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 Un gemellaggio, con Recanati, nel nome della cultura, dell’imprenditoria e della solidarietà. A Visso, alla presenza del presidente della Regione Luca Ceriscioli, il sindaco della città leopardiana, Francesco Fiordomo, ha firmato, con il primo cittadino Giuliano Pazzaglini, un protocollo d’intesa per la realizzazione di progetti culturali e turistici tra le due realtà del maceratese. Un legame profondo, è stato evidenziato, “perché quando Giacomo Leopardi si affacciava dal monte Tabor (il Colle dell’Infinito), lo sguardo spaziava dal Conero ai Sibillini. Visso è tuttora legata Recanati, in quanto ospita cento manoscritti del poeta, tra i quali L’infinito Alla luna”, è stato evidenziato nel corso della cerimonia della firma, al campo base di Visso. Insieme alla cultura, scende in campo anche la solidarietà dell’imprenditore recanatese Adolfo Guzzini: “La nostra azienda che crea luce, porterà la luce della speranza a Visso. A Natale, una luce pulsante si eleverà, dalla piazza principale dal paese, al cielo per far veder che qui c’è vita, cuore e anima. Vogliamo far sentire la vicinanza concreta dell’imprenditoria marchigiana alle popolazioni terremotate”.

“Viviamo giorni difficili, che sono anche quelli nei quali i marchigiani sanno dare il meglio di se stessi e sanno reagire – ha ribadito il presidente Ceriscioli – Ho trovato tanti sindaci che hanno avuto una grande reazione per superare l’emergenza e tanti altri, come Recanati, che hanno subito offerto un mano. Un aiuto immediato che abbiamo riscontrato ugualmente nel mondo dell’impresa, con tanti imprenditori disponibili a fare la propria parte, in maniera creativa e intelligente, a seconda delle necessità del territorio, per trainare altre iniziative imprenditoriali”. Il sindaco di Visso, Giuliano Pazzaglini, ha detto di non essersi mai “sentito abbandonato dalle istituzioni e dalla solidarietà dei marchigiani. Prima di ricostruire le case, dobbiamo ricostruire le persone. Occorre la concretezza degli imprenditori per creare le condizioni che agevolino la ripartenza di questi territori. È necessario reinsediare le persone nelle aree terremotate, contrastando l’esodo già in atto da alcuni anni”. Il sindaco ha poi lanciato un appello: “Abbiamo ricevuto tanti aiuti materiali e ringraziamo. Ora chi vuole continuare a raccogliere beni per le popolazioni terremotate, concentri gli sforzi sulle necessità di quelli che hanno perduto casa e tutto quanto c’era dentro”. Il sindaco di Recanati, Francesco Fiordomo, ha spiegato che il protocollo con Visso nasce dalla collaborazione con i territori, già prima del terremoto, per definire il progetto di “Recanati 2018 – Capitale italiana della cultura”. L’identità, ha detto, “non è campanilismo, ma ricchezza da valorizzare. Uniamo il territorio nel nome di Leopardi, per portare un raggio di sole e di speranza dove sembra prevalere il buio. Le Marche sono una realtà fatta di grandi personaggi, grandi storie e grande imprenditoria creativa. Noi diciamo che occorre fare sistema per valorizzare le nostre eccellenze”. Adolfo Guzzini ha parlato di “un atto dovuto, per la nostra famiglia, a partecipare a questa tragedia. Siamo legati a Visso, vogliamo aiutarla a ripartire e a guardare al futuro con fiducia. Visso è anche un esempio delle devastazioni che il territorio marchigiano ha subito e un esempio di quello che, insieme, possiamo fare per la ricostruzione”. Guzzini ha anticipato alcune possibilità per gli imprenditori, come le donazioni di denaro, acquisti di prodotti locali per confezionare i pacchi natalizi, promozione delle bellezze territoriali sui portali aziendali. iGuzzini, in particolare, illuminerà, quando restaurati, la piazza, il duomo e il museo di Visso. A Natale, una luce pulsante si eleverà, comunque, dalla piazza principale dal paese, al cielo “per far veder che qui c’è vita, cuore e anima”.

