie alternative per attraversare il centro storico stesso, con interruzioni a Caccamo e a Camporotondo di Fiastrone. Una difficoltà insormontabile? Non sembrerebbe, almeno a sentire i responsabili dei vigili del fuoco, che garantirebbero il ripristino di una sia pur minima viabilità, magari con sensi unici, che consentirebbe di restringere anche la zona rossa, permettendo anche a quanti hanno la casa agibile di potervi fare rientro, a patto che gli stessi vigili del fuoco vengano messi in condizione di poter operare. L’esempio viene dal comune di Camerino che ha messo a disposizione dei pompieri travi in legno, puntelli, spartitraffico in cemento per delimitare le carreggiate e le zone a rischio e delimitare, così, la zona rossa in città. La palla, a questo punto, passa ai responsabili dell’amministrazione comunale che mentre da un lato proclamano di voler far rientrare al più presto gli abitanti a Caldarola, dall’altro sono chiamati a scelte strategiche, prima fra tutte quella di individuare le aree destinate ad ospitare i moduli abitativi, a ridisegnare il “piano regolatore” di un paese e, prima ancora, a stabilire dove e in che modo gli studenti possano tornare a scuola, almeno per l’inizio di dicembre. Nell’attesa (speriamo breve) cominciano a trapelare alcuni dubbi nelle scelte operative e l’incertezza regna sovrana, soprattutto tra coloro che sono stati sfollati, i quali stanno iniziando a pensare a soluzioni alternative per se stessi e per i loro figli. E’ necessario, quindi, un piano strategico serio che venga portato a conoscenza di tutta la popolazione, presente in paese e non, per evitare che della ridente cittadina “fondata” dai cardinali Pallotta non resti che un pallido ricordo. Nessuna polemica al riguardo, ma soltanto sprone e suggerimenti per ridare vita nel più breve tempo possibile ed entro limiti ragionevoli ad uno dei centri più belli dell’intera vallata del Chienti.

 

via lago

 

 zona rossa corso

 

sindaco errani

 

amministratori

 

segnali di notte

“A partire da lunedì 14 novembre le scuole comunali di San Severino Marche riprenderanno la normale attività. D’intesa con la dirigenza dell’Istituto comprensivo “Padre Tacchi Venturi” abbiamo apportato modifiche organizzative che ci consentiranno di ripartire in sicurezza, seppure con qualche piccolo sacrificio”.

Il primo cittadino settempedano, Rosa Piermattei, ha reso nota la nuova organizzazione scolastica, “che - si legge in una nota - sarà senza oneri aggiunti a carico dell’erario pubblico e varrà per il tempo strettamente necessario a superare il momento d’emergenza. Vista l’inagibilità dichiarata dell’edificio che ospita il plesso dell’Infanzia “Virgilio”, considerata la situazione di estremo disagio manifestata dalle famiglie in merito alla permanenza degli alunni nel plesso “Luzio” ma anche l’esigenza prioritaria di assicurare la validità dell’anno scolastico, e tenuto conto di non poter reperire sul territorio altre strutture adeguate ad ospitare gli alunni – sottolinea il sindaco – abbiamo deciso di ricollocare gli studenti nei plessi “Gentili”, “Cesolo” e “Tacchi Venturi” fin da subito”.

Questi i trasferimenti che verranno messi in atto in concomitanza col ritorno sui banchi previsto per lunedì 14 novembre: due sezioni (A - B) del plesso Infanzia “Virgilio” si trasferiranno presso il plesso “Gentili”, due sezioni (C - D) del plesso “Luzio” presso il plesso “Tacchi Venturi”, tre sezioni (A-B-E) del plesso “Luzio” presso il plesso “Cesolo”, nove classi della Primaria “Luzio” a tempo ordinario (di cui 7 già presenti dal 26 settembre a seguito sisma 24 agosto e successiva chiusura per lavori secondo piano dell’edificio) presso il plesso “Tacchi Venturi” e altre undici classi della Primaria “Luzio”, a tempo pieno, presso il plesso “Tacchi Venturi”.

Per la scuola dell’Infanzia sarà garantito l’intero orario di funzionamento comprensivo del servizio mensa (dalle ore 8 alle 16) in tutte le sedi. Per la scuola Primaria verranno effettuati doppi turni garantendo l’offerta formativa per tutti. Per la scuola Secondaria rimarrà, invece, invariata l’attuale organizzazione.

La proposta dell’Amministrazione comunale, elaborata con la collaborazione dell’Istituto Comprensivo “P. Tacchi Venturi”, è stata sottoposta al vaglio dei responsabili per la sicurezza del Comune, Stefano Tallei, e del responsabile per la sicurezza dell’Istituto Comprensivo, Massimo Corona, anche al fine della regolamentazione dei Certificati Prevenzione Incendi.

Sindaco e Amministrazione comunale, d’intesa con i dirigenti scolastici, i presidenti dei Consigli di istituto e quelli degli enti proprietari degli immobili che ospitano le scuole in questione, stanno pianificando il rientro in classe anche degli studenti delle superiori. Il piano, in fase di elaborazione, sarà reso noto a breve.

Incendio al calzaturificio Betti’s di Morrovalle con sede in Via 29 Giugno Distrutti dal rogo circa la metà del capannone di circa 400 mq e apparecchiature utilizzate per la produzione di calzature artigianali, nonché parte del prodotto finito.  L’incendio è stato domato dai Vigili del Fuoco della sede centrale di Macerata e della distaccata di Civitanova Marche, intervenuti sul posto intorno alle 3 di notte con due autopompe e due autobotti.  Le operazioni di spegnimento si sono protratte per ore insieme a quelle di messa in sicurezza e salvaguardia della struttura e dell’abitazione del piano superiore. Nessuna persona è rimasta ferita o intossicata dal fumo.

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