Proseguono i sopralluoghi dopo le ultime scosse e si allunga ancora la lista dei danni nei 123 Comuni marchigiani coinvolti dal sisma: 54 nella provincia di Macerata, 27 in quella di Fermo, 28 in quella di Ascoli e 14 in quella di Ancona. Grazie ai 5,6 milioni di euro arrivati nelle casse della Regione dalla Protezione Civile giovedì scorso, sono state evase tutte le richieste di pagamento delle amministrazioni comunali relative a contributi di autonoma sistemazione, alberghi e interventi di somma urgenza pervenute dai Comuni fino a sabato.

Per quanto riguarda le scuole, negli ultimi tre giorni ne sono state verificate quasi 300. Per ora ne sono state dichiarate inagibili 62 (34 nella provincia di Macerata, 3 in quella di Fermo, 19 nella provincia di Ascoli e 6 in quella di Ancona), ma il quadro non è ancora completo.

In continuo aggiornamento anche gli altri dati. Le persone rimaste senza casa ad oggi sono 26.705:  14.925 sono assistite in loco (palestre, capannoni, palazzetti) (11.095 Mc; 798 Fm; 2.022 Ap; 1.010 An); 4.959 in autonoma sistemazione (2.509 Mc; 381 Fm; 2016 Ap; 53 Ancona) e 6.821 in albergo (4.913 Mc; 180 Fm; 1.576 Ap; 152 An). A queste si aggiungono 12.603 persone che trascorrono la notte in macchina o da parenti e amici per paura di nuove scosse. 

249 le zone rosse delimitate perché a rischio crolli. Aumentano, con gli ultimi sopralluoghi, le sedi inagibili dei municipi che raggiungono quota 55: 29 nel Maceratese, 6 nel Fermano, 19, nel Piceno e 1 nell’Anconetano. In aumento anche le attività produttive dichiarate inagibili: ben 775 di cui 695 nel Maceratese, 19 nel Fermano, 57 nell’Ascolano 4 4 nell’Anconetano. Infine 191 le stalle inagibili: 152 nella provincia di Macerata, 8 in quella di Fermo e 31 nel Piceno.

Sul fronte della sanità continua la predisposizione dei quattro moduli sanitari per ripristinare i servizi dell'ospedale di Amandola, chiuso sabato scorso dopo la definitiva dichiarazione di inagibilità a seguito della scossa di terremoto del 30 ottobre. Nonostante le difficoltà dovute al maltempo, i tecnici stanno provvedendo all'impiantistica e a tutto ciò che necessita per la funzionalità sanitaria.  Nel frattempo sono già operative due tende pneumatiche  per le funzioni sanitarie di urgenza: presente la Potes (postazione territoriale emergenza sanitaria) con il medico, il punto di primo intervento, la continuità assistenziale, il punto prelievo e “point of care”.

Dopo Diego della Valle e la Tod's, anche Adolfo Guzzini e la sua azienda scendono in campo a sostegno della comunità marchigiana ferita dal terremoto. Guzzini ha annunciato oggi a Visso (Macerata) una donazione pari a 100.000 euro al comune, e altre azioni a supporto dell'economia locale. IGuzzini, impresa leader mondiale nel settore dell'illuminotecnica, sostituirà i tradizionali regali natalizi con prodotti alimentari della tradizione maceratese. In una fase più avanzata della ricostruzione, iGuzzini installerà nel centro della piazza di Visso una luce pulsante diretta verso il cielo, ''simbolo di un cuore vitale che continua a battere, e illuminerà la piazza e la Collegiata di Santa Maria''.

A tutela della sicurezza degli alimenti, l’Asur - Servizi veterinari ha attivato sin dalla prima fase dell’emergenza terremoto un piano operativo di rilevazione dei danni nelle aziende agro-zootecniche e nelle imprese alimentari delle zone colpite dal sisma. La priorità è rivolta agli allevamenti di bovini e ovini che producono latte, allevamenti avicoli e agli stabilimenti di produzione riconosciuti. “Interventi tempestivi fondamentali per sostenere la continuità delle produzioni agro-zootecniche e delle filiere alimentari che devono restare sul mercato locale, nazionale e internazionale rispettando i criteri di sicurezza dei prodotti alimentari in commercio - rileva la vicepresidente della Regione, Anna Casini - Le attività sanitarie di rilevazione e supporto tecnico che i Servizi veterinari espletano sono determinanti per la ripresa rapida, rilanciando l’economia e restituendo fiducia alle popolazioni e ai lavoratori colpiti dalla tragedia” aggiunge la vicepresidente stigmatizzando le azioni di sciacallaggio di cui si è venuti a conoscenza negli ultimi giorni che feriscono ulteriormente le popolazioni così duramente colpite dagli eventi sismici.

Nella zona industriale Maddalena di Muccia è stato istituito un  Presidio veterinaria e sicurezza alimentare avanzato. E’ stato organizzato per garantire attività zooiatriche, in particolare per offrire il pronto soccorso e lo spostamento verso strutture ambulatoriali veterinarie locali degli animali in difficoltà con il supporto dei volontari medici veterinari liberi professionisti e delle associazioni animaliste. Per i casi clinici di particolare complessità l’Ospedale Veterinario Universitario Didattico di UNICAM ha reso disponibili strutture e personale con turnazioni H24. Tutti i trasporti degli animali in stato di necessità sono garantiti con ambulanza veterinaria dell’ENPA-Marche. I Servizi dei Dipartimenti di Prevenzione si sono coordinati con i tecnici dell’agricoltura della Regione per eseguire sopralluoghi nelle aziende zootecniche e definire azioni a garanzia della continuità delle produzioni secondo gli standard di sicurezza alimentare per il consumatore. Per effettuare le ricognizioni speditive negli allevamenti in  tempi rapidi è stato  coinvolto il Corpo Forestale dello Stato.

Sul fronte delle imprese alimentari, il personale dei Servizi dei Dipartimenti di Prevenzione è impegnato nelle verifiche degli stabilimenti di produzione degli alimenti con particolare attenzione ai processi produttivi delle filiere alimentari coinvolte dal sisma. Negli stabilimenti in cui i danni subiti richiedono un accreditamento della filiera alimentare, i Servizi veterinari e Igiene Alimenti di origine vegetale competenti espletano i controlli necessari e, con il supporto dei Laboratori dell’Istituto Zooprofilattico Umbria e Marche, procedono con gli accertamenti analitici e le azioni correttive. Le verifiche negli stabilimenti di produzione alimenti sono svolte in collaborazione con i NAS con l’obiettivo comune di supportare le imprese alimentari nella loro ripresa nel pieno rispetto dei requisiti di sicurezza alimentare a tutela della qualità dell’ampia gamma dei prodotti agro-alimentari DOP-IGP e QM.

Sono a rischio le semine autunnali di frumento, orzo e farro se non verranno garantite le scorte di sementi necessarie per coltivare un territorio ferito dalle scosse ma anche dal maltempo che ostacola le operazioni colturali. E’ quanto afferma la Coldiretti che ha convocato un incontro di agricoltori, allevatori e pastori sull’emergenza per martedì 8 novembre dalle ore 9,00 nell'azienda Angeli di Pieve Torina (frazione Gabbiano 6) fortemente lesionata dove convergeranno anche i primi aiuti per le campagne (sementi, mangimi e camper)con il presidente nazionale Roberto Moncalvo accompagnato dall'Unità di crisi della Coldiretti.

Nell'occasione verranno illustrati e discussi i provvedimenti appena varati a sostegno delle campagne per contrastare l'abbandono con la ripresa dell'economia e dell'occupazione. Saranno presentati un primo bilancio dei danni al settore agricolo e l’analisi delle nuove esigenze, degli ostacoli posti dalla burocrazia, degli aiuti giunti fino ad ora con le storie personali e degli strumenti disponibili anche per sostenere i prodotti tipici in difficoltà, portati all’incontro dagli agricoltori, senza cadere nel rischio di truffe ed inganni che purtroppo spesso si nascondono dietro internet.

Il comandante generale dell'Arma dei carabinieri, il generale di corpo d'armataTullio Del Sette, ha fatto visita alla stazione dei Carabinieri di Caldarola. A riceverlo c’era il comandante della stazione Patrizio Tosti e le autorità cittadine

Nel congratularsi personalmente con tutti i suoi militari che sin dalla prima scossa del 26 ottobre scorso, stanno ininterrottamente dispiegando le loro forze nell’aiuto della popolazione, Del Sette ha voluto recarsi di persona a verificare la situazione delle aree colpite dalla tragedia del sisma i cui effettii devastanti sono tangibili anche nella piccola cittadina;. Tra i numerosi immobili inagibili anche la stessa caserma dei Carabinieri. Sostegno, vicinanza, riconoscenza e solidarietà sono stati espressi dal generale a tutti i militari e ai rispettivi nuclei familiari, nonché alla comunità locale.

Capriglia è una piccolo paese a meno di un chilometro da quello che è stato l’epicentro della scossa di magnitudo 4.8 del 3 novembre. 
Scrivo per esorcizzare lo sgomento, ma soprattutto scrivo per tramandare, raccontare scampoli di vita e di storia di un piccolo paese, uno dei tanti che rischia di scomparire nel nulla. Il paese che sento mio, oggi più che mai. A Capriglia devo tanti momenti felici trascorsi con la mia famiglia e vorrei ricambiare nell'unico modo in cui sono capace ora...scrivendone.

"Paese mio che stai sulla collina...."

Capriglia se ne sta lì, adagiata sulla cresta della collina e prova con tutte le sue forze a resistere alla tempesta. È uno dei piccoli borghi medievali disseminati tra i colli marchigiani, indifesi baluardi di un passato che dimora ancora oggi tra le loro pietre, come se le case avessero un’anima che vive di vita propria. E forse è davvero così.

Capriglia è storia. Il primo insediamento nasce come castello fortificato già nel XIII secolo. Fino a qualche anno fa, alzando lo sguardo, si potevano ancora scorgere tracce della rocca che dominava la collina e si stagliava contro il cielo azzurro, finché persino lei non si è dovuta arrendere allo scorrere del tempo che ne ha progressivamente eroso il caratteristico profilo. Restano sparsi qua e là tra la vegetazione ruderi di antiche mura, vestigia della porta che immetteva alla parte alta e una torre difensiva trasformata nel corso dei secoli in campanile della chiesetta di San Biagio (il Santo Patrono di Capriglia), anch’essa ricavata da uno degli ambienti del castello originario. Lì sul campanile, ben visibile ancora oggi, lo stemma dell’antica famiglia Varano, a testimonianza di un passato remoto che si fa tangibile. Ai piedi del castello fortificato si adagiavano pigramente le case del paese, allora come oggi affacciate lungo l’unica via che segue per intero la cresta del colle. Tutte in fila, ordinate e solide, tutte così simili nella loro essenzialità, seppur così diverse.

Capriglia è muta. Il campanile, che ne è simbolo e custode centenario, appare oggi fortemente danneggiato dal terremoto, ma resiste alle scosse con orgoglio e tenacia nonostante le evidenti offese subìte finora. Le campane invece sono venute giù, quelle stesse campane che suonavano a festa all’alba per annunciare l’inizio del giorno e che tante volte ci hanno fatto storcere il naso, durante le nostre vacanze estive, perché ci sembrava suonassero sempre troppo presto. E chissà cosa daremmo ora per sentirle scampanare di nuovo. Come prima. Più forte, magari.

Capriglia è ferita. In bilico, sull’orlo dell’epicentro che sembra avvicinarsi ogni botta un po’ di più e ti pare piuttosto surreale. Non può essere vero, ti ripeti mille volte, ma poi basta una foto, una telefonata, un racconto con la voce spezzata di chi è rimasto nonostante tutto e non ci sono più dubbi. Il terremoto è proprio lì sotto. Che scuote, spinge, scrolla ogni angolo, con fare metodico e senza fretta. E allora non ti resta che immaginare le cose e le case. Quelle che resistono e quelle che vengono giù. Quelle ancora in piedi e quelle lesionate da una violenza che non si vede. Ma si sente forte. Ripensi gli odori, i profumi, i colori e quasi ti sembra di essere lì. Se non con il corpo almeno con il cuore.

Capriglia è gioia. Per chi l’ha vissuto tutte le estati fin da bambino questo paese rappresenta spensieratezza, pace, vacanza, voglia di divertirsi, scorpacciate di more, pedalate in bicicletta fino a restare senza fiato, notti trascorse cantando a squarciagola e contando le stelle cadenti. Un’età dell’oro in cui tutto era possibile. Questo significa Capriglia per tutti noi che l’abbiamo vissuta e che la amiamo come si amano i luoghi che ti hanno reso felice, di una felicità assoluta, vera ed irripetibile, come solo quella dei bambini riesce ad essere. Ma lo capisci solo dopo. Quando ti manca.

Capriglia è comunità. Ogni estate lei si riempiva di noi e noi di lei. Uno sciame chiassoso di amici, famiglie, parenti, adulti, anziani, bambini di ogni età che si ritrovano insieme a raccontarsi le proprie vite, anno dopo anno. Riti irrinunciabili ad unire intere generazioni, come la passeggiata alla casa cantoniera, ora parzialmente distrutta, le cene di compleanno, il pranzo di ferragosto, la messa delle 10, la spesa a Pievetorina perché a Capriglia di negozi non ce ne sono, due passi alle Capanne a guardare le mucche che ai bambini piacciono tanto. Le ore che scorrono oziose fino quasi a perdere il conto dei giorni. Fino a quella maledetta notte del 24 agosto, che la paura è stata tanta sì, ma nessuno realisticamente si aspettava che la natura arrivasse a tanto e la speranza era quella di tornare presto, magari già per il ponte dell’Immacolata. E invece no.

Capriglia non sarà più quella di prima, ti viene da pensare oggi, ma poi chissà... Le case crollano, i muri vengono giù, i tetti cedono, le pareti si crepano e i pavimenti tremano. Ma le fondamenta resistono, o così sembra a guardare da fuori perché il coraggio di partire per andare a vedere cosa è successo in quelle stanze ancora non ce l’hai. Rimani sgomento, impotente e speri, con la forza dell’amore, che magari…forse… un domani tornerà quella che era e che è sempre stata. Ma non ci credi tanto neanche tu adesso e da lontano tremi con lei.

Valeria Pelli (Roma)

Fugge di casa per a paura dovuta alle continue scosse di terremoto, viene ritrovato dopo circa un'ora. L'episodio è avvenuto a Camerino in via Madonna delle Carceri dove un bambino di 7 anni non era stato ritrovato in casa dai genitori al momento del loro risveglio. Immediato l'allarme della coppia che ha alertato carabinieri e vigili del fuoco. Dopo circa un'ora di ricerche il bimbo è stato ritrovato, spaventato e infreddolito, nei dintorni della propria abitazione dalla quale era scappato per la paura dopo la scossa di terremoto avvenuta nel cuore della notte.

Ricominciamo da 24. Ventiquattro è il numero dei nostri studenti che lunedì conseguiranno la laurea in Informatica. A questi ragazzi vanno i miei migliori auguri di Sindaco, i complimenti per il percorso che portano a termine e, soprattutto, il ringraziamento per ciò che rappresentano per noi e la nostra comunità. Per questo, per la prima volta da quando amministro Camerino, desidero formulare le congratulazioni ufficiali del Comune di Camerino ai nuovi laureati di Unicam. Gli studenti e la nostra Università saranno ora più che mai la nostra più concreta speranza di Futuro.
Non a caso, l’intera giornata di ieri è stata dedicata agli studenti più giovani, quelli, cioè, delle nostre scuole cittadine. Abbiamo recepito alcune delle valutazioni provvisorie relative alle agibilità degli edifici scolastici e abbiamo nel primo pomeriggio incontrato il Presidente della Provincia di Macerata e i Dirigenti per individuare il migliore percorso condiviso per la ripresa delle lezioni. Riusciremo ad evitare i doppi turni grazie alla collaborazione di tutti ma, in particolare per quanto riguarda il Polo Scolastico avremo bisogno di circa due settimane per il ripristino della piena funzionalità dei luoghi e per preparare i nuovi spazi. Sarà necessaria, infatti, una contrazione degli spazi in attesa dell'arrivo di un ulteriore prefabbricato. Tuttavia, tutte le valutazioni sono ancora in corso.
Sempre relativamente alle Scuole, Contram s.p.a. ha messo a disposizione autobus assistiti per il trasporto dei ragazzi anche dalle strutture ricettive della costa.
Intanto nel pomeriggio, insieme al presidente del Comitato Locale Gianfranco Broglia, ho incontrato anche il Presidente Nazionale della Croce Rossa Italia, Francesco Rocca, che è venuto in visita a Camerino, presso le strutture che la C.R.I. ha ormai da giorni installato a Camerino.
Un incontro, questo, che è avvenuto dopo la consueta riunione del Centro Operativo Comunale in cui si è stabilito che già dalla prossima settimana sarà possibile restringere il perimetro della zona rossa poiché sono state bonificate alcune situazioni a rischio o sono state individuate soluzioni di viabilità alternativa. Nei prossimi giorni inoltre si procederà alla demolizione di edifici pericolanti che mettono a rischio la sicurezza pubblica.

Gianluca Pasqui
Sindaco di Camerino

 Ha continuato ad essere vicino al suo "gregge" anche nella giornata festiva della domenica l'arcivescovo Francesco Giovanni, che dal giorno del terremoto si sta adoperando fattivamente per fronteggiare l'emergenza senza tralasciare i suoi compiti pastorali. Mons. Brugnaro ha prima fatto visita agli sfollati di San Severino Marche celebrando, insieme al cardinale Edoardo Menichelli, la messa nel palazzetto dello sport settempedano per poi pranzare insieme alla popolazione. "Abbiamo voluto condividere insieme al cardinale Menichelli la celebrazione della messa con gli abitanti di San Severino che sono rimasti in città e con molti che, invece, sono rientrati per l'occasione prima di raggiungere di nuovo i luoghi in cui sono ospitati alla presenza del sindaco e delle autorità cittadini - le parole dell'arcivescovo - Abbiamo cercato di confortarci e sostenerci con l'impegno da parte di tutti ad avere pazienza, ma anche ad approffittare di questo momento per vivere la solidarietà, che in molti stanno manifestando nei nostri riguardi. L'avere pazienza non significa dilazionare l'aspettativa di bene che ognuno di noi porta nel cuore per poter ritrovare la propria quotidianità. E' chiaro che sarà necessario del tempo e quando ci si sente scoraggiati è opportuno rivolgersi al vicino e a quanti possano essere in grado di dare sostegno. Ringrazio di cuore tutti i volontari e coloro che ci sono stati vicini".

Nel pomeriggio, poi, la visita a Portorecanati, dove si trovano gli abitanti di Ussita, Castelsantangelo sul Nera e delle zone dell'epicentro del sisma, per portare anche lì una parola di conforto e celebrare insieme l'Eucaristia.

 

vescovo messa

 

vescovo in fila

 

camerti con vescovo

 

sfollati san severino

 

don aldo romagnoli

 

luogo sfollati

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L’arcivescovo Francesco Giovanni Brugnaro ha fatto visita agli sfollati di Castelsantangelo sul Nera, ospiti dei Salesiani a San Marone di Civitanova Marche. Un gesto di calore e solidarietà che ha fatto molto piacere alla piccola comunità di terremotati trasferitasi sulla costa per l’emergenza. Un pranzo condiviso, qualche gioco da tavolo per ingannare il tempo e per scacciare brutti pensieri e, successivamente un momento di fede e raccoglimento . 

“ Ho avuto il piacere di stare un po’ di tempo con loro- ha detto Brugnaro- ; ci siamo abbracciati e con la mia presenza ho voluto in qualche modo rassicurarli e farli sentire idealmente collegati”. Alle ore 16 30, insieme al loro parroco don Dominique, l’arcivescovo ha celebrato la santa messa prefestiva del sabato.

 

Vescovo Civitanova

 “ Un’occasione molto bella, fraterna, amichevole che li ha rincuorati- ha aggiunto l’arcivescovo- E’ stato commovente perché finita la messa, sono venuti a ringraziarmi. Mi hanno detto  che la mia visita ha contribuito a riportarli idealmente nella loro terra, a ricordare il nostro legame forte, a rinfrancarli, a essere fiduciosi che il Signore qualcosa farà”.

Nel pomeriggio di domenica 6 novembre Brugnaro sarà di nuovo sulla costa a Porto Recanati, per incontrare il resto molto più numeroso della comunità di Castelsantangelo sul Nera, ospite di un camping.“ Andrò a confortare anche loro, ad incoraggiarli. Stanno ricevendo benevolmente tanta solidarietà da parte di tutta la penisola; si sono mossi amici, privati, chiese. Sono in contatto con diversi vescovi che desiderano collaborare, invocare e proporre aiuto”.

Prima di raggiungere Porto Recanati, l’arcivescovo Francesco Giovanni Brugnaro incontrerà la popolazione settempedana. Anche a San Severino Marche il terremoto ha seminato paura e danni ingenti. Alle ore 11, insieme al Cardinale Edoardo Menichelli, Brugnaro celebrerà messa presso il Palazzetto dello Sport.

Nei prossimi giorni l’arcivescovo della diocesi di Camerino San Severino Marche proseguirà il suo giro tra le comunità terremotate, attualmente ospitate in diversi centri della costa adriatica.

“ I loro parroci sono contenti, perché sanno dove si trovano i loro fedeli; questo ci facilita l’incontro con tutti e ci permette anche di disegnare una piccola mappa di dove sono stati spostati i parrocchiani e gli abitanti dei nostri piccoli comuni. Invito tutti a sperare, a confortarsi e ad avere pensieri positivi verso il futuro- ha sottolineato l’arcivescovo-. L’atteggiamento di positività ce lo insegna il Vangelo. Il Signore c’è, dio c’è e le prove anche così pesanti come quelle che stiamo sopportando, possono essere anche occasioni per una ripresa diversa, più creativa, più umana. Non che Dio voglia un male per ricavarne un bene e, tanto meno, che colpisca il nostro male con un altro male. Abbiamo bisogno di incoraggiarci a vicenda, di infervorarci, in modo tale che i giovani, gli studenti universitari, le persone che vivono e lavorano nelle campagne e hanno animali da accudire, possano riprendere il lavoro e siano spinte anche a riprendere la vita della normalità”.

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